giovedì 31 ottobre 2013

Cecina e finocchiona

Arriva il freddo e rispolvero la farinata, alias cecina, una sottile sfoglia cotta al forno, fatta con farina di ceci, olio e acqua. Ottimo companatico coi salumi, piace a tutti tanto che occorrerebbe cuocerne almeno due testi. Uno dei cibi da strada più conosciuti in alcune regioni italiane. Da gustare assolutamente caldissima.
La ricetta l'avevo pubblicata un paio di anni fa, la trovate cliccando qui.
Scegliete un salume a piacere, io ho affettato una finocchiona di San Gimignano, morbida e profumata. Quanti salumi speciali e deliziosi che si producono in Italia.
Ecco pronto un antipasto rustico, uno snack spezzafame, una merenda sostanziosa.
E con una Vernaccia di San Gimignano abbiamo brindato. Grande apprezzamento per questo vino di La Mormoraia, un piccolo produttore scoperto su consiglio del patron della Taverna dei Poeti a Capoliveri.
Domani è Ognissanti, auguri generali a tutti e buon ponte a chi può permettersi di farlo. Mi aspettano tre giorni di pranzi e cene con vari amici, spero di creare tante buone cose che poi potrò pubblicare.
Ciao ciao!

mercoledì 30 ottobre 2013

Trota salmonata affumicata by myself

A volte la tanto bistrattata televisione mi regala spunti inaspettati.
Non accendo quasi mai la tv, sempre affaccendata in cucina non avrei tempo di seguirla e la sera, stanca morta, preferisco leggere ascoltando musica o al massimo, guardare un film interessante.
Lungi da me seguire serie tv, telefilm, serial ecc. Programmando il video registratore per un film mi sono soffermata su Masterchef Australia, dove una concorrente ha proposto la trota salmonata affumicandola nel wok, appoggiata su una griglia e coperta. Mi è sembrata una cosa semplicissima che ho voluto mettere in pratica alla prima occasione. Innanzi tutto dovevo procurarmi i filetti di trota.
Alla prima spesa li ho trovati piuttosto grandi, pesavano circa 300 g l'uno, ideali per due porzioni.
Il resto è stato semplice come lo aveva descritto l'aspirante Masterchef, che guarda caso ha vinto l'edizione. L'affumicatura con riso, tè e erbe aromatiche è leggera ma presente.
Ho scelto il Lapsang souchong, tè nero cinese già affumicato. Ovviamente non in bustina ma sfuso, che sono quelli più pregiati, con le foglie che si aprono lentamente col calore non un miscuglio polverizzato.
Non si sporca nulla e durante il processo il pesce si cuoce. Il tutto si fa in massimo 10', anzi, occorre fare attenzione ai tempi per non passare la cottura che renderebbe il filetto stopposo.
L'ho servito su un letto di crema di erbette sbollentate, ripassate in padella con scalogno e un filo d'olio e quindi frullate.
Non vi resta che provare. A noi sono piaciuti moltissimo. Calcolate 150 g di trota per persona.

-ricetta-
filetti di trota salmonata
3 manciate di riso bianco
1 cucchiaio di tè nero affumicato
rosmarino, salvia, timo
olio evo
sale, pepe
Rivesto il fondo del wok (o una padella profonda e piuttosto alta perchè deve contenere comodamente una griglia) con un foglio di alluminio, ci metto riso, tè e erbe aromatiche.
Appoggio la griglia.
Libero i filetti dalla pelle con un coltello molto affilato e li divido a metà, quindi li appoggio sulla griglia, metto il wok sulla fiamma alta e copro. Lascio cuocere senza mai aprire per massimo 10', dopo un pochino si inizierà a sentire un leggero profumo di fumo.
Scopro la padella e con una paletta, per non romperli, sposto i filetti sui piatti dove nel frattempo ho preparato il letto di erbette, oppure altro contorno a piacere, li condisco con qualche granello di fleur de sel e un filo d'olio e li servo portando in tavola anche il pepe.
Sollevo la stagnola dal wok e butto via i resti sbruciacchiati.

martedì 29 ottobre 2013

Fiori di merluzzo con patate ai due pesti

Questa che vi propongo oggi è una preparazione veloce, piena di gusto e salutare.
I fiori di merluzzo sono surgelati, bei blocchetti di polpa senza pelle nè spine, quindi zero scarti, che cuociono in breve tempo, lo stesso che occorre per lessare le patate. Quando avete fretta sbucciatele, tagliatele a fette spesse e sbollentatele in acqua salata, basteranno pochi minuti per la cottura.
Il pesce l'ho aromatizzato in modo piuttosto classico con cipolla, olive e capperi e pomodori, mentre ho condito le patate con un pesto di basilico e uno rosso fatto con pomodori secchi tritati, un'idea di aglio e olio.
Mezz'ora vi sembra troppo per servire un pasto? Io direi che sono tempi risicati.
Oggi non posso scordarmi di fare gli auguri a quello 'scorpionaccio' del mio fratellino... buon compleanno Walter!
Dosi per 4

-ricetta-
800 g fiori di merluzzo
500 g patate
2 pomodori maturi
1 cipolla media
50 g olive taggiasche denocciolate
20 g capperi al sale
pesto di basilico e pesto rosso
olio evo
sale, pepe

Faccio scongelare parzialmente i filetti di merluzzo, intanto sbuccio le patate, le taglio a fette e le cuocio tuffandole in acqua bollente salata. Le tengo al dente in modo che non si disfino.
Scolandole le dispongo già nei singoli piatti appoggiando sopra ogni fetta un cucchiaino di pesto, alternando i colori.
Scaldo un velo d'olio in una padella e ci soffriggo lentamente la cipolla affettata, poi aggiungo i pomodori tagliati a dadini e li lascio appassire 5' prima di aggiungere le olive e i capperi dissalati.
Quindi metto i fiori di merluzzo, li faccio cuocere 6/8' per parte a padella parzialmente coperta, girandoli delicatamente per non romperli.
Divido il pesce tra i piatti dove ho messo le patate e servo.
Ho volutamente non salato in cottura perchè ci sono capperi e olive a dare sapore.

