venerdì 18 maggio 2012

Scamorza sciolta nel padellino

Sono in vena di ricordi, evidentemente!
Ho trovato delle fresche mozzarelle alias fiordilatte perché, se non sono quelle DOP di bufala, mi pare che non si possono chiamare tali, e mi sono tornati alla mente ricordi infantili e non.
Da piccola trascorrevamo le vacanze marine in compagnia di amici di Penne, paesino molto carino dell'entroterra pescarese.
Un sodalizio, quello tra i dottori di Penne e i miei genitori, durato tre lunghi lustri... anno dopo anno la loro famiglia aumentava di un numero, sino a che Cettì si fermò a cinque figli, fortuna sua che era pediatra!
Le vacanze le passavamo sempre insieme in giro per l'Italia, ricordo come un incubo le giornate rubate alla spiaggia alla ricerca di chiesine e santuari in cui ci trascinavano senza sosta, Cettì era molto devota, noi bimbi molto meno!
Bene, questi medici avevano persino un castello, un po' diroccato ma ancora pieno di arredi, testimonianza degli antichi splendori della famiglia di Sergio, ma pure un sacco di altri interessi e attività collaterali, come la proprietà al 50% di una piccola latteria che produceva mozzarelle e scamorze a Rivisondoli, ameno paesino che conta attualmente meno di 1000 abitanti, vicino alla Piana delle Cinque Miglia, in Abruzzo.
Ci siete mai passati dalla piana? (che non è quella dove coltivano i crochi per produrre il famoso zafferano aquilano come avevo scritto in precedenza. Mi ha fatto notare mio marito, che NON legge mai queste mie note, che quella dello zafferano si trova a Navelli, chiedo scusa... ma con tutte 'ste piane faccio confusione). La Cinque miglia è 70 km più a sud in pieno Parco della Maiella, lunga e piatta, uno spettacolo comunque.
Guardate voi i corsi e ricorsi della vita... non ho sposato, come forse avrebbe voluto mio padre, uno dei figli maschi dei nostri amici (cosa peraltro impossibile perché erano minori di me di 5, 7 e 10 anni) ma sempre su un abruzzese Doc sono cascata!
Quindi ho un delizioso ricordo della visita al minuscolo caseificio, in quel di Rivisondoli, da cui tornammo a casa con cassettine di freschi bocconcini di pasta filata. Parlo di quasi 50 anni fa, ora non so, ma erano teneri e dolci, ummhh! il sapore ce l'ho ancora sulle papille.
Ma parlo anche dell'abitudine di mia suocera, aquilana Doc, che tornava sempre a casa dopo le vacanze, in visita ai suoi numerosi fratelli, con eguali cassettine piene di latticini invitanti; a l'Aquila ci sono un paio di ottimi caseifici.
Appena metteva piede in casa, dopo le vacanze estive, la cena consisteva in mozzarelle (chiamiamole così per comodità) scaldate in un tegamino con l'aiuto di un goccio di olio extravergine pure quello abruzzese, che si scioglievano filando e che, per mangiarle, bisognava raccoglierle avvolgendole nei rebbi della forchetta e giù pane, per veicolare il prelibato boccone!
Idea che poi non credo fosse farina del suo sacco ma, piuttosto, rubata a una delle sue numerose cognate, la mitica zia Lena, grandissima cuoca per la sua grande famiglia, che ci accoglieva sempre con piatti sublimi della cucina tradizionale abruzzese. Una donna tostissima che il dolore per aver perso la casa, nel terremoto del 2009, ha consumato in breve tempo... ciao zia!
Ho ereditato da mia suocera i padellini di alluminio di Baldassarre Agnelli e stavolta replico la ricetta, anche se i bocconcini non sono abruzzesi. Confido però nella qualità visiva, che mi sembra ottima.
Utilizzerò un olio pugliese, mi sposto di poco più a sud, è una bottiglia di prezioso oro verde che mi hanno regalato amici di Taranto passando, con mia grande gioia, sulle rive del mio fiume.
Il procedimento è facilissimo, basta avere l'accortezza di essere pronti ad affondare la forchetta nel magma bianco e arrotolare bocconi, come fossero spaghetti, poggiandoli su un boccone di pane.
E non mancate di intingere pane nel miscuglio di olio e siero rilasciato dal formaggio fuso.

-ricetta-
1 scamorza a testa
olio evo
sale e pepe
pane e padellini

Metto un giro di ottimo olio sul fondo del padellino, lo scaldo senza fargli prendere troppo calore e ci appoggio la scamorza (o mozzarella, o fiordilatte, fate voi).
Lascio che inizi a sciogliersi su fuoco basso, poi mescolo delicatamente. Quando la pasta ritorna ad essere come quella filata, da cui hanno mozzato i bocconcini, porto in tavola.
A discrezione servo con fleur de sel, pepe e un bel cestino con pane fragrante (ottime le michette e similari, scaldatele un po' in forno o in una padellina antiaderente).
Piatto sublime quanto semplice... astenersi ipercolesterolemici anche se, una volta ogni tanto, ''se poffà''!
Data la dolcezza del fiordilatte, l'untuosità dell'olio, la fragranza del pane, l'abbinerei a una birra di Fiandra 3 Monts, con intensi profumi di luppolo senza essere troppo amara, prodotta con alta fermentazione e con elevata gradazione, ben 8.5°.
Ho fatto finta di accompagnarci una verdura, per bilanciare il conto proteico/vitaminico, aggiungendo un purè di zucchine.
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