mercoledì 30 aprile 2014

Bollito rifatto in fricassea

Immagino che a voi non capiti quasi mai di ritrovarvi con un pezzo di bollito avanzato, sono pochi i fanatici come me che cuociono apposta un cappello del prete per fare un buon brodo.
Quello che per me è un'abitudine può comunque rivelarsi un ottimo sistema per non mangiare la carne tout court, sebbene con un pizzico di sale e un filo d'olio sia eccellente.
Se voglio presentare un piatto per l'intera famiglia, accomodo la carne a fettine in una pirofila, aggiungo le carote con cui l'ho cotta e fettine di pecorino giovane, infine termino con una tazza di uovo, latte e succo di limone ad affogare il tutto, quasi come una salsa avgolemono o una blanquette. La portata acquista un sapore aromatico e fresco.
Un modo curioso per riciclare del bollito o lesso.
Dosi per 4

-ricetta-
800 g cappello del prete
100 g pecorino giovane
100 ml latte
3 carote
1 uovo
1 limone
sale, pepe
burro
Dopo aver preparato il brodo lascio raffreddare la carne, magari ce l'ho nel frigorifero già da un paio di giorni.
Imburro una pirofila, stendo uno strato di carne a fettine sottili o a pezzetti, spargo qua e là tocchetti di carote e fettine sottili di formaggio. Macino un po' di pepe e faccio un secondo strato con carne e carote.
Sbatto l'uovo col latte e il succo di limone, condisco con sale e pepe e verso nella pirofila che ho preparato.
Inforno a 170° per circa 20' quindi lascio riposare la fricassea per qualche minuto prima di servirla.
Se non volessi accendere il forno e fare prima, posso affettare la carne e rimetterla in pentola nappandola con il sugo preparato. Pongo poi sul fornello e lascio addensare a fuoco dolce per pochi minuti.

lunedì 28 aprile 2014

Sugo al cotechino, capperi e olive

Siamo ripiombati in pieno autunno, sono oramai più di 40 giorni che si passa, non tanto allegramente, da +30° a +5° in un'alternanza climatica per nulla piacevole, giornate infuocate seguite da giornate fredde e uggiose, umide di pioggia.
Perciò questo sugo, piuttosto comfort food, torna di prepotenza in auge, di solito lo preparo in gennaio-febbraio e infatti le foto e l'appunto della ricetta ad allora risalgono ma li avevo riposti nel faldone degli 'incompleti', in attesa della stagione giusta per proporvelo.
Ne ho approfittato per consumare l'ultimo cotechino rimastomi che, per precauzione, avevo messo sottovuoto. Una manciata di capperi sotto sale e di olive taggiasche denocciolate (meglio ancora di Kalamata se ne avete) più tanto sedano verde per condire succulenti bucatini.
Vi piacciono i sapori decisi? allora buttatevi.
Dosi per 4

-ricetta-
1 cotechino precotto o da cuocere di circa 500 g
3 gambi di sedano verde
2 cucchiai di olive denocciolate
1 cucchiaio di capperi al sale
1 pezzetto di cipolla o 1 scalogno
olio evo
pasta tipo bucatini
Se il cotechino è precotto lo faccio rinvenire in acqua bollente per circa 30', o seguendo le indicazioni sulla confezione. Se invece è da cuocere lo lascio a bagno per 12 ore, poi lo pungo in varie parti con un ago sottile e quindi lo faccio lessare, per circa 2 ore lentamente.
Lo spello e lo taglio a dadini oppure lo sbriciolo.
Affetto il sedano, metto a bagno i capperi per eliminare parte del sale. Trito lo scalogno.
Scaldo un velo d'olio in una padella grande, ci rosolo lo scalogno col sedano, poi quando sono appassiti verso il cotechino e gli lascio prendere temperatura facendolo rosolare un pochino, poi metto capperi e olive e lascio il tutto a insaporire per 5' prima di spegnere.
Lesso la pasta e, dopo averla scolata al dente, la salto brevemente nella pentola col sugo.

domenica 27 aprile 2014

Flan alle mandorle

Buona domenica ai golosi! Oggi vi parlo del flan com'è inteso all'italiana, ossia una crema a base di uova e latte, aromatizzata a piacere, che si cuoce a bagnomaria in forno.
Contrariamente al flan francese, che prevede un guscio di pasta frolla o brisée che contiene una crema liquida che si addenserà in cottura, quelli all'italiana sono simil budini, dolci al cucchiaio tipo una crème caramel.
Per Natale avevo ricevuto in dono un bel sacchetto di mandorle, ottime di sapore ma molto dure da masticare. Le misi da parte riproponendomi di macinarle per un dolce.
Benché le abbia frullate a lungo, con l'ausilio di poco zucchero semolato, non sono riuscita a renderle una farina vera e propria. Sono rimasti alcuni granellini minuscoli che però ho trovato ideali per questo flan; non solo a me, una volta assaggiato, è piaciuta la consistenza croccante che mantenevano in bocca.
Una volta cotto, è un dolce che si mantiene sino a due/tre giorni in frigorifero. Quindi si può preparare anche con anticipo cuocendolo in piccoli ramequin o in stampi da budino, ideale fine pasto dei pranzi che presto si organizzeranno in famiglia per cresime e comunioni. La crisi inevitabilmente si ripercuote anche su questo tipo di spese e sempre più famiglie decidono di festeggiare in casa.
Quindi, un dolce che si può preparare senza troppe difficoltà e per molte persone, può sempre tornare utile.
Io li ho serviti accompagnati da fragranti 'bugnes', versione lionese delle nostre chiacchiere, vi darò la ricetta prossimamente.
Dosi per 6

-ricetta-
600 ml latte fresco
150 g mandorle in polvere
100 g zucchero
4 uova
un pizzichino di sale
caramello
Faccio intiepidire il latte, intanto mescolo in una boule le uova con lo zucchero, montandole ma non troppo, per non incorporare troppa aria. Aggiungo la farina di mandorle e diluisco col latte, completando con un pizzico di sale.
Verso del caramello sul fondo di stampini individuali da crème caramel, o uno stampo grande da budino, scanalato, quindi divido il composto tra di essi.
Accendo il forno portandolo a 170°, appoggio i ramequins in una teglia che li contenga e verso acqua calda sino a tre quarti della loro altezza. Faccio cuocere per circa 40'.
Lascio raffreddare gli stampini poi li metto in frigorifero sigillati con pellicola.
Quando li devo servire li sfomo su singoli piattini e decoro a piacere con mandorle intere, un frollino o un biscottino tipo lingue di gatto.

