lunedì 30 settembre 2013

Penne all'arrabbiatesca

Ho fatto una crasi, sommando arrabbiata e puttanesca, per questo velocissimo sugo incavolato e peripatetico.
Del resto salendo a casa alle 12.45 non mi resta molto tempo per cucinare un primo veloce ma sempre diverso mentre il pescatore si fa una doccia ristoratrice.
Così ricorro ai grandi classici della cucina, rispolverando condimenti tanto cari a mio padre, che però io non considero quasi mai, tranne quando vado di fretta.
Ho mescolato le olive al peperoncino, incrociando due sughi classici della tradizione romanesca.
Il tutto si prepara mentre cuoce la pasta, niente di complicato nè difficile.
Invece dei peperoncini piccanti ho usato la 'nduja.
Esperimento infuocato riuscito. Mi mancava solo il prezzemolo ma a queste assenze mi sono abituata da tempo qui sull'isola.
Dosi per 4

400 g penne
100 g olive nere di Gaeta
150 g pelati
1 cipolla piccola
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio di 'nduja o un peperoncino piccante fresco
olio evo
sale
Intanto che cuoce la pasta soffriggo aglio e cipolla tritata in un velo d'olio nella stessa padella dove salterò la pasta assieme alla 'nduja o al peperoncino affettato e privato della maggior parte dei semi, poi verso i pelati tritati e le olive.
Lascio insaporire 10', correggo il sale se occorre, poi spengo.
Scolo la pasta lasciandola un po' umida e la verso nella padella facendola saltare per asciugare un po' il condimento e farla insaporire.
E' pronta da impiattare.

domenica 29 settembre 2013

Radiatori al pesto e cipolle grigliate

Buona domenica amici, come vola il tempo, abbiamo girato la boa delle due settimane, ce ne resta solo un'altra poi tutto tornerà alla normalità, si rientra a casa, basta bagni all'alba quando c'è bassa marea, l'acqua è calda e calma e la spiaggia è solo mia. Sigh! Sono già un po' triste.
Sono in vacanza ma questo non vuol dire che ho abbandonato la cucina, l'appetito di mio marito non va mai in vacanza anche se ne avrebbe bisogno per smaltire qualche chilo.
Però faccio cose molto semplici, tipo questo condimento per la pasta, davvero veloce e piuttosto insolito, completamente vegetariano.
Le cipolle le griglio a fettone su di una griglia sul fuoco, non lo farei sul barbeque nemmeno se lo avessi, ho speso molto del mio tempo e della mia esperienza in questo metodo di cottura quand'ero ragazza, era uno dei preferiti di mio papà che però si occupava solo di accendere la carbonella, poi ad arrostire dietro la griglia ci stavo io, per ore!
Mio marito la prima volta in assoluto che mi vide fu dietro un'enorme griglia dove stavo arrostendo pesce, sul lago Maggiore.
Era una torrida domenica di luglio e io ero in bikini, mi ricordo che era blu con dei ramages bianchi e il reggiseno a fascia, un modello della Parah che conservo ancora per ricordo.
Chissà che impressione gli feci attraverso i fumi all'aroma di pesce. Continuai per molti anni ad occuparmene, ma adesso ne ho la nausea.
Ho acquistato un po' di basilico da una contadina che mette un banchetto a Mola e via di pesto, profumato e leggero, con appena appena uno spunto di aglio.
Scegliete la pasta che preferite, preferendo un formato che raccolga bene il condimento.
Dosi per 4

400 g pasta corta
150 g pesto già fatto
2 cipolle grandi
olio evo
sale
Affetto le cipolle a rondelle piuttosto spesse e le faccio arrostire su una griglia calda unta appena d'olio e spolverate di sale, poi quando si sono raffreddate un pochino le trito grossolanamente.
Metto a lessare la pasta e intanto diluisco il pesto con un cucchiaio di acqua di cottura versandolo in una terrina, poi butto la pasta e le cipolle tritate, giro e mescolo bene quindi porto in tavola.

Abbiamo stappato un Trebbiano d'Abruzzo di Cataldi Madonna, vendemmia 2009, un vino onesto che non è che mi abbia entusiasmato, un vino facile adatto a un piatto semplice e rustico come questo.

sabato 28 settembre 2013

Bocconcini di salsiccia in foglia di limone con contorno di fichi d'India


Questo è il primissimo piatto che ho cucinato per i gran lavoratori. Le prime giornate sull'isola per mio marito e qualche amico, quando c'è ad aiutarlo, sono indaffaratissime. Deve alare la barchetta, fare piccole riparazioni, mettere a punto motore e attrezzatura.
A me non resta che cucinare, quando non devo anch'io dare una mano.
Munita di guanti ho raccolto alcuni fichi che crescono in abbondanza davanti alla porta finestra della camera da letto. Nonostante la protezione mi sento spine dappertutto. Ma sono golosa di questi frutti e non resisto a raccoglierli. Ho chiesto le foglie di limone a Regina, che ha molte piante assolutamente biologiche nel giardino del suo residence.
L'abbinamento con bocconcini di salsiccia avvolti in foglie di limone è insolito e azzeccato.
Qui si trovano deliziose salsicce macinate fini condite con pepe, alla toscana, ma vanno più che bene anche dei verzini o delle mantovane.
Una ricetta che si fa in un lampo, colorata e saporita, un giusto mix di frutta e carne.
Dosi per 4

-ricetta-
400 g salsicce
4 fichi d'India
16 foglie di limone
burro demi-sel
olio evo
pepe nero

Spello e ricavo da ognuna delle salsicce 4 bocconcini che avvolgo nelle foglie di limone fermandole con uno stecchino. Sbuccio i fichi e li taglio a metà.
Scaldo una noce di burro salato e un goccio d'olio in una padella grande, rosolo i fichi e li metto da parte e nello stesso condimento faccio soffriggere gli involtini con la salsiccia, rigirandoli spesso, per circa 10'. Aggiungo una macinata di pepe nero e divido nei piatti.

