lunedì 30 giugno 2014

Ciliegie 'balsamiche' in conserva

Sono ancora in tempo! Al mercato se ne trovano ancora, la stagione è stata lunga e si è prolungata.
Di ciliegie ne basta mezzo chilogrammo alle quali si aggiunge mezzo litro di aceto balsamico, che non dev'essere di qualità strepitosa, ci si accontenta di quello a poco prezzo, dopotutto il vero balsamico tradizionale va usato a gocce mentre qui ne serve in abbondanza per annegare le ciliegie e deve regalare acidità e l'aroma caramellato, nulla di più.
Una volta pronta la vaschetta, conservate tutto in frigorifero sino a che non le avrete terminate, vi consiglio di aggiungerle come accompagnamento ad arrosti oppure mescolarne qualcuna a una misticanza di insalatine. La loro conservazione è lunghissima, come ho potuto sperimentare con quelle dell'anno scorso.
Ne preparo mezzo chilo ogni anno da due anni, dopo che avevo scovato una ricetta interessante sulla Cucina Italiana.
Qui sotto vi metto il link dove potete trovare una loro applicazione come contorno agrodolce a un filetto di maiale cotto al sale, ricetta che ho avuto il piacere di riscoprire, facile e semplicissima, di ottima resa e gradevolissima.
Cliccate QUI se vi interessa scoprire la ricetta, adattissima a pranzi e cene estive.

-ricetta-
500 g ciliegie
500 ml aceto balsamico
1 vaschetta a chiusura ermetica

Lavo le ciliegie, le tampono con carta da cucina quindi elimino il picciolo.
Le verso in una vaschetta e le ricopro con l'aceto.
Chiudo ermeticamente e ripongo in frigorifero.
Si possono consumare già dopo 24 ore, denocciolandole e aprendole a metà, ma reggono bene alla conservazione, anche per mesi e mesi.

domenica 29 giugno 2014

Macedonia con bacche di Goji

Conoscete le bacche di Goji? Penso che in molti di voi risponderanno sì.
Per chi non le conosce ancora ecco due notizie sulle proprietà di questi alicamenti, non ho scritto sbagliato, si definiscono così alimenti particolarmente ricchi di molecole, sali, vitamine e tutto quanto può coadiuvare il benessere fisico.
Coltivate intorno ai 1500 slm negli altipiani della Mongolia, del Tibet e della Cina da quasi 3000 anni, i frutti di questo arbusto, il Lycium barbarum, che appartiene alla famiglia delle solanacee (come patate, pomodori, melanzane e peperoni), sono un vero pozzo di nutrienti che fungono da potentissimi antiossidanti, anti-age, disintossicano fegato e sono coadiuvanti in casi di affaticamento visivo, gravidanza, menopausa, stress e sbalzi d'umore. Aiutano nelle ipercolesterolemie dato che contengono anche acidi grassi polinsaturi come Omega3 e Omega6, più notevoli dosi di vitamine E e C, rame, zinco, ferro, manganese, cromo, fosforo, potassio e magnesio. Non si fanno mancare nulla.
Tutto merito dei terreni incontaminati sui quali crescono spontanei gli arbusti e, si spera, nel metodo di raccolta ed essicazione naturale.
Sono indicate quasi per tutti, eccezion fatta per coloro che assumono terapie con anticoagulanti e agli allergici al pomodoro.
Ne bastano 15 g al giorno, leggermente reidratate in acqua tiepida, da sole o in macedonia, oppure nello yogurt.
Ho mescolato ad una macedonia ricca di frutta gialla 30 g di bacche, che avevo fatto preventivamente rinvenire.
Chi le usa abitualmente ammette di sentirsi meglio, rinvigorito e pieno di energia.
Costicchiamo ma, date le molteplici qualità, credo valga la pena farle diventare un'abitudine quotidiana.
Anche giugno è terminato. Questo mezzo anno è volato via. Buona domenica!

-ricetta-
30 g bacche di Goji
1 ananas baby
1 banana
5 albicocche
3 pesche
2 cucchiai di zucchero grezzo
angostura
Metto le bacche in una ciotolina e le ricopro di acqua appena intiepidita lasciandole a bagno per 15'/30'.
Intanto verso sul fondo di una ciotola lo zucchero e lo spruzzo con qualche goccia di angostura.
Pulisco la frutta, sbuccio la banana e le pesche e tolgo la scorza e il ciuffo all'ananas.
Taglio tutto a pezzi, la dimensione fatela secondo il vostro gusto, a me piace che la frutta rimanga a pezzi piuttosto grandi, quindi sul fondo metto prima la banana, poi l'ananas e di seguito pesche e albicocche. Cospargo con le bacche che si sono gonfiate nel frattempo, e chiudo il recipiente con la pellicola.
Posso lasciare la frutta così preparata anche un paio d'ore al fresco, non scurirà né si macererà, poi, solo al momento di servire la macedonia, la mescolo bene. Con pochissimo zucchero e appena il gusto dell'angostura vi assicuro che è come mangiare la frutta al naturale.

venerdì 27 giugno 2014

Seppie con piselli

Un super classico. Ebbene sì, ogni tanto ci casco anch'io, tenuto conto che adoro sia le prime che i secondi.
Un piatto molto semplice da realizzare, seppie fresche (di cui si può fare scorta per congelarle) e piselli, dolci e teneri, i mercati attualmente sono pieni di cassette colme di baccelli di ogni tipo.
Mezz'ora in tutto. Poco, per un secondo piatto completo.
Ho usato tanta cipolla, mi piace e coi piselli ci va a nozze.
Dosi per 4