sabato 26 aprile 2014

Mezze maniche con sardine al pomodoro, menta e limone

Si ricomincia, una pausa dalla cucina impegnativa ci vuole. Finite le feste pasquali ma non la coda di ponticelli del 25 aprile e 1° maggio, amo cucinare piatti veloci ma che siano in grado di stuzzicare le papille.
Questo fine settimana farò la turista nella mia città e accompagnerò le amiche, con cui abitualmente faccio brevi viaggi, in giro per Milano; il pretesto è visitare Eataly e anche Donizetti, due realtà del mondo gastronomico di recente aperte in città, in vista dell'Expo che aprirà i battenti tra un anno e avrà come focus l'alimentazione. Quindi il mio week end sarà di esplorazione e di stimoli per vista e gusto e, al massimo, mi toccherà preparare la colazione. Due intere giornate senza spadellare, avvenimento raro.
Se ci riesce vorremmo tentare la sorte per trovare posto da Carlo e Camilla in segheria dove, mi dicono, che non accettano prenotazioni. Vedremo, magari la città mezza vuota ci aiuterà.
Ma torniamo alla ricetta, vegetariana e semplicissima.
Si pensa sempre a condire la pasta con il tonno in scatola, dimenticando che anche le sardine possono essere una valida alternativa per fare un sugo veloce e saporito. Se non le trovate al pomodoro, preparate una salsa ristretta e aggiuntele per farle insaporire e scaldare.
In dispensa ho trovato una scatoletta di sardine al pomodoro, avevo qualche ritaglio di pesce cotto, due filetti di gallinella per la precisione, ho raccolto un bel mazzetto di menta fresca dal mio erbario e ho grattugiato la buccia di un profumato limone di Sorrento.
Se non avete pesce avanzato a disposizione, utilizzate due scatolette per 4 persone.

-ricetta-
350 g pasta corta
1 scatoletta di sardine al pomodoro
2 filetti di gallinella (o un'altra scatoletta sarde)
poca passata di pomodoro
1 mazzetto di menta
1 limone non trattato
olio evo
sale
Rosolo brevemente i filetti di gallinella in un filo d'olio, li salo e aggiungo qualche cucchiaio di passata.
Apro la scatoletta e verso le sardine con la loro salsa nella padella con l'altro pesce, scaldando per 5'.
Lesso la pasta al dente in acqua bollente e salata, intanto trito finemente la menta e grattugio la scorza del limone.
Scolo la pasta, la condisco con la salsa di sardine e con un filo d'olio a crudo, metto la menta e mescolo bene. Porziono nei piatti e guarnisco con altra menta e con la buccia di limone.
Servo subito.

giovedì 24 aprile 2014

Tortino di pane e formaggio

Nulla di più veloce, niente di più facile, fatto apposta per non sprecare nulla in cucina.
Quando impanate, vi capita mai di avanzare le uova in cui avete bagnato carne o verdura prima dell'impanatura? A me dispiace buttarle, lo faccio solo con quelle dov'è stato in ammollo il pesce.
Allora che si fa? Si prendono pangrattato e formaggio grattugiato e si mescolano alle uova che, se dovessero essere pochine, basta sgusciare un altro uovo. Un pizzico di sale, se lo avete prezzemolo o altre erbe aromatiche tritate ed ecco pronto uno spuntino da tagliare a spicchi o cubetti, buono anche per l'aperitivo.
Non c'è molto altro da descrivere nè ricetta da specificare ulteriormente: una volta ottenuto un composto cremoso e giustamente denso, regolatevi secondo il gusto aggiungendo pane e formaggio in parti uguali, scaldate un velo d'olio in una padella non troppo grande, versateci il composto e fare dorare da entrambi i lati.

mercoledì 23 aprile 2014

Basmati fragole e limone

Fine della prima tranche di abbuffate, scegliamo qualcosa di leggero e fresco.
Cosa mi sarà mai preso di cuocere un basmati a risotto? Roba da far rivoltare nella tomba i grandi della cucina.
Eppure questo riso a basso IG (indice glicemico), ha valori di 58 contro i 90 del normale riso bianco per cui è consigliato nelle diete e nei regimi dimagranti perchè non lo alza immediatamente, tiene la cottura, è ricco di amido ed è delicatamente profumato il che, sommato all'aroma delle fragole, non guasta.
I suoi chicchi lunghi assorbono parecchio, in cottura, raddoppiando il loro volume, quindi ne basta meno in peso. E' principalmente coltivato in India e Pakistan ma anche negli USA, infatti il mio è di provenienza americana.
Se vi aspettate un bel risotto mantecato, questo non fa per voi. Ma se cercate un mix insolito di sapore e colore, unito a una freschezza tutta primaverile, non vi resta che provarlo.
La scorsa settimana aspettavo un'amica a pranzo e avevo appena acquistato belle fragole nostrane, profumatissime.
Massì, proviamo mi sono detta. Alla fine ho condito il risotto con una pioggia di scorza di limone grattugiata e con qualche fogliolina di sedano tritata.
Uno spettacolo, molto gradito da Assunta.
Dosi per 4

-ricetta-
280 g riso basmati
400 g fragole
30 g burro
1 cuoricino di sedano
1 cipollotto piccolo
1 limone non trattato
olio evo
sale
Lavo e pulisco le fragole eliminando il picciolo, le tampono con carta da cucina e ne tengo alcune da parte che, tagliate a fettine, mi serviranno come decorazione dei piatti, le altre le riduco a dadini.
Trito il cipollotto, lo faccio sudare con burro e olio nella pentola per risotti assieme a due cucchiai di dadini di fragole e quand'è trasparente tosto bene il riso mescolandolo spesso, quindi inizio a bagnarlo con un po' d'acqua bollente salata, aggiungendola a mestoli man mano che si asciuga.
Dopo circa 10' butto tutte le altre fragole a dadini e porto a cottura.
Al termine lego il tutto con una noce di burro, regolando il sale.
Porziono nei piatti grattugiando buccia di limone e mettendo un po' di sedano con le sue foglie, tritato finemente.
Decoro con alcune fettine di fragola e servo in tavola.
Il profumo del riso e l'aroma delle fragole si sposano con vini altrettanto profumati se bianchi, molto vinosi e freschi se rossi. Una semplice Malvasia dell'Oltrepò può bastare oppure un rosso leggero e brioso come una Freisa o una Croatina.

domenica 20 aprile 2014

Buona Pasqua!!