Accompagnandoli con riso scolato e patate saltate diventano un piatto unico.

venerdì 27 settembre 2013

Anelli di totano gigante semplicissimi

Terzo e ultimo tasting ittico sulla via della sperimentazione.
Dopo pangasio e persico africano mi sono cimentata con quegli anelloni bianchi spessi quanto larghi supponendo che alla fine sarebbero stati da dimenticare pure loro. Invece devo ricredermi, il sapore non ha nulla a che vedere con totani e calamari nostrani, è molto più attenuato ma la consistenza non è niente male. Credevo che dopo la cottura mi sarei ritrovata con anelli gommosi o duri al limite della masticazione mentre rimangono morbidi.
Conditi con una citronette addizionata di senape in grani e capperi sono un antipasto perfetto, molto dipende anche dalla qualitá dell'olio.
Quindi, a mio modesto parere, quando li trovate decongelati sui banchi del pesce, potete osare e servirete una pietanza più che decente ed economica.
Dosi per 4

-ricetta-
600 g anelli di totano gigante
1 limone
2 cucchiai di senape all'antica
1 cucchiaio di capperi sotto sale
olio evo
Lesso gli anelli di totano tuffandoli in acqua bollente salata aromatizzata da qualche buccia di cipolla e una foglia di alloro. A seconda della grossezza ci vogliono al massimo 25'.
Pungeteli con uno stecchino per verificare che siano teneri.
Intanto in un vasetto pulito verso 50 ml di olio, il succo del limone, un po' della sua buccia grattugiata, i capperi che ho sciacquato per eliminare il sale e poi ho tritato e la senape in grani.
Tappo e agito vigorosamente per emulsionare.
Quando i totani sono appena intiepiditi li scolo e li condisco con la vinaigrette, poi li lascio insaporire un quarto d'ora prima di servirli.

mercoledì 25 settembre 2013

Sformato di anelletti in camicia di melanzane

Questa è una rielaborazione tutta mia della tipica ricetta siciliana.
Avevo un po' di verdure grigliate avanzate e un pezzetto di caciocavallo e mi sono lanciata.
Per mantenere tutto in forma ho avvolto lo stampo dove ho messo la pasta con fette di melanzana grigliata.
Non so bene come sia la ricetta originale, ho recitato a soggetto perchè qui la connessione ballerina non mi consente la libertà di girovagare per il web alla ricerca di informazioni.
Come sempre abbiamo iniziato le serate di degustazione, dopo il tramonto, sulla spiaggia.
E gli sformati sono un'ottima soluzione.
Questo comunque lo avevo già realizzato a casa circa un mese fa per poterlo replicare in scioltezza qui, dove ho deciso di dedicare alla cucina massimo due ore al giorno, il pomeriggio. L'attrezzatura è scarsa, praticamente ridotta all'osso, e non posso sbizzarrirmi più di tanto.
E pubblicare è stressante, devo portare il pc in spiaggia, asciugarmi bene dopo il bagno, lavarmi di repellente per le zanzare e mettermi a scrivere, sempre sperando che la chiavetta capti un minimo di segnale. Tanto lo sapete che vi penso.
Dosi per 6

-ricetta-
350 g anellini
300 g pomodorini appassiti in forno
150 g caciocavallo
2 zucchine
1 melanzana lunga
1 peperone
1 cipolla grande
2 melanzane tonde grandi
basilico
olio evo
sale, pepe
Metto a lessare gli anelletti in abbondante acqua bollente salata poi quando sono ancora un po' al dente li scolo e li faccio raffreddare stesi su un vassoio, irrorati da un goccio di olio.
Intanto affetto le verdure con la mandolina e le faccio grigliare spolverandole di sale.
Arrostisco sulla fiamma il peperone e lo spello.
Le due melanzane tonde le taglio a fette sottili e poi griglio anch'esse, mi serviranno per foderare lo stampo.
I pomodorini li apro a metà e li faccio appassire in forno caldo spolverati di sale grosso e zucchero di canna.
Quando ho tutte le verdure pronte, operazione che posso effettuare anche il giorno prima, le taglio grossolanamente a pezzetti e le mescolo alla pasta, aggiungendo i pomodorini e spezzettando anche alcune foglie di basilico. Condisco con un po' d'olio e regolo di sale e pepe.
Taglio la provola a fettine sottili.
Fodero uno stampo grande da plum con le fette di melanzane tonde lasciandole sbordare, poi lo riempio a metà di pasta che ricopro con fettine di provola, metto altra pasta e altro formaggio poi chiudo le fette di melanzana e faccio gratinare la pasta in forno già caldo a 180° per circa 20'.

lunedì 23 settembre 2013

Riso al pesto di pistacchi

Ufficialmente siamo entrati in autunno, sarà che io resterò in vacanza ancora per un po', sinchè il tempo rimane decente per me l'estate continua.
Immancabili i miei bagni mattutini appena albeggia, l'acqua rimane abbondantemente sopra i 23°, è un piacere unico tuffarsi nel mare calmo della bassa marea in compagnia di un cormorano.
Unica nota stonatissima le zanzare, un vero assillo ritrovarsele assetate sulla spiaggia, pronte ad assalirti in nugoli neri appena esci dall'acqua. E non dico delle medusine, trasportate da una mareggiata di ponente... nuoto sempre con la second skin, ma danno fastidio e ho sempre paura che qualche tentacolo mi sfiori il viso.
Quest'estate credevo di aver perso la vena narrativa, ora so che certamente è stata colpa delle molteplici cene, pranzi e inviti che si sono susseguiti senza sosta. Mi è bastata una settimana di vacanza che le idee mi arrivano durante il sonno notturno, che volete che vi dica, invece di sognare un Adone sogno di abbozzare ricette e post. Meglio così, all'Adone non arriverei mai, quindi meglio produrre raccontini per il blog e per voi che avete la pazienza di leggermi.
Questo risotto l'ho cucinato a casa pochi giorni prima di partire per salutare Nati, la figlia maggiore dell'amica che attualmente si occupa di Nina, che partiva per un'avventura au pair a Londra, è andata a fare la vice-mamma a due bambine che vivono col papà. Sarà un impegno oneroso ma lei ha deciso di prendersi un anno sabbatico prima di iscriversi all'università. Avessi potuto farlo io!!
Vi racconterò della mia vita adolscenziale e demenziale con un padre guardiano. Non adesso, devo raccogliere prima le idee.
Vi racconto piuttosto la ricetta di questo risotto vegetariano, che tecnicamente non è un risotto perchè l'ho fatto lessare e poi ho condito col pesto di pistacchi, che ormai si trova abbastanza facilmente nei negozi che vendono delicatessen.
Dosi per 4

-ricetta-
350 g riso Vialone nano
150 g pesto di pistacchi
50 g robiola o altro formaggio morbido
50 g pistacchi
25 g semi di zucca

Metto a scaldare l'acqua per lessare il riso, la salo quando bolle e cuocio il riso.
Intanto metto i semi di girasole e i pistacchi in un padellino e li faccio tostare senza che brucino, il calore della tostatura esalta gli oli contenuti ma la bruciatura potrebbe rovinare tutto rendendoli amari.
Scolo il riso, lo condisco col pesto diluito con due cucchiai della sua acqua di cottura e col formaggio.
Ne premo una porzione in un coppapasta compattandolo, lo sformo e ripeto l'operazione altre tre volte.
Quindi decoro la superficie coi semi tostati e servo subito. Bello da vedere, leggero e saporito.

domenica 22 settembre 2013

Confettura di prugne e datterini profumata alla vaniglia


Fare i compitini a casa serve eccome, in periodi di connessione faticosa avere delle bozze pronte equivale al fare scorta di confetture per l'inverno. Quest'estate mi sono sbizzarrita lanciandomi in accostamenti improbabili.
Perchè mescolare prugne e pomodori? e perchè no?
Fateci caso, guardatevi in giro nei negozi-boutique che vendono confetture extra un po' diverse e scoprirete che non c'è più un solo vasetto di monofrutta, sono tutte miste, profumate con spezie e aromi vari.
Quindi largo alla fantasia e mescolate quello che più vi garba, per dirlo alla toscana.
Le prugne sono del tipo allungato a polpa soda, tipo Stanley. I pomodorini datterini hanno una dolcezza intrinseca.
Ho profumato il tutto con una bacca di vaniglia aperta da cui ho ricavato i semini, ho imparato dai francesi a mescolare la vaniglia ai pomodori rossi.
Al solito ne ho fatto la massima dose consentitami dalla pentola, 3 kg in tutto di frutta e un solo chilo di zucchero.
Buona, dolce, domenica a tutti!

