Ogni tanto è doveroso rendere omaggio alla produzione artigianale italiana.
Quale giorno migliore per parlare dei bravi artigiani italiani, che lavorano secondo scienza e coscienza, del giorno della festa del lavoro?
Almeno questo è quello che mi sento da fare io quando incrocio sulla mia strada di acquirente esigente e, nel mio piccolo, competente (sono modesta lo so!), piccole realtà che lavorano in modo superlativo.
E' notorio che i dolci non rientrano tra i miei alimenti preferiti, sono decisamente propensa per il salato.
Proprio perché non dipendente dallo zucchero, credo di avere quello che si potrebbe definire un "palato assoluto", un po' come alcuni fortunati dotati di orecchio assoluto per la musica.
Non sono avvezza a cibarmi di dolci per la necessità di soddisfare voglie improvvise, sin da piccola sgranocchiavo volentieri una michetta rafferma in caso di buco nello stomaco o per merenda, quindi se un dolce non è fatto più che bene me ne accorgo immediatamente e, quando incappo in qualcosa di buonissimo realizzato con ingredienti freschi, lo avverto all'istante ed è un piacere per il palato.
E a voi tocca sorbirvi la mia voglia di esternarvi queste scoperte, lo faccio con l'intento di suggerirvi qualcosa di interessante da andare a ricercare in caso di gite fuoriporta o da farsi spedire.
In occasione del weekend trascorso sull'altopiano di Asiago e dei 7 comuni, acquistai una tortina al taràssaco della pasticceria Cortese di Conco (Vi). Conco è appunto uno dei sette comuni facenti parte dell'altopiano.
Mi colpì subito il buon sapore di burro, farina e uova mescolato alla delicata fragranza di fiori e foglie della tipica piantina spontanea, che tappezza l'altopiano in primavera. Una piccola torta, la pezzatura è di 300 g, ideale per 6/8 commensali, fatta come la si potrebbe realizzare in cucina con buon burro di montagna e uova fresche.
Molto incuriosita, appena tornata a casa mi misi in contatto con la pasticceria Cortese e, dopo accordi telefonici col titolare, signor Gabriele, ordinai alcuni loro prodotti, tra i quali anche la tipica torta vicentina La gata, a base di cioccolato, mandorle, farine di frumento e mais di Marano, grappa.
Famoso e rappresentativo dolce del territorio berico, ha persino un Consorzio dedicato, QUI trovate la sua storia. Cliccateci, è interessante scoprire le possibili ipotesi sull'origine del detto "vicentini magnagati".
Tempo un paio di settimane, mi arrivarono a casa alcune tortine al taràssaco, che subito sottoposi all'assaggio dei nostri ospiti. Successo annunciato. Ovviamente nella spedizione inclusi una Gata e alcune fugasse, dolce che mi riporta all'infanzia, quando nonna Salute le impastava per Pasqua e poi le portava al forno del paesello perché venissero cotte a legna. Un lievitato semplice, poco dolce e piuttosto compatto, ideale da bagnare nel latte a colazione, tipico del vicentino-trevigiano, molto simile alla pinza triestina.
Basta, non mi dilungo oltre. Oggi daremo fondo all'ultima tortina rimasta, delicata e morbida, un ottimo fine pasto se abbinata a un dolce e aromatico Moscato d'Asti naturale come quello di Gianni Doglia, ad esempio.
Se vi ho incuriosito abbastanza, nel roll laterale del blog alla voce 'consigli per gli acquisti' troverete, nell'elenco dei mie suggerimenti, il link diretto al sito della pasticceria Cortese.
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