Buongiorno, buona domenica e Buona Pasqua!
Splende il sole qui in Brianza e per adesso. E' una magnifica sorpresa, chi se l'aspettava?
Oggi metto solo poche righe per esprimere a tutti voi che mi seguite assiduamente (e siete parecchi se, solo negli ultimi due giorni, ho avuto quasi 2500 visite), agli altri food bloggers, coi quali non riesco a interagire come vorrei, e ai visitatori saltuari, i miei più calorosi auguri affinché possiate trascorrere Pasqua, Pasquetta e le prossime festività, per chi avrà la fortuna di fare un lungo ponte, in totale relax e serenità.
Mangiando poco o tanto a seconda delle singole capacità, c'è chi cucinerà, come me, e chi approfitterà di trovare la tavola già imbandita, l'importante è porre attenzione alla qualità di ciò che scegliamo di portare alla bocca, che sia solido o liquido.
Trattiamoci bene, appena ci è possibile. Fossero anche poche cose, basta che siano di ottima qualità e con una tracciabilità certa.
Mi prendo una piccola pausa, piccolissima. Il tempo di cucinare qualche buon manicaretto per qualche amico, dopodiché tornerò con qualche ricetta in più da raccontarvi.
Vi piacciono le uova che rallegreranno la mia tavola pasquale? :-)

sabato 19 aprile 2014

Tortellini in crosta

Ultimo sabato di Quaresima. Giornata invernale fredda e piovosa come non ne abbiamo quasi avute durante la stagione giusta. Un buon motivo per rintanarsi in casa al caldo e pensare a come deliziare il palato di amici o parenti domani o dopo. Fate ancora in tempo ad uscire per fare la spesa che vi occorre per presentare questo delizioso pasticcio che farà un figurone in tavola.
In poco tempo potete preparare anche la salsa, magari fatela uno/due giorni prima che si mantiene bene in frigorifero, basterà cuocere un quarto di pollo con molte verdure seguendo il procedimento che ho illustrato mercoledì scorso per il pollo alla crema. QUI il link diretto alla ricetta
Scegliete tortellini di carne o prosciutto di ottima qualità, meglio se freschi di pastificio, più o meno ovunque ci sono ottimi laboratori.
La sfoglia invece, può e dev'essere di quella già pronta, per preparare i pranzi pasquali c'è già tanto da fare, perchè assumersi anche l'onere di fare una buona sfoglia quando alcune di quelle industriali sono perfette?
Ovviamente se non vi dovesse piacere l'idea della salsa cremosa leggermente profumata al curry, conditeli con un ragù leggero o con molto burro e formaggio, oppure vestiteli di una morbida salsa Mornay, ossia besciamella cui avrete mescolato tuorli d'uova e formaggio.
L'importante è sapere che potete preparare i tortellini, lessati al dente e conditi, con un certo anticipo, mentre dovete preparare il guscio, riempirlo e cuocerlo solo nell'ora precedente al consumo. La sfoglia per mantenere tutta la sua fragranza dev'essere appena sfornata, in modo che tutti i suoi strati si esaltino.
Auguro una serena Pasqua a tutti, pretenderla anche soleggiata mi sembra troppo ma, se spuntasse un raggio di sole, saremmo tutti più felici. Ci rileggiamo tra qualche giorno causa pausa, necessaria per pranzi e festeggiamenti vari. Ciao amici! :-*
Dosi per 6/7 persone

-ricetta-
500 g tortellini freschi di carne
50 g formaggio grattugiato
2 rotoli di pasta sfoglia
1 uovo
semi di papavero, sesamo o paprica per decorare

per la salsa:
200 g mascarpone
1 posteriore di pollo
2 carote
2 gambi di sedano
1 cipolla
1 cucchiaio di curry
1 bustina di zafferano
vino bianco
brodo
olio evo
sale
Tutto inizia dalla salsa, ammesso che decidiate per questa crema al mascarpone, verdure e curry.
Leggete cliccando qui per sapere come procedere.
Una volta pronta quella o un ragù o altro condimento a vostra scelta, lesso brevemente i tortellini, scolandoli molto al dente senza privarli completamente dell'acqua di cottura, li condisco e poi li lascio un attimo in attesa o anche di più, sigillandoli con pellicola.
Circa un'ora prima di portare in tavola, scaldo il forno a 190°, rivesto con una sfoglia, lasciandole il foglio di cartaforno sotto, una pirofila non troppo grande e piuttosto alta in modo che la pasta avanzi oltre il bordo perchè dovrò rigirarla ottenendo un effetto decorativo. La riempio coi tortellini livellandoli, spolvero con abbondante formaggio grattugiato e ricopro con un disco del diametro della pirofila, sopra il quale rigiro il bordo pizzicandolo, devo ottenere tante piegoline. Sbatto il tuorlo con un goccio d'acqua e spennello generosamente la superficie del pasticcio, sopra decoro con semi di papavero o sesamo o paprica, secondo l'umore o il gusto.
Inforno per circa 40', la sfoglia deve dorare perfettamente.
Lascio riposare 10' poi trasferisco tutto su un piatto da portata e, una volta in tavola, la servo a spicchi.