E ora so che sto per farvi una bastardata, sono conscia della mia perfidia e, come disse Wilde, non so resistere alla tentazione di condividere l'alba di stamani, dopo che mi sono fatta il quotidiano tuffo, con tanto di luna che occhieggia e il consorte che si allontana per la sua battuta di pesca. Glu...glu...glu.



-ricetta-
2 kg di prugne allungate scure al netto degli scarti
1 kg di pomodori datterini
1 limone
1 bacca di vaniglia
Pulisco le prugne eliminando il nocciolo e le taglio a pezzi.
Taglio a metà i pomodori. Spremo il succo del limone.
Passo la frutta un po' alla volta col cutter per triturarla grossolanamente, e faccio lo stesso coi pomodori.
Metto tutto nella pentola, verso lo zucchero e lascio in infusione per mezza giornata.
Quindi pongo la pentola sul fuoco e porto a ebollizione, aggiungo la bacca di vaniglia e la faccio bollire nella polpa. Quando vedo che la confettura inizia a gelificare faccio la prova con una goccia su un piattino e se si solidifica subito vuol dire che è pronta.
Elimino la bacca, la apro a metà per il lungo estraendo la polpa coi semini che rimetto nella confettura assieme al succo di limone. Poi la faccio asciugare bene e la ripongo in un barattolo con dello zucchero semolato che si profumerà naturalmente e potrò, in caso di necessità, ridurre a velo.
Mescolo bene per fare amalgamare poi verso nei vasetti sterilizzati e asciutti.
Li tappo e li faccio raffreddare capovolti prima di portarli in cantina.

venerdì 20 settembre 2013

Sformato di persico africano

Prendete questa ricetta per quello che è, un esperimento. E conservate il procedimento per usare altro pesce al posto di questo.
Tempo fa parlando dei miei esperimenti estivi con strani pesci, strani perchè non pescati nei soliti mari, accennai anche al persico africano, un grosso pesce di acqua dolce che cresce nel Nilo e nel  lago Vittoria, dove fu introdotto negli anni '50.
Dico subito che non lo acquisterò mai più, preferisco di gran lunga filetti di merluzzo pescato nei mari del nord, e rinnovo la polemica che potrebbero essere specie adatte a sfamare le popolazioni africane piuttosto che affrontare lunghi viaggi per approdare nelle nostre pescherie.
L'unico vantaggio che hanno è il prezzo, se di vantaggio si può parlare quando manca invece la qualità.
Viene vantato di questi pesci il gusto neutro delle carni e qui obietto, che senso ha mangiare un pesce dal sapore neutro? Volete mettere il piacere di riconoscere la delicatezza della carne di una sogliola, lo spiccato sapore del merluzzo, la dolcezza del branzino? Senza contare le sostanze con cui sembra che li trattino per mantenerli appetibili alla vista.
Comunque, ormai lo avevo in frigorifero e decisi di cuocerlo in pasticcio, con cipolle, patate e cruschi.
Mio marito è stato clemente ma mi ha fatto chiaramente capire che... basta, meglio non ripeterlo mai più.
Aggiungo la ricetta per chi volesse in ogni caso cimentarsi con altro pesce (naselli, razze, coda di rospo, halibut).
Un caloroso saluto a tutti dall'isola d'Elba, per partorire questo post ci ho messo due giorni, partendo dal presupposto che mica posso partire in motorino alla ricerca di una zona con segnale, non so quando mi rileggerete. Bye bye!  

-ricetta-
600 g persico africano
500 g patate
2 cipolle di Tropea
4 peperoni cruschi
1 uovo
formaggio grattugiato
sale, pepe
olio evo
Mentre si lessano le patate affetto i cipollotti puliti e li faccio rosolare in una padella con un velo d'olio.
Aggiungo alle cipolle i filetti di pesce e i cruschi spezzettati, lascio soffriggere a fuoco vivace per circa 8', poi condisco con un po' di sale e pepe.
Intanto scolo le patate e le schiaccio con la forchetta, aggiungo due cucchiai di formaggio grattugiato e l'uovo poi unisco
il pesce, mescolo bene e verso il composto in una teglia unta di olio.
Livello la superficie e inforno a 190° per circa 25'.
Se voglio servire lo sformato in modo elegante ne ricavo porzioni usando un coppapasta.

mercoledì 18 settembre 2013

Confettura di pomodori verdi e limoni

Era da tempo che non ripetevo questa confettura, la difficoltá sta nel trovare pomodori verdi sani.
L'ultima volta che ho chiesto a un amico che coltiva un suo orto di portarmi dei pomodori acerbi lui non ha capito bene le mie intenzioni, credo, e mi ha portato una cassetta piena di abbozzi mal riusciti di pomodori, quelli che probabilmente cadevano spontaneamente dalla pianta perchè malati. Gettai via tutto e rinunciai.
Quando alcune settimane fa ho visto una cassetta di verdi e acerbi perini non ho resistito.
Seguendo una ricetta che mi aveva dato una francese presso la cui casa avevamo soggiornato in qualità di ospiti della sua magnifica dimora adibita a chambres d'hôtes, ho mescolato ai pomodori anche alcuni limoni, ovviamente biologici e non trattati.
E infine l'ho profumata con 2 chiodi di garofano e alcune bacche di pepe rosa, che proprio pepe non è, pestati nel mortaio.
Sono qui sull'isola e mi riesce più facile postare ricette che ho realizzato nelle scorse settimane, preparando la bozza e fotografandole, così non vi lascio orfani.
Saluti salati...

