venerdì 9 novembre 2012

Impanate di lonza ripiene


Queste non sono normali cotolette, ma nemmeno valdostane nè cordon bleu.
Un giusto compromesso fra tutte, questo si.
Semplicemente ho ricavato da 800 g di lonza di maiale fettine spesse un centimetro e mezzo, le ho aperte a tasca con un coltello affilato e poi le ho farcite con provolone piccante e cotto.
Quindi le ho passate nell'uovo e successivamente impanate per poi friggerle in olio di arachidi.
Un secondo alternativo, economico, che rende molto, dal mio pezzo ne ho ricavate 10 fette, porzioni più che sufficienti per 8 persone, per un costo totale di 10 €.
Un piatto alternativo che piacerà molto a bambini e ragazzi, noi eravamo 7 a tavola e tutti si sono contesi le 3 avanzate.
E se non si vuole friggere accendete il forno e cuocetele a 170° sino a che non sono dorate, ci vorrà un po' più di tempo e bisognerà girarle un paio di volte per assicurarsi più leggerezza.
Max.Ca. prova, vedrai che sono facilissime da fare, e poi tu ormai mi stai diventando un esperto!

-ricetta-
700/800 g lonza maiale
100 g prosciutto cotto a fette
100 g auricchio piccante a fette
2 uova
pane grattugiato
sale
olio di arachidi

Ricavo dalla lonza fette regolari alte un dito, con un buon coltello affilato le incido ricavando una tasca al cui interno metto un po' di prosciutto e una fettina di provolone ripiegata.
Richiudo, comprimo i bordi e preparo tutte le cotolette.
Le bagno nelle uova leggermente sbattute e le trasferisco in un piatto col pane grattugiato.
Le rivesto premendo bene e quando sono tutte pronte le friggo, poche alla volta, in una padella con abbondante olio di semi di arachide caldo (provo con qualche briciolina di pane, se sfrigola e risale appena buttata l'olio è pronto).
Man mano che sono pronte le accumulo, dopo averle sgocciolate su carta da cucina, in una pirofila e le tengo in forno tiepido/caldo sino al momento di servirle.
Posso portare in tavola ketchup, maionese o rafano per i golosi.

giovedì 8 novembre 2012

Confettura agrodolce di uva regina e peperone verde


E' più forte di me, se c'è qualcosa che nella mia dispensa alberga inutilizzata devo trovare il modo di recuperarla.
Avevo acquistato un paio di grappoli di uva Regina, mica roba di scarto, questa qualità è tra le più pregiate e richieste come uva da tavola, ha il chicco allungato, la buccia dorata ed è anche molto dolce.
Ma, c'è un ma, questa aveva talmente tanti vinaccioli per acino da risultare una vera impresa mangiarla senza dover continuamente portare la mano alla bocca per sputare i semini.
Oltretutto di dimensioni enormi e in numero assurdo, fino a 4 per volta, evidentemente frutto di un incrocio malriuscito!
In tutto pesava circa 800 g, ma ha certamente perso più di un etto dopo che ho tolto i semi.
La riduco in confettura, ho subito pensato, posso aggiungere una mela ma poi che me ne faccio di tanta dolcezza? così per correggere il gusto ci ho mischiato due peperoni verdi di taglia piccola che mi erano avanzati, per raggiungere, a frutta pulita, circa 1,2 chili.
Non sapendo come il mix si sarebbe comportato in cottura ho usato 400 g di Confisuc, lo zucchero additivato di pectina.
(Se preferite che rimanga più morbida usate zucchero normale non additivato).
Ne è uscita una confettura compatta che mi ricorda tanto quelle che ci distribuivano su mezze michette quando da piccola andavo in colonia, evidentemente erano pezzi di cotognata.
Questa per consistenza è una cotognata di uva, peperoni e mela, con un gusto particolare, chi l'ha assaggiata l'ha definita eccellente. E non resta affatto indigesta per la presenza dei peperoni.
L'ho testata stamattina a colazione su una cracotte e mi ha soddisfatta, la prova provata che le confetture possono essere fatte persino con frutta e verdura mescolate e regalano grande soddisfazione.