Con i ritagli di sfoglia avanzata posso preparare alcuni salatini. La stendo, ricavo dei pezzetti al centro dei quali metto mezza acciuga sott'olio, li arrotolo e li allineo su una placca rivestita di cartaforno, li spennello con l'uovo rimasto e faccio cuocere 10/15' in forno.

venerdì 18 aprile 2014

Sedano di Verona impanato

Se volete un contorno un po' diverso dal solito, dal sapore particolare e croccante al punto giusto, preparate queste cotolettine di sedano rapa o di Verona, ortaggio dalla radice globosa e bitorzoluta, che ha colore marroncino in superficie ma all'interno è candido.
La consistenza della sua polpa è piuttosto tenace pertanto, una volta eliminata la scorza e tagliato a fette spesse circa 1,5 cm, lo sbollento tenendolo molto al dente perchè, in seguito, subirà una seconda cottura, quindi lo scolo bene facendolo asciugare perfettamente prima di procedere con l'impanatura classica.
Una frittura veloce, il tutto è già cotto quindi basterà che il pane diventi color dorato e un pizzico di sale solo dopo averlo messo ad asciugare su carta da cucina.
Provate! E' un contorno davvero ottimo che piacerà a tutti e non venitemi a dire che fritta è buona persino una suola di scarpe, lo so! ma facciamo come se 'ste suole fossero tagliate a mano dai migliori artigiani calzaturieri, da Parabiago a Ponte Vecchio a Firenze. Mica cotica... come direbbe l'amica Claudia, Folignate Docg.
Dosi a piacere. Buon Venerdì santo.

-ricetta-
1 sedano rapa medio
2 uova
pane grattugiato
sale
olio di arachidi per friggere
Elimino la buccia al sedano, fate attenzione a non tagliarvi perchè è piuttosto dura, come quella delle zucche. Lo taglio a fette spesse e intanto metto sul fuoco una pentola con acqua leggermente salata, al bollore verso le fette di sedano e le lascio scottare per 5', poi le scolo e le metto ad asciugare su un canovaccio pulito.
Quando sono ben asciutte sbatto le uova in una fondina con appena un'idea di sale, ci immergo il sedano e poi lo trasferisco nel pangrattato per rivestirlo da ogni lato.
Accumulo tutte le fette su un vassoio, prendo la padella per friggere e ci verso una generosa dose di olio, quand'è caldo al punto giusto inizio a friggere pochi pezzi alla volta, che metto a scolare su carta da cucina solo quando sono uniformemente dorati.
Mano a mano che sono pronti li sposto in una pirofila che tengo nel forno caldo ma spento. Appena prima di servirli spolvero con un altro pizzico di sale.
Servo come contorno a qualsiasi cosa. Io l'ho accompagnato a bocconcini di cervella fritta.
Oppure sono un ottimo snack per l'aperitivo.

mercoledì 16 aprile 2014

Quarti posteriori di pollo con crema al curry

Conosco molte persone, anche tra gli amici, che per il pranzo pasquale non gradiscono né agnello né capretto, molto spesso la scelta della carne per il secondo piatto cade su coniglio o maialino.
Posso invece suggerirvi il più economico ma ugualmente gustoso pollo? Soprattutto alla luce delle recenti statistiche che lo danno in pole position tra le carni più consumate. Complici anche la sua versatilità in cucina, il costo contenuto e le numerose proprietà salutari delle sue carni bianche.
I quarti posteriori hanno carni succose e mai stoppose, nessuno si contende coscia o petto, io li preparo privandoli totalmente della pelle, così non sono assolutamente grassi e spesso, ma soprattutto in questo caso, li disosso una volta cotti, in modo che nessuno si sporcherà le dita o sarà costretto a difficili peripezie da galateo per mangiarlo correttamente spolpando le ossa con l'aiuto di forchetta e coltello. Penso soprattutto ai bambini ma anche a mio marito, da sempre pigrissimo in fatto di disosso.
La crema la ottengo frullando le molte verdure assieme alle quali cuoce, profumate con buon curry, mescolate a mascarpone. Vi consiglio di abbondare preparando questa salsa, così vi avanzerà condimento che potrete usare per condire pasta o riso, o pasticci di pasta ripiena come ho fatto io, vi racconterò a breve la ricetta dei tortellini in crosta di sfoglia. Altro piatto, facilissimo ma di grande effetto, da preparare per Pasqua o Pasquetta.
Questa ricetta l'ho recuperata trasfomando un'idea letta su un libro di Daniele Persegani, tempo fa avevo arricchito in modo similare uno spezzatino di carne. Non fate caso a quanta materia prima c'è nelle foto, sapete bene che le mie dosi abituali sono per 12.
Dosi per 8

-ricetta-
8 quarti posteriori di pollo
300 g mascarpone
4 carote
3 gambi di sedano
2 cipolle
200 ml vino bianco
2 cucchiaini di curry
1 bustina di zafferano
brodo
farina
olio evo
sale, pepe
Privo completamente il pollo della pelle, lo lavo e lo asciugo con carta da cucina.
Taglio a dadini tutte le verdure pulite, scaldo un velo d'olio in una capace casseruola, ci rosolo le verdure e il pollo infarinato, mescolo ogni tanto ma lascio sul fuoco per circa 15' affinché sia tutto ben colorito, poi verso il vino e lo lascio sfumare completamente.
A questo punto profumo col curry e copro a metà con brodo (meglio se di carne ma va bene anche vegetale), incoperchio e proseguo la cottura per altri 20'.
Aggiungo il mascarpone e lo zafferano, aspetto che si sciolgano, mescolo e lascio ancora sul fuoco per 5', in modo che il tutto prenda sapore e colore. Regolo sia il sale che il pepe e spengo.
Tolgo i pezzi di pollo e li disosso, se preferite potete lasciarli interi, e metto tutto in una pentola bassa.
Travaso la salsa e le verdure nel mixer, oppure uso la frusta a immersione direttamente nella pentola, e frullo il fondo ottenendo una crema densa.
Prima di portare in tavola riscaldo lentamente il pollo per circa 10', lo nappo con un po' di salsa, l'altra la verso in un contenitore da portare in tavola a parte, gli faccio prendere calore, spengo e copro il tutto. Posso preparare questo piatto in anticipo e riscaldarlo al momento di servirlo.
La salsa che avanza la riciclo come condimento, migliore sarà il curry che userete più buona sarà la crema, delicata e morbida. A giorni pubblicherò la ricetta, di sicuro effetto, dei tortellini in crosta .
Vino in abbinamento? Senza andare sul troppo complicato né dispendioso, una Barbera d'Asti superiore sarà perfetta, mi viene in mente La Marescialla di Antonino Pavia, ne abbiamo degustato di recente la vendemmia 2010, ottima nella sua tipicità, fine e avvolgente.

