mercoledì 29 novembre 2017

Zuppa di ceci, castagne, cavolo nero e maiale affumicato

Siamo in piena stagione. Castagne ovunque, qui intorno ci sono molti boschetti prospicienti le rive dell'Adda e a tutte le ore del giorno si vedono decine di auto parcheggiate. Tutti a caccia di questo frutto autunnale che ha un sapore antico e piace a tutti.
È stato per secoli fonte di proteine e zuccheri per chi aveva poco altro di cui cibarsi.
Ora un chilo di castagne raggiunge costi non dico proibitivi, ma significativi. Per non parlare dei marroni.
Comunque nelle zuppe sono un classico. E io ho fatto un bel minestrone di stagione, aggiungendo anche foglie di cavolo nero, che ci piace taaaanto, la classica 'dote' di sedano, carote e cipolla e, prendendo spunto dalla cucina ladina una bella fetta di coppa di maiale affumicata. Ne faccio scorta ogni volta che mi trovo in Alto Adige o Trentino, e le conservo per mesi o sottovuoto oppure nel congelatore.
Danno alle zuppe un po' di consistenza e regalano il loro aroma di fumo.
Se usate ceci cotti da voi tenete da parte il liquido di cottura. Serve a insaporire la zuppa.
Vi ho convinto? Su, preparate le scodelle.
Dosi per 6

-ricetta-
2 fette di maiale affumicato, circa 300 g
1 mazzo di foglie di cavolo nero
2 carote
1 gambo di sedano
1 cipolla
1 spicchio di aglio
300 g ceci lessati e scolati
300 g castagne lessate o arrostite
olio evo
sale, pepe
Se parto dai ceci secchi, li lascio a bagno 24 ore e poi li lesso in abbondante acqua profumata da una foglia di alloro, uno scalogno e un pezzo di alga nori, che serve ad ammorbidire la loro buccia.
Li lascio raffreddare nel brodo e li scolo senza gettarlo.
Riduco a dadini sedano, carota, cipolla e cavolo nero, sminuzzando anche parte dei suoi gambi.
Scaldo un velo d'olio in una casseruola capiente e ci rosolo il trito classico e lo spicchio d'aglio (il mio è confit per cui schiaccio la sua polpa con la forchetta), poi aggiungo il cavolo nero.
Regolo di sale e macino poco pepe, quindi verso il brodo di cottura dei ceci fino a coprire bene le verdure e metto a lessare nella stessa pentola anche le fette di coppa (o di lonza) assieme alle castagne pelate.
Lascio sobbollire molto lentamente per circa 50', poi spengo.
La zuppa è pronta, certo che se la si lascia riposare qualche ora diventa ancora più buona.
La servo dividendo a metà le due fette di carne e mettendone un pezzo in ogni piatto.

9 commenti:

Profumo di Sicilia ha detto...

Ricchissima questa zuppa... e deliziosamente coccolosa! A presto LA

Jo ha detto...

Esattamente, Laura. In tono con queste giornate.
Ciao!!

Maria Laura ha detto...

Ciao. Cercavo proprio una ricetta con tutti questi ingredienti per stasera e ho trovato la tua! Non prevedevo solo il maiale perché tendo a non mangiare carne, però, siccome non ci riesco a diventare del tutto vegetariana, ho dello speck e posso usare quello, no? E poi trovo stimolante adattare le ricette a quanto ho in casa.
Amo le zuppe di sera, sono il mio comfort food, infatti quando il tempo diventa più mite mi trovo un po' in difficoltà perché continuo ad amarle ma ad un certo punto non è più il caso di farle. Per fortuna per ora ancora non è arrivato il momento di questo "cambio di stagione".

Jo ha detto...

Ciao Maria Laura, questa diciamo che ha una spiccata stagionalità dovuta al reperimento di cavolo nero e castagne. Trovo però che ci sono tante zuppe che sono buone anche fredde o tiepide. Adatte anche a giornate con clima più mite. Io non mi arrendo... a Milano è d'uso mangiare il minestrone freddo, d'estate.
Ciao, felice di averti potuto suggerire qualcosa, (eliminare la carne affumicata non comporta nessunissima differenza alla zuppa) e buona settimana.
JO

Maria Laura ha detto...

Anche qui a Roma è d'uso il minestrone freddo d'estate, mia mamma lo faceva, ma a me non entusiasmava molto. Io preferisco le zuppe calde e ricche, che riscaldano in una serata autunnale o invernale. Una delle mie predilette (che farò stasera) è l'acquacotta con patate, cicoria e uovo servita su fette di pane tostato e strofinato con aglio, solo che al posto della cicoria userò di nuovo il cavolo nero, visto che ne ho comprato un fascio enorme.
Grazie di nuovo dello spunto e buona settimana anche a te. Intanto ho cominciato a dare un'occhiata alle altre tue ricette. Mi incuriosisce la schiacciata di pane raffermo con prosciutto cotto e mozzarella. E poi... i piconi!!! Mia mamma era marchigiana, di un paese della Valdaso, e noi li conoscevamo come calcioni o "cacioni". Ma che buoni! E' tanto che non li faccio e mi hai fatto tornare la voglia di prepararli. Potrei provare la tua ricetta, per variare.

Jo ha detto...

Gnammm... che buona una zuppa di patate, cavolo e uovo. Io praticamente vivrei di queste cose d'inverno. Ma purtroppo devo consumare verdure con moderazione. Sta arrivando la Pasqua e i piconi sono di rito. La ricetta viene dalla famiglia di mio papà, marchigiano pure lui. Se ne hai una diversa mi piacerebbe confrontarle.
Ciao e buona cucina!

Maria Laura ha detto...

Allora eccomi qui. Ti devo fare la premessa che noi non avevamo una vera ricetta doc. Mia mamma, venuta ad abitare a Roma quando aveva 2 anni, parlava dei cacioni, sì, ma non li aveva mai fatti, e dubito li facesse la madre malata e morta quando lei era piccola, e quando io anni fa ho cominciato a chiedere la ricetta a qualche parente anziana fatalità nessuna la sapeva esattamente, secondo l'abitudine di molte persone che hanno la memoria corta quando si tratta di condividere una ricetta, manco dovessero rivelare un segreto di stato. Insomma io ho messo insieme le poche cose che mi hanno detto qua e là e ho elaborato questa mia personale ricetta che ti riporto come l'ho scritta a suo tempo e che ho fatto con grande successo:
Lavorare insieme tuorli (o uova intere?), parmigiano e pecorino (di più) finché l'impasto è sodo. Fare la sfoglia con uova, farina e strutto. Ritagliare tanti quadratini, mettere al centro un po' dell'impasto di formaggio, chiudere, spennellare con rosso d'uovo sbattuto e fare una pizzicatina con le forbici. Mettere in forno per circa un'ora.
Poi l'altro giorno, forse perché ne avevamo parlato, riordinando le cose di mia mamma ho aperto la sua vecchia rubrica e ho trovato questo, che trascrivo letteralmente:
5 uova per la sfoglia - 2 cucchiai di olio o di strutto per l'impasto - pecorino e parmigiano - uova intere - impasto morbido - spennellare con rosso battuto e infornare.
E questo è quanto. Accolgo volentieri tue opinioni e suggerimenti.

Jo ha detto...

In effetti è più o meno la ricetta di mio papà. Li ho fatti ieri, un lavoraccio da fare da sola, ma sono soddisfatta del risultato.
Ciao Maria Laura e tanti auguri di buona Pasqua!

Maria Laura ha detto...

Buona Pasqua anche a te. E quando me la sentirò affronterò anche io il "lavoraccio" dei piconi.

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