''invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passerà sotto il vostro tetto'' J.A. Brillat-Savarin- Fisiologia del gusto- 1825
lunedì 10 settembre 2012
Piccole mafalde integrali allo zola e noci
Eccomi qui sull'isola dell'Arcipelago Toscano così vicina al continente eppure così scomoda per collegarsi. Almeno la parte dove risiedo, sotto il Monte Calamita.
Diciotto minuti per aprire la pagina iniziale del blog... nel frattempo ho avuto modo di fare colazione, rifare il letto, dar da mangiare ai gatti locali, e intanto il buffering girava alla disperata ricerca di qualche kilobyte per alimentare la connessione. Ma chi la dura la vince e non mi arrendo, almeno sino a quando non arriva il messaggio 'non sei connesso a internet', allora chiudo baracca e burattini e vado per altro, a nuotare per esempio.
Cosa sono le mafalde? un tipo di pasta corta che se fosse lunga si chiamerebbe reginetta, fettuccine festonate ai lati, ma tagliate a pezzetti di circa 3 cm.
Per una volta la scelta del piatto da cucinare è stata condizionata in anticipo dalla voglia di stappare un determinato vino.
Per festeggiare l'inizio delle agognate vacanze e dopo una giornata di viaggio e di installazione in casa volevamo stappare un Gewürztraminer dell'Alto Adige, messo a rinfrescare appena arrivati.
A proposito... abbiamo detto addio alla casa storica in aprile, ma la nuova soluzione è mooolto meglio! Siamo isolati su un promontorio sul mare, la casa è ombreggiata da pini marittimi e ha un magnifico patio dotato di tutto, griglia, doccia esterna, chaises longues, uccellini che cantano all'albeggiare e persino cinghiali che grufolano la notte fuori della porta-finestra. E nuvole di zanzare, quelle non mancano mai su questo pezzetto di paradiso, fortuna che i repellenti cutanei funzionano bene, abbiamo cenato romanticamente a lume di candela e non ci hanno dato troppo fastidio.
Con questo vino aromatico ci stava bene uno zola ma l'appetito di Max.Pa (ribattezzato da domani Max-Fast, perchè lui fa tutto troppo velocemente e quando mi leggerà al suo ritorno a casa so che non sarà contento di questo nuovo soprannome, ma se ha capito quanto gli voglio bene forse comincerà ad accettare il mio consiglio di andare un po' più 'slow' in tutto, che ha solo da guadagnarci) che ci fa compagnia con sua moglie per la prima settimana, non si sarebbe certo placato con qualche panino e un po' di formaggio.
Da qui la decisione di preparare una pasta ai formaggi, non i canonici quattro che non avevo, e di spezzettare qualche noce per dare un po' di crunch.
Una fonduta leggera, aromatizzata con qualche foglia di salvia tagliuzzata finemente.
Sposalizio perfetto.
-ricetta-
400 g pasta corta integrale
150 g zola dolce
50 g crescenza
50 g parmigiano grattugiato
20 g burro
latte
10 noci sgusciate
3 foglie di salvia
Metto a bollire l'acqua salata per cuocere la pasta e nel frattempo spezzetto lo zola.
Prendo un padellino, sciolgo il burro, metto lo zola e la crescenza, bagno con un goccio di latte e faccio scaldare piano sino a che ottengo una morbida crema.
Aggiungo il parmigiano, le noci e la salvia e tengo in caldo.
Lesso la pasta, la scolo al dente e la condisco con la fonduta.
A chi piace consiglio anche una macinata di pepe nero.
Il Traminer Aromatico è quello di Köfererhof, vendemmia 2010, elegante, fine, non eccessivo coi profumi, adattissimo alla dolcezza dello zola e alla cremosità della pasta.
domenica 9 settembre 2012
Crostini di polenta con quenelle di merluzzo
Uno dei cicheti più prelibati che si possono mangiare a Verona, nell'Antica Bottega del vino è polenta e baccalà, crostini di polenta fritta su cui appoggia una piccola quenelle di baccalà mantecato.
Ho studiato una versione sprint e light di questa ricetta, davvero un'ottima soluzione per antipasti e finger food con un fresco calice di vino bianco oppure rosato.