lunedì 14 aprile 2014

Somen noodles con tonno e finocchi

Quando entro nei market stranieri lo so che faccio danni, prima al portafoglio e poi mi intaso la dispensa.
In un negozio di prodotti orientali, con confezioni rigorosamente scritte in cinese, giapponese o coreano, ho acquistato questa specie di spaghetti di frumento dicendomi che avrei certamente trovato il modo di cucinarli.
Avevo visto tempo fa un affascinante documentario sulla storia dei noodles in tutto l'oriente, sviluppato talmente bene che era diviso in 4 puntate, e l'argomento mi aveva catturato. Hanno descritto vermicelli di ogni forma, colore e materia, dal riso ai vari cereali, cotti in brodo o asciutti.
Per cui non mi sono intimorita e ho cercato di condirli con verdure e pesce, giusto per provare, saltandoli nel wok dopo averli sbollentati brevemente. Provateci, il risultato è notevole.
Una ricetta all'orientale per chi ama la cucina asiatica, vegetariana e leggera, insolita e veloce.
Non piacerebbe a mia mamma che oggi compie gli anni, che sta diventando difficile da accontentare, niente salse, poche spezie, una noiaaaaaaaa! Auguri Giulia!
Dosi per 2

-ricetta-
90 g somen
80 g tonno sott'olio sgocciolato
1 finocchio
salsa di soia
sweet chili
Worcester sauce
olio evo
Pulisco il finocchio e lo taglio a striscioline. Lesso per 5' gli spaghetti in acqua bollente salata e poi li scolo. Scaldo un velo d'olio nel wok, ci faccio brasare i finocchi e dopo 5' minuti aggiungo il tonno e le salse, regolandomi secondo il gusto.
Salto velocemente nel sugo i somen quindi li servo decorando con le barbine del finocchio.

domenica 13 aprile 2014

Confettura di limoni e ananas

Domenica, dolce suggerimento che dura molto più di un giorno.
Confettura appositamente creata e dedicata a... Alvaro.
Ho la quasi certezza che non mi leggerà qui sul blog, pertanto la sorpresa che gli ho preparato non verrà sciupata.
Nel recente viaggio ad Asiago in compagnia sua e della moglie, l'ho visto acquistare una confettura simile, recava in etichetta la dicitura senza zuccheri aggiunti. Il succo di mela o quello d'uva sempre zuccheri contengono, fruttosio in questo caso al posto del saccarosio raffinato.
Alvaro sta molto attento, per problemi di salute, all'introduzione di zuccheri semplici, quindi questa confettura la dedico e l'ho fatta espressamente per lui utilizzando pochissimo zucchero grezzo di canna.
Spero gli piacerà dato che sarà la sorpresa, senza cioccolato attorno, del simbolico uovo pasquale.
L'accostamento limoni -ananas si può fare tutto l'anno ma adesso si cominciano a trovare i limoni primofiore al naturale e questo è un ottimo spunto per usarli.
Buona domenica!

-ricetta-
2 kg di limoni primofiore bio, non trattati
1 ananas maturo, circa 1 kg pulito
800 g zucchero demerara
Lavo molto bene tutti i limoni e li asciugo con un panno pulito. Pulisco l'ananas eliminando il ciuffo, il torsolo e la buccia, facendo attenzione ad asportare tutte le occhiature.
Taglio i limoni a piccoli pezzetti, è un lavoro lunghissimo vi avverto, per tutto questo peso di frutta calcolate una buona ora e mezza se siete abili col coltello. Raccolgo tutti i semini che utilizzerò come pectina in cottura racchiudendoli in un grande infusore per il tè.
Riduco anche l'ananas a pezzetti molto piccoli. Trasferisco la frutta nella pentola dove cuocerà e la ricopro con lo zucchero. Metto anche il cestellino di rete fine contenente i semini. Mescolo e lascio in infusione una notte intera.
La mattina metto la pentola sul fuoco e porto a ebollizione, controllo la cottura mescolando spesso, lascio sul fuoco circa 30', il tempo dovrebbe essere sufficiente a che lo zucchero gelifichi, comunque faccio una prova sul piattino e appena è pronta spengo e travaso la confettura bollente in vasetti puliti e sterilizzati, tappo e capovolgo per 30'. Preparo le etichette, li rigiro e li porto in cantina.
Come tutte le confetture casalinghe, un riposo di circa 30 giorni migliora il sapore della confettura che, una volta aperta è meglio conservare in frigorifero dato il basso tenore di zucchero e la cottura veloce.

sabato 12 aprile 2014

Risotto zucca/zola

Prima che le zucche se ne vadano un po' a riposo, in attesa della nuova produzione tardo estiva, mi è venuta voglia di un risotto. L'abbinamento con la zucca è un classicissimo tra le ricette. Giusto lunedì scorso siamo stati invitati al party che si è tenuto nel giardino di casa della nostra amica Giovanna Tantini che produce Chiaretto, Bardolino, Corvina in purezza e ora anche un Bianco di Custoza, vini che amo, da sempre, in modo particolare.
Addetto alla griglia, nonchè fornitore di bistecche di Chianina e di saporitissimi e pregiati salumi, nientemeno che Stefano Falorni in persona. Titolare con la famiglia della celebre macelleria, a Greve in Chianti dal 1806, allevano e macellano loro stessi ottime carni suine e bovine, producendo anche i salumi. Vederlo all'opera sotto un cielo stellato e ornato da uno spicchio di luna è stato affascinante oltre che appagante per l'esperienza sensoriale. Siamo stati assistiti dal tempo, godendo di una serata indimenticabile.
Al termine anche una degustazione alla cieca, ciascuno di noi ospiti ha portato con sè una bottiglia che poi ci siamo impegnati a cercare di riconoscere. E' stato un momento divertente e stimolante anche se le papille, dopo un'intera giornata di assaggi, chiedevano pietà rifiutandosi di collaborare.
Non poteva mancare uno chef locale che si è occupato di antipasti, dolci e del primo piatto della serata, proponendo un risotto alla zucca con riduzione di Bardolino.
Non ho avuto la presunzione di replicare quel piatto squisito, così mescolo alla zucca dadini di pancetta dolce e il 'padano' gorgonzola, che ho aggiunto in mantecatura assieme a mezza robiolina e a una manciata di semi di zucca decorticati per dare la nota croccante.
Ho avuto la fortuna di incappare in una zucca saporita che ha colorato il piatto disfandosi completamente in cottura, cosa volere di più? Un buon calice di vino per accompagnarlo.
Dosi per 4