Abbiamo abbinato questo piatto a un Roero Arneis Docg di Monchiero Carbone, il Cecu D'la Biunda del 2009, vino potente e avvolgente, da vitigni autoctoni del cuneese, ha intensi profumi floreali e di ribes bianco con un finale molto persistente.


domenica 27 ottobre 2013

Confettura di pere abate e kiwi con liquore di menta

Ieri abbiamo trascorso una piacevolissima giornata, in gita tra le colline veronesi del Soave e della Valpolicella, non funestata dalla pioggia ma afflitta da una nebbia bassa che ci ha consentito, solo per brevi istanti, di ammirare lo stupendo panorama dei filari di viti che si stanno spogliando. La vendemmia è terminata pressochè dappertutto, i grappoli per Recioto e Amarone già riposano sulle arelle, ovunque in cantina aleggia profumo di mosto e uva passa.
Per chi ha voglia di trafficare un pochino in cucina è tempo di confetture ottobrine, arrivano le prime pere italiane, i kiwi invece provengono dall'altra parte del mondo, i nostri stanno per essere raccolti.
L'aggiunta del liquore di menta l'ho letta sull'opuscolo della Cameo, uno di quelli allegati alle riviste di cucina, ha conferito al prodotto finale appena una vaga idea di freschezza e un intenso colore verde.
Oramai sono in dirittura di arrivo e sto per archiviare il capitolo confetture sino all'anno prossimo, ne ho preparate altre due che pubblicherò con calma, mi piacerebbe rifare la marmellata di arance amare, ma quant'è difficile trovarle! Ne ho un ultimo vasetto in cantina, il penultimo l'ho portato all'isola ed è terminato in pochissimi giorni.
L'unica noia del fare le confetture in casa è la preparazione della frutta, un po' laboriosa se non si indulge nella tentazione di frullare tutto, ma che senso avrebbe? verrebbe fuori una massa indistinta mentre a me piace che rimangano dei pezzetti in modo che si riconosca la frutta con cui son fatte.
Pazienza è il mio secondo nome...
I pesi della frutta si intendono al netto degli scarti.
In casa avevo solo il liquore di menta bianca, quello che mio marito usa per fare un meraviglioso after dinner, lo Stinger, perciò ho messo anche 20 ml di sciroppo di menta alpina, di un bel colore verde intenso.
Buona domenica a tutti voi, oggi abbiamo pochi amici e posso rilassarmi un pochino dopo la gita di ieri tra Soave e la Valpolicella, è stata abbastanza impegnativa ma ci siamo molto divertiti.

-ricetta-
1 kg pere abate
600 g kiwi
400 g zucchero
80 ml liquore di menta
20 ml sciroppo di menta
Pelo la frutta e la taglio a pezzetti piccolissimi, la metto nella pentola d'acciaio col fondo molto spesso che uso solitamente per le confetture, verso lo zucchero, mescolo e lascio riposare, coperta, per 6 ore.
Poi accendo il fuoco e quando comincia a bollire molto forte mescolo ogni tanto per circa 20', il tempo necessario perchè la frutta inizi a gelificare.
Solo allora aggiungo sciroppo e liquore, mescolando bene per farli inglobare e per far evaporare l'alcool.
Quando una goccia di confettura non scorre più tanto facilmente nel piattino spengo e invaso subito in barattoli puliti e sterilizzati, capovolgendoli sul tappo sino a che non sono freddi.

Le confetture hanno bisogno di almeno un paio di settimane per assestarsi, ciò non toglie che mio marito divora le ciotoline con gli avanzi della pentola il giorno stesso!

sabato 26 ottobre 2013

Cannelloni di crespelle al cotto, mortadella e ricotta

Buon sabato amici, oggi si va in gita in Valpolicella e nella zona del Soave, a far che? provate a indovinare! Il bel tempo è quasi assicurato, che sollievo quando arriva il giorno programmato da più di due mesi e non piove! Pertanto, oggi per una volta non cucinerò, anzi, spero che il ristorante prescelto per la pausa pranzo tra la visita di una cantina e l'altra, mantenga quello che promette nel suo sito.
Il suggerimento che vi lascio è ciò che ho preparato ieri per domani.
Le crespelle, versatili e pratiche in cucina, una volta che son pronte farcirle e chiuderle a cannellone, a fagottino o a triangolo è un gioco da bambini. Anzi, è un'ottima idea farsi aiutare dai figli, cucinare assieme può diventare un momento ludico di condivisione.
A me aiutano, visivamente, le mie due pelosine, mi osservano tranquille e immobili, una se ne sta vicino alla gattaiola, l'altra sotto uno sgabello, sempre vigili e pronte a leccare il contenitore del formaggio o la carta che avvolge il burro.
Non osano importunarmi, aspettano diligenti che sia io a chiamarle.
Ho scelto l'impasto con le doppie farine, l'aggiunta di farina di saraceno rende la crespella rustica e saporita, ma nell'insieme rimangono leggere e delicate, come mi ha scritto l'amico Daniele al quale ne ho dato una teglietta da portarsi a casa visto che, quelle rare volte che viene a farci visita, non si ferma mai a pranzo nè a cena.
Le mie dosi sono sempre abbondanti, è che quando mi metto a cuocere crêpes tanto vale faticare, se ne avanzano preparo tegliette da conservare o da regalare, con questi ingredienti ne escono una ventina e qualcuna in più, ideali per 10 persone. Oppure qualche crespella avanzata può trasformarsi in dolce, spalmata di Nutella, di confettura o semplicemente, con un po' di Grand Marnier e zucchero, posso preparare in pochi minuti delle crêpes Suzette.
Se vi sembra troppo lavoro dimezzate le dosi.
La besciamella, non troppo densa, l'ho messa solo nella farcitura lasciando solo un po' di burro e tanto formaggio grattugiato per la gratinatura, così restano molto più delicate e non si appesantiscono.
Nella farcia il connubio mortadella e cotto, mescolati a ricotta di pecora e formaggio grattugiato, si amalgama alla cremosità della besciamella.
Coi ritagli della rifilatura dei cannelloni e qualche rondella di altre crespelle ho preparato un'ulteriore pirofila che ho portato all'amica Simona.
Potrebbe essere un'idea per il pranzo domenicale, da preparare anche in anticipo.
Questa mia proposta entrerà anche nel grande ricettario di Gustissimo, il portale del gusto. Fateci un salto, ci troverete mille idee da realizzare.
Dosi per 6, più due tegliette.

-ricetta-
per le crespelle
500 ml latte
250 g farina 00
50 g farina di grano saraceno
30 g burro fuso
5 uova
sale
per la farcia
250 g ricotta
180 g mortadella
150 g taleggio
100 g prosciutto cotto
50 g formaggio grattugiato
besciamella (500 ml latte, 30 g burro, 30 g farina, sale, noce moscata)

burro e parmigiano grattugiato per la gratinatura
Preparo l'impasto delle crespelle che deve riposare circa un'ora.
In questo frattempo mi dedico alla preparazione della farcia mescolando in una boule la ricotta, il formaggio grattugiato, la besciamella e i salumi tritati. Non salo, perchè i salumi danno sufficiente sapore (e il taleggio anche).
Cuocio le crespelle, quando sono tutte pronte le farcisco spalmando il composto con una spatola e mettendo pezzettini di taleggio. Arrotolo a cannellone, elimino le punte irregolari pareggiandole, tutti i ritagli li appoggio in una teglia imburrata, e ne metto due in 6 tegliette imburrate.
Taglio a rondelle 2 o 3 crespelle e le aggiungo ai ritagli, formo un'altra teglia con altri 6 cannelloni.
Condisco ogni teglia con burro spennellato sui cannelloni e con abbondante formaggio grattugiato, quindi faccio gratinare per 15' in forno a 190° sino a che non si forma una crosticina dorata.
Lascio riposare qualche minuto prima di servire.

