domenica 4 novembre 2012

Frittata rognosa rivisitata con cotechino e patate


La vera rognosa si fa col salame o la salsiccia, è una goduriosa frittata povera, tipica del Piemonte e della bassa padana.
Una delle più buone che abbia mai mangiato e di cui conservo un tenero ricordo, eravamo a Lodi, è stato in una trattoriaccia dove ci portò Luigi Volpi, il nostro amico pittore che periodicamente andavamo a trovare nel suo paesello natio.
Luigi amava la cucina poverissima, non si concedeva nessun orpello, viveva di composti a base di uova e semi vari che combinava in rustici tortini. Che spettacolo di uomo che era! un maestro di vita, trascorrere una giornata con lui era un arricchimento per lo spirito, oltre che per la mente.
Mi manca moltissimo, l'inverno era l'occasione per incontrarci, il 21 dicembre arrivava immancabile un suo biglietto inciso ad acquaforte per celebrare il solstizio d'inverno. Lui celebrava così il Natale, festeggiando il passaggio delle stagioni. E immancabilmente, dopo l'arrivo del suo biglietto, sempre a tema stagionale, ci recavamo da lui con qualche bottiglia di vino, che non doveva mai essere troppo importante, lui amava i vini schietti e rustici, preferiva il Gutturnio, il Buttafuoco, la Bonarda o il vin de Milàn di San Colombano (unica Doc della provincia capoluogo di regione) perchè per molti anni aveva abitato una cascina in paese.
Viveva molto spartanamente in un rustico in piena città, senza riscaldamento, con solo una stufetta che accendeva solo in caso di temperature polari.
Vabbè chiudo coi ricordi che poi mi intristisco troppo, comunque, l'ultimo inverno che andammo a fargli visita ebbi modo di mangiare questa frittata.
Oggi la rifaccio ma con il cotechino e, siccome mi occorre un frittatone per 8 persone, per fare volume aggiungo le patate, altrimenti dovrei abbondare con le uova e ne uso già 6!
La utilizzerò come rustico antipasto.

-ricetta-
6 uova
400 g patate
6 fette di cotechino
20 g burro
olio evo, sale, pepe


Trito grossolanamente il cotechino.
Affetto sottili le patate divise in quattro e sbucciate e le rosolo, con un filo d'olio e il burro, in una padella grande sino a che non sono tenere.
In una boule sbatto le uova con un pizzico di sale e una macinata di pepe diluendo con 3 cucchiai di acqua. A questo composto mescolo il cotechino e le patate, scaldo la padella per le frittate appena unta d'olio.
Verso il composto e lo faccio rapprendere, poi giro la frittata e faccio fare la crosticina anche dall'altro lato.
La servo a tranci, leggermente intiepidita.


In onore di Luigi scelgo uno dei vini che amava particolarmente.
Solo per oggi in versione più elegante, Luigi capirà... la Bonarda di Luretta, che loro hanno chiamato Manvantara, con un leggero passaggio in barrique.



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