-ricetta-
320 g riso Vialone nano
300 g zucca pulita
100 g zola dolce
80 g pancetta tesa dolce
50 g robiola fresca
25 g semi di zucca decorticati
brodo vegetale
olio evo
sale
Prima di iniziare la cottura del riso preparo tutti gli ingredienti, quindi taglio a dadini la pancetta, pulisco la zucca da semi e buccia e la riduco a dadini, metto su l'acqua e le verdure per il brodo, oppure utilizzate quello liofilizzato.
Scaldo un velo d'olio nella pentola, ci rosolo la pancetta e la zucca, bagno con un mestolino di brodo e lascio cuocere per 5', poi alzo la fiamma, verso il riso lasciandolo tostare il più possibile mescolando molto bene, quindi proseguo la sua cottura aggiungendo il brodo bollente man mano che viene assorbito.
Spengo quando il riso è al dente, lo manteco con il gorgonzola e la robiola, copro e lascio a riposo per 4'. Lo impiatto e decoro la superficie con alcuni semi di zucca.
Pepe in tavola per chi, come me, ama il suo aroma.

venerdì 11 aprile 2014

Cavolo cappuccio alla senape

E' primavera, voglia di contorni leggeri, salutari ma con gusto.
I cavoli cappucci, alias crauti crudi o brassica oleracea, credo siano tra le verdure più economiche che esistono, si possono consumare sia cotti che crudi, affettati sottilissimi in insalata.
Fermentati, sono il classico contorno tirolese che accompagna wurstel e nodini affumicati; oppure zampone e salamelle.
Più semplicemente cotti e brasati in padella, aromatizzati da semi di cumino o da senape, sono un ottimo accompagnamento a carne, uova, pesce o formaggio.
Generalmente il prezzo al chilo non supera i 50 centesimi e un chilo corrisponde a circa mezzo cappuccio, sufficiente per 4 persone.

-ricetta-
1 kg di cavolo cappuccio
3 cucchiai di senape all'antica
olio evo
sale
Sfoglio il cavolo, eliminando il torsolo centrale, lo lavo bene e poi lo taglio a striscioline regolari.
Scaldo un velo d'olio nel wok, ci metto a rosolare la verdura poi condisco con un pizzico di sale e lascio brasare lentamente, dopo averlo bagnato con un mestolino di acqua calda, mettendo il coperchio al wok.
Dopo circa 20' dovrebbe essere cotto, a questo punto lo insaporisco con la senape, mescolo bene e il contorno è pronto. Ottimo caldo ma pure freddo.

giovedì 10 aprile 2014

Pizza velocissima e senza forno

Beh, la maniera più veloce in assoluto per gustare una pizza fragrante sarebbe quella di acquistarla in pizzeria e portarsela a casa. Ma non ho voglia di andare apposta in paese a prenderla.
Non se nel mio freezer ci sono un paio di pizze che tengo di scorta per le voglie improvvise.
Chiaro che non mi accontento di scaldarle tout court, così come sono nella confezione, la mia perfezione arriva al punto di guarnirle nuovamente sia con salsa di pomodoro che con fiordilatte e origano, più l'aggiunta di qualche acciuga sott'olio. Una vera delizia soprattutto quando uso come base una pizza alta preconfezionata che, una volta cotta, non ha niente da invidiare a quelle di Spontini, tanto per fare un nome conosciuto ai milanesi, dove purtroppo non vado a gustarmi una pizza come si deve così di frequente come vorrei. Qui intorno non ci sono pizzerie che mi piacciano poi così tanto, non riesco a trovare nulla che mi soddisfi. Stesso discorso con i gelati. Non mi resta che la produzione in autonomia.
E vi dirò di più! per cuocerla non ho neanche acceso il forno. Ho scaldato la pizza nella doppia padella per frittate. A fuoco lentissimo. Così sotto la base è diventata ben croccante e sopra, tutto quel bendidio di condimento si è scaldato sciogliendosi come doveva.
Una pizza è sufficiente per due persone come pasto, per 4 come spuntino o merenda. Ma se avanza non storco il naso. La mia passione per la pizza me la fa piacere anche da fredda, quando è buona.
Quindici minuti, solo un quarto d'ora per una pizza super.
Buon giovedì, forza che domani è già venerdì...

-ricetta-
1 base pizza alta
1 fiordilatte o mozzarella di bufala da 150 g
qualche cucchiaio di salsa o polpa di pomodoro
origano
acciughe sott'olio
olio evo
Tolgo la pizza dal congelatore anche un paio d'ore prima, l'importante è che sia a temperatura ambiente.
Scolo la mozzarella dal latticello di conservazione e l'asciugo molto bene strizzandola, la riduco a fettine sottili. Prendo il disco di pizza e lo spalmo con la salsa di pomodoro, poi distribuisco origano e qualche pezzetto di acciuga. Ungo con olio a filo, appena appena.
Scaldo una padella sul fornello, la velo d'olio e ci adagio la pizza, ricopro con l'altra padella e lascio scaldare a fuoco dolcissimo per 10', quindi la scoperchio, metto su tutta la superficie la mozzarella e nuovamente ricopro con la seconda padella. Lascio altri 5' sul fuoco in modo che il formaggio si sciolga formando uno strato candido e morbido, la porziono e la servo caldissima.
Si possono aggiungere capperi, olive, crudo. Tutto ciò che piace.
Una birra? certamente! Una Maredsous belga d'abbazia, rifermentata in bottiglia, dal gusto pieno e avvolgente. Se amate le lager pallide e amare, non tenete in considerazione le mie note sulle birre, mi piacciono all'esatto opposto. Prosit!

lunedì 7 aprile 2014

Daikon in insalata

Siete crudisti? vegetariani o salutisti convinti? apprezzate la cucina orientale?
Il daikon è il vegetale che fa per voi. Letteralmente, daikon vuole dire grande radice, i francesi chiamano radis, ossia radici, i rapanelli. Il daikon è una grossa radice con buccia sottile color bianco crema e interno candido dal sapore molto simile al rapanello. Si gusta al meglio crudo, affettato sottilmente o grattugiato.
Il condimento è a vostra discrezione, io ho mescolato sapori orientali come salsa di soia e sweet chili,
con uno spruzzo di aceto di melagrana, specialità turca e del buon olio extravergine italiano. E un po' di sale ovviamente, in fiocchi. Qualche fogliolina di menta fresca per spruzzare di colore il candore della radice.
Rimane ben croccante sotto i denti anche servito dopo un'oretta che è stato condito. Ha un gusto fresco e un sapore alternativo, se siete golosi di rapanelli adottatelo. Adesso è facilmente reperibile in tutti i supermercati, 600 g servono almeno 4 commensali, lo scarto è irrisorio e ha un costo basso.
Un saluto da Verona, siamo a Vinitaly a studiare e perfezionarci un po'.

