mercoledì 28 febbraio 2018

Caldo verde

Con queste temperature molto rigide, colpo di coda dell'inverno che spero non danneggerà troppo i nuovi germogli e le colture -ho il giardino pieno di primule, per dire... il nostro fisico richiede qualcosa di caldo e confortante.
Caldo in portoghese e spagnolo vuol dire zuppa. Quindi si tratta di una zuppa verde a base di patate e cavolo nero, proprio quello che ci vuole nelle fredde giornate invernali. Che non saranno tanto dissimili dalle nostre nel nord-ovest della penisola iberica, battuta da venti e mareggiate atlantiche.
La sua preparazione è semplice e piuttosto veloce, in un'ora è tutto pronto.
Al posto della salsiccia piccante o comunque stile chorizo, ho messo due fette di coppa di maiale salmistrata e bollita, appena riportata a casa dalla val Badia. Se non ne trovate, usate un pezzo di salame da pentola già cotto.
Inutile che vi dica che il consorte ne ha fatto fuori due piatti in un baleno.
Dosi per 6

-ricetta-
700 g patate
350 cavolo nero
1 cipolla
1 spicchio aglio
salsiccia piccante/chorizo
sale, pepe
Pelo le patate, le lavo e asciugo e le taglio a cubetti. Le metto in una casseruola assieme alla cipolla tritata (io ho usato due cucchiai di quella pastorizzata) e allo spicchio di aglio.
Verso 1,4 litri di acqua, porto a ebollizione e poi faccio cuocere a fiamma bassa e coperto per 20'.
Passo le patate usando anche un po' della loro acqua di cottura, riverso il passato nella casseruola assieme al cavolo che ho pulito e ridotto a striscioline fini, diluisco con il resto dell'acqua di bollitura delle patate e faccio cuocere sino a quando il cavolo è tenero, circa 30'.
A 5' dalla fine aggiungo il chorizo o la salsiccia a rondelle.
Dopo che la zuppa ha riposato un po', la servo calda nelle scodelle.

domenica 25 febbraio 2018

Confettura di pere Williams alla Belle Hélène

Immagino che questa ricetta, letta sulla rivista Cuisine et vins de France, sia stata ispirata dalle pere cotte in sciroppo e poi condite con una salsa al cioccolato.
Di sicuro ha attirato la mia attenzione in quanto strana, e poi è stagione di pere, per cui non c'è niente di meglio che usarle in ricette appropriate.
Cercate di usare un cioccolato molto amaro altrimenti il risultato finale potrebbe risultare stucchevole.
La si prepara in due tempi, il secondo a distanza di 12 ore dal primo passaggio.
Spettacolare se abbinata a pezzetti di camembert o brie fritto.
Dosi per 4/5 vasetti (dipende dalle dimensioni)

-ricetta-
1,4 kg di pere williams
250 g cioccolato fondente al 70%
100 g fruttosio
400 g zucchero
1 arancia bio
30 ml rum
Qualcosa più di 12 ore prima -per pulire la frutta, tritare il cioccolato e ridurre a filettini la scorza di arancia ho impiegato un'ora abbondante- inizio col lavare le pere, dividerle a metà, eliminare il torsolo e il filetto coriaceo che arriva al picciolo.
Le taglio quindi in sottili lamelle e le verso direttamente nella pentola da confetture.
Pelo la scorza dell'arancia e la riduco a filettini molto sottili.
Trito grossolanamente il cioccolato.
Verso le scorze e lo zucchero col fruttosio sulla frutta e porto a ebollizione, mescolando ogni tanto sino a completo dissolvimento dello zucchero.
Fate attenzione perché tutta la massa deve bollire, non solo sui bordi lungo la circonferenza della pentola.
A questo punto spengo, verso il cioccolato e il rum e mescolo sino a che è tutto sciolto.
Copro con un foglio di cartaforno a contatto e metto al fresco per 12 ore.
Intanto preparo alcuni vasetti puliti e sterilizzati.
Rimetto la pentola sul fuoco e faccio bollire a fuoco medio mescolando per far dissolvere la schiuma, se ne fa, per almeno 5', poi ridò fiamma per riportare a bollore vivace e mescolo costantemente sinché addensa. In totale la mia ci ha messo circa 20'.
Verso bollente nei vasi, li tappo e capovolgo, rigirandoli dopo circa 1 ora.
Li porto in cantina solo quando sono freddi ed etichettati.