-ricetta-
800 g uva regina
1 mela Royal Gala
2 peperoni verdi, circa 300 g
400 zucchero per confettura
1/2 limone spremuto

Pulisco la frutta, questa è la parte più lunga perchè c'è voluta molta pazienza per eliminare tutti i vinaccioli, sbuccio la mela e riduco a dadini piccoli di 1x1 cm i peperoni puliti e privati di semi e filamenti.
Metto tutto nella pentola e verso lo zucchero, mescolo e lascio riposare per 2 ore.


Quindi porto a ebollizione e faccio addensare a fiamma vivace girando spesso, è successo che dopo nemmeno un quarto d'ora gelificasse. Ho versato il limone, per dare una punta di acidità, e mescolato.
Nel frattempo avevo preparato 2-3 vasetti puliti e sterilizzati, ho versato la confettura bollente e li ho tappati, capovolgendoli sino a completo raffreddamento.

mercoledì 7 novembre 2012

Linguine con pancetta, cipolla e zafferano


Nè cacio e pepe nè amatriciana, nè carbonara.
Eppure queste linguine sono extra golose, c'è un mondo di sapore nel piatto.
Ho acquistato un trancetto di pancetta che so già che non mi deluderà, come tutti i prodotti dei Falorni, famosi macellai in Greve in Chianti, sarà eccellente.
E' pancetta tesa steccata e aromatizzata con alloro e rosmarino, quindi rivestita di pepe nero nella migliore tradizione toscana come il rigatino che, per conservarlo al meglio, consigliano di rivestire, nella parte di taglio, con abbondante pepe nero macinato.
Lo zafferano per contro è di casa in Lombardia e darà ulteriore sapore e colore.
Peccato che non ho più cipolle rosse di Tropea, mi accontento di quelle bianche.
E come base amidacea le linguine, ho i miei formati preferiti e di differenti marche, a seconda del tipo.
Un piatto semplicissimo ma di gran resa e sapore.
Dosi per 4

-ricetta-
400 g linguine
2 cipolle bianche
100 g pancetta dolce
1 bustina di zafferano
50 ml vino bianco
olio evo
sale, pepe


Affetto le cipolle a spicchietti e le metto a stufare nel wok con un filo d'olio e un pizzichino di sale, poi le bagno con un mestolino d'acqua e continuo a cuocerle, devono diventare trasparenti.
A questo punto aggiungo la pancetta tagliata a cubetti e la faccio rosolare piano, poi alzo la fiamma e la sfumo col vino bianco e per ultimo aggiungo lo zafferano, sciolto in una tazzina d'acqua calda.
La pancetta dovrebbe salare a sufficienza il sugo.
Intanto cuocio le linguine in acqua bollente e salata, le scolo molto al dente e le faccio saltare nel wok, mantecandole.
Le servo con abbondante pepe nero macinato fresco.

martedì 6 novembre 2012

Barchette di peperoni con sgombri


Quest'anno devo rassegnarmi, mio marito non ha potuto andare a pescare quindi il pesce lo acquisto.
Adoro il pesce azzurro, è buono, fa bene, è ricco di nutrienti importanti e a volte è così economico che non si capisce come mai.
Ho trovato degli sgombri perfetti e di buona pezzatura, sui 350 g ognuno, ne ho presi tre e li ho cotti in un profumato brodetto aromatico.
Però non volevo servirli come al solito, sfilettati e conditi con olio e sale, mi stuzzicava l'idea di una presentazione più colorata, avevo già il forno acceso perchè stavo cuocendo un pezzo di zucca, ne ho approfittato per cuocere anche due peperoni, uno giallo e uno rosso, nelle cui falde ripulite ho poi accomodato il pesce, tritato a coltello e condito con capperi, olio e limone e con le carote del brodo di cottura.
Ne è uscito un piatto multicolore, molto saporito, salutare e leggero. Ottimo come antipasto con delle sgrassanti bollicine, nello specifico uno Champagne, li ho serviti sempre in occasione della serata con amici, tutta dedicata ai vini francesi.
Abbiamo stappato il Grand Cru- Blanc de Blancs millesimato 2004 di Pierre Moncuit, elegante, dal perlage molto ricco con bollicine fini e persistenti, di colore giallo paglierino intenso con riflessi dorati che ne denotano l'importanza, e un bel corpo equilibrato di lieviti e burro, tipici dello Chardonnay, con un perfetto connubio di sapidità e freschezza.