Invece dello stoccafisso ammollato ho cotto in un soffritto di cipolla dei filetti di merluzzo, che una volta rosolati ho portato a cottura con un po' di latte. Ho usato un olio leggero del Garda, prodotto a Lazise dal nostro amico Marco Zanoni.
Alla fine ho mixato il tutto nel robot e poi ho fatto raffreddare per formare le quenelles.
La polenta l'ho fatta con calma il giorno prima in modo da poterla affettare bene per friggerla e ho usato una farina mista con mais rosso.
Il risultato è molto simile a quello mantecato, molto stuzzicante e saporito ma più leggero perchè c'è meno olio.
Buona domenica!
-ricetta-
circa mezzo chilo di polenta, fatta in anticipo
300 g filetti di merluzzo, anche surgelato
1 cipolla rossa
latte
olio evo
sale rosso
Taglio la polenta a quadrotti spessi 1 cm e la faccio soffriggere in una larga padella con un velo d'olio sino a che non fa una bella crosticina per ogni lato.
La trasferisco su un piatto di portata, meglio se d'acciaio così potrò metterlo in forno per intiepidirla.
Prendo una padella e ci metto ad appassire la cipolla tritata in un velo d'olio, quando inizia ad ammorbidirsi metto il merluzzo, lo faccio rosolare poi lo bagno col latte e lo condisco con un pizzico di sale rosso. Faccio cuocere piano per circa 20', sino a che inizia a sfaldarsi.
A questo punto lo verso nel robot e ne ricavo una crema.
La trasferisco in un contenitore e quando è fredda e compatta, anche il giorno dopo, posso formare le quenelle servendomi di 2 cucchiai.
Ne appoggio una sopra ogni crostino di polenta caldo e servo.
Ho studiato una versione sprint e light di questa ricetta, davvero un'ottima soluzione per antipasti e finger food con un fresco calice di vino bianco oppure rosato.
Invece dello stoccafisso ammollato ho cotto in un soffritto di cipolla dei filetti di merluzzo, che una volta rosolati ho portato a cottura con un po' di latte. Ho usato un olio leggero del Garda, prodotto a Lazise dal nostro amico Marco Zanoni.
Alla fine ho mixato il tutto nel robot e poi ho fatto raffreddare per formare le quenelles.
La polenta l'ho fatta con calma il giorno prima in modo da poterla affettare bene per friggerla e ho usato una farina mista con mais rosso.
Il risultato è molto simile a quello mantecato, molto stuzzicante e saporito ma più leggero perchè c'è meno olio.
Buona domenica!
-ricetta-
circa mezzo chilo di polenta, fatta in anticipo
300 g filetti di merluzzo, anche surgelato
1 cipolla rossa
latte
olio evo
sale rosso
Taglio la polenta a quadrotti spessi 1 cm e la faccio soffriggere in una larga padella con un velo d'olio sino a che non fa una bella crosticina per ogni lato.
La trasferisco su un piatto di portata, meglio se d'acciaio così potrò metterlo in forno per intiepidirla.
Prendo una padella e ci metto ad appassire la cipolla tritata in un velo d'olio, quando inizia ad ammorbidirsi metto il merluzzo, lo faccio rosolare poi lo bagno col latte e lo condisco con un pizzico di sale rosso. Faccio cuocere piano per circa 20', sino a che inizia a sfaldarsi.
A questo punto lo verso nel robot e ne ricavo una crema.
La trasferisco in un contenitore e quando è fredda e compatta, anche il giorno dopo, posso formare le quenelle servendomi di 2 cucchiai.
Ne appoggio una sopra ogni crostino di polenta caldo e servo.
sabato 8 settembre 2012
Lenticchie in insalata con mela
Uso molto le lenticchie in insalata, così posso prepararle durante tutto l'anno.
Se poi sono quelle verdi del Puy, una varietà francese molto piccola e molto saporita, meglio ancora.
Ho preso lo spunto di abbinarle a dadini di mela da un suggerimento che stava proprio sulla loro confezione e devo ammettere che il dolce della mela golden ci sta alla perfezione con il sapore verde erbaceo e vagamente ferroso delle lenticchie.
Non necessitano di ammollo, come quelle del Castelluccio, e cuociono in breve tempo.
Rendono anche molto bene, pertanto 250 g bastano per 10 persone.
Ho completato con una dadolata di ricotta dura salata e piccoli pomodori San Marzano e condito con ottimo olio extravergine, il Polifemo, siciliano dei monti Iblei.