In vacanza abbiamo stappato una bottiglia di Verdicchio dei Castelli di Jesi, classico superiore, di Fattoria Coroncino, il Gaiospino Fumé 2004, un vino intenso con sentori di mandorla e miele, che trovo sarebbe un abbinamento spettacolare con questo piatto, peccato che non ne avessimo più in cantina!
Lucio Canestrari, viticoltore ed enologo dell'azienda, 'ndò ariva mette 'n segno.

venerdì 25 ottobre 2013

Aringhe fritte

Buon venerdì, oggi vi parlo di un altro pesce piuttosto infrequente sulla nostra tavola, l'aringa fresca, questo sì è un esperimento riuscito, ma parliamo di pesce che vive in acque salate e rientra nella categoria del pesce azzurro.
Pesce azzurro pelagico, comune nel nord Atlantico dove si riproduce a ciclo continuo, è la base dell'alimentazione di foche e pesci predatori, predatore a sua volta in quanto si nutre di molluschi e crostacei, uova e invertebrati.
Si pesca in abbondanza in Islanda, Groenlandia, Olanda (è il pesce nazionale), Norvegia e anche in Nord-America.
L'aringa non è solo quella conservata affumicata, essiccata o sotto sale, i suoi filetti si trovano freschi sui banchi del pesce, ha carni saporite ricche di omega3, in particolare l'acido alfa-linolenico, fornisce Calcio e proteine, è mediamente calorica.
Per lasciare intatto il suo sapore ho scelto di infarinarle appena e poi friggerle in pochissimo olio in padella. Così hanno espresso il meglio, secondo me.
Il loro valore commerciale è piuttosto basso, particolare da non sottovalutare. Con 10 € si portano a casa carnosi filetti per 4/5 persone.
Dosi, calcolatene almeno due per persona.

-ricetta-
aringhe sfilettate
farina
sale
olio

Lavo e tampono i filetti poi li passo in un piatto con della farina, li scuoto per eliminarne l'eccesso e li metto a friggere stesi in una padella con un velo d'olio caldo dal lato della pelle.
Quando hanno fatto la crosticina li giro delicatamente con una paletta, per non romperli, e li faccio dorare ancora.
Li scolo su carta da cucina e li servo portando in tavola senape, salsa verde o maionese e un contorno a piacere.

giovedì 24 ottobre 2013

Spaghetti e broccoli alla carbonara

E' iniziata la stagione dei broccoli e siccome mi piacciono moltissimo li uso e strauso.
Dopo la frittata strascinata ho cucinato una carbonara con i broccoli. Un'esplosione di sapori e cremosità, con un plus vagamente light, che il consorte, come suo solito, ha spazzolato senza ritegno. Amore mio, se l'appetito non ti diminuisce come farai a dimagrire??
Tutti ti guardano con aria compassionevole e accondiscendente perchè sei accoppiato alla sottoscritta, senza sapere che il tuo adipe non dipende (solo) da me. Anche se ci fosse la dispensa vuota, cosa peraltro impossibile-impensabile-improbabile, tu ti arrangeresti con quel che c'è, pane secco, biscotti, frutta, carote, sedano o finocchi, o dolcetti vari che, ahimè, ti regalano i tuoi affezionati pazientini.
Com'era bello quando alcuni di loro tornavano dalle vacanze con le bottiglie piene di sabbia delle spiagge dov'erano stati... adesso è vietato raccoglierla quindi, apriti cielo!, è tutto un fiorire di paste di mandorle e salsine e dolci tipici. Che tu apprezzi molto... ahinoi.
A me non resta che prepararti ricette sazianti e piene di verdura per tappare la voragine del tuo appetito.
Forse qui ha smesso di piovere a catinelle, ci sono state ore con vere e proprie bombe d'acqua, il maltempo che ci affligge da giorni si sta spostando, ho appena sentito di nubifragi in Toscana e a Firenze. Basta acqua please! A tal proposito, che ci abbiniamo come vino?
Avrei pensato a un altro vino friulano che ci ha molto entusiasmato quando lo abbiamo stappato in vacanza, il Friulano di Gigante, vendemmia 2011, quello che sino a qualche anno fa (2007) si poteva chiamare Tocai. Scarico di colore, armonico, dal caratteristico aroma di mandorla, con note di camomilla e timo, ha un finale appena lievemente amarognolo, non troppo invecchiato si abbina a verdure e uova, quindi credo che sia in giusto connubio con questo condimento.
Dosi per 4

-ricetta-
500 g broccoli
320 g spaghetti
1 cipolla rossa
2 uova
50 ml latte
50 g pecorino romano grattugiato
olio evo
sale, pepe
cannella e chiodi di garofano
Porto a bollore l'acqua per cuocere la pasta, la salo e ci metto a cuocere i broccoli puliti e divisi a cimette. Li scolo molto al dente conservando l'acqua dove poi lesserò la pasta.
Intanto in una padella faccio sfrigolare la cipolla tritata in un velo d'olio, poi metto i broccoli e li lascio insaporire. Profumo appena appena con un pizzico di polvere di cannella e di chiodi di garofano.
Spengo e tengo al caldo.
In una terrina sbatto le uova col formaggio e col latte e macino del pepe.
Lesso gli spaghetti, li scolo e li condisco con i broccoli saltati e con il composto di uova, mescolando per renderli cremosi, poi porto in tavola.

mercoledì 23 ottobre 2013

Fagiolini piattoni e chorizo

E' finita la pacchia, dopo una manciata di giornate soleggiate siamo tornati nel pieno dell'autunno, il cielo è grigio, pioviggina, unica nota positiva è che non fa freddissimo, per cui almeno le nostre tasche ringraziano, chissà che non si riesca a risparmiare qualcosina sulla bolletta del metano, che finora dà una mano solo ai paesi produttori. Mi lamenterò sempre del brutto tempo, non sono una di quelli che gioiscono delle giornate uggiose, preferisco essere accarezzata dalla luce schiaffeggiante del sole, amo i colori della natura rivitalizzati dai suoi raggi.
Basta poco per riscaldare una simile giornata, un buon contorno a volte risolve un pranzo leggero, almeno per me è così, soprattutto se dentro ci sono condimenti interessanti.
Con un po' di buona volontà il chorizo si può comprare anche da noi, se lo doveste trovare potete anche congelarlo, a voi sceglierlo dolce o piccante, altrimenti si può ovviare con salsiccia di tipo Napoli o calabrese, saporita e leggermente piccante, dall'impasto asciutto, gli mancherà quella lieve sfumatura affumicata del chorizo ma può andare.
Per il resto questi fagioloni piatti, che in Veneto chiamano teghe, non occorre prelessarli si cuociono nel sughetto preparato a base di pomodori, cipolla e salsiccia dura.
Mio marito ne è addirittura ingordo, se non gliela tolgo da davanti, si fa fuori l'intera padella.
Dosi per 4

-ricetta-
500 g fagioli piattoni
150 g pomodori maturi
100 g chorizo
1 cipolla o 2 cipollotti
olio evo
pepe