-ricetta-
1 kg di sgombri piuttosto grandi
2 peperoni, uno giallo, uno rosso
2 carote
cipolla, sedano, alloro, prezzemolo, vino bianco, limone, sale, pepe (per il brodo)
1 cucchiaio di capperi al sale
1 limone spremuto
olio evo, sale, pepe
senape di Digione

Eviscero gli sgombri e li lavo.
In una pentola metto a scaldare abbondante acqua con le carote pulite e le altre verdure tagliate a pezzi, salo leggermente poi lascio bollire per 30' prima di immergere nel brodo aromatizzato gli sgombri che porto a cottura, facendo sobbollire piano, in circa 30'.
Lascio che il pesce intiepidisca nel suo brodo, poi lo spello ed elimino la lisca centrale e tutte le piccole lische ricavando i filetti.
Tengo le due carote cotte nel brodo, e getto via tutto il resto.
Condisco i filetti con buon olio evo, questo lavoro posso farlo anche con uno-due giorni in anticipo, conservando i filetti coperti d'olio in frigorifero.
Prendo una boule, ci metto le carote e i filetti di pesce tritati a coltello, condisco con i capperi dissalati, lasciandoli interi se sono piccolissimi oppure tritandoli se sono più grossi, aggiungo un cucchiaio di senape, regolo di sale, metto il succo di limone e completo con l'olio con cui ho conservato il pesce.
Mescolo bene e lascio insaporire.
Nel frattempo avrò cotto in forno i due peperoni solo tagliati a metà per il lungo e conditi con un filo d'olio e poco sale. Quando sono teneri ma ancora abbastanza consistenti li sforno, li lascio intiepidire poi li taglio a metà, ricavando quattro falde per ognuno, sulle quali distribuisco il pesce condito.
Metto le falde allineate su un vassoio e completo con un po' di insalatina fresca prima di servire.

lunedì 5 novembre 2012

Torna "Re panettone"


Ormai giunto alla sua quinta edizione torna a Milano Re Panettone, la manifestazione dedicata all'eccellenza tra i produttori di panettoni artigianali.
Manifestazione organizzata allo spazio ex Ansaldo, il 24 e 25 novembre, aperta al pubblico con orario continuato dalle 11 alle 19.
Ingresso libero.
Golosi e curiosi, fatevi sotto!
Adesso lo sapete, di queste manifestazioni si viene a conoscenza spesso troppo tardi, meglio prepararsi per tempo.




Milano, Spazio A ex-Ansaldo, via Bergognone 34
24-25 novembre, ore 11-19 ingresso libero

Cinque, cifra tonda. Questo è il numero d’ordine della prossima edizione di Re Panettone®, Festa del dolce milanese, l’evento che ogni anno fa il punto sulle migliori interpretazioni del panettone artigianale.

Trentasei fra i migliori pasticcieri italiani si riuniranno per far assaggiare grtuitamente ai milanesi e ai gastroturisti panettoni artigianali e altri lievitati d’eccellenza. Prezzo al chilo: 20 €, uguale per tutti i dolci in mostra.

La manifestazione sarà organizzata dall’Associazione Amici del Panettone, presieduta da Sabrina Dallagiovanna, segretario e ideatore dell’evento,Stanislao Porzio.

Quest’anno è denso di novitàLa prima riguarda l’ingredientistica. Re Panettone® 2012 accoglierà solo lievitati privi di conservanti, emulsionanti e altri additivi artificiali, per esaltare la freschezza, la naturalità e l’artigianalità dei prodotti presenti.

L’industria, ormai, è in grado di realizzare prodotti di qualità, con ottime materie prime. L’unico vero discrimine tra artigianale e industriale, numeri a parte, può essere la freschezza. Mentre le aziende industriali devono prevedere per i loro prodotti una shelf life piuttosto lunga e, quindi, ricorrere a conservanti o a emulsionanti, i veri artigiani, che conoscono la loro clientela, possono puntare sulla freschezza e sulla naturalità dei loro prodotti. Un vero prodotto artigianale, perciò, non avrà mai la durata di un prodotto industriale, ma c’è chi ne sa apprezzare la differenza. A Re Panettone® 2012 se ne potranno assaggiare di 36 produttori diversi, provenienti da Milano, dalla Lombardia, dal resto d’Italia e anche dalla Svizzera