-ricetta-
2 kg di pomodori verdi
700 g zucchero
4 limoni naturali
2 chiodi di garofano
un cucchiaino di bacche di pepe rosa

I pomodori verdi sono piuttosto coriacei quindi, dopo averli ben lavati e asciugati, li apro a metà ed elimino i semi (che sono ancora in abbozzo) e il torsolo centrale poi pochi alla volta li frullo nel cutter usando l'intermittenza per non ridurli completamente in poltiglia. Ripeto la stessa operazione con i limoni, tritandoli interi ed eliminando solo i semi, poi verso il tutto nella pentola d'acciaio dove li cuocerò e verso anche lo zucchero mescolando molto bene.
Copro e lascio riposare per almeno 6 ore poi metto la pentola sul gas e scaldo portando a ebollizione, quindi, sempre mescolando, lascio ridurre e gelificare per circa 30', provo la consistenza, metto le bacche e i chiodi pestati e giro per distribuirli.
Quando è pronta la invaso subito in barattoli ben lavati e asciugati.
Li tappo e li lascio raffreddare capovolti.
Questa confettura è ottima con i formaggi. Tenete sempre presente che sono conserve con poco zucchero quindi, una volta aperte si devono conservare in frigorifero, mentre in cantina si conservano per almeno un anno.

lunedì 16 settembre 2013

Piadina al mais, fichi formaggio e salsiccia

Spesso si dice di qualcosa di sublime che non è mica pizza e fichi. Io la pizza coi fichi non l'ho mai assaggiata ma ho mangiato invece del pane toscano coi fichi e la finocchiona ed era buonissimo.
Oggi al posto della pizza ho preparato questa piadina di mais lasciandola aperta, ben farcita di saporiti fichi e molto altro.
Una bella ricettina veloce, adatta alla nostra tavola marina, ideale anche per gli intolleranti al glutine perchè queste piade sono a base di farina di mais.
Qui sull'isola ci sono molte piante di fichi, frutto che adoro quando riesce a maturare naturalmente concentrando nella sua polpa gli zuccheri che contiene.
Dolcezza che ben si sposa col salato e infatti ci facciamo scorpacciate di prosciutto toscano assieme a loro.
Le piadine di mais non sono troppo malleabili, se si cerca di arrotolarle si sfaldano, perciò le ho lasciate aperte farcendole quand'erano molto calde proprio come fossero delle pizze. Adesso ho visto che va molto di moda il termine piadi-pizza. Non lo trovo bello ma è calzante.
Naturalmente potete usare il formaggio che più vi piace e sostituire la salsiccia con prosciutto, mortadella o salame.
Provate!

-ricetta-
piadine al mais
fichi (2 per piadina)
crescenza o stracchino
salsiccia a nastro
Scaldo molto bene sulla piastra la piadina da entrambi i lati poi la appoggio sul piatto e sopra la ricopro coi fichi a pezzetti, bocconcini di stracchino e di salsiccia.
Io non uso condimento salvo una macinata di pepe nero.
Ottima con una birra fruttata e poco amara, anche una weiss va bene.

sabato 14 settembre 2013

Insalata di riso, feta e legumi

Mentre questa ricetta viene pubblicata io sono in viaggio verso la mia isola.
Da domani non so quante ricette riuscirò a pubblicare perciò vi auguro delle buone giornate.
Magari, se avrò fortuna con la linea, mi leggerete spesso, non posso prevederlo.
Avete voglia di sperimentare una proposta fredda di riso in insalata, cotto con l'aroma della curcuma e condito totalmente con vegetali e formaggio?
Allegro nel colore e stimolante di sapore. Un assortimento di legumi, peperone verde, pomodori confit e feta, aromatizzati da zenzero fresco e succo di lime.
Avevo necessità di servire il tutto a un gruppo di vegetariani e ho fatto centro. L'insalata di riso non è solo con sottaceti e wurstel come la faceva mia suocera sempre uguale nei secoli, con qualche oliva e due capperi di numero. Fatevi guidare dalla fantasia e non sbaglierete.
Io ho fatto cuocere appositamente cicerchie, cannellini e lenticchie grandi e mi ripeto, se siete pigri potete usarli anche in scatola, il sapore non sarà uguale ma i tempi si accorciano. Non tutti passano ore in cucina come faccio io, che approfitto per lessare legumi o fare pomodori confit al forno mentre, per esempio, cuociono delle torte (col ventilato si può).
Dosi per 6/8

-ricetta-
350 g riso a chicco lungo
150 g feta
250 g legumi misti già cotti
10 perini confit
1 peperone verde
2 cucchiai di curcuma
1 cipollotto
1 lime
1 pezzo di zenzero
olio evo
sale, pepe
Affetto il cipollotto pulito, mantenendo anche un po' della parte verde, e lo faccio rosolare con un giro d'olio in una padella prima di aggiungere il peperone pulito e tagliato a dadini.
Lo lascio appassire per 5' dopo che l'ho spolverato con un pizzico di sale, poi spengo.
Metto a scaldare abbondante acqua salata per cuocere il riso, quando bolle lo verso aggiungendo anche la curcuma e intanto in una boule condisco i legumi cotti con i pomodori che ho tritato grossolanamente, il sauté di peperone e la feta tritata, grattugio un pezzetto di zenzero, salo, macino un po' di pepe e verso il succo e la buccia grattugiata del lime più un abbondante giro di olio.
Lascio marinare sino a che non è cotto il riso che scolo e allargo su un vassoio condendolo con un goccio d'olio.
Quando è quasi freddo lo mescolo al condimento e poi lascio il tutto a insaporire mettendo l'insalata al fresco per qualche ora.

venerdì 13 settembre 2013

Polpo in insalata con fagioli bianchi di Spagna e patate

Ultima ricetta prima della partenza. Da domani sarò all'Elba, spero nel bel tempo, ho bisogno di camminare e nuotare.
Ho cercato in lungo e in largo di capire come mai i fagioli bianchi di Spagna vengano chiamati così, senza risultato. Ne deduco che, siccome il genere Phaseolus è stato introdotto in Europa dopo la scoperta delle Americhe ad opera del nostro Cristoforo Colombo con mezzi e navi forniti dal regno spagnolo, abbiano dedicato alla penisola ispanica il nome di questi fagioloni di consistenza cremosa e sapore delicato provenienti dall'altra parte del mondo.
In UK sono i fagioli per eccellenza, li chiamano Runner beans e a quanto ho capito li consumano prevalentemente col baccello, quando sono ancora teneri e verdi.
Come tutti i fagioli e molti altri legumi il loro consumo abituale è vivamente consigliato per contenere i livelli di glicemia, colesterolo e trigliceridi.
Si prestano ottimamente per insalate e contorni, infatti con il polpo ci stanno a meraviglia.
A Milano solitamente si accompagnano alla trippa tanto che i vecchi trippai, ormai scomparsi, li vendevano già bagnati pronti da far cuocere.
Ho giusto in mente di preparare una trippa in bianco, condita con salsa al prezzemolo (tipo lampredotto) e tanti fagioli di Spagna. Provvederò a cucinarla quanto prima, devo prima assicurarmi un certo numero di commensali che la gradiscano. So bene cosa pensano in molti: ''uh! la trippa, che schifo''!
Questi fagioli bisogna solo avere la pazienza di cuocerli lentamente dopo almeno 12 ore di ammollo, dopodichè diventano tenerissimi e burrosi al punto da sciogliersi in bocca.
Il brodo della loro cottura non gettatelo, è un'ottima base per minestre saporite.
Il polpo preferisco acquistarlo fresco e non decongelato, cuocendolo rimarrà più tenero.
Ho aggiunto un po' di patate, a dire il vero superflue.
La salsa verde, senza aglio, l'ho fatta triturando un bel mazzo di prezzemolo da orto. Profumatissimo. Al prezzemolo mescolo olio, pane ammollato nell'aceto, uova sode e qualche filetto di acciuga sott'olio.
Ma ne esistono di già pronte, per i pigri.
Dosi per 6

