''invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passerà sotto il vostro tetto'' J.A. Brillat-Savarin- Fisiologia del gusto- 1825
lunedì 21 gennaio 2013
Zuppa di funghi, cicerchie e pasta
Oggi si cambia! al posto dei fagioli le cicerchie. Uuh, che fantasia!
Beh, perchè no? dove sta scritto che la pasta e fagioli dev'essere solo coi fagioli?
E se cambiamo legume che male ci sarà? nessuno, vedrete.
Papà parlava spesso delle cicerchie pur senza reperirle facilmente se non in occasione delle visite ai parenti marchigiani, uno dei quali gestiva una bottega di alimentari al paesello natio e lì vendeva il raro legume.
Attualmente si acquistano ovunque, internet avvicina tutto, non trovi qualcosa? basta girovagare in rete e si trovano siti di vendita di qualsiasi cosa.
Queste però le ho acquistate vicino alle zone di produzione, ero a Salerno in questa bottiglieria-enoteca con prelibatezze varie, e le ho pescate in un cestone.
Le zone di produzione sono quelle dell'Italia centro-meridionale, Lazio, Marche, Umbria, Molise e Puglia.
La cicerchia fa parte della famiglia delle Fabaceae, viene chiamata anche pisello d'erba o pisello indiano, o veccia, contiene anche una neurotossina, come molti altri legumi, che però non è oggigiorno così nociva grazie alle attuali tecniche di coltivazione e al consumo non esclusivo del legume, coltivato anticamente in zone siccitose perchè resistente e saziante, soprattutto in periodi di carestia.
Mi è venuta l'idea di fare una pasta e fagioli usandole al posto dei cannellini.
Penso che mio papà, sempre eccessivamente cauto/caustico coi miei esperimenti culinari, avrebbe gradito. A luglio saranno vent'anni dalla sua dipartita, chissà cosa ne penserebbe di sua figlia e del suo blog oggi...meno male che non c'è più, era sempre così critico e scettico sulla mia cucina, ma quand'è scomparso ero solo alle prime armi.
Per rimanere sul filone di ''come lo fregherei'', se papà fosse ancora in vita lo imbroglierei sull'uso delle cotenne (indispensabili per lui!), ho messo apposta i funghi che rimanendo molto masticabili possono essere scambiati per cotenne, senza avere la stessa grassezza.
Dosi per 4
-ricetta-
300 g cicerchie
250 g funghi cardoncelli o cremini
150 g ditalini
1 cipolla
1 carota
1 gambo di sedano
1 spicchio di aglio
1 rametto di rosmarino
1 ciuffo di prezzemolo
1 foglia alloro
1 scalogno
formaggio grattugiato
brodo
olio evo
sale, pepe, sambal
La sera prima metto a bagno le cicerchie in acqua fresca.
La mattina dopo le scolo, le sciacquo bene e le metto a cuocere in una pentola con abbondante acqua, la foglia di alloro, lo scalogno. Le salo solo quando sono cotte.
Le scolo quando sono tiepide e conservo il brodo di cottura.
Pulisco i funghi, li faccio a pezzetti e li salto in un velo d'olio con lo spicchio d'aglio, quando sono cotti li salo e li condisco con un po' di prezzemolo tritato.
Prendo una pentola e ci metto a soffriggere il trito ottenuto frullando cipolla, sedano e carota con un filo d'olio e una punta di sambal, lascio appassire molto bene poi aggiungo i funghi, un terzo delle cicerchie intere e il resto frullate, insaporisco con gli aghi del rosmarino, copro col brodo di cottura delle cicerchie, dev'essere almeno 1,5 litri, e faccio cuocere lentamente per 30', dopodichè aggiungo i ditalini.
Porto a cottura la zuppa, la pasta cuocendo assorbe liquidi e i suoi amidi contribuiscono ad addensarla, perciò sto attenta a che non attacchi mescolandola spesso.
Al termine metto qualche crosta di formaggio ridotta a filetti, se ne ho, poi verso nelle scodelle e completo col formaggio grattugiato (se piace, a me no) e una macinata di pepe nero.
Un filino d'olio a crudo non ci sta mai male.
Le cicerchie danno alla zuppa un sapore più dolce rispetto ai fagioli o ai ceci.
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