http://www.repanettone.it/RePanettone/re_panettone_2012.html

Zuppa di farro, verza, zucca e carne


Buongiorno amici.
Tutto nasce da un perchè, molte delle mie ricette mi capitano, per così dire, in mano.
Stavo facendo ordine nel congelatore e mi è letteralmente caduto fra le mani un pezzo di biancostato che avevo acquistato da uno dei macellai che frequento durante i nostri viaggi eno-gastronomici.
Questo pezzo è di vitellone, e ricordo che quando l'ho visto mi sono subito immaginata un profumato brodo e una relativa zuppa, mai avrei pensato di mettere la carne nella minestra, però una volta realizzato il lesso il pezzo era un po' stopposetto per i miei gusti, quindi l'ho spezzettato e messo nella zuppa.
E dato che siamo arrivati al periodo delle verze ho fatto una specie di verzata in brodo con verdure e farro.
Ne è uscita una zuppa dolce, corroborante, decisamente un piatto unico adatto alle fredde giornate che ci stanno traghettando definitivamente fuori dall'estate.
Ormai non è più questione di Cleopatra o Circe e chi più ne ha più ne metta, siamo arrivati a novembre, facciamocene una ragione, addio tiepide giornate, caldaia a tutto vapore e arrivederci a marzo! e povero il nostro portafogli, sono in arrivo le mega bollette.
Come l'ho fatta questa zuppa? cuocendo il biancostato a parte e preparando in un secondo tempo la minestra.
Non avevo più carote normali per cui ho usato una bella carota nera, col risultato che il brodo è venuto color vino, brutto a vedersi ma ricco di antociani.
Dosi per 4

-ricetta-
per cuocere la carne:
1 porro, un gambo di sedano, una cipollina, una carota
1 pezzo di biancostato da 400 g
sale


per la zuppa:
6 grandi foglie di verza
1 cipolla
1 spicchio di aglio
200 g zucca
150 g farro perlato
olio evo


Comincio ovviamente dal brodo, metto in una pentola le verdure pulite e copro con abbondante acqua.
Dopo che il tutto ha cominciato a bollire salo un pochino e metto il pezzo di carne che faccio cuocere a fiamma bassa sino a che è tenero e l'osso si stacca facilmente.
Elimino le verdure del brodo tenendo solo la carota che riduco a fettine insieme alla carne, eliminando l'osso e le parti grasse e nervose.
In un'altra pentola scaldo un velo d'olio e ci soffriggo bene l'aglio intero e la cipolla tritata, quando sta per prendere colore metto le foglie di verza lavate più volte e ridotte a pezzetti, la salo appena e aspetto che appassisca diminuendo di volume poi metto la zucca, il farro e il brodo di cottura della carne filtrato.
Cuocio la zuppa per circa 35' poi assaggio se va bene di sale, eventualmente correggo.
Completo con la carne e la carota affettata e spengo dopo 5'.
Per completare posso far rosolare in un padellino della salsiccia spellata a rocchetti da mettere nelle fondine assieme alla zuppa.

domenica 4 novembre 2012

Frittata rognosa rivisitata con cotechino e patate


La vera rognosa si fa col salame o la salsiccia, è una goduriosa frittata povera, tipica del Piemonte e della bassa padana.
Una delle più buone che abbia mai mangiato e di cui conservo un tenero ricordo, eravamo a Lodi, è stato in una trattoriaccia dove ci portò Luigi Volpi, il nostro amico pittore che periodicamente andavamo a trovare nel suo paesello natio.
Luigi amava la cucina poverissima, non si concedeva nessun orpello, viveva di composti a base di uova e semi vari che combinava in rustici tortini. Che spettacolo di uomo che era! un maestro di vita, trascorrere una giornata con lui era un arricchimento per lo spirito, oltre che per la mente.
Mi manca moltissimo, l'inverno era l'occasione per incontrarci, il 21 dicembre arrivava immancabile un suo biglietto inciso ad acquaforte per celebrare il solstizio d'inverno. Lui celebrava così il Natale, festeggiando il passaggio delle stagioni. E immancabilmente, dopo l'arrivo del suo biglietto, sempre a tema stagionale, ci recavamo da lui con qualche bottiglia di vino, che non doveva mai essere troppo importante, lui amava i vini schietti e rustici, preferiva il Gutturnio, il Buttafuoco, la Bonarda o il vin de Milàn di San Colombano (unica Doc della provincia capoluogo di regione) perchè per molti anni aveva abitato una cascina in paese.
Viveva molto spartanamente in un rustico in piena città, senza riscaldamento, con solo una stufetta che accendeva solo in caso di temperature polari.
Vabbè chiudo coi ricordi che poi mi intristisco troppo, comunque, l'ultimo inverno che andammo a fargli visita ebbi modo di mangiare questa frittata.
Oggi la rifaccio ma con il cotechino e, siccome mi occorre un frittatone per 8 persone, per fare volume aggiungo le patate, altrimenti dovrei abbondare con le uova e ne uso già 6!
La utilizzerò come rustico antipasto.