-ricetta-
1 polpo da 800 g circa
300 g fagioli di Spagna
300 g patate
100 g salsa verde
1 limone biologico
Il polpo generalmente lo trovo già pulito, qualora non lo fosse elimino il becco, la sacca intestinale e lo lavo bene sotto acqua corrente.
Metto a scaldare abbondante acqua leggermente salata in una pentola capiente, al bollore tuffo per tre volte il polpo nell'acqua tenendolo per la testa in modo da fargli arricciare le punte dei tentacoli, saranno più belli una volta cotti. Quindi lo lascio immerso e abbasso la fiamma facendolo sobbollire per circa 45' (eventualmente provo la cedevolezza con la punta di uno stecchino) prima di spegnere e farlo raffreddare nell'acqua di cottura.
Poi lo spello per la maggior parte e taglio a fettine i tentacoli e la testa.
Intanto sbuccio le patate, le taglio a tocchetti e le cuocio in altra acqua bollente salata e acidulata con due cucchiai di aceto, che le mantiene sode.
I fagioli li ho cotti in anticipo, anche il giorno prima, dopo averli lasciati 12 ore a bagno cambio l'acqua e li lesso sino a che non sono teneri.
Prendo una terrina e condisco assieme patate, polpo e fagioli aggiungendo la salsa verde, un filo d'olio, sale in fiocchi, poca buccia di limone grattugiata.
Mescolo, copro e lascio insaporire per qualche ora tenendolo al fresco.
Porto in tavola il pepe nero per chi ne volesse.

Abbiamo scelto l'aroma spiccato del Sauvignon blanc per accompagnare questa pietanza, optando per il Picol di Lis Neris, vendemmia 2004 dell'azienda friulana. Di ottima struttura con ancora una buona acidità data dalle note agrumate nonostante l'apparente vetustà, però sappiamo che i bianchi friulani necessitano e non soffrono di qualche anno in più in cantina.

mercoledì 11 settembre 2013

Insalata di anguria, feta e olive

Ricordate quando ho pubblicato i tramezzini di anguria? mentre li realizzavo pensavo che si sarebbe potuta fare una caprese con l'anguria contrastando la sua dolcezza con il salato della feta e il pizzicorino delle olive di Kalamata in salamoia, nella quale i greci mescolano olio e aceto.
Detto fatto, un antipasto veloce, freschissimo, insolito e molto molto estivo.
Lo pubblico sino a che fa ancora piuttosto caldo e si trovano ancora angurie in vendita.
Tra non molto la loro stagione volgerà al termine e non se ne vedranno più sino all'anno prossimo.
Approfittiamone finchè ce n'è, io preferisco le baby con pochi semi, le trovo molto dolci con polpa di ottima consistenza e, per l'appunto, pressochè prive dei noiosi semini.
Di tutti i nostri amici solo MaxFast non ama questo frutto, per lui, presente a tavola in ben due occasioni in cui l'ho servita, ho preparato la classicissima caprese con Pachino... quanta pazienza, Jo!
Le angurie baby hanno varie pezzature, regolatevi su un peso di circa 2,5 kg da pulire.
Dosi per 8

-ricetta-
anguria baby
200 g feta
15 olive di Kalamata
1 limone/lime
olio evo
sale
Pulisco l'anguria, la taglio in fette alte un dito da cui poi ricavo dadi regolari.
Trasferisco la frutta in una boule e la conservo in frigorifero fino al momento di comporre l'insalata a strati in bicchieri (tumbler larghi da whisky) con la feta tritata grossa e con le olive snocciolate e ridotte a filetti, condisco con una citronnette preparata con un pizzico di sale, il succo di mezzo limone o di un lime (o più secondo il vostro gusto, sale e limone fanno risaltare il sapore dell'anguria), pepe e un buon filo di olio evo.
Lascio marinare qualche minuto poi porto in tavola.

martedì 10 settembre 2013

Pasta e fagioli e lenticchie

Ogni tanto mi prendo una pausa dall'accumulare bagagli nel box e per rilassarmi vi racconto qualche ricetta degli ultimi giorni.
L'amica Assunta, con lei c'è un buon feeling forse perchè si chiama come una mia zia?, è una veneziana Doc e adora la pasta e fagioli.
Da quando collabora con la figlia nella conduzione di una caffetteria non ha più orari nè casa.
Non immaginava che quest'avventura le avrebbe rivoluzionato la vita, facendole trascurare casa, marito e persino il micio.
Gli inizi sono duri, ci vorrà qualche mese perchè si assestino, perciò appena posso la invito a cena a mangiare qualcosa di caldo e cucinato che non siano piadine, capresi o carpacci che può scaldare o preparare nel suo locale.
Questa è già la seconda versione che le ho preparato, non avevo abbastanza fagioli con l'occhio perciò ho colmato la dose con un etto di piccole e verdi lenticchie del Puy, che non necessitano di ammollo. Un saporito trito di verdure e qualche pezzetto di cotenna preventivamente sbianchita in acqua bollente e il gioco è fatto. Come brodo quello di cottura dei fagioli. Un pizzico di piccantino dato o dal sambal o dalla 'nduja della quale mi è arrivato il nuovo rifornimento grazie a MaxFast, che ha da poco terminato le sue vacanze a Diamante.
Anche a me e consorte la pasta e fagioli piace molto, ne mangeremmo a dismisura.
Senza cotenne è un piatto completamente vegetariano.
Dosi per 4

-ricetta-
300 g fagioli dell'occhio
100 g lenticchie piccole
100 g pasta
50 g cotenne (facoltativo)
1 carota
2 gambi di sedano
1 cipolla
olio evo
alloro
1 cucchiaino di sambal o di 'nduja
sale, pepe
Dopo aver lasciato i fagioli a bagno per una notte li scolo e li metto a cuocere con abbondante acqua e una foglia di alloro finchè non sono teneri.
Intanto trito finemente carota, sedano e cipolla e li faccio soffriggere in olio evo in una pentola capiente, meglio se di coccio.
Scotto per 6/7' in acqua bollente le cotenne raschiate, sbrucciacchiate e pulite poi le scolo e le taglio a dadini.
Nella pentola col soffritto metto anche i fagioli cotti, le cotenne e le lenticchie, bagno col brodo di cottura dei fagioli (circa 2 l), metto il peperoncino e salo leggermente, porto a ebollizione poi abbasso la fiamma e lascio cuocere per circa 50'.
Quindi butto la pasta, spaghetti spezzati o pasta piccola e quand'è cotta spengo.
Devo ottenere una consistenza un po' spessa.
Lascio intiepidire la minestra prima di servirla.