-ricetta-
500 g seppie fresche
400 g piselli sgranati
200 g cipolla
1 spicchio di aglio
olio evo
sambal oelek
sale
Pulisco bene le seppie, eliminando le interiora, il becco, gli occhi e l'osso, e le spello. Le sciacquo bene sotto l'acqua corrente prima di ricavarne strisce di larghezza regolare.
Trito finemente la cipolla e la faccio sudare in una pentola assieme a un velo d'olio e allo spicchio di aglio che elimino non appena comincia a dorare.
Quando è diventata trasparente, ci vogliono circa 10' a fuoco basso con l'aggiunta di un goccio di acqua per evitare che asciughi troppo e i suoi zuccheri, caramellandosi, possano colorarla troppo bruciandola, ne andrebbe del suo sapore e diventerebbe acida e amara, verso i piselli, e bagno con un mestolo di acqua.
Lascio che diventino teneri, dopo circa 10' aggiungo le seppie che ho tagliato a striscioline e un cucchiaino di sambal, che sala e dà sprint.
Copro la pentola e continuo la cottura per altri 10'. Dovrebbero bastare, perché le seppie diventino tenere.
Spengo, regolo di sale ma, secondo me, non ne occorre altro e macino un po' di pepe.
Siccome il sughetto è saporito e delizioso, servo in tavola con tante fette di pane scaldato, per fare scarpetta. Se proprio volete strafare, grattugiate un po' di buccia di limone/lime.

giovedì 26 giugno 2014

Focaccia farcita

Ma quanto ha diluviato ieri? non la smetteva più, altro che bombe d'acqua, era un'atomica. Il fiume ha subito assunto i colori di quelli asiatici, come il Giallo o il Mekong. Osceno... acque marroni cariche di terra. E chi si poteva muovere? nemmeno per uscire a liberare le bocchette di scolo in terrazza.
Ovvio che mi sono arrangiata con quel che c'era, una focaccia congelata e poco altro, tenuto conto della solita salsiccia che tengo per emergenza, casomai dovessi fare un ragù veloce o un panino.
Quando vado di fretta, sono sola e poco motivata a cucinare, (con quella pioggia stavo affogando nella mia più nera meteoropatia) non mi limito mai a un paio di fette di pane da toast, devo comunque comporre un panino che contempli un'adeguata farcitura.
Una focaccia rotonda può andare ottimamente, anzi è pure troppa. Ma è la normale misura che usa l'amica Anna del bar Innamorata all'Elba. Lei ne prepara di buonissime, tipo col tonno i pomodori e salsine stuzzicanti. Ma forse è il 'dove' vengono servite che le fa sembrare ancora migliori. La vista sulla baia, la risacca, i gabbiani stridenti...
Io sono rimasta sul classico abbinamento salume e formaggio, optando per salsiccia e stracchino, spolverati di pepe e salsa alla senape.
Una bella scaldata sulla piastra, in modo che il pane diventi croccante e il ripieno intiepidisca, una buona birra e lo spuntino di mezzogiorno, completato da un po' di frutta, è fatto.

-ricetta-
1 focaccia per persona
80 g salsiccia a nastro o salamella
50 g stracchino
senape forte
pepe
Apro a metà la focaccia e spalmo una parte con lo stracchino e l'altra con la salsiccia.
Distribuisco sopra formaggio e salsiccia un po' di senape e macino poco pepe nero (facoltativo)
Richiudo la focaccia e la faccio tostare su una piastra rovente.
Quando è ben calda da entrambi i lati la taglio a spicchi servendola con una buona birra, tipo...
la Grimbergen Blonde ad alta fermentazione, dell'Abbazia di Grimbergen, più volte distrutta e risorta dalle sue ceneri tanto che ha scelto come simbolo la leggenda della Fenice. Una bevanda fruttata e dalle note vagamente speziate, leggermente più alcolica della media, 6,7°, dal bel colore oro intenso.

lunedì 23 giugno 2014

Maccheroni al torchio conditi con salamelle mantovane alla vodka

Premetto che non conoscevo la resa di questa pasta, che è notevole. Un pacco da 500 g soddisfa tranquillamente 8 persone. Non che quella avanzata sia andata buttata, io adoro far colazione con avanzi di pasta o risotto, sin da bambina.
Essendo pasta all'uovo dovevo immaginarlo. Comunque, c'è sempre da imparare qualcosa.
Ho preparato un sugo quasi in bianco per esaltare il sapore della pasta che, quando è fatta bene, è buona anche da sola, usando le mie amate salamelle mantovane; sin da piccola apprezzavo la loro delicata speziatura mangiandole crude, papà ne acquistava ogni settimana una fila di 6 da Peck.
Per sgrassarle dopo averle sgranate e rosolate in padella, ho usato un bicchierino di vodka, fiammeggiandolo.
Appena qualche petalo di pomodorino per macchiare qua e là di colore il piatto e il gioco è fatto.
Dosi per 6

-ricetta-
300 g maccheroni al torchio
3 salamelle mantovane
8 pomodorini
1 porro
1 cipolla piccola
1 bicchierino di vodka
olio evo
sale, pepe
Preparo per primo il condimento sgranando le salamelle spellate.
Pulisco il porro e la cipolla e li trito mettendoli in padella a rosolare, senza che si colorino troppo, in un velo d'olio caldo. Quando sono pronti verso la salsiccia, alzo la fiamma e faccio rosolare rimescolando prima di sfumare e fiammeggiare con la vodka.
Da ultimi aggiungo i pomodorini tagliati in 4 e strizzati per eliminare i semi.
Il sugo è pronto.
A questo punto cuocio la pasta, la scolo e la condisco direttamente nella padella del sugo.
In accompagnamento a questa portata, dal gusto avvolgente e saporito, un Bardolino Chiaretto, quello di Giovanna Tantini ovviamente, mi piace proporlo agli amici che ancora non lo conoscono e osservare il loro gradimento per questo rosato, che di 'normale' non ha nulla.
Brava Giovanna, sei sempre al top.

