Piano prima di inorridire, persino il Pellegrino Artusi le cita tra gli ingredienti di un suo piatto, dando per scontato che, tra le rigaglie (letteralmente roba da re) di una preparazione a base di riso, ci fossero anche le creste, di gallo o di pollo poca differenza fa, basta siano di un animale da cortile di sesso maschile dotato di cresta.
Immagino sappiate la valenza che hanno avuto gli organi interni degli animali nella storia... si dice che fortificassero chi li mangiava, vedi il cacciatore che prelevava il cuore da cervi o altra selvaggina da pelo. Gli organi riproduttivi (le palle di toro ad esempio) e quelli che chiaramente distinguono il sesso maschile si dice che fossero in grado di potenziare la virilità. Altro che pillole blu!
Settimo, un amico rodigino che abitualmente viene in vacanza qui in frazione d'estate, cucina un sublime risotto con le cicche, come chiama lui l'insieme di cresta, fegatino, durello, ventriglio e cuore di pollo.
Da quando a Milano ha chiuso un famoso pollivendolo in corso XXII marzo non si trovano più tanto facilmente, capita però che, persino nella grande distribuzione, abbiano l'illuminazione di mettere in vendita le creste recuperate dalle teste dei polli eviscerati e sezionati.
Le ho viste nei banchi di un grande supermercato e, ovviamente, pensando a papà che me le faceva recuperare quando evisceravo i polli, le ho acquistate per poi farci questo insolito risotto.
Mio marito ringrazia gli anni di barbarie cui sono stata sottoposta, tornavamo dalle visite alla nonna in Veneto con vari polli ruspanti ancora integri e a me toccava eviscerarli e sbrucciacchiarli, preparandoli per il congelamento. Non posso vantare titoli accademici di scuole di cucina ma ho accumulato molti anni di vasta pratica sul campo, sin da piccola. Bei tempi, quando si mangiavano polli squisiti.
Per chi non è ancora inorridito ma, soprattutto per chi le trova, ecco una ricetta priva di pomodoro, al suo posto ho messo alcuni peperoni cruschi tagliati a fettine, che cuocendo col riso si sono reidratati regalandogli un po' di colore e sapore.
Dai, vi ho stuzzicato? tutti a caccia di creste!
Nella banda a lato, alla voce potreste provare anche ho messo il link di un'azienda leader nella produzione di peperoni cruschi e non solo, casomai voleste ordinarli lì trovate le coordinate.
Non lo servirò all'amica Donatella, di passaggio a Milano. Non penso che il suo stomaco reggerebbe... credo che però saprebbe trarne spunto per uno dei suoi racconti fantasy!
Dosi per 4
-ricetta-
320 g riso Vialone nano
100 g creste
1 fegatino di pollo
1 cipollotto
3 peperoni cruschi
olio evo
sale, pepe
brodo vegetale
50 ml vino bianco
Pulisco le creste passandole sulla fiamma per eliminare l'eventuale peluria e le strofino con un po' di carta da cucina. Le lavo bene e le asciugo.
Taglio il fegatino a dadini e trito il cipollotto.
Metto a scaldare il brodo vegetale, elimino la maggior parte dei semi ai cruschi e li spezzetto.
Scaldo un velo d'olio nella pentola e ci metto ad appassire il cipollotto poi aggiungo le creste e le faccio rosolare brevemente quindi butto il riso, quand'è tostato lo sfumo col vino bianco e dopo che è evaporato inizio a bagnare col brodo a mestoli.
Dopo 5' aggiungo i fegatini e i cruschi e continuo a risottare.
Spengo quando il riso è al dente, lasciandolo morbido.
Copro per 5'.
Poi macino un po' di pepe nero e porto in tavola. Lo lascio nature senza aggiungere formaggio.
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