giovedì 22 febbraio 2018

Fagottini di pollo al forno, lattuga gentile, pancetta e cheddar

Niente fritto per oggi. Una volta impanati, questi fagottini appiattiti di pollo ripieno di insalata, bacon e cheddar, li ho fatti cuocere in forno. Sono rimasti senz'altro più leggeri senza perdere croccantezza e sfiziosità.
Di sicuro ci vuole più tempo, la frittura è più veloce ma non tutti la gradiscono. Però, come vedete dalla foto, ho fritto lo stesso perché li ho serviti con frittelle di verdura.
Ancora una volta un piatto economico e perfetto per i ragazzi.
Vi raccomando sempre di scegliere carni di filiera certificata. Costano un po' di più ma per lo meno danno maggiori garanzie di sicurezza e di gusto. Certi polli non si possono proprio vedere... figuriamoci mangiarli, e in ogni caso la resa è buona rapportata al costo.
Procuratevi fettine sottili e piuttosto grandi e regolari di petto di pollo, ma può andare bene anche il tacchino, e calcolatene due a testa, lattuga gentile, cheddar o provolone a fettine e pancetta dolce o bacon. Il pangrattato è meglio che sia misto, a grana fine e con bricioloni che rimangono più croccanti, come quello che si fa da sé in casa.

-ricetta-
fettine di pollo larghe e sottili
fettine di formaggio compatto
bacon a fettine
lattuga gentile
uovo
pangrattato
olio evo
sale
Stendo le fettine di pollo su un tagliere e se non avessero uno spessore regolare le ricopro con pellicola e le batto leggermente.
Le salo e le ricopro con una foglia di lattuga gentile senza farla debordare, poi metto una fettina di bacon e una di cheddar.
Ripiego il pollo in tre formando un pacchetto rettangolare che premo sui bordi per sigillare.
Passo i fagottini nell'uovo sbattuto e poi nel pane grattugiato.
Rivesto una placca di cartaforno unta con un filo d'olio e ci metto tutti i fagottini.
Li ungo con altro olio a filo e li salo appena.
Cuocio in forno a 190° per 15', poi li giro e proseguo la cottura sino a che non sono ben dorati.
Li porto subito in tavola, accompagnati da una ciotola con altra lattuga gentile condita.

martedì 20 febbraio 2018

Bocconcini di brie fritto

Una piccola coccola, che può andare bene sia come fine pasto che come secondo piatto senza troppe pretese.
In abbinamento al formaggio fritto, la confettura di pere alla Belle Hélène. Se la cosa vi intriga quanto ha incuriosito me non appena lessi la ricetta, dovete solo pazientare qualche giorno, diciamo sino a domenica, quando vi spiegherò la ricetta. Col suo dolce-speziato di cioccolato si accompagna perfettamente al formaggio.
Sarebbe stato ottimale usare il camembert, ma non lo trovo dappertutto se non posso recarmi dal mio abituale fornitore. Perciò ho ripiegato sul brie, che rimane però più delicato.
E, comunque, c'è sempre una scappatoia. Basta rendere più appetibile la panatura aggiungendo un'idea di senape forte alle uova sbattute. Così il gusto si rinforza.
Da uno spicchio di formaggio del peso che abitualmente si trova in giro, intorno ai 250 g, ricavo 9/10 pezzi.

-ricetta-
1 spicchio di brie
farina
1 uovo
pangrattato
senape, sale
olio di semi di arachidi/girasole
confettura per accompagnare
Prendo 3 ciotoline per metterci farina, uovo leggermente sbattuto con un pizzico di sale e un cucchiaino di senape, pane grattugiato.
Divido il formaggio in bocconi di pezzatura regolare.
Passo ogni pezzetto prima nella farina, poi nell'uovo e infine nel pangrattato.
Ripeto il passaggio in uovo e pangrattato, per essere sicura che la panatura non si apra in cottura.
Scaldo abbondante olio in una padellina profonda e friggo pochi pezzi alla volta, li scolo su carta da cucina e li servo mentre sono ancora molto caldi assieme alla confettura.