domenica 22 giugno 2014

Torta caprese alle ciliegie

Eccola! Mi riferisco agli amici che domenica scorsa hanno partecipato al pranzo organizzato, appena rientrata, per festeggiare il compleanno del consorte. Avevo loro promesso la ricetta, finalmente ho trovato il tempo per trascriverla.
Sono pazza, I know, rientrata il sabato pomeriggio dopo due settimane di vacanza, domenica mattina alle 6.30 ero già all'opera in cucina per preparare questa torta e non solo. L'unico rammarico è quello di non aver potuto festeggiare con amici provenienti da Milano, viviamo in una ZTL durante i giorni festivi e, proprio domenica scorsa, ci avevano blindato impedendoci persino il transito, da residenti, per una manifestazione in seguito annullata per pioggia! (e poi qualcuno si meraviglia se voglio scappare per andare a vivere in paesi più civili, dove c'è più considerazione per i cittadini da parte della pubblica amministrazione). PUNTO.
Ben conoscendo le preferenze e i gusti degli ospiti, tra i presenti: il cioccolato-dipendente di Max.fast e due bellissime fanciulle che non hanno, né si fanno, problemi di linea, l'unica torta che potessi prendere in considerazione doveva avere il cioccolato come ingrediente principale.
Prima di partire avevo messo un segnalibro nella Cucina Italiana di giugno a questa caprese, presentata con un gelato di burrata di complemento, ripromettendomi di farla non appena tornata a casa. In casa non avevo gli ingredienti per il gelato, mentre quelli base per la caprese c'erano tutti.
In sostanza le dosi sono quasi come per una 4/4, si sporcano un po' di ciotole ma la sua esecuzione è più semplice di quel che sembrano i numerosi passaggi.
Approfittatene sino a che trovate ancora delle ciliegie. Io lo farò oggi stesso, infatti per pranzo la replico, per la gioia dei golosi presenti...
Dosi per 8

-ricetta-
250 g ciliegie
125 g zucchero
125 g burro a temperatura ambiente
125 g farina di mandorle
125 g cioccolato fondente al 65/70%
3 uova
sale
zucchero a velo
Come prima cosa sciolgo a bagnomaria il cioccolato spezzettato così, mentre preparo il resto del composto, si intiepidisce.
Snocciolo le ciliegie, ben lavate e tamponate.
Scaldo il forno, portandolo a 180°.
Monto burro e zucchero con una frusta elettrica o in planetaria, sino a che non diventano spumosi, quindi incorporo i tuorli e la farina di mandorle più un pizzico di sale, continuando a montare con le fruste.
Incorporo pian piano il cioccolato, mescolandolo bene al composto.
A parte, con due gocce di succo di limone, monto a neve ferma gli albumi e quindi li mescolo al composto aggiungendoli poco alla volta, girandoli delicatamente per non smontare il tutto.
Rivesto uno stampo imburrato e alto, a cerniera di cm 18 di diametro, con cartaforno bagnata e strizzata.
Verso nello stampo il composto, ci affondo le ciliegie distribuendole e spingendole con una forchetta, sbatto sul piano lo stampo per livellare e inforno la torta per un'ora circa.
Quando è cotta spengo, lascio che intiepidisca nel forno con lo sportello un po' aperto, la sformo quando è quasi fredda e, prima di portarla in tavola, la spolvero con lo zucchero a velo.
Decoro il piatto con alcune ciliegie fresche.

sabato 21 giugno 2014

Salsa di scalogni al vino bianco per carne e/o pesce

Buongiorno! Forza Jo, datti da fare che la vacanza è finita.
Adieu France, è stato bello, spero che si possa ripetere al più presto.
Non so che dirvi, visitare Normandia e Bretagna è stata un'esperienza appagante per me/noi.
Ci siamo immersi nella natura, abbiamo visitato paesi incantevoli, parchi naturali ben tenuti e attrezzati, a cominciare dai parcheggi. Ovunque a pagamento, ma ordinati e capienti. Proprio come da noi, faccio un esempio a caso... l'isola d'Elba, dove per accedere ad alcune spiagge si percorrono anche un paio di chilometri con auto in (mala)sosta su entrambi i lati. E' anche vero che noi manchiamo di spazio, che invece abbonda sulle spiagge atlantiche. Ma i paesi c'erano già molti anni fa quando non si poteva prevedere il boom delle automobili. Eppure lassù, ovunque sono previste ampie zone di sosta, regolamentata dai parchimetri. La sosta selvaggia non è minimamente contemplata. Io, questa, la chiamo civiltà.
E se ti beccano in sosta vietata, magari mentre stai scaricando i bagagli nell'hotel in pieno centro storico, vieni gentilmente invitato a spostarti il prima possibile, non sanzionato a tradimento non appena varchi le porte della hall.
Qualcuno di voi vorrebbe magari chiedermi: perché non te ne vai a vivere là? Ehhhh, magari! Per ora mi tocca star qui, ma una volta che mio marito sarà svincolato dalla sua professione, eufemismo per dire quando finalmente se ne andrà in pensione, state certi che scappo. Il web non ha confini e, se ancora mi occuperò del mio blog, vi aggiornerò da dove starò.
Ma veniamo alla ricetta. E' da tempo che l'ho trascritta sul mio quadernetto, questa me l'aveva data la mia amica coreana Soo Yun, ma ci voleva il viaggio per ricordarmela, i francesi usano spesso riduzioni al vino e panna per nappare i loro piatti di carne o pesce. Sono salse delicate e leggere, nonostante tutto.
L'ho accompagnata a un filet mignon, cotto intero al forno e poi scaloppato.
Il procedimento è solo un po' lungo, per via del tempo che occorre alla riduzione, ma non difficile.
Usatela come accompagnamento al pesce o alle capesante, come mi è capitato di gustarle sul litorale della Costa di Grantito Rosa. Dopo essermi immersa per un bagno tonificante nelle acque dell'oceano (temperatura dell'acqua 12°, ma come potevo tornare senza averla provata?), ci siamo ristorati in un bel posticino tranquillo affacciato sul mare, con davanti agli occhi un paesaggio meraviglioso di spiaggia sabbiosa e pozze di acqua trasparentissima di tutte le sfumature, dal bianco al blu allo smeraldo.
Ho scoperto che quel mare è molto poco salato e, dopo la nuotata, la mia pelle era setosa e non scritta da aloni biancastri di sale, come mi succede con le acque del mare nostrum. E' decisamente il mio mare preferito. Non fa mai troppo caldo, la natura è selvaggia, le spiagge infinite, il pesce fresco è in ogni dove. E vedeste che belle case... non mi riprenderò facilmente. Au secours! (tdf: aiuto!)
Usate il fumetto di pesce se la salsa va abbinata a pesce/crostacei/molluschi, oppure un brodo di carne ristretto se la userete per la carne.