Lavo e pulisco i piattoni poi li taglio a metà. Affetto sottile il chorizo privato del budello.
Trito i pomodori e affetto la cipolla che metto a soffriggere dolcemente con un filo d'olio, prima di aggiungere il chorizo e dopo 5' i pomodori. Lascio appassire altri 5' poi metto i piattoni e bagno con mestolini di acqua calda lasciandola asciugare prima di aggiungerne altra.
In circa 20' i fagioli saranno cotti, non fateli scuocere, devono rimanere croccanti.
Controllo che il piatto non sia insipido, molto dipende dal chorizo.
Spengo e faccio intiepidire, poi macino un po' di pepe nero e porto in tavola.

lunedì 21 ottobre 2013

Zuppetta di cavolo nero e pastina al farro

Un altro lunedì e mancano poco più di 60 giorni a Natale, ci pensate? sará che le mie vacanze sono terminate in ottobre, ma questi ultimi mesi dell'anno volano.
Ed è già la stagione del cavolo nero, sui banchi dei mercati elbani abbondavano.
Ottimo motivo per farne saporite e salutari zuppe, qualche sua foglia ben tritata a coltello, due/tre patate grattugiate, aglio, cipolla o scalogno a seconda della preferenza e una pasta di piccolo formato fatta con farina di farro scovata in un negozietto bio, a forma di piccole esse.
Mezz'ora di cottura basta per scodellare la minestra nel piatto. Non ci vuole molto, vero?
Dei cavoli si vantano spesso le proprietà antitumorali, e quello nero sembra averne moltissime, oltre ad essere ricco di vitamina C e poverissimo di calorie.
Come tutti gli altri tipi di cavoli è ricco di vitamina K e va consumato con moderazione dalle persone in terapia anticoagulante orale perchè è antagonista della molecola.
Per alterare il meno possibile l'apporto vitaminico lo faccio rosolare a parte in una padella con pochissima acqua e poi lo aggiungo alla minestra assieme alla pastina.
Il rigatino o la pancetta potete anche non utilizzarli, se preferite e se seguite un regime vegetariano.
Dosi per 4

-ricetta-
300 g cavolo nero
3 patate medie
1 cipolla piccola
salvia
olio evo
sale, pepe
pancetta tesa (facoltativa)
Lavo molto bene le foglie del cavolo, le sue foglie bollose possono trattenere molta terra, e poi elimino la costa centrale e lo affetto sottile. Scaldo un velo d'olio in una padella e quand'è caldo metto la pancetta tritata, se la uso, e appena si è rosolata unisco il cavolo.
Lascio che appassisca poi lo salo un po' e metto un mestolino d'acqua lasciandolo cuocere per circa 15',
intanto in una casseruola lesso, in circa un litro d'acqua calda, le patate che ho pelato e grattugiato col disco a fori grossi.
Quando sono tenere verso il cavolo e la pastina e termino la cottura.
Regolo di sale solo alla fine, a me piace abbastanza insipida in modo che risalti il sapore della verdura, e profumo con qualche foglia di salvia tritata.
Porto in tavola formaggio e pepe nero. 

domenica 20 ottobre 2013

Scorze di pomelo candite


Buona domenica a tutti! vi è piaciuta la ricetta di ieri con l'insalata di pomelo e salmone?
Mi ero ripromessa di candirne le scorze, ebbene... ce l'ho fatta! del resto sono una testarda e ritrovandomi con circa mezzo chilo di scorze, che tra l'altro hanno un profumo delizioso, non ho saputo rinunciare all'esperimento.
Ho utilizzato un sistema di canditura veloce, non di quelli che ci si impiega una settimana, per intenderci, mi è bastata una buona mezza giornata più il tempo di essiccatura delle scorze, che varia a seconda delle condizioni meteo, mediamente occorrono circa due giorni, ma è un procedimento che si fa da solo, basta che la gratella stia in un luogo asciutto e riparato da polvere e odori.
Ho seguito i consigli di un caro amico che mi ha suggerito di candire facendo assorbire lo sciroppo in cottura dopo aver sbollentato le scorze per 3 volte in acqua sempre fresca e facendole bollire per 5' ogni volta.
Sono rimasta più che soddisfatta del risultato.
Già mi vedo riservare lo stesso identico procedimento a scorze di arance naturali e di cedro, ammesso di  trovarlo.

La tanto decantata, dai meteorologi, ottobrata è già finita. Tre miseri giorni di sole e siamo già ripiombati tra le nuvole, la giornata è grigia e per la settimana entrante non sono previsti miglioramenti.
Sigh, il mio meteoropatismo si accentua sempre più.

-ricetta-
400 g scorze di pomelo
400 g zucchero
300 ml acqua

Ho lavato con cura la scorza ancor prima di sbucciare il pomelo, l'ho inciso ricavandone spicchi regolari ai quali ho tolto una piccola parte di albedo, quella più spugnosa, lasciandone circa 1 cm.
Ho messo le scorze in una pentola con acqua sufficiente a ricoprirle e ho portato a ebollizione facendo bollire per 5', poi ho scolato e rimesso nella pentola con nuova acqua fredda, ripetendo l'operazione per altre due volte.
Alla fine ho scolato bene le scorze, le ho pesate e ho preparato uno sciroppo con lo stesso peso di zucchero e circa 3/4 di acqua. Per intenderci le scorze sbollentate pesano 400 g, quindi ho fatto lo sciroppo con 400 g di zucchero e 300 ml di acqua.
Ho fatto bollire lo sciroppo portandolo a 110°, se non avete il termometro calcolate circa 3' dall'inizio dell'ebollizione, poi ho versato le scorze che intanto ho ridotto a filetti larghi 1 cm e ho lasciato sobbollire lentamente fino a che quasi tutto lo sciroppo è stato assorbito e in parte è evaporato.
Non occorre controllare continuamente, ci vuole circa un'ora perchè siano pronte, basta sorvegliare e mescolare con delicatezza di tanto in tanto.
Le scorzette a questo punto sono tenere e trasparenti.
Con l'ausilio di una pinza, perchè sono ustionanti, le stendo su una gratella appoggiata su un piatto e me le dimentico sino a che non si sono asciugate.
Dopodichè posso riporle in una scatola di latta tra foglietti di acetato o cartaforno.