domenica 18 febbraio 2018

Tortelli di pasta choux al passito

Era quasi obbligatorio che li facessi. Un po' con la scusa del Carnevale e perché piacciono molto alla mia 'mami' che non ha più voglia di farseli, un po' perché avrò almeno 5 vini passiti da terminare. Siccome non li amo molto, anzi direi per niente, se ne avanzano non posso che riutilizzarli in cucina. Fortuna che possono rimanere aperti a lungo senza alterarsi.
Metterne un po' nell'impasto di questa pasta da bigné mi è tornato molto comodo, il vino li profuma decisamente meglio che se avessi usato l'acqua come richiede la ricetta classica.
Come per tutti i tortelli, prima li si consuma più buoni sono. Le castagnole dell'ultima dolce ricetta possono essere consumate, senza timore che si rovinino, anche dopo un giorno. Non è il caso dei tortelli... che ci volete fare, ci tocca!
-ricetta-
150 g farina
100 g burro
6 g lievito
4 uova
2 g sale
250 ml vino passito
60 g uvetta
100 g polpa mela a cubettini
40 g zucchero semolato
50 g zucchero a velo
olio per friggere
Metto a bagno l'uvetta in acqua calda.
Preparo la pasta choux: in una casseruola porto a ebollizione il vino col burro a pezzetti e il sale. Incorporo la farina e il lievito, setacciati, e mescolo con energia sino a che il composto sfrigola e si stacca dalle pareti.
Lascio intiepidire 10' poi aggiungo un uovo alla volta mescolando sino a che non è stato assorbito prima di unire il successivo.
Ottenuto un impasto leggermente colloso aggiungo l'uvetta scolata e tamponata e la mela tagliata a cubettini grandi quanto l'uvetta.
Faccio riposare 20' e intanto scaldo abbondante olio di semi in una padella adatta.
Friggo i tortelli prendendo poco impasto alla volta con un cucchiaino. Li scolo su carta da cucina solo quando hanno un bel colore uniforme e sono gonfi, poi li spolvero di zucchero a velo mescolato a zucchero semolato.

venerdì 16 febbraio 2018

Dolcetto o scherzetto? Finte fritole...

Già, l'aspetto inganna, e molto.
Non sono quello che sembrano, ovvero dolcetti di Carnevale fritti, ma bocconcini di pasta di pizza integrale con alici sott'olio. Delle quasi pettole salentine. Ma non ho seguito la ricetta classica, né ho impastato.
Ho usato pasta fresca pronta, fatta maturare in frigorifero per alcuni giorni e poi lavorata con un pochino di olio evo e alici sott'olio tritate.
Ho poi fritto la pasta condita a cucchiaini, e ne sono uscite queste frittelle ottime come antipasto o con l'aperitivo. Saporite e ideali da accompagnare a salumi affettati o salsina di pomodoro.
Recuperabili anche dopo qualche ora, basta scaldarle in forno pochi minuti.
Dosi? con 700 g di pasta ne ho fatte due tornate per 4 persone, a distanza di un giorno.

-ricetta-
350 g pasta per pizza integrale
alici sott'olio
20 ml olio evo
olio di arachidi per friggere

Dopo che ho lasciato almeno 4 giorni la pasta in frigorifero, ben sigillata, la porto a temperatura ambiente e dopo un'ora la lavoro aggiungendo l'olio e una decina di filetti di alici ben sgocciolati e tritati.
Copro la pasta con un telo e la faccio riposare un paio d'ore.
Scaldo abbondante olio di semi nella padella dei fritti, io ne ho due: una enorme per quando devo friggere sino a un chilo di chiacchiere (per rimanere in tema con il periodo) e una più piccola ma sempre alta per piccole quantità di fritti o frittelle, dove ci può stare olio in abbondanza e i cibi ci possono entrare senza che l'olio rischi di uscire durante la cottura.
Tuffo nell'olio ben caldo l'impasto a cucchiaini, lascio che le fritole dorino in modo uniforme e poi le scolo su carta assorbente.
Se ne avanzano si possono riscaldare in forno.



mercoledì 14 febbraio 2018

Tonnetti alletterati in insalata

Prima di cominciare a parlare di qualsiasi cosa voglio salutare due nuovi followers, sono talmente poche le nuove adesioni che non posso che accorgermene immediatamente. Siete i benvenuti nella mia cucina. Spero apprezzerete le mie ricette come lo fanno in molti ogni giorno, nonostante la mia refrattarietà alla pubblicità e la mia latitanza. Nelle relazioni tra bloggers e varie sono una frana. Ma ho una valida giustificazione: la cronicissima mancanza di tempo! Pochi giorni fa un paio di amiche mi hanno chiesto chi consumasse tutto quanto produco per pubblicare le mie ricette, meravigliandosi che io stia buona parte della mia giornata in cucina. A parte il consorte, alcuni amici e i molti che partecipano ai nostri incontri. È ovvio che così non mi resta molto tempo da dedicare al pc.
Qual è la prima cosa che viene in mente oggi, guardando il calendario? Che è san Valentino.
Quindi faccio tanti auguri alla mia 'quasinipote' Valentina che si sta preparando alla tesi e a tutti gli innamorati: di un compagno/a, della vita, degli animali, della cucina.
Non mi è venuta in mente nessuna ricetta a tema quest'anno, sono alle prese coi preparativi per la settimana bianca ma, comunque, qualsiasi cosa si cucini per chi si ama è una dimostrazione di affetto, pure questa insalata di pesce.
Sin dalla prima volta che ho saputo come si chiamano questo tipo di sgombridi, mi sono domandata da dove venisse il soprannome di 'alletterato'. Ho scoperto che deriva da lettera, cui fanno riferimento le macchie scure che hanno sui lati, dopo le branchie, che secondo molti richiamano a lettere. Mah! A me sembrano macchie sferiche, e basta.
Comunque sono tonnetti buonissimi. Difficile trovarne in commercio se non nelle località marine durante la stagione di pesca. Pesci pelagici del Mediterraneo, accostano durante la stagione calda, sono predatori voraci e si possono pescare a traina se li si attira con finte esche, luccicanti come veri pesciolini. Molto spesso quando li eviscero trovo nel loro stomaco decine di acquadelle e minutaglia, acciughine, piccolissime sardine ecc.
L'ultima estate è stata una buona annata, mediamente pesavano 800 g, e per questo mi sono ritrovata a cucinarli in vari modi, tra i più apprezzati questa insalata con spinacini, avocado e daikon marinato.
Altro che tonno in scatola...
Basta lessarli in un saporito fumetto e spolparli. Difficilmente li cucino diversamente perché mi piace assaporare la loro carne quasi al naturale, appena mediata da un filo di ottimo olio extra-vergine di oliva e sale.
Dosi per 6