-ricetta-
3 scalogni
1/2 l vino bianco
1/2 l fumetto di pesce/o brodo di carne
300 ml panna liquida
olio evo
sale

Affetto gli scalogni puliti e li metto in una pentolina a rosolare con un filo d'olio, quando sono lentamente appassiti, senza che si colorino, verso il vino e il brodo e lascio sobbollire adagio, sino a che il liquido si riduce a un terzo. Sorveglio l'evaporazione mescolando ogni tanto.
Quando è ridotto aggiungo la panna che faccio ridurre a fiamma più vivace, salo appena e quando la salsa si è addensata un pochino, la trasferisco nel frullatore, o uso una frusta a immersione, sino a ottenere una crema fine.
Se ne avanza posso anche congelarla in piccoli vasetti.

mercoledì 18 giugno 2014

Mafaldine con ricotta, pomodori confit e poco altro

I miei inviti domenicali di solito sono in tutto relax, nel senso che, avendo ottemperato a cene di degustazione e incontri dov'è richiesta attenzione ai piatti in abbinamento finisce che, quando ricevo amici e/o parenti, senza obblighi particolari, mi rilasso inventando accostamenti e mischiando materie prime.
Come nel caso di questa pasta, condita con un sugo vegetale a base di tante cipolle, sedano e pomodorini confit al forno, mantecata con ricotta avanzata dalla cheese cake e qualche dadino di mozzarella (o primosale). Un piatto quasi estivo, semplice e fresco.
Dev'essere piaciuta molto se tutti hanno fatto il bis, compresa la mia mammetta che ha bissato coi pomodori avanzati.
Vabbè... ho scritto la ricetta a ridosso della partenza (in effetti fa sempre parte dei miei compiti per le vacanze, così rientro in tranquillità e non mi devo occupare subito del blog) ma, appena tornerò operativa, te ne preparerò una teglia di pomodorini al forno, mammina cara, tanto si conservano in frigorifero sino a una settimana.
Dosi per 6

-ricetta-
500 g mafaldine lunghe
800 g pomodorini
100 g ricotta
100 g fiordilatte
3 cipolle
2 gambi di sedano
1 scalogno
olio evo
origano
zucchero di canna grezzo
sale, pepe
La cosa più lunga, che si può preparare anche di sera o con un giorno di anticipo, è la cottura dei pomodori confit. Li apro a metà a li allineo su una placca rivestita di cartaforno, li spolvero di sale e zucchero, molto origano e un filo d'olio.
Pongo la teglia in forno a 150° per circa 90' o sino a che non li vedo ben appassiti.
Scolo il fiordilatte dal liquido e lo taglio a dadini.
Trito lo scalogno e affetto le cipolle pulite e il sedano, li metto a rosolare adagio in una padella assieme a un filo d'olio, li bagno con un mestolino d'acqua e continuo a cuocerli sino a che diventano teneri, altrimenti le cipolle mantengono un sapore dominante e forte, mentre così sono completamente digeribili. Salo solo a fine cottura.
Lesso la pasta al dente, la scolo e la ributto nella pentola calda assieme alla ricotta (che la renderà cremosa) e al sugo di cipolle e sedano, verso i pomodorini (se sono troppi ne conservo alcuni per delle bruschette) e mescolo bene.
Preparo le porzioni nei piatti e completo con qualche dadino di mozzarella.

lunedì 16 giugno 2014

Sandwich di polenta, sopressa e taleggio

Sto ancora racimolando le idee e le forze dopo la vacanza itinerante. A parte visitare e riempirsi gli occhi di paesaggi incantevoli, ci mancavano tantissimo le due pelose. Anche loro non si sono ancora tranquillizzate dopo averci visto tornare. Siamo tutti elettrici e felici. Meno male che, previdente, i compiti delle vacanze arrivavano sino ad oggi e questo invitante snack l'avevo preparato poco prima di partire.
Anche a giugno si può servire uno snack goloso di polenta, basta che sia in veste accattivante come questo sandwich.
Mia mamma è tornata recentemente al suo paesello natale per una rimpatriata tra cugine ed è tornata a casa con una mega sopressa in regalo. Secondo voi potevo resistere al classico abbinamento con la polenta?
Ovvio che un gratin col caldo fosse fuori discussione perciò ho preparato la polenta (come sempre con la farina rustica che mi procura Gina al molino di Cerete Basso) e dopo che si è raffreddata ne ho ricavato dei dischi con un coppapasta, che ho farcito con il tipico insaccato veneto e con un pezzetto di taleggio; li ho ripassati in padella per fargli fare una crosticina e far prendere il giusto calore al formaggio perché iniziasse a fondere.
Mangiati caldi sono una prelibatezza. Se volete accorciare i tempi potete usare polenta pronta in panetti o prepararla con la farina a cottura rapida ma, vi avviso, il sapore è diverso.
Con queste dosi ne escono 6 pezzi.