sabato 19 ottobre 2013

Pomelo, finocchi e petali di salmone affumicato

La mia curiosità in fatto di alimenti non conosce confini.
Nel reparto frutta del supermercato mi sono imbattuta nel pomelo, l'agrume più grande del mondo, non a caso il suo nome è Citrus Maxima, ha la forma di una grande pera con buccia giallo verdina, pesa oltre un chilo, il sapore ricorda quello del pompelmo ma più dolce, ha scorza spessa e molto albedo.
La sua polpa può essere biancia, gialla o rosata.
Si mangia da solo o in insalata abbinato a verdure, dopo aver pelato a vivo gli spicchi, cosa peraltro piuttosto facile perchè l'albedo che li ricopre si stacca senza troppa fatica.
E' conosciuto con molti nomi, in inglese si chiama Shaddock in onore del capitano britannico che lo introdusse in America, e in Liguria infatti viene chiamato sciadocco. Non mi dispiace neanche pampaleone.
Cresce in clima subtropicale, le maggiori coltivazioni sono nel Sud-Est Asiatico e in Cina e arrivano da noi via mare dopo lunghi viaggi.
I frutti devono essere pesanti perchè se troppo leggeri potrebbero essere molto vecchi e disidratati. Arrivano avvolti da pellicole e reticelle, le scorze possono essere candite, esperimento che mi intrigava parecchio e che ho fatto ieri, appena passeranno sufficienti giorni perchè le scorzette asciughino ve lo racconterò.
Fornisce buone dosi di vitamina C e del gruppo B, soprattutto la B9 (acido folico), più potassio e betacarotene.
Detto questo l'ho pulito e poi ho affettato sottilmente due finocchi componendo un'insalata con salmone affumicato, condita con succo di lime, sale e olio evo.
Un antipasto insolito, molto leggero e intrigante, che è piaciuto persino a Max.Fast, sempre più abituato al pesce in tavola, sta crescendo (finalmente) il ragazzo e affina il palato culinario, tra non molto sopporterà un intero menù a base di pesce. Gli faccio da qui i nostri più calorosi auguri per una veloce guarigione. Max, ti è andata bene anche stavolta però non farci più prendere simili spaventi.
Dosi per 6

-ricetta-
1 pomelo di 1 kg
150 g salmone affumicato
2 finocchi
1 lime
olio evo
sale, pepe nero
Elimino la scorza al pomelo, dopo averla ben strofinata con uno spazzolino duro, operazione che mi serve volendo candire le scorze, quindi privo gli spicchi dell'albedo, raccogliendo la polpa in una ciotola.
Lavo ed elimino le foglie più esterne ai finocchi e li affetto molto sottili con la mandolina.
Spremo il succo del lime.
In una bella terrina adagio pezzetti di pomelo, fettine di finocchi e il salmone che sfoglio e riduco a petali. Se lo preparo in anticipo lo conservo al fresco coperto da pellicola.
Condisco con una presa di fleur de sel, pepe macinato, il succo di lime e un giro di olio extravergine.
Mescolo delicatamente e porto in tavola.

Abbinamento cercato e voluto con un Pinot Gris alsaziano, Grand Cru Zinnkoepfle, vendemmia 2004.
Con intensi riflessi dorati e un rientro morbido, quasi dolce in armonia con l'affumicato del salmone.
 

venerdì 18 ottobre 2013

Fregola con arselle

Reminiscenze vacanziere. Con questo piatto ho accolto Gianluca, il capitano in seconda che accompagna il consorte nelle sue battute di pesca. Mio marito lo considera quasi un figlioccio e, se gli studi glielo consentono, non manca di trascorrere una settimana da noi sull'isola, ha saltato l'anno scorso ma quest'anno si è rifatto, pensate che un giorno sono rientrati con lampughe di oltre 2 kg!
Per il primo pranzo assieme gli ho cucinato la fregola, in pescheria mi hanno tentato arselle e vongoline veraci e non ho resistito.
Ho fatto la ricetta un po' a modo mio, aggiungendo alcuni pomodorini a spicchietti, risottando la pasta e sormontandola da fettine di baby melanzana fritte.
E' impensabile cercare la fregola sull'isola, infatti me l'ero portata da casa prevedendo che mi sarebbe tornata utile.
E' una pasta fatta a mano, tipica sarda, a base di semola, da cui si ricavano pallini più grandi del cuscus che vengono poi tostati in forno, assumendo varie sfumature dal nocciola al marrone.
Ha una consistenza decisa come tutte le paste 'ammassate' in casa con sola acqua e farina e un gusto tostato molto gradevole.
Io l'acquisto normalmente al supermercato, il solito, molto ben fornito.
Dosi per 4

-ricetta-
1 kg di vongole
250 g fregola
200 pomodori ciliegini
2 melanzane baby
1 cipollotto
prezzemolo
aglio
olio evo
vino bianco
Si parte dalle vongole, ben lavate e spurgate che metto in una padella con uno spicchio d'aglio, un rametto di prezzemolo, un goccio d'olio e uno di vino. Lascio che si aprano a fuoco vivo con la padella coperta poi le sguscio tutte, filtro e conservo il loro sughetto.
Taglio a filetti i pomodorini. Trito un mazzetto di foglie di prezzemolo.
Trito un piccolo cipollotto, lo faccio appassire in una casseruola con un filo di olio e i pomodori poi verso la fregola, la faccio intridere nel condimento quindi la sfumo subito con liquido delle vongole in modo che i chicchi asciutti assorbano tutto il sapore. Continuo poi la sua cottura aggiungendo acqua calda a mestoli man mano che asciuga, mescolando ogni tanto.
Nel frattempo scaldo un po' di altro olio in un padellino e friggo le melanzane a fettine sottili, come si fa per la Norma.
Per la fregola ci vogliono circa 15' di cottura, se non di più.
Al termine completo con le vongole, col prezzemolo tritato e regolo di sale. Lascio riposare 3' poi impiatto e sormonto con alcune fettine di melanzana.
Porto in tavola il pepe nero da macinare secondo i gusti.
Abbiamo stappato una magnum di birra, una trappista millesimata Grande Réserve della Chimay, l'ho vista sullo scaffale e non ho resistito. In effetti è stata una bella idea, la sua complessità e l'aroma spiccato, oltre che l'alcolicità, sono stati uno sposalizio perfetto per placare la sete dei pescatori, assaporata sotto il pino marittimo assieme a un magnifico panorama.