domenica 8 settembre 2013

Torta di mele, impasto al farro

Il farro, come il kamut, è un cereale antichissimo che non è mai stato modificato in laboratorio per consentire maggiori rese produttive, com'è invece avvenuto per il frumento già da oltre un secolo.
Il loro consumo è erroneamente consigliato ai celiaci, infatti non sono privi di glutine quindi dovrebbero essere vietati agli allergici a questa sostanza lipoproteica, anche se vengono tollerati dagli intolleranti proprio perchè non hanno subito cambiamenti nella loro struttura cellulare.
Su questa spinta mi è venuto lo sghiribizzo di provare a fare l'impasto della torta di mele al mascarpone con farina di farro e fioretto di mais. E il risultato mi ha piacevolmente stupito.
Il pane fatto con farina di farro è molto profumato, la torta è venuta benissimo, altrettanto fragrante e saporita, di un bel colore intenso.
Sono più che soddisfatta del risultato ed è andata a ruba, non ne è avanzata nemmeno una fettina microscopica.
Buona domenica!
Dosi per 8/10 persone

-ricetta-
250 g mascarpone
200 g farina di farro
160 g zucchero
50 g fioretto di mais
4 mele
3 uova
1 bustina di lievito
sale
Monto nella planetaria uova e zucchero sino a che diventano gonfie e chiare, poi aggiungo il mascarpone e per ultime verso le farine setacciate col lievito e un pizzico di sale.
Mescolo per ottenere un impasto piuttosto soffice.
Nel frattempo sbuccio le mele, ne tengo una e mezza che divido in 6 spicchi e le altre le taglio a dadini che incorporo all'impasto con l'aiuto di una spatola.
Accendo il forno portandolo a 180°.
Verso l'impasto in una tortiera alta di 28 cm di diametro che ho rivestito di cartaforno, lo livello e sopra appoggio gli spicchi tagliati a ventaglio. Spolvero con un po' di zucchero muscovado e inforno per circa un'ora, quando vedo che la torta diventa di un bel colore dorato è cotta, eventualmente se non siete sicuri provate a pungerla con uno stecchino che deve uscire asciutto.
La lascio intiepidire poi la sformo sulla gratella e alla fine la trasferisco su un piatto da dolci eliminando la carta.
Spolvero poco zucchero a velo prima di servirla.

sabato 7 settembre 2013

Risotto con pesto e frutti di mare

Da uno spettacolo all'altro, ieri sera grande musica in Valtellina mentre circa un mese fa ero in Versilia per il balletto, della compagnia Emox, Achille e Pentesilea.
Arrivate con Anna, la mia compagna di avventure ballettistiche, nell'infuocata cittadina all'ora di pranzo, abbiamo cercato un posticino dove mettere qualcosa sotto i denti e, alla Terrazza dell'Hotel de Russie ho assaggiato questo connubio. Ammetto che non mi è dispiaciuto.
Pertanto la voglia di rifarlo mi ha stuzzicato sin dal mio ritorno e adesso che sono riuscita a replicarlo ve lo propongo.
Si cuoce il riso col fumetto prodotto dall'apertura di cozze e vongole, allungato da acqua bollente salata se non dovesse bastare, poi alla fine si manteca col pesto e con i molluschi.
Facilissimo, semplicissimo, velocissimo. E molto molto gustoso.
Cozze e vongole potete anche aprirle il giorno prima e conservarle in un contenitore in frigorifero.
Il pesto d'estate si fa in casa, ma i più pigri ne troveranno per ogni gusto e tasca sugli scaffali dei supermercati. Io terminerò tutti quelli che mi regalano amici e pazienti di ritorno dalla Liguria, quello fatto in casa è più verde chiaro e più dolce, ma dovrò pur consumarli, un mini aiuto ogni tanto lo uso anch'io.
Il riso sceglietelo tra una delle varietà da risotti, il mio, stavolta, è un Loto, una varietà a chicco medio piccolo che non conoscevo, propostami dal signor Barberis di Riso Caia in occasione dell'ultimo ordine.
Dosi per 6

-ricetta-
500 g cozze
500 g vongole grandi o veraci
500 g riso
180 g pesto
1 cipollotto
aglio, prezzemolo
vino bianco
olio evo
sale, pepe

Lavo bene le cozze, le spazzolo ed elimino il bisso, poi le metto in padella con un giro d'olio, un goccio di vino, qualche rametto di prezzemolo e uno spicchio d'aglio vestito e schiacciato.
Copro, metto su fuoco vivace e dopo pochi minuti spengo, i gusci saranno tutti aperti. Aspetto un attimo per evitare di ustionarmi le dita poi le sguscio, lasciandone alcune in mezza valva per decorare i piatti, ripeto la stessa operazione con le vongole che però ho fatto spurgare per due ore in acqua e sale.
Raccolgo i frutti di mare in una ciotolina, in un'altra filtro i brodi di cottura con una garza fine e li metto da parte.
Pelo il cipollotto, lo trito fine e lo faccio appassire nella pentola da risotto con un giro d'olio, quando diventa trasparente (eventualmente aggiungo un goccio di acqua calda) butto il riso, lo faccio tostare poi inizio ad aggiungere il brodo dei molluschi a mestoli, lascio che si assorba poi ne verso dell'altro e continuo così, allungando con acqua bollente se il brodetto finisse.
Non salo, il brodetto è saporito e il pesto anche.
Spengo quando il riso è al dente lasciandolo piuttosto umido, verso i molluschi, tranne quelli nelle valve, e il pesto, giro e mescolo per amalgamare poi copro e lascio riposare qualche minuto prima di mettere nei piatti.
Ho aggiunto una piccola nota di colore guarnendo con qualche mezzo pomodorino al forno.
A Viareggio abbiamo pasteggiato con una bottiglia di Kerner di Abbazia di Novacella, un vino profumato, sapido, dal bel colore giallo tendente al dorato, ideale per l'abbinamento coi frutti di mare.
Qui a casa abbiamo stappato un alsaziano, il Gewurztraminer del 2007 di Domaine de L'Oriel a Niedermorschwihr, paesino dal nome impronunciabile. Viticoltore indipendente, produce la cuvée Claire che è un vino elegante, aromatico al punto giusto, morbido e di gradazione contenuta, 12.5° al giorno d'oggi si possono considerare pochi.
L'aromaticità del pesto e la sapidità dei frutti di mare era giustamente compensata ed esaltata dal vino.