-ricetta-
200 g farina mais
12 fettine di sopressa
100 g taleggio
10 g burro
sale
Scaldo circa 900 cc di acqua leggemente salata e con una nocetta di burro. Quando arriva a bollire verso la farina tutta in una volta e la mescolo bene per eliminare i grumi. La porto a cottura in circa 50/60' rimestandola ogni tanto.
Appena pronta la stendo livellandola su un vassoio inumidito.
Intanto affetto la sopressa e taglio il taleggio a pezzetti.
Con un coppapasta ricavo 12 dischetti dalla polenta, di diametro uguale alla sopressa. Ne farcisco la metà con il formaggio e il salume e ricopro con gli altri 6.
Ungo appena una padella antiaderente, ci appoggio i sandwich e metto a rosolare sul fuoco sino a che non si forma una bella crosticina da entrambi i lati. Per girarli uso una paletta cercando di non scomporli.
Li servo subito caldissimi.
Abbinamento? Noi ci abbiamo accompagnato una birra, la Blanche de Namur, birra belga sui lieviti a base di malto d'orzo e frumento, con un aroma speziato dato dall'aggiunta di coriandolo e curaçao.
Leggera e fruttata, fresca e non amara.

sabato 14 giugno 2014

Gnocchi con wurstel asparagi e cipollotti

Che ne dite di un fumante piatto di gnocchi di patate conditi alla tirolese?
Uso questo aggettivo solo per via dei wurstel, che naturalmente sono altoatesini doc essendo stati prodotti dal mitico Pizzinini della Val Badia. Se vi capitasse di essere in vacanza in zona, fate un salto nelle botteghe di macelleria della famiglia, a San Cassiano e La Villa. Sarà un'esperienza che ricorderete con l'acquolina in bocca.
I wurstel vengono settimanalmente prodotti da loro, nel retrobottega super attrezzato a laboratorio.
Sono saporiti e leggeri, senza pelle. Ne fanno di vari tipi, dai meraner a macina grossolana e speziati, ai brat, quelli bianchi con carne di vitello ciccioni e tozzi, oppure rimanete sul classico, sempre buono e genuino.
E' sufficiente riscaldarli al massimo 10' in acqua bollente oppure arrostirli su una griglia rovente per pochi minuti.
Sono gli unici wurstel che riesco a digerire.
Appena saltati in padella con cipollotti e asparagi sono diventati un condimento alternativo a un piatto di gnocchi di patate. Piatto unico completo e saziante, ho diminuito la dose di gnocchi grazie al condimento ricco.
Non amate o non avete asparagi? usate pochi piselli o taccole, fagiolini o fave, tanto per dare una nota verde andrebbe benissimo anche del sedano.
Dosi per 4

-ricetta-
600 g gnocchi di patate
4 wurstel classici
3 cipollotti
200 g di gambi di asparagi
1 ciuffo di prezzemolo tritato
olio evo
sale
Preparo subito il condimento: affetto i cipollotti puliti e i wurstel, senza sbollentarli prima.
Scaldo un velo d'olio in una padella capiente, ci rosolo piano i cipollotti quindi verso gli asparagi mondati e affettati, li bagno con un goccio di acqua bollente e li porto a cottura prima di aggiungere i wurstel e farli insaporire il tempo sufficiente a che si scaldino.
Intanto metto a scaldare una pentola d'acqua salata, cuocio gli gnocchi e appena risalgono a galla li scolo con una schiumarola e li verso nella padella col sugo caldo.
Salto velocemente perché si rivestano di condimento e porziono nei piatti, completando con un po' di prezzemolo tritato.

giovedì 12 giugno 2014

Misto di verdure brasate

Bonjour, dopo una tappa di oltre 600 km, ieri abbiamo lasciato le coste oceaniche e del canale della Manica per addentrarci nel cuore della Francia, siamo nella Loira, a Sancerre, per fare visita a qualche produttore vinicolo e per iniziare a spezzare il lungo viaggio di rientro. Qui fa decisamente molto più caldo e sembra quasi che abbia indovinato nel pubblicare questa ricetta che leggete oggi. Ho preparato con anticipo i compiti delle vacanze, in un certo senso, e una buona dose di sali e vitamine è quello che ci vuole per reintegrare quelli persi con abbondanti sudorazioni.
In questo periodo ho pubblicato ricette facili e veloci, ho lavorato moltissimo per non lasciare il blog in vacanza mentre io, effettivamente, sono stata a zonzo nel nord della Francia; l'intento era scrivere per preparare parecchi post, ritrovandomi con poco tempo, molte idee ma poche parole.
Nel senso che, per farcire i miei post di aneddoti, ho bisogno di concentrazione o di ispirazione, ma non avete idea di quanto mi sia fumata la testa per la lettura di guide di viaggio. Organizzare un viaggio itinerante di 15 giorni non è una passeggiata, tra Normandia e Bretagna ci sarebbero miliardi di cose da vedere e immagazzinare tanti dati diventa sempre più difficoltoso, anche per una mente piuttosto allenata. Durante questo viaggio stiamo provando nuove esperienze gustative e ho raccolto un certo numero di spunti che metterò in pratica in futuro.
E' inevitabile che, presa dall'organizzazione, a farne le spese, si fa per dire, siano state le chiacchiere con cui condisco normalmente le mie proposte culinarie. Pertanto eccovi una ricettina semplicissima di verdure miste come ci è capitato spesso di gustarne quassù, dove ad esempio, nella baia di Mont Saint Michel, esistono potagers immensi che producono legumi e primizie di stagione.
Mangiare vegetariano non è un difetto, anzi. Oltre che sano e salutare è, per molti, etico.
Un bel mix di verdure tagliate a bocconcini e brasate nel condimento si prepara in poco tempo e lo si può accompagnare a formaggio, uova, pesce.
Dosi per 4

