domenica 12 febbraio 2017

Pinza bolognese

Dopo aver lavorato tre giorni per fare la marmellata di arance amare versione 2017, ricetta che rivedo di volta in volta sperimentando nuovi procedimenti in base alle critiche del consorte e degli amici, la voglia di stare in cucina, sommata alla stanchezza, era pari a zero.
Avevo però promesso a un'amica che mi sarei incaricata di fare il dolce per un pranzo di gruppo.
Mi alzo la domenica mattina piuttosto presto e inizio a ponderare. Parto con l'idea di fare le cassatelle fritte -ma mi dico che ci vogliono almeno un paio d'ore solo per friggere-. Opzione scartata.
Viro sulle raviole bolognesi, mezzelune di pasta frolla farcite di mostarda dolce. Idem... troppo il tempo occorrente per farne almeno due a testa -il pranzo è per 15 persone! E mi fanno male le gambe.
Sono comunque dell'idea di preparare un dolce poco pasticciato, visto che la portata principale del convivio sarà la cassoeula.
Resto a Bologna e, sulla falsariga, trovo la pinza. Sorta di rotolo dolce, sempre a base di frolla e farcito di confettura. Ecco... qui si lavora poco. Se impasto con la planetaria non mi resta che stendere la frolla, spalmarla di confettura, arrotolare e cuocere in forno.
Una volta in tavola si serve a fette.
Perfetto! E così è stato che mi sono cimentata con questo dolce molto casalingo.
Quando cerco ricette autentiche della cucina bolognese o emiliana, faccio riferimento a quelle della famosa sfoglina Alessandra Spisni. Mi trovo bene con le sue indicazioni.
Perciò se volete fare un dolce semplice e tutto naturale, con uova fresche, burro, farina, zucchero e confettura fatta in casa, of course, questa è la soluzione ideale.
Ne ho naturalmente fatte due, una con confettura di ciliegie e more, l'altra con la marmellata di arance appena prodotta.
Dosi per 6/8 = 1 pinza

-ricetta-
250 g farina 00
100 g zucchero
90 g burro
5 g lievito
1 uovo
1 limone bio
latte
sale
250 g confettura

Nella planetaria con la frusta a foglia mescolo farina, zucchero, lievito e sale. Poi aggiungo il burro morbido e le uova. Se l'impasto dopo qualche minuto non si aggrega, uso un goccio di latte per compattarlo. Deve comunque rimanere malleabile e piuttosto morbido.
Lo faccio riposare 30' avvolto nella pellicola prima di stenderlo su un foglio di cartaforno in un rettangolo dello spessore di circa 4/5 mm.
Spalmo la confettura in uno strato abbondante lasciando liberi 2 cm dai bordi, poi ripiego il bordo libero dei lati corti e infine arrotolo con un paio di giri, formando un rotolo, che rimane piatto, piuttosto largo. La cartaforno mi aiuta nel lavoro.
Trasferisco la pinza mantenendo la carta su una placca, la spennello col latte e spolvero con zucchero.
Cuocio in forno caldo a 170° per circa 40'. Non deve colorire troppo.
In cottura aumenta di volume e si crepa, come potete vedere dalla foto. È proprio così che deve diventare.
Faccio raffreddare e servo a fette, dopo averla spolverata di zucchero a velo.

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