venerdì 6 settembre 2013

Base pesto di basilico

Oggi sono particolarmente felice, capitano quelle giornate in cui ci si sveglia con belle novità.
Una in particolare mi fa gioire, nel pomeriggio ce ne andremo a Chiuro, dove stasera nel cortile del castello (visconteo) Quadrio, sede della storica casa vinicola Nino Negri, gli amici di Soqquadro Italiano terranno un concerto di musica per voce (Vincenzo Capezzuto) e tiorba e chitarra barocca (Simone Vallerotonda) su musiche che spaziano dal barocco ai gloriosi anni '60. Vincenzo e Simone, sotto l'abile direzione artistica di Claudio Borgianni eseguiranno, tra gli altri, pezzi di Monteverdi sino ad arrivare ai numerosi splendidi autori delle canzoni di Mina.
Avevo già ascoltato l'ensemble nella sua interezza lo scorso dicembre a Salerno, è tutta estate che fanno concerti in posti incantevoli, per esempio all'ombra della Torre di Pisa o nell'incantevole anfiteatro naturale Buss del Buson in prov. di Belluno, potevo farmi scappare un concerto a solo un paio d'ore da casa? Per chi fosse curioso, cliccate QUI, c'è il link per ascoltare qualcosa di loro... I'm not afraid from baroque!

In questi giorni sto assicurandomi sapori e colori dell'estate per l'inverno e tra una confettura e l'altra ho preparato la mia base-pesto.
"Base"perchè quando voglio congelare il pesto frullo il basilico con solo la frutta secca che decido di usare, poco sale (perchè devo calcolare che quando aggiungerò i formaggi questi daranno molto sapore) e con olio evo. Divido l'impasto ottenuto in piccoli sacchettini e poi completerò la salsa solo al momento di condire, allungandola con l'acqua di cottura della pasta e con i formaggi.
Da tempo ho abolito, seppur a malincuore, l'aggiunta di aglio anche se ne mettevo pochissimo, purtroppo sono sempre di più le persone che non lo gradiscono per cui evito, e ammetto che il pesto è più digeribile e meno persistente, ma se a voi piace schiacciatene qualche spicchio con lo spremiaglio.
Questa volta in mancanza di pinoli ho utilizzato mandorle sgusciate e pelate che lo rendono ancor più delicato. Ottimo olio extravergine, ça va sans dire...
La vera rottura è preparare il basilico pulito, sfogliato e lavato, oltre che ben asciutto. E' questo che alla fine porta via la maggior parte del tempo. Specialmente se le piantine sono di orto, spesso sporche di terriccio. Io lo preparo la sera prima, lo stendo in teli puliti ad asciugare e la mattina dopo lo frullo con gli altri ingredienti.
Coraggio, è ancora tempo di basilico, facciamone scorta per l'inverno, lo useremo per profumare d'estate pasta, riso o lasagne. O semplicissimi crostini, fettine di fiordilatte, minestroni.
Non metto dosi precise, si fanno a occhio a seconda dei gusti e della quantità di basilico che avete a disposizione. Io avevo oltre mezzo chilo di foglie.

-ricetta-
basilico
mandorle
olio evo
sale
Dopo aver eliminato i gambi e ricavato solo le foglie, lavo delicatamente il basilico per eliminare ogni residuo di terriccio che si annida soprattutto sulla parte volare delle foglie (specie se nell'orto da cui proviene è piovuto di recente, la terra schizza sulle foglie che è un piacere!).
Lo stendo ad asciugare coperto da un telo, quindi lo metto nel bicchiere del frullatore assieme a un po' di mandorle, aziono a secco l'apparecchio poi quando vedo che inizia a formarsi una poltiglia aggiungo olio a filo sino a ottenere una crema. Condisco con un pizzico di sale, trito ancora poi trasferisco il pesto in piccoli sacchetti che ho aperto su un contenitore per tenerli in piedi, calcolo circa 150 g di pesto per ognuno, perchè non so mai se me ne occorrerà molto per una lasagna, in ogni caso se ne avanzasse posso conservarlo alcuni giorni, con la superficie coperta d'olio, in un barattolino in frigorifero.
Chiudo ermeticamente o con un laccetto, poi li trasferisco in un contenitore assieme all'etichetta con gli ingredienti e la data e ripongo nel congelatore.
Quando devo usarlo verso il contenuto di una busta nella terrina, aggiungo parmigiano e pecorino secondo il gusto, diluisco con qualche cucchiaiata di acqua calda (quella di cottura della pasta) ed eventualmente con ancora un goccio di olio evo, e mescolo la salsa ottenuta che è pronta per condire.

giovedì 5 settembre 2013

Ragù di collo di agnello e cicerchie

Forse non sapete quanto la carne di agnello insaporisca un ragù, magari a me piace date le mie origini marchigiane e il matrimonio con il figlio di aquilani doc.
In quelle regioni si consuma molta carne ovina e caprina, qui da noi la si trova ma manca per esempio il castrato (pecora macellata tra i 6 mesi e i 2 anni, castrata se maschio o che non ha figliato se femmina) che io adoro.
Per questo sugo saporito basta usare una tra le parti meno nobili, il collo, cuocendolo a pezzi e spolpandolo solo ad avvenuta cottura.
Le cicerchie sono legumi antichi dalla forma di cece appiattito, la cui coltivazione è in ripresa nelle regioni del centro-sud Italia.
Vi ho convinto? se siete curiosi leggete la ricetta.
Dosi per una bella pentola di sugo che potrete conservare in porzioni nel congelatore.

-ricetta-
800 g carne di collo di agnello a pezzi
250 g cicerchie
2 carote
2 gambi di sedano con le foglie
2 cipolle
500 g passata di pomodoro
peperoncino (sambal/'nduja)
100 ml vino bianco
olio evo
sale
Lesso le cicerchie, anche nella pentola a pressione, dopo che le ho lasciate una notte a bagno in molta acqua. Le scolo e conservo parte del liquido di cottura.
Pulisco le verdure e le trito finemente usando il cutter.
Le metto a rosolare lentamente con un giro abbondante di olio e quando sono ben appassite metto la carne che ho parzialmente ripulito delle parti grasse più evidenti, lascio che prenda colore poi la sfumo con un bicchiere di vino bianco e quando è evaporato in parte metto il peperoncino e verso la passata.
Allungo il sugo con un paio di mestoli del brodo di cottura delle cicerchie, abbasso la fiamma e lascio sobbollire lentamente per circa 70', poi aggiungo i legumi e continuo la cottura per altri 30', solo alla fine assaggio e regolo il sale.
Spengo e aspetto che intiepidisca poi estraggo i segmenti di vertebre e li appoggio su un piatto per spolparli tagliando la carne in minuscoli cubetti e rimettendola nel sugo.
A questo punto divido il ragù in contenitori adatti al freezer.
Ottimo sugo per spaghetti alla chitarra, tanto per restare in Abruzzo, o persino gli gnocchi.