-ricetta-
6 uova
400 g patate
6 fette di cotechino
20 g burro
olio evo, sale, pepe


Trito grossolanamente il cotechino.
Affetto sottili le patate divise in quattro e sbucciate e le rosolo, con un filo d'olio e il burro, in una padella grande sino a che non sono tenere.
In una boule sbatto le uova con un pizzico di sale e una macinata di pepe diluendo con 3 cucchiai di acqua. A questo composto mescolo il cotechino e le patate, scaldo la padella per le frittate appena unta d'olio.
Verso il composto e lo faccio rapprendere, poi giro la frittata e faccio fare la crosticina anche dall'altro lato.
La servo a tranci, leggermente intiepidita.


In onore di Luigi scelgo uno dei vini che amava particolarmente.
Solo per oggi in versione più elegante, Luigi capirà... la Bonarda di Luretta, che loro hanno chiamato Manvantara, con un leggero passaggio in barrique.



sabato 3 novembre 2012

Totani in umido con ceci e couscous


Un piatto di fumante couscous ci sta sempre.
Tanto più se al banco del pesce si trovano totanetti freschi, la voglia di cucinarli in umido è stata immediata, appena li ho visti.
Dei ceci aggiunti all'umido, in scatola per fare prima, perchè il couscous senza legumi, per me, non esiste.
In pochissimo tempo ecco imbastita la cena, la semola è di quelle precotte, i totani freschi impiegano non più di 15/20' per cuocere.
Per condire un po' di salsa di datterini concentrata, quella che ho spiegato giorni fa, fatta alla maniera di Rugiati e un brodetto leggero che col couscous serve a mantenere la semola morbida.
Abbondate un po' col peso dei totani, che in cottura si ritirano molto.
Dosi per 4

-ricetta-
700 g totani piccoli
300 g couscous
300 g ceci lessati
1 cipolla piccola
2 gambi di sedano con foglie
1 porro, solo la parte verde
1 cucchiaio di salsa concentrata di pomodoro
peperoncino in pasta
olio evo, sale
burro


Trito la cipolla, affetto sedano e porro e metto il tutto a sudare nel wok con un velo d'olio, quando sta per colorire aggiungo i totani puliti, eviscerati, privati del becco e della pennetta e lavati, li faccio saltare velocemente poi metto il concentrato e bagno con due mestoli di acqua bollente, salo e completo con una punta di peperoncino.
Faccio cuocere piano per circa 15', se asciuga troppo metto altra acqua calda e alla fine verso i ceci scolati e sciacquati.
Copro e tengo in caldo.
Scaldo l'acqua leggermente salata nelle dosi suggerite dalle confezioni di semola per couscous, di solito nelle stesse proporzioni, quando arriva all'ebollizione tolgo la pentola dal fuoco e verso i grani e un cucchiaio d'olio, mescolo e copro in modo che si gonfi per 5', poi lo sgrano con la forchetta e aggiungo un pezzetto di burro.
Impiatto couscous e totani bagnando con il brodetto.