-ricetta-
250 g lenticchie piccole
150 g piccoli San Marzano
100 g ricotta salata
1 mela golden
sale, pepe e olio evo
Mentre cuociono le lenticchie in 6 volte il loro volume d'acqua, in una boule preparo il condimento.
Sbuccio la mela e la taglio a dadini piccoli, lo stesso faccio coi pomodori e col formaggio.
Condisco con pochissimo sale in fiocchi, una macinata di pepe e con l'olio, mescolo e faccio riposare.
Scolo le lenticchie quando sono tenere, questa qualità ha il pregio di non disfarsi mai, e le lascio intiepidire prima di versarle nella boule.
Mescolo bene e poi aspetto che l'insalata si insaporisca prima di servirla, posso persino prepararla con un giorno di anticipo.
venerdì 7 settembre 2012
Zucchine tonde ripiene di fregola
Buongiorno a tutti!
Oggi cucino le zucchine tonde, di colore verde chiaro, sono ideali da riempire e hanno una polpa molto dolce.
Come tutte le altre zucchine sono ricche di acqua e poverissime di calorie.
Al posto del riso ho preparato un mix con la fregola sarda (l'ultima che avevo in dispensa) e un patè finissimo di sgombri che mi hanno riportato dal Portogallo, con uno spiccato gusto di pesce.
Se non avete il patè potete sostituirlo tranquillamente con tonno in scatola passato al mixer.
Oppure toglietelo del tutto e lasciate solo fregola e verdure.
Il resto è fatto da un soffritto di porro e dalla polpa delle zucchine estratta con lo scavino.
Il risultato è d'effetto e molto decorativo, una intera risolve una cena vegetariana e fa da piatto unico.
-ricetta-
zucchine tonde
35 g fregola per persona
1 porro
60 g patè di sgombri o una scatoletta piccola di tonno sgocciolato
olio evo, sale
Taglio la parte apicale delle zucchine e le svuoto aiutandomi con uno scavino, lasciando un bordo di circa un centimetro tutto intorno.
Le salo all'interno e le capovolgo su un piatto per mezz'ora.
Poi metto una griglia sul fondo di una pentola e verso acqua sino ad arrivare a sfiorarla, appoggio le zucchine capovolte sulla griglia e lascio che cuociano a vapore sino a che sono morbide ma non sfatte.
Mentre si raffreddano preparo il ripieno cuocendo la fregola in acqua bollente salata e scottando la polpa delle zucchine in un soffritto di porro tritato.
Mescolo le verdure soffritte alla fregola e aggiungo il patè che sostituisce anche il sale.
Con questo impasto riempio le zucchine, le appoggio coi loro cappellotti in una pirofila unta di olio e le metto in forno caldo a 180° per 30'.
Se non fanno da piatto unico una metà a testa è sufficiente come contorno.
giovedì 6 settembre 2012
Crostatine alla crema e frutti di bosco
Giorni fa abbiamo organizzato una serata di degustazione di birre.
Una prova, l'universo delle birra è altrettanto vasto che quello del vino.
In realtà era stata pensata per alleviarci dal grande caldo di quest'estate, ma per aspettare il rientro di tutti è finita che è arrivata prima 'Poppea' a rinfrescare oltremodo le temperature, cosa graditissima peraltro.
Comunque, per chiudere in bellezza la serata, l'intenzione era di abbinare la classica tortina alla frutta con una birra fruttata come la Kriek, solitamente aromatizzata con lamponi o ciliegie.
Di difficile reperimento, oltretutto. Siamo riusciti a trovarne una in un negozio specializzato di Milano, ma la delusione sulla qualità del prodotto mi ha fatto infuriare non poco.
Una Lambic Kriek troppo austera per l'abbinamento con il dolce, davvero austera, punto.
Che non regala alcun piacere alla beva, almeno secondo il mio modestissimo parere.
Avevo memoria di altre tipologie, addizionate di un poco in zucchero, qualcosa di estremamente gradevole invece di un prodotto piatto, amaro e acido.
Tant'è vero che non è piaciuta a nessuno... mentre le mie crostatine sono andate a ruba.
Le avevo preparate con tanto amore e cura, bilanciando la dolcezza della crema pasticcera con l'asprigno dei piccoli frutti, cuocendo bene il guscio di frolla perchè non si ammollasse col ripieno.
