Seconda domenica casalinga dopo il rientro dal mare, quella a ridosso del ritorno non la calcolo.
Ieri siamo stati a Barbaresco, in giro per cantine e degustazioni, perciò oggi me la cavo con un cocktail di quelli classici, tipo quelli che ordiniamo ad Alberto al bar Innamorata, quando si è finito di spiaggiare la barchetta dopo la pescata, ad esempio.
Come spesso accade, molti dei cocktail ancora in auge sono antiche ricette americane, dedicate ai nomi delle più famose università.
E' anche il caso del Princeton, la cui ricetta originale risale alla fine dell'800.
Pochi ingredienti, 3 per la precisione, Gin, Porto e Orange bitter (Angostura) mixati e filtrati, versati in un bicchiere da cocktail preventivamente ghiacciato e completato da una scorzetta di limone.
Una vecchia ricetta consigliava di shakerare gin e bitter e poi versare filtrando nel bicchiere, quindi versare il Porto in modo che si depositasse sul fondo creando due strati definiti.
Normalmente però si preferisce mescolare tutto nel mixing glass e poi servire trattenendo il ghiaccio con lo strainer.
Piuttosto secco e aromatico, per via del vino di Porto, mio marito ha leggermente aumentato le dosi del gin, tutto perché mi conosce e sa che non mi piacciono i cocktail dolciastri.
-ricetta-
3 parti di Gin
1 parte di Porto tawny
2 gocce di Angostura bitter (Orange bitter)
scorza limone
ghiaccio
Mescolare in un largo bicchiere e versare filtrando nei bicchieri freddi.
Decorare con una scorzetta di limone.
Servire con qualche stuzzichino.
Nessun commento:
Posta un commento