venerdì 2 novembre 2012

La cutelèta alla milanese


Oggi avevo voglia di uno stra-classico che, se si deve fare secondo i canoni, diventa uno stra-vizio.
Eh sì, perchè la vera cotoletta alla milanese bisogna friggerla nel burro, meglio se chiarificato così sopporta meglio il calore e la parte caseosa che non c'è più non può bruciare rendendo il fritto più digeribile.
La diatriba sulla paternità milanese o austriaca dell'impanata più famosa non è sopita, sebbene Pietro Verri nella sua Storia di Milano citi un documento del 1148 che mette tra le portate di un solenne banchetto i lombos cum panitio, evidentemente antesignani della cotoletta.
Sembra che molto spesso le Wiener schnitzel siano a base di lombata di maiale e vengano cotte nello strutto se non nell'olio, si dice anche che solo dopo l'occupazione austro-ungarica le abbiano impanate, mentre prima venivano solo infarinate.
La milanese invece è solo di vitello, una costoletta o nodino, impanata e cotta nel burro in modo che faccia una crosticina croccante e saporita.
Ci sono poi due scuole di pensiero, c'è chi la vuole alta e morbida chi secca e sottile, detta a orecchia d'elefante per la sua dimensione.
Personalmente preferisco masticare un po' di carne assieme all'impanatura, che dev'essere di pane raffermo grattugiato e non troppo secco.
L'uovo non va salato per evitare che l'impanatura si stacchi, la cotoletta si sala nel piatto portandola in tavola e niente limone per favore! compromette la croccantezza e rovina l'aroma del burro.
Il burro chiarificato oramai lo si trova già confezionato ma con un po' di tempo fatevelo in casa, si mantiene in frigorifero dentro recipienti a chiusura ermetica per molte settimane, è sufficiente prendere un panetto di burro da mezzo chilo, spezzettarlo e scaldarlo a bagnomaria in modo che si sciolga e che la parte caseosa precipiti. Fatto intiepidire si filtra per eliminare i residui e si conserva.
E' utilissimo ogni volta che serva del burro in cottura e per friggere una cotoletta ne basta un cucchiaio colmo, pari a 30 g circa, per farselo bastare si irrora la superficie già rosolata inclinando la padella e raccogliendolo con un cucchiaio.
Insomma piccoli trucchetti per una riuscita perfetta.
Per contorno patate e scalogni in padella, stufati con un goccio d'acqua dopo averli rosolati.

-ricetta-
costolette o nodini di vitello, con l'osso, tagliate piuttosto spesse
uova
pane grattugiato
burro chiarificato
sale

Preparo la carne ripulendo le cotolette ed eliminando i nervetti visibili sui bordi o frammenti di osso, sbatto le uova e ci immergo la carne poi la passo nel pangrattato premendo e compattando bene. Si allargheranno un pochino.
Scaldo il burro nella padella sino a che mettendo una briciolina di pane sfrigola, allora metto le cotolette, non più di due alla volta, le lascio dorare a fiamma media per 3-4' poi le giro senza pungerle e le faccio dorare dall'altro lato, bagnando col burro la parte già rosolata così non secca.
Scolo la carne su un foglio di carta poi, se devo cuocerne altre, pulisco la padella con della carta e rinnovo il burro.
Porto in tavola salando leggermente la superficie con fleur de sel.

giovedì 1 novembre 2012

LO STUZZICA CONTEST di Parentesi rosa

Salve Amici,
oggi è Ognissanti, l'occasione per festeggiare l'onomastico di tutti ma soprattutto di quelli che hanno nomi strani cui è difficile ricollegare un martire, un santo, un beato. Perciò AUGURI a tutti!
Adesso vi chiedo un attimo di attenzione perchè non mi capita quasi mai di partecipare a contest, col poco tempo che ho a disposizione non vagabondo per gli altri blog e quindi me li perdo.
L'invito a partecipare a questo mi è arrivato direttamente per mail da Parentesi Rosa, quindi non potevo trascurarlo e poi avevo la mia ricettina già pronta e pubblicata tempo fa, una delle più gettonate nelle serate di degustazione perchè queste lumache stanno bene con bollicine ma anche con bianchi fermi di una certa classe.
Se volete rileggere come preparo a finger food le 'Lumache alla bourguignonne', fate copia/incolla del link qui sotto: 

http://dallacucinadijo.blogspot.it/2011/12/escargot-alla-bourguignonne-nel-panino.html




Quindi, con questa, partecipo al contest di Parentesi rosa sezione FINGER FOOD di
LO STUZZICA CONTEST :

http://www.parentesirosa.it/articolo.asp?id=938



Se vi piace, votatemi sulla pagina facebook di Parentesi rosa a partire da oggi 1° novembre....
la ricetta si intitola " Lumache alla bourguignonne 'slurp' " , cliccate su 'Ricette & Tavola' e la troverete...
Un saluto dalla mia cucina coi fornelli già caldi e... mille grazie!!!

p.s.
Tempo fa vi avevo promesso una foto di me in cucina, oggi mi sento vanitosa nonostante la giornata piovosa e vi posto uno scatto a sorpresa dell'amica Sooyun.


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