-ricetta-
400 g asparagi
2 cipolle bianche grandi
2 carote grandi
3 zucchine medie
olio evo
sale
Lavo e pulisco gli asparagi eliminando il pezzo finale del gambo. Poi li taglio a rondelle spesse tenendo intere le punte.
Sbuccio le carote e spunto le zucchine, taglio tutto a rondelle piuttosto spesse.
Sbuccio le cipolle e le taglio a spicchietti.
Scaldo un filo d'olio nel wok, ci rosolo a fiamma vivace tutte le verdure, dopo 8' le condisco con un pizzico di sale e continuo a scuotere la pentola per farle brasare senza che si spappolino, eventualmente aggiungo un goccio d'acqua che però faccio evaporare bene perché le verdure devono rimanere croccanti.
Quando sono ben colorite spengo la fiamma.
Sono buonissime da sole ma potete anche accompagnarle con una porzione di riso in bianco, o usarle per condire in modo semplice e veloce un piatto di pasta corta.

martedì 10 giugno 2014

Risotto filante con uova cremose e pesto

Il nostro viaggio alla scoperta di Normandia e Bretagna prosegue tra paesaggi da cartolina e paesi incantati. Stiamo soggiornando a Perros Guirec, affacciato sulla costa di granito rosa dopo che abbiamo lasciato Cancale e Saint Malo sulla costa di smeraldo. Luoghi che mi rimarranno impressi nel cuore. Nonostante tutto penso spesso a casa, soprattutto alle due pelose che immagino proveranno la stessa nostalgia che abbiamo noi. Coraggio ragazze, tra poco è finita. Ritorneremo a essere una famigliola felice e io smetterò di dormire libera da pesi sulle gambe.
Al paesello ritroveremo gli amici di sempre, tra i quali ci sono anche un paio di vagabondi mattacchioni che vanno spesso alla ricerca di prodotti locali biologici e a chilometro zero.
L'ultima impresa di Alvaro e Pierluigi è stata andare in perlustrazione in un allevamento di polli e galline della zona, dal quale mi hanno riportato due cartoni grandi di uova fresche.
Per fare la prova freschezza mi è venuto in mente di cuocerne alcune strapazzate.
Ma, non volendo servirle sole solette, le ho mantecate mescolandole a un risotto neutro, cotto con sola acqua bollente apposta perché si potesse apprezzare la delicatezza delle uova cremose, con appena un leggero profumo di basilico e dadini filanti di fiordilatte.
Un piatto molto delicato e sostanzioso, certamente può servire come unica idea per un pranzo oppure una cena, assolutamente adatto anche a un pranzo con amici.
Dosi per 4

-ricetta-
280 g riso Baldo
6 uova
50 ml panna fresca
50 g formaggio grattugiato
1 fiordilatte
1 cucchiaio di pesto
olio evo
sale, pepe
Scotto il riso nella pentola per risotti con appena un filo d'olio quindi lo porto a cottura aggiungendo acqua bollente a mestoli, mano a mano che asciuga, mescolando di tanto in tanto.
Lo salo solo verso la fine.
Preparo il fiordilatte a dadini mescolato al pesto.
Mentre cuoce il riso sguscio le uova in una boule, le mescolo un po' per romperle e le condisco con un pizzico di sale, pepe macinato, il formaggio e la panna.
Le verso in una padella calda e unta e inizio a cuocerle lentamente rompendole e strapazzandole, lasciandole molto morbide.
Quando sono pronte, più o meno in contemporanea col risotto, le verso nella pentola col riso per mantecarlo assieme al fiordilatte. Copro, lascio riposare 3/4' poi servo.

domenica 8 giugno 2014

Torta "Palma" con ganache al cioccolato, senza cottura

Ehehhehhh! Questa volta gliel'ho promesso e non posso mancare alla parola data.
La ricetta di questa torta è dedicata a lui, così potrà pavoneggiarsi e fare la ruota tronfio di gioia!
Due settimane orsono, Max.fast è venuto a rifocillarsi da noi dopo aver organizzato il seggio elettorale del quale, da anni, è presidente.
Ben conoscendo la sua dipendenza da cioccolato era mia intenzione servirgli un dolce che lo appagasse completamente ma non avevo nessuna voglia di cuocere la classica torta in forno.
Mi sono ricordata di aver archiviato, tra i preferiti, il link a questo cake che ho pescato da un sito americano, Honest Cooking, dove spesso pubblicano ricette dell'altro mondo.
In pratica non si cuoce perché la base si prepara come per un tradizionale cheese cake e il ripieno è una ganache di cioccolato. Quindi si deve solo fondere il cioccolato, anche al microonde per gli aficionados, io preferisco il tradizionale bagnomaria.
Tempo di preparazione massimo 30'.
Devo ripetermi sulla qualità del cioccolato, che è fondamentale per ottenere una ganache fondente e di ottimo sapore. Come topping ho grattugiato cioccolato bianco per smorzare l'amaro di quello fondente.
Golosi di cioccolato, all'arrembaggio! e buonissima, dolce, domenica a tutti!
Dosi per 6, per uno stampo da 24 cm, anche se io le ho preparate piccole.
-ricetta-
220 g digestive
90 g burro
1 cucchiaio di sciroppo di zucchero
200 g cioccolato amaro
200 g panna fresca da montare
1 cucchiaio di zucchero a velo
cioccolato bianco
Preparo subito la base biscotto in quanto, una volta compressa nello stampo, va riposta a solidificare in frigorifero.
Trito nel cutter i biscotti digestive assieme al burro fuso e al cucchiaio di sciroppo di zucchero.
Quando ho ottenuto una massa maneggiabile la compatto nello stampo risalendo anche sulle pareti.
Metto lo stampo a compattarsi per circa 30' in frigorifero.
Fondo a bagnomaria il cioccolato assieme allo zucchero a velo.
Quando è tutto sciolto lo faccio intiepidire e nel frattempo monto la panna ben ferma.
La mescolo, aggiungendone un cucchiaio alla volta, al cioccolato, quando ho ottenuto la ganache la verso nella base di biscotti e la livello con una spatola. Ricopro con riccioli di cioccolato bianco e ripongo in frigorifero a solidificare per un po'.
Prima di portare la torta in tavola, la lascio a temperatura ambiente per 30/40' in modo che la ganache si ammorbidisca leggermente, rendendo ogni boccone fondente al punto giusto.
Bene Max, sono stata di parola... te gusta?? Bisous! :)

sabato 7 giugno 2014

Straccetti di manzo marinati




Buongiorno a tutti! Il nostro viaggio attraverso due delle regioni paesaggisticamente più affascinanti del nord francese continua. Ieri ci sono state una moltitudine di parate che hanno interessato tutti i paesi costieri che furono teatro, settant'anni orsono, dello sbarco in Normandia. Le Sword, Juno, Gold, Utah e Omaha Beach sono state invase da migliaia di reduci, loro parenti e appassionati per commemorare lo storico evento. Avendo assistito all'allestimento degli eventi nei giorni scorsi, ieri ci siamo concessi di guardare la parata alla tv, dal momento che ogni strada di accesso alle spiagge era chiusa per motivi di sicurezza.
Uno di questi giorni cade anche il compleanno del blog, che quest'anno spegne tre candeline. Se devo fare una valutazione dopo quasi 1100 giorni di vita non posso che essere soddisfatta. Oltre 420.000 visite e uno zoccolo duro di aficionados quotidiani. Grazie a tutti!
Quassù ci è capitato di mangiare ottima carne; dovete sapere che, una volta passato il confine francese, non esiste un solo ruminante, che sia vacca da latte, vitello, toro o manzo, che se ne stia in stalla. Dal mattino sino a sera sono tutti al pascolo. Macchie di colore sparse ovunque, nere, nocciola, bianche o pezzate. Più capre e pecore. E cavalli, moltissimi cavalli da tiro e da monta, ovunque. Uno spettacolo nello spettacolo. Enormi distese verdi punteggiate qua e là di animali.
Ieri, lungo la costiera che contorna la baia di Mont Saint Michel, abbiamo incrociato un enorme gregge di ovini con molti agnelli che brucavano pacificamente nei famosi prés salés! Quindi la ricetta di oggi, dedicata alla carne, capita a fagiolo.
Come recuperare bistecche non proprio tenerissime. Può capitare in effetti di acquistare carne di ottimo sapore ma un po' impegnativa da masticare.
Risolvere il problema è facilissimo, si prendono le fettine, si riducono a striscioline e si mettono a marinare con formaggio e aromi vari per mezza giornata o anche una notte intera.
Quindi si portano a temperatura ambiente per un paio d'ore e si fanno rosolare velocemente. Si ottiene un secondo di carne tenera e dai mille profumi.
Ho copiato l'idea dopo che ne avevo acquistato di già preparati in una macelleria di Asiago.
Cinque minuti di cottura e una bella pagnotta per accompagnare e raccogliere il sughetto.
Dosi per 6

-ricetta-
4 bistecche da 150 g l'una
100 g formaggio tipo casera
1 scalogno
2 spicchi di aglio
2 cucchiai di capperi sotto sale
1 cucchiaio di tapenade
1 cucchiaio di senape all'antica
1 cucchiaio di sweet chili
bacche di ginepro
1 mazzetto di erbe aromatiche fresche
1 pezzetto di scorza di limone
olio evo
sale grosso da macinare

Trito in modo grossolano nel cutter le erbe aromatiche, la scorza di limone coi capperi dissalati, l'aglio e lo scalogno puliti, le bacche di ginepro, il formaggio. Verso il composto in una grande boule e lo condisco con una macinata di sale, il chili, metto anche la tapenade e la senape e verso un goccio d'olio.
Taglio le bistecche con un coltello ben affilato a striscioline regolari.
In questo composto profumato e granuloso metto a marinare la carne, sigillo con pellicola e trasferisco la boule in frigorifero per qualche ora.
Prima di cuocerla la tengo a temperatura ambiente per non farle subire uno chic termico violento (cosa che bisognerebbe fare con tutta la carne prima della cottura).
Sporco appena d'olio il fondo di una padella larga e bassa, la scaldo bene e verso la carne facendola cuocere velocemente scuotendo la padella sul fuoco vivace.
Trasferisco gli straccetti in un piatto da portata con parte del sughetto di cottura e porto in tavola con pagnotte o crostoni di pane caldo.
Accompagnerei questo piatto con un rosso della Costa del Rodano, un Gigondas Saint Joseph, che ho recentemente bevuto a Cannes in una caves à vins molto ben fornita.
Vino dal color porpora intenso, ricco di profumi e vellutato in bocca. Avvolgente, fruttato e leggermente speziato.

venerdì 6 giugno 2014

Finocchi gratinati e filanti con senape

Ancora una proposta vegetariana e un modo per recuperare le foglie esterne di finocchio che sono parecchio coriacee, a volte.
Basta tagliarle a striscioline fini, farle brasare in padella con un filo d'olio e quando sono diventate tenere condirle con senape rustica e poi ripassarle in forno con formaggio e mozzarella.
Un gratin che può diventare un piatto unico se si abbonda nella porzione.
E' un piatto veloce da realizzare che, se preparato in pirofile individuali, diventa anche bello da presentare, magari con un uovo affogato a completarlo.

-ricetta-
le foglie più esterne di 4 finocchi
1 cipollotto
150 g mozzarella
80 g formaggio grattugiato
2 cucchiai di senape all'antica
olio evo
sale
Lavo le foglie dei finocchi, le sgrondo e le asciugo. Le affetto sottilmente poi le metto a rosolare in una padella assieme a un cipollotto tritato e un buon filo d'olio.
Li salo a metà cottura e al termine, quando sono brasati e ben insaporiti, li condisco amalgamando la senape.
Ungo una pirofila, formo uno strato sottile di finocchi che spolvero abbondantemente di parmigiano o padano grattugiato, e ripeto gli strati condendoli allo stesso modo. Termino distribuendo su tutto la mozzarella ben scolata e ridotta a fettine.
Scaldo il forno a 180° e ci metto a gratinare la verdura per circa 20'.
Porto in tavola sia caldo che tiepido.

mercoledì 4 giugno 2014

Crocché di riso e spianata calabra al forno

Ricetta leggera. Non mi piace usare il termine inglese light perché di solito i prodotti con questa dicitura in etichetta costano molto più degli altri.
Leggera perché le crocchette vengono cotte in forno, rimanendo più rustiche e decisamente più leggere senza il passaggio in frittura.
Saporite lo saranno di sicuro visto che il riso è condito con un trito di spianata calabra, leggermente piccante ma decisamente ricca di sapore.
Anche se non sono fritte preparatene in quantità, non so voi, ma il consorte quando inizia ad addentarne una non si ferma se non dopo averne assaggiate cinque o sei. Vabbè, poi non gli consento altro.
Però, siccome sono buone anche fredde o riscaldate... non si buttano di certo.
Ho utilizzato semplice formaggio grattugiato come condimento ma, a mio avvio, sarebbero perfette anche con dadini di feta o ricotta salata.
Dove sono adesso? dunque... secondo il programma la base in questi giorni è stata a Honfleur e ci spostiamo nel raggio di una cinquantina di chilometri. C'è un gran fermento in giro per la commemorazione dei 70 anni dallo sbarco degli alleati in Normandia. Dopodomani sarà tutto paralizzato ma, per nostra fortuna, ci sposteremo verso ovest, in Bretagna. A' bientôt :-*
Dosi per 4

-ricetta-
200 g riso originario
100 g spianata
100 g formaggio grattugiato
2 uova
1 ciuffo di prezzemolo e menta
1 cucchiaio di capperi sotto sale
pangrattato
olio evo
sale
Metto a lessare il riso in abbondante acqua salata. Lo scolo al dente e lo faccio raffreddare in una boule.
Preparo nel mixer un trito fine con la spianata ridotta a dadini, le foglie di menta e prezzemolo lavate e tamponate, i capperi dissalati, le uova e un goccio d'olio.
Mescolo il trito al riso, aggiungo il formaggio grattugiato e formo con le mani appena inumidite delle palle che appiattisco, grosse come pesche tabacchiera, le rotolo nel pangrattato e le allineo su una placca rivestita con cartaforno leggermente oliata.
Quando ho finito tutto il riso, condisco le crocché con un filo di olio e pongo la placca nel forno già caldo a 190°, lasciando che le crocchette cuociano sino a formare una bella crosticina, in tutto ci vorranno circa 20'.
Le servo calde o tiepide.

lunedì 2 giugno 2014

Risotto noci, zola e pere


Come spesso accade, a ridosso della partenza per un viaggio itinerante, mi ritrovo con frutta da consumare che non posso portarmi appresso perché troppo matura.
Succede stavolta con un paio di pere Williams talmente succose che, se le portassi da sgranocchiare in viaggio, mi occorrerebbe una doccia dopo averle mangiate, per lavarmi del succo che cola ovunque.
Quindi, senza remore, le butto in padella dove diventano un complemento al risotto allo zola, con qualche gheriglio di noce per completare. Dolce, salato, cremoso, croccante e tannico. Non manca nulla al ventaglio di sensazioni gustative.
Se ci penso bene, il risotto zola-pere lo cucino spesso quando ho pere troppo mature.
Dosi per 4

-ricetta-
320 g riso Baldo o simili
120 g zola piccante
50 g formaggio grattugiato
2 pere (quelle che avete)
10 gherigli di noci
10 g burro
sale
brodo vegetale o acqua bollente
Per questo risotto nessun soffritto, scotto il riso a secco nella pentola e una volta che è ben tostato lo inizio a bagnare con un leggerissimo brodo vegetale o anche con sola acqua bollente, aggiungendoli a mestoli man mano che si asciugano.
Dopo 8' incorporo le pere sbucciate e tagliate a dadini, continuando la cottura del riso con l'aggiunta di brodo/acqua.
Al termine manteco con il parmigiano, il burro e lo zola spezzettato e lascio riposare 5' col coperchio.
Porziono nei piatti che decoro con alcuni gherigli di noce un po' frantumati. 

domenica 1 giugno 2014

Blue Gimlet

Buona domenica à tout le monde.
Non ho assolutamente idea se dalla Normandia riesco ad aggiornare il post prima che venga pubblicato, pertanto mi limito ad augurarvi una serena giornata proponendovi un aperitivo alcolico che mio marito, il mio bartender personale (da artista qual è), ha modificato nel colore semplicemente aggiungendo qualche goccia di blue curaçao.
Gin sour facilissimo da preparare, c'è chi lo preferisce con la vodka, il gimlet assomiglia a un daiquiri, che invece è a base di rum.
Il resto è succo di lime, o limone se non ne avete, e un pochino di sciroppo di zucchero. Una buccia di lime o una fettina per decorare.
Si crede che il suo nome derivi dall'essere penetrante, in effetti funziona quasi come un succhiello e apre lo stomaco. E' un aperitivo molto fresco.
Raymond Chandler lo cita nel suo racconto Il lungo addio.
Non occorre lo shaker, bastano un mixing glass e qualche cubetto di ghiaccio.
the original
-ricetta-
4 parti di gin
2 parti di succo di lime
1/2 parte di sciroppo di zucchero
ghiaccio
lime a fettine

Mescolare bene gli ingredienti con 4/5 cubetti di ghiaccio, versare nel bicchiere freddo filtrando e decorare con una scorzetta o una fettina di lime.
Se lo volete fare blu come quello di mio marito aggiungete 1/2 parte di curaçao.

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