''invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passerà sotto il vostro tetto'' J.A. Brillat-Savarin- Fisiologia del gusto- 1825
domenica 17 marzo 2013
il Tiramisù
Buona domenica! ieri e venerdì due limpidissime giornate di sole e oggi ...piove!
Meteo, ti prego di fare giudizio, mi servirebbero i prossimi cinque giorni asciutti, vedi tu e sii clemente.
Avevo già preparato per la pubblicazione questa ricetta molto tempo fa, ancora inesperta mi ero completamente dimenticata di fotografare il piatto finito, così è rimasta a lungo tra le bozze.
Se guardo il lato positivo è bello ritrovarsi la ricetta già scritta. Oggi finalmente servirò questo dolce a una quindicina di amici, era più di un anno che non mi dedicavo a un tiramisù dopo quello alle fragole che ho preparato per San Valentino lo scorso anno.
Sono per metà di origini trevisane, l'altra metà è ascolana...bel misto!
Non potevo quindi non annoverare tra le mie ricette must il famoso dolce che le più accreditate voci attribuiscono per nascita alle cucine delle Beccherie, un ristorante trevigiano.
La ricetta, tanto discussa per paternità tra Treviso, Siena e Torino, sembra abbastanza recente tanto da contare 4 decenni più o meno, quella che scriverò è quella della zia di Castelfranco V. e, secondo me, c'è pure lo zampino di mia nonna.
Sono solita usare un pochino di Marsala e caffè per bagnare i savoiardi, ma se dev'essere destinato ai bambini uso per la bagna caffè decaffeinato e sciroppo di zucchero.
Il tiramisù è un dolce a forte rischio contaminazione, per cui è indispensabile usare uova freschissime e mascarpone di ottima qualità (meglio se confezionato perchè pastorizzato, anche se quello bello giallo e cremosissimo è sublime!). Comunque se si osserva un'igiene scrupolosa nel prepararlo e lo si conserva al freddo consumandolo entro max 24 ore, si può stare tranquilli, non c'è nessun problema.
Utilizzo i savoiardi sardi perchè a mio avviso sono i migliori e aggiungo la ricotta perchè la zia dice che dà più leggerezza al dolce e contribuisce a dare struttura alla crema.
Le mie dosi sono per 12 porzioni, ma potete tranquillamente dimezzarle.
-ricetta-
2 confezioni di savoiardi sardi, da 250 g cad.
500 g mascarpone
200 g ricotta seirass (piemontese morbida e finissima)
6 uova
120 g zucchero
4 dl caffè
2 dl Marsala Superiore
polvere di cacao amaro, vaniglia naturale liquida
Monto i tuorli con lo zucchero utilizzando le fruste elettriche o la planetaria sino a che non ottengo un composto gonfio e chiaro, cui aggiungo qualche goccia di estratto di vaniglia Bourbon.
In un altro contenitore più capiente mescolo sempre con le fruste la ricotta col mascarpone ottenendo una crema cui aggiungerò il composto di tuorli.
A parte monto a neve ferma gli albumi con 2 gocce di succo di limone quindi li incorporo molto delicatamente al mascapone e uova, per non smontare il tutto.
In una bacinella metto il caffè fatto con il liofilizzato e il Marsala senza zuccherare, prendo un contenitore capiente tipo una pirofila di vetro o ceramica a bordi alti e dopo aver imbevuto brevemente i savoiardi li allineo sul fondo sino a ricoprirlo, su di essi stendo con la spatola uno strato di crema e spolvero di cacao amaro fatto scendere da un colino, preparo ancora uno strato di savoiardi imbevuti, uno di crema a coprire e una bella spolverata di cacao.
Mi piace aggiungere sopra un po' di fave di cacao tostate e tritate... (il 'grué' lo acquisto in Francia da Valrhona) è piacevolmente croccante con una punta di amaro tostato. Al suo posto possono andare bene chicchi di caffè pestati nel mortaio.
Copro con pellicola e metto in frigorifero per un minimo di 6 ore.
E' sempre difficile fotografare un tiramisù nel piatto, lascio la foto intera. Il resto all'immaginazione.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento