Adesso però vi parlo di cucina, e mettercisi in queste calde giornate è davvero un'impresa!
Cucinando per tempo, con calma e al di fuori delle ore più calde, si può preparare questa 'conserva' tipica della cucina toscana. Un arrosto di arista, o lonza che dir si voglia, raffreddato e conservato sott'olio assieme a spezie varie, sino a qualche mese.
Ho visto vasi contenenti arrosti siffatti in tutte le macellerie-gastronomie di Pistoia, dove sono stata a metà maggio per la première di Nobody's room di Soqquadro Italiano. Non potevamo mancare e sono sempre più entusiasta di aver potuto assistere non solo allo spettacolo ma pure alle prove generali, in modo da scolpirmi bene in mente tutta la serie di lied che Vincenzo interpreta come solo lui sa fare -in attesa del cd. Oltre naturalmente al piacere di incontrare l'amico Claudio, direttore artistico dell'ensemble e del nuovo progetto, e musicisti, fonico, tecnico luci e scenografa.
Ci siamo piacevolmente intrattenuti con loro sia a pranzo, prima della performance, che dopo la première ufficiale. Ed è sempre un grande privilegio scambiare due chiacchiere con artisti così dediti alla propria arte.
Un mondo molto distante dal nostro quotidiano... e per questo forse ancor più affascinante.
Perciò non appena arrivata a casa ho cercato notizie di questi arrosti all'olio. E ho pensato di farne subito un paio, da tenere di scorta per ogni evenienza. Tanto sia la preparazione che il sistema di conservazione è un gioco da ragazzi.
-ricetta-
1 arrosto di lonza
alloro
rosmarino
chiodi di garofano, semi anice/finocchio, bacche di ginepro
olio misto di semi ed evo
L'arrosto scegliete voi come cuocerlo. In pentola, in forno, al latte. Basta che una volta pronto raffreddi a dovere in modo da poter essere ripulito da scorie e altro che potrebbero rivestirne la superficie.
Lo metto in un vaso capiente tutto intero o diviso in due parti, dipende dalle sue dimensioni, dove sul fondo ho versato un dito di olio e parte delle spezie. Moderate l'uso del chiodo di garofano, ne basta uno -al massimo due.
Adagio la carne e metto alloro, rosmarino le altre spezie e qualche bacca di ginepro che ho schiacciato con la lama di un grosso coltello o pestato nel mortaio.
Ricopro con altro olio, non lo uso tutto d'oliva perché dominerebbe troppo. Tappo e chiudo ermeticamente.
Conservo il vaso al buio e al fresco - meglio se in frigorifero-, lasciando che la carne si insaporisca per non meno di 10 giorni prima del consumo. È una conserva sott'olio, quindi posso prolungarne la vita sino ad almeno 4 mesi, ma solo se la sterilizzo: basta immergere completamente i vasetti in una pentola d'acqua, portare a ebollizione e far bollire per 40'. Si lasciano poi raffreddare dentro l'acqua prima di estrarli ed asciugarli.
Ma non ci arriva così a lungo... finisce prima.
Ci siamo piacevolmente intrattenuti con loro sia a pranzo, prima della performance, che dopo la première ufficiale. Ed è sempre un grande privilegio scambiare due chiacchiere con artisti così dediti alla propria arte.
Un mondo molto distante dal nostro quotidiano... e per questo forse ancor più affascinante.
Perciò non appena arrivata a casa ho cercato notizie di questi arrosti all'olio. E ho pensato di farne subito un paio, da tenere di scorta per ogni evenienza. Tanto sia la preparazione che il sistema di conservazione è un gioco da ragazzi.
-ricetta-
1 arrosto di lonza
alloro
rosmarino
chiodi di garofano, semi anice/finocchio, bacche di ginepro
olio misto di semi ed evo
L'arrosto scegliete voi come cuocerlo. In pentola, in forno, al latte. Basta che una volta pronto raffreddi a dovere in modo da poter essere ripulito da scorie e altro che potrebbero rivestirne la superficie.
Lo metto in un vaso capiente tutto intero o diviso in due parti, dipende dalle sue dimensioni, dove sul fondo ho versato un dito di olio e parte delle spezie. Moderate l'uso del chiodo di garofano, ne basta uno -al massimo due.
Adagio la carne e metto alloro, rosmarino le altre spezie e qualche bacca di ginepro che ho schiacciato con la lama di un grosso coltello o pestato nel mortaio.
Ricopro con altro olio, non lo uso tutto d'oliva perché dominerebbe troppo. Tappo e chiudo ermeticamente.
Conservo il vaso al buio e al fresco - meglio se in frigorifero-, lasciando che la carne si insaporisca per non meno di 10 giorni prima del consumo. È una conserva sott'olio, quindi posso prolungarne la vita sino ad almeno 4 mesi, ma solo se la sterilizzo: basta immergere completamente i vasetti in una pentola d'acqua, portare a ebollizione e far bollire per 40'. Si lasciano poi raffreddare dentro l'acqua prima di estrarli ed asciugarli.
Ma non ci arriva così a lungo... finisce prima.
Nessun commento:
Posta un commento