-ricetta-
1 radice di daikon
un mazzettino di foglie di menta
2 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di sweet chili
2 cucchiai di olio evo
1 cucchiaio di aceto di melagrana
sale in fiocchi
Lavo, asciugo e sbuccio la radice di daikon, la divido in pezzi e la grattugio col disco a fori grossi.
Raccolgo tutto in una terrina e condisco con soia, chili, aceto, olio e sale.
Trito la menta e l'aggiungo, poi mescolo e lascio riposare per almeno 15' prima di servire.

domenica 6 aprile 2014

Flan pâtissier

So che in molti aspettano la pubblicazione di questa ricetta, parte di coloro che l'hanno assaggiato e altri 'stuzzicati' dalla foto su facebook.
Le ricette di dolci ho deciso di pubblicarle solo la domenica, pertanto eccomi qui a descrivervi la golosità odierna.
Come mi è venuta l'idea? Semplice, sto spulciando guide e libretti vari per organizzare il prossimo viaggio in Francia, quest'anno visiteremo Normandia e Bretagna, pertanto il pensiero è facile che corra alle magnifiche boulangèries d'oltralpe dove, per colazione, si possono trovare fettone di questo dolce semplicissimo ma di grande bontà.
La base è un disco di pasta brisée, se avete dimestichezza con gli impasti preparatelo voi, altrimenti è ottima anche una base pronta. Per le mie dosi ne occorrerebbero due rotoli, uno per la base e una lunga striscia per il bordo (con quella che avanza preparo piccole tartellette salate) quindi sarebbe meglio impastare, ma se usate uno stampo più piccolo ne basterà uno solo.
Questo dolce va preparato con un po' di anticipo, diciamo la mattina per la sera o viceversa, necessita di riposo per compattarsi e freddarsi.
Le mie dosi sono mega, calibrate per uno stampo da 30 cm che può soddisfare 12 commensali. Se ne avanza si gusta anche il giorno dopo, basterà conservarlo in frigorifero.

-ricetta-
1 rotolo di pasta brisée + un pezzo
750 ml latte fresco
250 ml panna fresca
150 g zucchero
50 g amido mais
4 uova
2 tuorli
1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio
vaniglia, 1 bacca o estratto naturale
sale
per la brisée:
250 g farina
100 g burro freddo a dadini
75 ml circa acqua fredda
sale

Se devo impastare la brisée, uso la planetaria mettendo tutti gli ingredienti freddi e azionando la frusta a gancio velocemente. Avvolgo la pasta in una palla appiattita e lascio che riposi in frigorifero per circa 90'.
Intanto preparo il ripieno.
Scaldo il latte e la panna, nel frattempo in una ciotola sbatto, rendendole spumose, le uova e i tuorli con lo zucchero e la maizena e un pizzico di sale, quando il latte è caldo verso il composto nella pentola e continuo a mescolare sino a che inizia a riprendere il bollore velando il cucchiaio. Quindi spengo e lascio intiepidire. Se uso il baccello di vaniglia lo metto direttamente nel latte, quindi lo apro e raschio i semini, conservando la bacca che una volta asciutta mi può servire per aromatizzare lo zucchero a velo. Altrimenti verso l'estratto e profumo con l'acqua di fiori d'arancio, e mescolo.
Rivesto lo stampo di cartaforno, stendo la brisée a uno spessore di 4 mm in un disco abbastanza grande che sia sufficiente a risalire su tutto il bordo (successivamente si ripiegherà appena sul ripieno, lo farà da sola col primo calore del forno).
Scaldo il forno portandolo a 175°, verso il ripieno sulla brisée, di cui ho bucherellato il fondo e inforno per circa 50/60', la superficie si dovrà scurire leggermente.
Se dovesse scurire troppo, a metà cottura abbasso di 10° la temperatura del forno.
Sforno il dolce, lo lascio nello stampo a raffreddare e quindi lo trasferisco al fresco sino al momento di consumarlo.

sabato 5 aprile 2014

Pappardelle ricce di primavera

Non trovate invitante questa fumante pirofila di pasta con un condimento allegro e leggero?
Ottima idea per colorare la tavola del pranzo di Pasqua, ad esempio.
Un mix di verdure di stagione e pancetta, guanciale oppure prosciutto cotto. Se volete osare feta sbriciolata, oppure ricotta affumicata, o piuttosto andare sul tranquillo con un po' di raspadura.
E magari, per accentuare il piatto dedicato alla festa, qualche mezzo ovetto di quaglia sodo.
La teglia si può preparare con calma la mattina, poi poco prima di portarla in tavola basterà un breve passaggio in forno.
Dosi per 10

-ricetta-
500 g tagliatelle secche ricce
500 g asparagi
500 g pomodori perini maturi
150 g pancetta dolce o guanciale
150 g formaggio tipo primosale, feta
50 g formaggio grattugiato
2 porri
1 scalogno
olio evo
sale, pepe