giovedì 17 ottobre 2013

Frittata strascinata

Buondì a tutti! Come cambiano le giornate con un raggio di sole, credevo fosse scomparso per sempre.
Tutto assume un colore e un sapore differente. Forse perchè in questi giorni ho lavorato molto per confezionare confetture, ma guardare fuori dalla finestra e vedere tutto grigio, freddo e umido non era per nulla confortante. Con calma vi metterò le ricette delle ultime associazioni provate che sono interessanti e buonissime, lo dice il consorte che le ha assaggiate.
Ma la frittata? in questi giorni di gran lavoro (per la preparazione della frutta) ho privilegiato ricette semplici e gustose, se dico 'strascinate' tutti pensiamo alle orecchiette saltate in padella con le cime o i broccoli e un po' di aggiughe.
Guarda un po' mi è saltato in mente di strascinare delle uova, ne è uscito un piatto tutto sapore, tutta salute, vegetariano e anche economico.
Il contorno è incluso nella ricetta, quindi se si aggiunge un frutto diventa un pasto leggero ma saziante.
I broccoli sono una verdura eccezionale sia per l'apporto di nutrienti e vitamine che per versatilità. Nei paesi del Nord-Europa sono utilizzati moltissimo in cucina, e sono molto amati dai grandi chef.
Pronti per fare questa buona frittata? Io uso la mia padella furba, quella doppia, così vengono sempre perfette.
Cosa ci beviamo assieme? un matrimonio riuscito sarebbe con il Langhe Bianco del 2008 prodotto da Matteo Correggia, zona non proprio di vini bianchi che però, fatti da mani sapienti, regalano inaspettato piacere. Un vino pieno questo Sauvignon 100%, con profumi di foglia di pomodoro e ananas, con un breve passaggio in barriques non nuove e successivo affinamento in acciaio, che mantiene comunque una buona freschezza.
Le dosi sono per 4
-ricetta-
600 g broccoli
50 g formaggio grattugiato
4 uova
4 filetti di acciughe sott'olio
1 cipollina/scalogno
50 ml latte
olio evo
sale, pepe
Verso un filo d'olio in una padella capiente e ci rosolo lentamente lo scalogno tritato con le aggiughe scolate, quando si sono disfatte aggiungo i broccoli a cimette e li faccio saltare nel condimento, poi aggiungo un mestolino di acqua bollente e porto a cottura, ci vorranno massimo 10'.
Spengo e tengo da parte.
Sbatto leggermente le uova in una boule con il latte, aggiungo il formaggio, una macinata di pepe e un pizzichino di sale.
Verso i broccoli in questo composto, mescolo bene.
Scaldo la padella doppia per fare le fritatte, appena unta d'olio (io uso un pezzetto di carta da cucina sporcato d'olio) e ci verso il composto, lo livello e scuotendo la padella ogni tanto aspetto che si faccia la crosticina poi copro con la seconda padella e la capovolgo facendo dorare anche l'altro lato.
Quando si è rappresa completamente spengo e lascio riposare per 15' prima di servirla.

martedì 15 ottobre 2013

Ditalini risottati con zucchine, porri e acciughe

La pasta si può condire davvero con poco e con tutto.
A volte basta avere un paio di zucchine, un piccolo porro e qualche filetto di acciuga sott'olio.
Cuocendola a risotto concentra i sapori e acquista cremosità, anche senza l'ausilio di brodo, con sola acqua bollente, ci penseranno le verdure e le acciughe a dare sapore.
Devo dire che il connubio è molto delicato.
A Collioure, nel sud-est della Francia dove siamo stati alla fine del mese di aprile, producono acciughe sotto sale o sott'olio. Potevo passare dal loro spaccio senza acquistarne? Assolutamente no.
C'era un tempaccio assurdo, io che speravo di fare il primo bagno dell'anno in mare mi sono inzuppata di pioggia, vento e freddo. Ma almeno, sfidando le avverse condizioni meteo, mi sono buttata sull'acquisto dei prodotti locali, ottimi vini e acciughe. Lo stesso tempo che imperversa da quando siamo rientrati dalle vacanze, voglio ancora un po' di tiepido e di sole!
Dosi per 4

-ricetta-
280 g ditalini
4 filetti di acciuga sott'olio
2 zucchine
1 porro
olio evo
In una casseruola scaldo un velo d'olio con le acciughe, aspetto che si sciolgano prima di metterci a rosolare il porro tagliato a rondelle fini e poi tritato e le zucchine divise in quattro per il lungo e poi ridotte a fettine.
Aspetto che appassiscano qualche minuto poi verso la pasta e la cuocio come un risotto aggiungendo acqua bollente a mestoli, aspettando che si asciughi un po' prima di aggiungerne altra, mescolando spesso.
Quando la pasta è cotta aggiungo un pizzichino di peperoncino, regolo di sale, ma non dovrebbe servire  per via delle acciughe, e la servo.

lunedì 14 ottobre 2013

Crema di cannellini con rosmarino e pancetta

Fa freschetto, qui a casa mi concedo l'accensione dei termosifoni un pochino alla sera, giusto per eliminare quella fastidiosa sensazione di freddo-umido dalle lenzuola.
E mi viene voglia di cucinare solo zuppe e creme, calde, confortevoli e pratiche.
Ricomincio quindi con la serie di minestre-zuppe-potages del lunedì, indispensabili per disintossicarsi dopo le abbuffate del fine settimana.
Con ingredienti poveri o semplici, più articolate se si tratta di minestroni, quasi tutte vegetariane, fatta salva l'aggiunta di pancetta, lardo o guanciale, che però possono essere omessi.
Ho preso la sana abitudine di cuocere almeno due legumi a settimana ma se non volete impegnarvi in ammollo e cottura prolungati ricorrete a quelli in scatola... ce li facciamo andare bene per comodità.
Dosi per 4

-ricetta-
250 g cannellini cotti e un po' del loro brodo
60 g pancetta
2 rametti di rosmarino
1/2 scalogno
olio evo
pane secco
Conservo sempre un po' del brodo di cottura dei legumi, apposta per riutilizzarlo nelle zuppe.
Altrimenti provvedete per un po' di brodo vegetale fatto espresso o in granuli.
Passo i fagioli con la frusta a immersione poi scaldo un velo d'olio nella pentola e ci metto a sudare lo scalogno tritato finissimo con la pancetta a dadini piccoli, quindi aggiungo la polpa dei fagioli, un rametto di rosmarino intero e circa 800 ml di brodo.
Faccio sobbollire piano per circa 20', poi elimino il rametto e aggiungo altro rosmarino tritato finemente.
Abbrustolisco il pane a dadini, scodello la crema nei piatti e completo col pane e un filino d'olio a crudo.
E per me l'immancabile pepe nero... sono fissata, lo so!

domenica 13 ottobre 2013

Crostata con confettura di fragole allo zenzero

E' domenica, è d'obbligo cucinare un dolce, che sia al cucchiaio o al forno.
Mi andava di riassaggiare la confettura che ho preparato lo scorso anno a base di fragole e zenzero, una nota piccante che non guasta abbinata al dolce aroma delle fragole, basta aggiungere un pezzetto di radice grattugiandolo al termine della cottura e mescolare bene.
Per la pasta della crostata ho usato la ricetta super collaudata della Spisni, abile sfoglina bolognese, si può fare con anticipo e conservare in frigorifero.
Pochi minuti per stendere la pasta e il tempo necessario alla cottura, nel mentre si può fare molto altro.
Buona giornata a tutti, in quest'Italia divisa in due dalle temperature, invernali al Nord, estivissime al Sud.