Senza lucidarle con gelatina, ma lasciandole nature.
Le biglie di ceramica le acquistai negli anni 90 in occasione del mio primo viaggio negli USA, sono comodissime, si possono riutilizzare all'infinito e si appoggiano direttamente sulla pasta senza bisogno di dischetti di cartaforno, tanto ogni volta si possono lavare.
Ne ho preparate 14 con queste dosi.
-ricetta-
per la frolla:
400 g farina 00
160 g burro morbido
160 g zucchero
2 uova
1 cucchiaino di lievito
buccia di limone grattugiata, sale
per la crema pasticcera:
4 tuorli
500 ml latte
150 g zucchero
30 g farina
30 g maizena
estratto vaniglia o un baccello
per decorare:
125 g ribes
125 g mirtilli
125 g more
Preparo la frolla mescolando farina, lievito e zucchero col burro, poi aggiungo le uova, un pizzico di sale e la scorza di limone grattugiata.
Lavoro l'impasto brevemente, formo una palla che lascio riposare ben sigillata con pellicola.
Mi preparo anche la pasticcera, scaldo il latte con la vaniglia, sbatto i tuorli con lo zucchero e diluisco con un po' di latte tiepido, aiutandomi con una frusta aggiungo le farine mescolando senza fare grumi, poi verso il tutto nel pentolino col resto del latte e faccio scaldare a fiamma bassissima cuocendo per una decina di minuti perchè si addensi.
Copro la superficie con della pellicola e aspetto che raffreddi.
Nel frattempo imburro stampini singoli per crostatine e stendo la pasta frolla rivestendoli.
Bucherello il fondo coi rebbi di una forchetta e verso delle biglie di ceramica (o fagioli secchi) per non far gonfiare la pasta in cottura.
Scaldo il forno a 200°, cuocio le tortine per circa 15/20', dipende dal forno, elimino le biglie e faccio colorare anche il fondo per altri 5'.
Sformo i gusci di frolla e li faccio raffreddare su una gratella.
Procedo quindi al riempimento, verso uno strato di crema pasticcera, al centro metto una meringhetta e tutto intorno i frutti lavati e tamponati bene.
Se le consumo in giornata le lascio a temperatura ambiente, se invece mi servono il giorno dopo le conservo in frigorifero coperte di pellicola.
Prima di servirle le spolvero appena con poco zucchero a velo.
mercoledì 5 settembre 2012
Polpettine "tortellino"
Un saluto a tutti.
Il solo pensare ai tortellini mi fa venire subito in mente il saporito ripieno, che mangiavo a cucchiaini di nascosto mentre li preparavo aiutando mamma e papà.
Era un lavoraccio, prima fare la pasta, poi tirarla sottile, la sera prima mamma aveva cotto la carne per il ripieno che il giorno dopo veniva mescolata a prosciutto crudo, mortadella, parmigiano, tanta noce moscata e un po' di mollica bagnata nel latte.
Un sapore che ricordo perfettamente, uno di quelli che sono rimasti indelebili nei cassetti della mia memoria sensoriale.
Tutto questo per dire che, grazie a un piccolo trafiletto trovato nell'allegato di cucina di un settimanale di programmi TV, mi è venuta voglia di fare queste polpettine a base di ripieno per tortellini, una soluzione più spiccia che preparare la pasta ripiena e un secondo accattivante per ragazze dal palato difficile, le figlie di amici che avremo a pranzo.
Oltretutto mi era avanzato un pezzetto di lonza dai bauletti che ho fatto giorni fa, subito congelata ovviamente, e dovevo altresì terminare la parte apicale del gambetto di prosciutto orobico.
Alla fine sempre di riciclo si tratta... andare alla ricerca di appetitose ricette per far fuori gli avanzi del frigorifero, che da me sono sempre moltissimi.
Il problema sta nel ritrovare i ritagli! li strappo dalle riviste, poi li metto in apposite cartellette per quando vado alla ricerca di spunti, tutto sta a ricordare in quale siano! ho provato a dividerli per argomenti, ma chissà come dopo un po' mi ritrovo coi dessert mischiati alle paste asciutte.
Eppure nel mio caotico (dis)ordine mi ci ritrovo sempre... dovreste vedere la mia fucina-cucina.
Magari vi posto una foto scattatami da un'amica, naaaaaa meglio di no, rimarreste inorriditi e non seguireste più i miei racconti culinari!
Ma veniamo ai 'nudi di tortellino'.
-ricetta-
200 g polpa maiale, lonza
100 g mortadella
100 g prosciutto crudo
80 g parmigiano grattugiato
1 uovo grande
1/2 panino ammollato nel latte
noce moscata, pepe
20 g burro
Taglio a dadi la lonza e la faccio rosolare per 5' nel burro spumeggiante.
Spengo e lascio intiepidire.
Preparo il robot, metto la carne, il prosciutto, la mortadella, il panino strizzato, il formaggio, l'uovo e lo aziono per ottenere un composto piuttosto fine, poi macino abbondante noce moscata e poco pepe, sempre nero.
Niente sale mi raccomando, basta e avanza quello di salumi e formaggio.
Trasferisco il composto in un contenitore e metto in frigorifero.
Un'ora prima del pasto formo delle piccole polpette che rotolo nella farina e faccio friggere in poco olio, anche d'oliva.
Ottima idea anche per appetizer e finger food, oltre che per ragazzini dai gusti difficili.
martedì 4 settembre 2012
Ziti gratinati con pesto
Finito il grande caldo mi riapproprio di ricette che avevo accantonato per non accendere troppo il forno.
Su Sale e Pepe ho letto questa ricetta che però contemplava anche micro polpettine di pesce nel condimento.
Ho tolto il pesce che non piace ad alcuni ospiti e ho arricchito la besciamella dove ho stemperato il pesto.
Pesto confezionato da uno dei più qualificati produttori d'olio della riviera ligure di ponente, gradito regalo di un paziente che non ci dimentica mai ogni volta che soggiorna sul posto.
Una teglia con 500 g di pasta è sufficiente per 6/8 persone, se poi siete maniacali come me e disponete la pasta ordinatamente prima in senso verticale e poi orizzontale, sarà ancora più semplice porzionarla creando un bell'effetto decorativo.
Ovviamente potete preparare un pesto maison, c'è ancora molto basilico fresco in giro e con l'aggiunta di un po' di pinoli e di un mix di parmigiano e pecorino si fa in un lampo.
-ricetta-
500 g ziti
500 ml di besciamella
1 vasetto di pesto
2 tuorli
60 g formaggio grattugiato
pangrattato, burro
Preparo la besciamella con mezzo litro di latte e un roux biondo con 30 g burro e 30 g farina. La insaporisco con un po' di noce moscata, poi ci diluisco il pesto e i tuorli che daranno cremosità alla pasta, e anche due cucchiai di formaggio grattugiato.
Imburro una pirofila e la rivesto di pangrattato, intanto lesso molto al dente gli ziti spezzati, li scolo e li condisco con la besciamella aromatica, quindi aiutandomi con la pinza li stendo in file ordinate nella pirofila incrociando il verso a ogni strato e spolverando ognuno con pangrattato e poco formaggio.
Termino con abbondante pangrattato e ancora una spolverata di formaggio.
Intanto ho portato il forno a 200°, inserisco la pirofila e faccio cuocere per 15'/20', dipende dal forno.
Lascio riposare il tutto 10' poi taglio a quadrotti e servo in tavola.
In abbinamento il Veltliner di Maso Kuen Hof 2007, che Peter e Brigitte Pliger producono in Valle Isarco, uva di provenienza austriaca molto ben coltivata in A. A., apparentemente un vino semplice, esplode in bocca con una nota di freschezza sorprendente nonostante i 5 anni dalla vendemmia.
I loro quattro vini sono tutti tappati con il tappo Stelvin a vite, che si dimostra adattissimo all'invecchiamento.
Purtroppo la nostra assegnazione annuale è di sole 6 bottiglie per tipo dei 4 vini prodotti... che, per giunta, dobbiamo spartire con amici, ma loro ci tengono ad accontentare più appassionati possibile essendo la produzione molto limitata, la proprietà di Maso Kuen Hof è di soli 5 ha.
lunedì 3 settembre 2012
Bauletti di lonza con formaggio e rucola
Salve a tutti! anche questa volta la ricetta non è farina del mio sacco, l'ho sbirciata su Cucina Moderna e mi è piaciuta.