Pulisco i porri eliminando le guaine esterne e parte dell'apice verde, li lavo bene e poi li affetto sottili, sbuccio gli scalogni e li trito.
Taglio a dadini i pomodori, se non vi piace la buccia sbollentateli prima e toglietela.
Lavo gli asparagi, elimino la parte più legnosa del gambo quindi li taglio a pezzetti conservando le punte a parte.
Riduco a dadini il formaggio fresco.
Scaldo un velo d'olio nel wok, ci rosolo piano porri e scalogno poi aggiungo gli asparagi senza le punte, li bagno con un goccio d'acqua, salo leggermente e li cuocio per 5' circa, quindi aggiungo i pomodori e faccio saltare tutto molto velocemente sino a che tutte le verdure sono tenere ma non disfatte.
Intanto scaldo l'acqua per cuocere la pasta, e in un padellino rosolo il guanciale a striscioline perchè diventi croccante, eliminando il grasso che emette.
Cuocio la pasta molto al dente, imburro bene una pirofila che possa andare anche in tavola, scolo la pasta e la condisco col sugo di verdure, il guanciale rosolato e il formaggio a dadini.
Mescolo, ne verso metà nella pirofila e la cospargo di formaggio grattugiato, poi ricopro con la pasta rimanente e completo con altro formaggio e le punte degli asparagi che ho sbollentato molto velocemente, devono rimanere croccanti.
Condisco con qualche fiocchetto di burro e inforno a 180° per 15'.

giovedì 3 aprile 2014

Chicche di patate con fave e pancetta arrotolata

Normalmente gli gnocchi di patate sono abituata a farli a mano. Le chicche invece, fatte con lo stesso impasto ma tagliate più piccole, mi capita di acquistarle, diciamo che quelle industriali a volte sono buone, mentre per gli gnocchi non ne trovo all'altezza di quelli che mi ha insegnato e ho imparato a fare dalla mamma.
Quand'ero bambina/ragazza, la mamma li preparava ogni settimana, e mio fratello e io l'aiutavamo, io li passavo sulla forchetta per rigarli, mio fratello era invece addetto alla prova qualità, ahhahhah, bisognava chiuderlo fuori dalla cucina, altrimenti era capace di mangiarsene mezzo chilo ancora crudi.
Lui ha sempre rubato gli impasti, soprattutto quello degli gnocchi e la frolla per le crostate.
Arrivano le prime fave di un bel verde allegro e che fa tanto primavera. Ogni volta ci provo a lasciare loro la pellicola, poi le assaggio e non sono mai come quelle che mangiavo crude da piccola, dolci e tenere. Allora mi affretto a pelarle, lasciando le due valve del seme nude.
Al sugo ho aggiunto una mezza cipolla dolce di Cévennes, una località francese famosa per le particolari cipolle dolci da usare crude in insalata, e rotolini di pancetta piacentina, dolce e salata al contempo. Li ho tagliati a piccole rondelle, sembrano tante piccole roselline, facendoli rosolare senza grassi.
Tutto qui. Un bel primo colorato e saporito che piacerà anche ai bambini. 
Che sia giovedì, sabato o domenica, un buon piatto di gnocchi ci sta sempre bene.
Dosi per 4

-ricetta-
500 g chicche di patate
1 kg di fave da pulire
1/2 cipolla
6 fettine di pancetta arrotolata
olio evo
sale, pepe
Mi preparo le fettine di pancetta arrotolate strette e poi divise in 3 o 4 pezzi.
Pelo le fave ed elimino anche la pellicina interna delle più grandi, calcolate che da un chilo di prodotto da pulire si ricavano poco più di 2 hg di fave, al netto degli scarti.
Affetto e trito la cipolla, la faccio rosolare in padella con un filo d'olio evo, la bagno con un po' d'acqua per farla appassire senza bruciare, quindi aggiungo le fave e le copro con un mestolino di acqua.
Lascio che cuociano lentamente, le salo e macino un po' di pepe nero.
Intanto rosolo in una padella, senza aggiungere grassi, i rocchettini di pancetta, quando sono croccanti li scolo su carta da cucina. 
Metto a scaldare una pentola di acqua salata per lessare le chicche.
Quando bolle verso gli gnocchetti, li scolo al dente poi li verso nella padella con le fave, mescolo per amalgamare e terminare la cottura, versando un goccio d'acqua di cottura se serve.
Completo con la pancetta e porto in tavola.

martedì 1 aprile 2014

Cetrioli brasati al miele

Cos'è, state pensando, uno scherzo di primavera? E' il primo aprile ma non vi sto prendendo in giro.
La prima volta che ho sentito parlare di cetrioli cotti è stato anni fa, quando un amico, ex atleta e sportivo monzese di rugby a rotelle, se ne cibava durante una dieta dimagrante prescrittagli da una brava dietologa-nutrizionista.
Mi spiegò che glieli aveva inseriti nella dieta un paio di volte alla settimana, semplicemente bolliti con la buccia, un po' come si fa con le zucchine, per poi consumarli con un pizzico di sale, limone e un goccio d'olio, o anche senza.
Li provai subito, ai tempi, e mi piacquero, li trovai sazianti, digeribili e leggeri.
Quando ho letto questa ricetta su una rivista, il mese scorso, mi sono subito attivata per provarla, e devo dirvi che ve la consiglio vivamente. E' un ottimo contorno, lo zenzero e il miele aggiungono quel saporino in più che non guasta, il piatto rimane molto dietetico essendo i cetrioli a quasi zero calorie, ma di sicuro non sfigurerete ad accompagnarli a un secondo a vostra scelta. Piatto super economico.
La rivista consigliava miele di acacia, come sempre io non ho miele normale in casa, anche perchè non lo amo in modo particolare, per lo meno quello cosiddetto normale, quello che ho usato viene dalla Nuova Zelanda, è ricavato da fiori di cespugli locali, scuro e cristallizzato, dal sapore lievemente amaro, decisamente poco dolce.
Dosi per 4

-ricetta-
4 cetrioli
1 cipolla piccola
1 pezzo di radice di zenzero
2 cucchiai di miele
50 ml vino bianco
1 cucchiaio di olio evo
sale
Lavo, spunto e taglio a cubetti i cetrioli, li metto a spurgare spolverati di sale per circa 30'.
Poi li sciacquo, li strizzo bene e li tampono con carta da cucina.
Sbuccio la cipolla, la trito e la rosolo in padella con l'olio e due cucchiai di zenzero grattugiato, poi aggiungo i cetrioli e il miele, bagno col vino che faccio sfumare prima di abbassare la fiamma e cuocere, coperto, per circa 15'.
Scoperchio la padella, alzo la fiamma, faccio saltare velocemente i cetrioli per caramellare, correggo il sale e poi servo, sia caldo che tiepido.
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