-ricetta-
200 g farina
80 g zucchero
80 g burro
1 uovo
buccia grattugiata di limone non trattato
1/2 cucchiaino di lievito
sale, un pizzico

confettura, circa 300 g

Impasto velocemente tutti gli ingredienti nel mixer, appena si agglomerano in palla spengo, avvolgo in pellicola e ripongo in frigorifero a riposare.
Quindi prendo lo stampo basso da crostate e lo imburro.
Stendo 3/4 della pasta risalendo anche un po' sul bordo, spalmo uno strato di confettura e con la pasta rimasta compongo le strisce della griglia.
Intanto ho portato il forno a 170°, inforno la torta e la faccio cuocere circa 40', dipende sempre dal tipo di forno.
La lascio intiepidire prima di sformarla, altrimenti si rompe o la confettura si spande.

sabato 12 ottobre 2013

Pasta con zucchine e ciliegini

C'è brutto tempo? e noi lo esorcizziamo con un fumante piatto di pasta che cattura ancora un po' di sole, riportandoci ai sapori estivi.
Pomodori ciliegini appassiti in padella sulla fiamma alta e zucchine a filetti. Semplicissimo.
Un giro di buon olio e scalogno o cipollotto per il soffritto. Basilico e origano resistono strenuamente nei loro vasi.
Il formato di pasta sceglietelo come più vi piace, a me stanno molto simpatici i radiatori perchè raccolgono molto bene il condimento e sono belli da vedere.
Dosi per 4

-ricetta-
350 g pasta corta
300 g pomodori ciliegino
3 zucchine, solo la parte verde
1 scalogno
basilico e origano freschi
olio evo
sale, pepe
Trito lo scalogno, o affetto il cipollotto, e lo faccio appassire con un buon giro d'olio, quindi aggiungo le zucchine tagliate a filetti. Le lascio sulla fiamma vivace per 5', salo e spengo.
In un'altra padella rosolo a fuoco vivace i ciliegini con appena un'idea di olio, aspetto che ri raggrinziscano un pochino quindi li verso nella padella delle zucchine.
Intanto lesso la pasta al dente, la scolo e la trasferisco nella padella del condimento con le erbe aromatiche sfogliate e spezzettate, la rigiro per farla rivestire quindi spengo e impiatto.
Formaggio grattugiato, anche ricotta dura, o pepe per chi li gradisce.

venerdì 11 ottobre 2013

Risotto col granciporro

Bene, per questo venerdì di magro vi racconto di come ho preparato, mentre ero al mare, questo stupendo e saporito risotto.
Nel fare la spesa mi sono imbattuta in una cesta che conteneva alcuni di questi enormi granchi, che lentamente muovevano le loro grandi chele.
I cancer pagurus si pescano principalmente sulle coste Atlantiche, a volte persino nei nostri mari, e raggiungono dimensioni fino a 40 cm.
E' un po' laborioso ricavarne la polpa ma la fatica viene ricompensata dal sapore.
Come per astici e aragoste è richiesta una pre-lessatura, è una barbarie lo so, quindi se siete ipersensibili evitate.
Una volta ricavata tutta la polpa ho proceduto alla cottura di un risotto in bianco al quale ho aggiunto il granchio solo alla fine assieme al prezzemolo e a una noce di burro per lucidare e mantecare, poi ho composto il risotto in piccole formine che ho capovolto su uno specchio di salsa di pomodoro completata da dadini di melanzana.
In abbinamento un vino dell'Alto Adige, il Sylvaner prodotto da Garlider, denominazione SudTirol Valle Isarco, un vino che abbisogna di qualche anno di affinamento in bottiglia per esprimere al meglio le sue potenzialità, infatti la nostra bottiglia era del 2004, eppure il vino ha mantenuto una freschezza intatta e un colore brillante.
 Dosi per 4

-ricetta-
350 g riso Baldo
1 granciporro
1 spicchio di aglio
prezzemolo
olio evo
brodo vegetale
vino bianco
burro

per la salsa: pomodori maturi, cipolla e basilico
una piccola melanzana, olio evo, sale

Parto dalla salsa, mettendo in una pentola i pomodori e la cipolla a pezzi, metto sul fuoco e lascio cuocere piano per circa 30', poi passo tutto al passaverdura col disco fine, raccolgo la polpa ottenuta in un padellino e la faccio scaldare qualche minuto con un goccio d'olio, un pizzico di sale e qualche foglia di basilico spezzettata.
Intanto che si fa la salsa taglio la melanzana a dadini, quindi li friggo in un po' di olio evo caldissimo, li scolo e li tengo da parte.
Trito le foglie di un mazzetto di prezzemolo.
Scaldo abbondante acqua in una pentola, quando bolle immergo il granciporro e lo lascio bollire per circa 7/8'.
Lo scolo dall'acqua, lo pongo capovolto su un tagliere e inizio a ricavarne la polpa, eliminando la calotta e conservando il liquido contenuto, poi apro le chele e le zampe recuperando quanta più polpa possibile, conservando anche il corallo.
Scaldo in velo d'olio nella pentola da risotti e ci soffriggo lentamente uno spicchio d'aglio a fettine senza che prenda colore, quindi lo elimino. Nell'olio così profumato tosto il riso, lo sfumo con un goccio di vino bianco e proseguo la sua cottura aggiungendo brodo leggero, vegetale e bollente, a mestoli.
Quando il riso è al dente spengo, manteco con una noce di burro e con la polpa del granchio, quindi aggiungo anche il prezzemolo.
Verso una porzione di risotto in una piccola ciotolina, metto sul fondo di ogni piatto un po' di salsa e qualche dadino di melanzana, allargandola a specchio battendo un pugno sul fondo del piatto, quindi sopra sformo il risotto, preparo così tutti i piatti e servo in tavola.

giovedì 10 ottobre 2013

Crostoni di polenta e formaggio

Della serie, si arriva a casa dopo un viaggetto estenuante per le code in tangenziale, il consorte ha una fame da lupo per cui bisogna imbastire qualcosa alla svelta.
Fortuna che faccio sempre scorta di polenta già cotta in blocchi, questa è particolare perchè fatta con polenta semi-integrale bergamasca, l'acquisto volentieri perchè ha un ottimo sapore e un'ottima resa.
Un po' di formaggio a scelta, una padella o una griglia calda appena velata di burro e in soli 10' si porta in tavola un piatto poverissimo, degno di un re (detto questo, non sto dando del re al consorte, affatto).
Per contorno funghi misti sott'olio, miei ovviamente.
Ho usato emmental e poi zola piccante molto erborinato, per contrastare la dolcezza del primo formaggio.

-ricetta-
polenta pronta a fette
formaggi a piacere
burro
Scaldo il burro in una padella capiente o in una bistecchiera per rosolare la polenta, la lascio cuocere per circa 10/15' in modo che faccia una bella crosticina da ambo i lati, poi appoggio sopra ogni fetta pezzetti di formaggio e copro con un coperchio, spengo e aspetto che il calore residuo lo faccia sciogliere. Servo subito finchè è calda e filante.