Una soluzione per un secondo di carne veloce, facile e saporito.
Dedicata a bambini e ragazzi che mangiano la carne a fatica, ricordiamoci che per loro le proteine animali sono i mattoni per costruire valide fondamenta, poi le sovrastrutture esterne potranno essere modificate con la crescita, e allora si potrà scegliere di diventare vegetariani o vegani, ma mai prima del completo sviluppo.
Un corpo costruito su solide basi potrà scegliere lo stile alimentare che più gli aggrada, ma se le fondamenta vacillano la vita da adulto sarà costellata di piccoli-grandi problemi di salute e nessuno, penso, vuole questo per i propri figli.
E' uno dei meriti che riconosco a mio padre l'avermi insegnato a mangiare di tutto, beh, tutto tutto proprio no, diciamo che quello che non mangio si può considerare superfluo... non mi piacciono caviale, ostriche, cozze e tartufi, cibi di cui si può fare senza, che dite?
Invece la carne di maiale ormai è paragonabile a quella di vitello, i moderni sistemi di allevamento producono una carne magra, bianca, leggera.
Fettine di lonza battute e farcite di formaggio e rucola, con in più la nota dolce della frutta essiccata, sono perfette per un secondo non solo economico ma nutriente e completo.
Dosi per 6
-ricetta-
800 g lonza di maiale
150 g formaggio di capra, quello a rotolino tipo Sainte Maure
50 g rucola
mandorle a scaglie
una scodellina di mirtilli rossi essiccati
1 spicchio di aglio
vino bianco
olio evo, sale, pepe
Col coltello affilato libero la lonza dello strato fibroso, se c'è, e la taglio a fettine, calcolandone 2/3 a testa.
Le appiattisco col batticarne mettendole tra due fogli di cartaforno o pellicola quindi, dopo averle leggermente salate e pepate, le farcisco con un mix di formaggio di capra e rucola tritati, 2 o 3 mirtilli essiccati e qualche scaglietta di mandorle.
Le ripiego a mezzaluna e le chiudo con uno stecchino.
Preparo una larga padella, metto un filo d'olio e lo faccio scaldare con lo spicchio d'aglio vestito e schiacciato, quando è dorato e ha rilasciato il suo aroma lo tolgo e metto i bauletti rosolandoli 2/3' per parte, poi li sfumo con mezzo bicchiere di vino bianco e cuocio a fuoco moderato rigirandoli fino a che il sughetto non si è ristretto, massimo 10'.
Salo appena, macino del pepe nero e spengo.
Servo con un po' del sughetto di cottura.
domenica 2 settembre 2012
Frittata di patate e cipolle coi cruschi
Sto diventando monotona?
Insomma... ho questa bella collana di peperoni di Senise e la uso più che volentieri.
Mi sono inventata questa frittatona larga e bassa cotta al forno con patate e cipolle e cruschi spezzettati, una delizia da servire a quadrotti come aperitivo/antipasto insieme a un calice di Cirò rosato, tanto per rimanere tra Calabria e Basilicata, o assieme a una fresca birra bionda francese, leggera e non troppo luppolata.
Certo va benissimo anche come secondo, è più che sufficiente per 6 persone.
Ho in pratica scopiazzato la tortilla spagnola di patate e cipolle, ma utilizzando molti albumi, residui di creme inglesi e gelati in cui ho usato solo tuorli, e stendendola sottile, così cuoce in fretta e rimane una specie di gallettone in modo che i peperoni abbiano modo di rilasciare il loro intenso sapore.
Non avete cruschi a disposizione? ma lo sapete che si possono acquistare anche via internet? cercate sul web, ci sono siti che li spediscono comodamente a casa.
Oppure potreste far seccare dei peperoni dolci, con un po' di pazienza e tanto caldo, come c'è stato quest'anno, ci si riesce anche qui al nord. Magari impegnatevi per il prossimo anno... e se volete provare comunque la mia ricetta fate anche senza e abbondate di paprika dolce più un pizzico di peperoncino.
Non sarà proprio uguale, ma con fantasia si rimedia a molte cose in cucina.
Dosi per una teglia di 24x34 cm.