mercoledì 4 settembre 2013

Pane guttiàu

'Giorno! oggi post breve, un piccolo suggerimento per risolvere un'improvvisa mancanza di pane.
A me capita spesso di calcolare male le dosi del pane occorrente per una cena, a volta finisce tutto e subito, altre me ne avanza un sacchetto intero. Finchè posso recuperarlo mi va bene, ma quando manca è un bel problema.
Quindi mi sono organizzata col guttiàu, basta tenere in casa una confezione di pane carasau, chiamato anche carta musica, che si mantiene molti mesi fragrante e asciutto e scaldarlo in forno appena asperso, da qui guttiàu, di olio extravergine e poco sale.
Diventa un perfetto sostituto al pane, se lo usavano i pastori durante le lunghe assenze da casa lo possiamo tranquillamente usare anche noi, per una volta.
Ho preso ormai l'abitudine di prepararlo per accompagnare gli antipasti, di qualsiasi tipo siano, così ci si ingolfa con meno pane all'inizio del pasto.
Per saperne di più sull'antichissimo pane carasau vi rimando alla pagina di Wiki...
Normalmente una confezione di sottili sfoglie pesa 500 g, quanto basta per 3 cene/pranzi con molte persone, io ne spezzetto circa 6/7 sfoglie alla volta.

-ricetta-
pane carasau
sale finissimo
olio evo

Spezzetto in 4/5 parti le sfoglie e le accomodo in una teglia larga e bassa. Spolvero ogni strato con un pizzico di sale e faccio scendere qualche goccia di olio quà e là.
Inforno a 180° per pochi minuti, il tempo che il pane si scaldi, poi lo trasferisco in un cestino e lo porto in tavola con spume, formaggi, salumi.

lunedì 2 settembre 2013

Sausage rolls

Mancano circa due settimane alle agognate vacanze. Come sarà il meteo settembrino? vedremo, tanto quel che arriva si prende. La speranza è che non arrivino forti mareggiate, tutto il resto andrà bene, acqua fredda compresa. Per ora vi illustro questi simpatici finger food.
Mi sono innamorata di questi rotolini vedendoli preparare da Jamie Oliver in soli 20'.
Ottimo mi sono detta, una bella soluzione per una cena improvvisata, un rotolo di pasta sfoglia ce l'ho sempre in frigorifero, la salsiccia anche, la uso spesso nei sughi per questo non mi manca mai.
Parmigiano, semi di finocchio, senape. E semi di sesamo, ma anche di papavero se li avete.
In 30' sono pronti e cotti.
Jamie è un vulcano, secondo lui è tutto facile e veloce da fare, in effetti questi saporiti tranci di sfoglia ripieni di rocchetti di salsiccia sono goduriosi e per nulla complicati da realizzare.
Ottimi per un secondo tra amici, ideali per un buffet come finger food, sono buoni persino freddi.
In una parola molto ver.sa.ti.li.

-ricetta-
1 rotolo di pasta sfoglia, meglio se rettangolare
400 g salsiccia delicata
parmigiano/grana
1 uovo
semi di finocchio e di sesamo
senape
Stendo su un tagliere la pasta sfoglia, la divido in due parti.
Spalmo un velo di senape sul bordo delle due parti e sopra appoggio le salsicce, guardate la foto per capire come, le cospargo di semi di finocchio e grattugio abbondante parmigiano sopra, poi spennello le parti rimaste con un uovo leggermente sbattuto e arrotolo a salsicciotto.
Spennello la superficie con altro uovo e spolvero con semi di sesamo, poi taglio i due rotoli a rocchetti di circa 4 cm che appoggio su una placca rivestita di cartaforno.
Intanto ho impostato il forno a 210°, quando arriva in temperatura metto la teglia con i rolls e li faccio cuocere per circa 20/25'.
Vedrete che i rotolini assumeranno un aspetto dorato e invitante.
Spengo il forno, apro lo sportello e faccio intiepidire i rolls prima di servirli.

domenica 1 settembre 2013

Gelato di lamponi e pesche di Volpedo

Urca, è già arivato settembre, ancora un paio di settimane e poi mi sa che il blog si prenderà un po' in vacanza, assieme a me. Quest'anno dall'isola ho intenzione di collegarmi molto poco. Il collegamento da lì è sempre difficile, voglio evitarmi lo stress di girovagare come una rabdomante in cerca di segnale e pubblicherò poche ricette, preparatevi alla mia assenza.
Intanto però sono qua e ieri ho fatto il gelato.
Come mi sarà mai venuto in mente l'accostamento lamponi-pesche? Mah, non saprei dirvelo, forse le pesche stavano maturando velocemente, o piuttosto volevo smorzare l'acidità dei lamponi.
Sta di fatto che ho unito i due frutti e sono soddisfatta del risultato.
Ne è uscito un gelato leggero, nonostante la presenza della panna sembrava quasi un sorbetto, poco dolce, mi piace che non lasci quello sgradevole senso di bocca impastata di zucchero, troppo buono evidentemente perchè è finito tutto subito!
Finchè si trovano ancora lamponi, peraltro coltivati nelle valli del Trentino, credo lo ripeterò. Mancheranno le deliziose pesche di Volpedo, sì, proprio nel paese del famoso Giuseppe Pellizza (vi ricordate Il quarto stato? magnifico dipinto, la sua opera più famosa) coltivano pesche gialle dalla polpa soda e dal sapore inconfondibile, tutelate dall'omonimo consorzio.
In loro sostituzione usate pesche gialle profumate e mature.
I lamponi e gli altri frutti di bosco stanno vivendo un periodaccio, nelle ultime settimane è montato un grande allarme per numerosi casi di epatite A, sembra scatenata da frutti congelati contaminati da acque di lavaggio o di irrigazione infette.
Proprio per questo vi consiglio la frutta fresca e certificata italiana. Quella surgelata pare arrivi da ogni parte del mondo, i frutti surgelati poi sono privi di consistenza, a chi piacciono? quando non è stagione si mangia altro!
Buona domenica 1° settembre soprattutto a un manipolo di amiche particolari... keep calm & wait, girls!

-ricetta-
250 g lamponi
150 g pesche gialle
200 ml panna fresca
100 ml sciroppo di zucchero
50 g zucchero semolato
1 albume
succo di lime
Frullo i lamponi puliti con la pesca a pezzettini assieme allo zucchero e a 2 cucchiai di succo di lime.
Diluisco la purea di frutta con lo zucchero liquido e con la panna, da ultimo aggiungo l'albume leggermente sbattuto.
Verso tutto nella gelatiera e faccio addensare sino a che non vedo la massa ben mantecata, poi la trasferisco in un contenitore e la ripongo in freezer.
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