martedì 8 ottobre 2013

Crema di piselli in fiocchi, ricetta rapidissima

Mamma mia, siamo solo alla prima decade di ottobre ma sembra dicembre.
Ho la sensazione che, se non ritornano delle belle giornate, la nostalgia per il clima e il mare lasciati da poco non scemerà.
Per le sere di pausa che concediamo ai nostri stomaci quando siamo in vacanza, quelle, poche per fortuna, giornate in cui tira vento forte che non ci consente di indulgere nei nostri aperitivi-cena sulla spiaggia, ce ne stiamo ben tappati in casa e per rimanere leggeri preparo una corroborante minestra.
Prima di partire ho fatto una visitina al supermercato tutta natura che ho sotto casa a Milano dove ho trovato questa confezione di fiocchi di piselli con la quale si può preparare un'ottima crema in soli 15'.
Ovviamente ho preparato un leggero soffritto di cipolla e mentre si cuocevano i fiocchi ho saltato in una padella rovente una manciata di dadini di pane ai cereali.
Un filo di olio extravergine e la zuppa era pronta.
Consiglio di farne scorta per una cena d'emergenza, per quando si rientra a casa con zero voglia di mettersi ai fornelli e il tempo è più che uggioso.
Sulla confezione ci sono le indicazioni delle dosi per la cottura, consigliano di passare con un frullino al termine ma io ho preferito lasciare la leggera granulosità.
Questi piselli vengono decorticati, spezzati, cotti a vapore e laminati, è per questo che la cottura diventa così breve e non necessitano di ammollo.
Tecnicamente i piselli non contengono glutine ma per sicurezza, siccome nello stabilimento di produzione maneggiano anche cereali vari, non possono dichiarare in etichetta che il prodotto ne è privo ed è presente la dicitura, obbligatoria per legge, che potrebbero essercene tracce.
Dosi per 2

-ricetta-
125 g piselli in fiocchi
350 g acqua
1 cipolla piccola
olio evo
sale
pane
Scaldo un goccio d'olio in una piccola casseruola e ci soffriggo lentamente la cipolla poi aggiungo l'acqua leggermente salata e porto a ebollizione prima di versare i fiocchi. Mescolo lasciando cuocere lentamente per 10/12'.
Se vi piace la zuppa cremosa usate una frusta a immersione, oppure lasciatela così com'è.
La verso nei piatti, la completo con un filo d'olio e con dadini di pane che ho abbrustolito.

lunedì 7 ottobre 2013

Fritole salate di fiocchi di patate

Sigh! sono finite le vacanze ma la mia testa è ancora laggiù e ripenso già con nostalgia alle nostre seratine sotto le frasche del bar sulla spiaggia, il piacere di assaporare un calice di vino con gli amici, le chiacchiere in relax, le risate che ci fa fare Alberto.
E questa è una ricetta nata assolutamente per caso, dalla volontá di non gettare un avanzo di pastella alla birra e di fiocchi di patate.
Forse avrete indovinato, una sera per la cena sulla spiaggia ho preparato il pollo fritto e mi sono avanzati pastella e fiocchi.
Ho riposto la pastella coperta in frigorifero e il giorno dopo ho accolto il pescatore con questa idea super golosa.
Mi sono domandata: "perchè non faccio delle fritole salate?", quelle dolci sono tipiche frittelle veneziane che si fanno dai primi giorni del nuovo anno sino a tutto carnevale.  
Ho mescolato alla pastella qualche cucchiaio di fiocchi di patate, avanzati dall'impanatura del pollo, ho corretto la consistenza con un goccio di latte e dopo aver fritto il tutto a cucchiaiate ne sono usciti dei bignè soffici, semplicemente deliziosi da farcire con formaggio e gustare ancora tiepidi.
La mia pastella avanzata corrispondeva a circa un uovo, ma vi suggerisco di prepararla con due uova in modo che escano circa una trentina di fritole, valgono come succedanei del pane o sono perfetti per un aperitivo farcendoli a piacere.
Ieri sera li ho replicati a casa, purtroppo siamo partiti dall'isola in fretta per evitare il maltempo che prevedeva intense precipitazioni e mare molto mosso così è saltato l'ultimo brindisi con gli amici, che avevo pensato di coronare con un vassoio di queste golosità. Non mi restava che sigillare la pastella e riporla nel frigorifero da viaggio, quindi è rimasta ben più di 24 ore pronta. Ebbene, il lungo riposo ha forse migliorato la sofficità del prodotto finale. Quindi preparate pure tutto anche con un giorno di anticipo, estraete il contenitore 2 ore prima della frittura e vedrete che risultato magnifico. 
QUI trovate la descrizione di come fare la pastella.
Buon divertimento e buona cucina! 

-ricetta-
pastella alla birra
una busta di fiocchi di patate per purè
curry
latte
sale
olio di arachidi per friggere

Preparo la pastella e la lascio riposare due o tre ore, poi verso la busta di fiocchi, un cucchiaino di curry, un pizzico di sale e diluisco con un po' di latte sino ad ottenere un composto piuttosto denso che lascio riposare tutta la notte.
Scaldo abbondante olio di arachidi in un padellino e ci verso il composto a cucchiaiate.
Si gonfieranno in cottura assumendo l'aspetto di bigné.
Man mano che si dorano li metto a scolare su carta da cucina e poi li servo ancora tiepidi con formaggi a piacere, a me piacciono lo zola cremoso e la crescenza. 

domenica 6 ottobre 2013

Confettura di pere coscia e susine miste

Tra le varie confetture di cui ho fatto scorta per l'inverno, e per gli omaggi natalizi e non, ho preparato questa con pere coscia e prugne miste, gialle gocciadoro, black allungate e rosse tonde ma sode.
Perchè si chiamano coscia? Forse per la forma, ho comunque fatto una veloce ricerca scoprendo che è una cultivar tipicamente italiana e che le migliori si coltivano sulle pendici dell'Etna, nell'aretino e in tutta la valle dell'Arno. Hanno polpa bianca con buccia sottile che inizialmente è verdognola poi vira al giallo in piena maturazione.
Questo tipo di pere non è molto dolce e la loro polpa si sposa molto bene con l'asprigno delle prugne che comunque tingono la confettura di sfumature rossastre, merito dei fenoli contenuti nella buccia di quelle scure che sono frutti preziosi con potenti poteri antiossidanti.
L'ho profumata con chiodi di garofano pestati, non troppi, giusto una nuance percettibile ma che non deve dominare.

Auguro una buona domenica a tutti, sono rientrata a casa, che tristezza passare dal vivere in prendisole  e fare bagni a mettersi il pullover e accendere un po' il riscaldamento la sera.
Porgo un caloroso e doveroso benvenuto alle nuove followers, poi con calma risponderò anche agli ultimi commenti.
Ciaooo!

-ricetta-
2 kg di pere coscia
1 kg di susine miste
1 kg di zucchero
3 chiodi di garofano
1 limone
Il procedimento è sempre lo stesso, lavo e asciugo la frutta poi sbuccio le pere tagliandole a pezzetti piccoli ed elimino il nocciolo delle prugne prima di ridurle a filetti.
Trasferisco tutto nella pentola assieme allo zucchero mescolando. Copro e lascio in ammollo per una notte poi la mattina metto la pentola sul gas, faccio bollire molto forte continuando a mescolare per massimo mezz'ora, questo tempo dovrebbe essere sufficiente a raggiungere la giusta consistenza, aggiungo i chiodi di garofano e il succo del limone, faccio bollire ancora 5' poi spengo e metto subito nei barattoli puliti tappandoli e lasciandoli capovolti per 15'.
Etichetto e porto in cantina al buio. 

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