-ricetta-
500 g patate
2 cipolle rosse di Tropea
4 uova
4 albumi
40 g formaggio grattugiato
2 cucchiai di latte
1 cucchiaio di farina
4 peperoni cruschi
olio evo, sale, pepe
Pelo le patate, le affetto a pezzi irregolari e le sbollento pochi minuti in acqua bollente e salata.
Intanto sbuccio e affetto le cipolle e le faccio appassire in una wok con olio evo, dopo circa 6' aggiungo le patate scolate e faccio saltare insieme per altri 5' sino a che si insaporiscono bene.
Spengo e lascio intiepidire.
In una grande boule sbatto le uova con gli albumi più latte, formaggio e farina, un pizzico di sale e uno di pepe.
Privo i cruschi del picciolo e del torsolo pieno di semi poi li spezzetto con le mani e li aggiungo, assieme a patate e cipolle, al composto.
Porto il forno a 160°.
Rivesto una teglia rettangolare, grande e bassa, di cartaforno, verso il composto e lo livello con una spatola prima di infornarlo.
Lo cuocio sino a che non si è leggermente gonfiato e rappreso, poi lo sforno e quando è tiepido lo trasferisco sul vassoio di portata tagliato a quadrotti.
Lo servo leggermente tiepido.
sabato 1 settembre 2012
Risotto primavera con totani
Prima che me ne dimentichi, do il benvenuto alle nuove followers, grazie a tutte, siete molto carine e gentili e vorrei avere più tempo per girovagare in rete alla scoperta dei vostri blog, ma accidenti... riesco a fatica ad aggiornare il mio blog e solo grazie alla mia sveglia stra-mattutina.
Poi il tempo delle giornate mi vola via senza che possa riaccendere il pc, riesco a malapena a rimanere aggiornata grazie a messaggi, notifiche e posta sull'iPhone. Non voletemene.
I risotti sono la mia passione, più della pasta, con gli anni ho affinato la tecnica, appena sposata ricordo che li cuocevo sempre nella pentola a pressione, ma allora lavoravo fuori casa e rientravo tardi, per cui il sistema più veloce era quello.
Ora invece mi piace rimestarlo pian piano nella pentola, aggiungendo il brodo poco alla volta e non mi spavento più anche se lo cucino per 12, numero massimo consentitomi dall'apposita pentola, anche se il numero ideale è per 8.
Oggi eravamo solo 5 ma ne ho cotto mezzo chilo apposta per avanzarne un po' per fare un tortino domani.
Inizialmente volevo cucinarlo con le canocchie, ma non ne ho trovate in pescheria quindi ho ripiegato su
totani freschi.
Però solo coi totani mi sembrava povero, allora ho preparato un trito abbondante di verdure tagliandole tutte a cubetti di 3x3 mm e ho tagliato i totani a coriandoli. Ideona!
Ho cotto il tutto con acqua bollente e salato con sale rosso delle Hawaii.
In mantecatura ho usato stracchino morbido e olio, che lo ha reso lucente.
Dosi per 6
-ricetta-
500 g riso semifino Rosa Marchetti
1 zucchina
2 carote
1 cipolla rossa di Tropea
4 gambi di sedano
300 g totani (due medi)
50 g stracchino
prezzemolo
olio evo
sale, pepe
Preparo tutte le verdure tagliandole a cubetti di 3x3 mm, pulisco e lavo i totani, elimino il becco e gli occhi e li taglio a dadini di 1x1 cm, tentacoli compresi.
Scaldo abbondante acqua in una pentolina o col bollitore.
Prendo la pentola per risotti, scaldo un velo d'olio e ci metto tutte le verdure, le faccio rosolare piano facendole appassire per 5/7' poi aggiungo i totani e lascio cuocere per altri 5', salo appena quindi butto il riso, lo faccio intridere bene nel condimento e continuo a cuocerlo aggiungendo acqua bollente a mestoli, solo acqua perchè le tante verdure lo insaporiranno come se ci fosse il brodo, quando è quasi cotto condisco con una presa di sale rosso e poi spengo mantecando con lo stracchino, poco pepe macinato e un giro di olio evo.
Lascio riposare 3' e intanto trito il prezzemolo che uso per decorare i piatti.
Ancora un Verdicchio, questa volta la versione in acciaio, Castelli di Jesi Classico Superiore di Marotti Campi, Luzano annata 2010. L'assenza di passaggio in legno esalta la sua tipicità, vino di buona struttura, elegante e sapido.
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