-ricetta-
per il fumetto:
sedano, carota, cipolla e porro, limone, alloro, gambi di prezzemolo, grani di pepe, sale

2 alletterati, circa 1600/1800 g
150 g spinacini freschi
1 avocado
mezzo daikon marinato
buccia e succo di lime/limone
olio evo
sale

Per il daikon marinato vedete la ricetta pubblicata di recente.
Quanto ai tonnetti: metto tutti gli aromi e le verdure nella pesciera e aggiungo abbondante acqua. Porto a ebollizione e faccio sobbollire piano per 40' prima di introdurre i pesci eviscerati e puliti.
Lascio che cuociano per 50', poi li faccio intiepidire nel fumetto prima di eliminare lische e pelle.
Li riduco a petali e piccoli filetti.
Prendo un vassoio e preparo una striscia di spinacini conditi, dispongo il pesce e sotto aggiungo daikon marinato e avocado pulito, tagliato a cubetti e condito con sale e succo di lime.
Condisco il pesce con un po' di buccia grattugiata, un filo d'olio e qualche fiocchetto di fleur de sel e porto in tavola.



domenica 11 febbraio 2018

Castagnole morbide di ricotta, al limoncello

Carnevale, uguale dolci fritti. È inutile credere che quelli al forno siano più digeribili... se tanto prima subiscono una pre-frittura.
E allora cerchiamo di fare impasti che assorbano poco olio in frittura e lasciamoci andare per una volta alla gola.
Le castagnole possono essere di due tipi: secche e dure e piuttosto asciutte, oppure morbide, a patto che nell'impasto ci sia la ricotta.
Per un gran pranzo tra amici, domenica scorsa, mi serviva la solita dose mega e su Alice cucina ho trovato quella che faceva al caso mio.
Ovvero questa che vi racconto adesso, dove la mia personale variazione è stata nella scelta delle farine. Invece della solita 00 ho mescolato mezza dose di multicereali e mezza di manitoba.
Riuscita perfetta a quello che ho potuto constatare. Sono piaciute moltissimo e ho ricevuto anche i complimenti di una panificatrice doc. Come sappiamo nei loro negozi preparano anche molti di questi tipi di dolci nelle occasioni speciali.
Le dosi sono per circa 100 pezzi. Mi interessava che ce ne fossero in abbondanza per tutti, dal momento che eravamo in quattordici.
p.s.
Uso il blog per una comunicazione personale al consorte: tanti auguri a noi... passano inesorabili gli anni eppure siamo più inossidabili che mai!

-ricetta-
175 g farina multicereali
175 g farina manitoba
200 g ricotta vaccina
100 g zucchero di canna biondo
1 bustina di lievito per dolci
3 uova
25 g burro sciolto
2 g sale
90 ml limoncello
olio di arachidi per friggere
zucchero a velo/semolato
In una boule capiente raccolgo le farine setacciate col lievito e il sale. Aggiungo il burro fuso, le uova un po' sbattute, lo zucchero e mescolo. Poi aggiungo anche il limoncello e la ricotta setacciata.
Ottenuto un impasto piuttosto colloso ma che riesco a staccare dal cucchiaio, lo faccio riposare 20' al fresco.
Intanto preparo la padella per i fritti e ci scaldo abbondante olio di semi. Deve arrivare a 170°. Io vado a occhio dopo tanti anni di pratica. Deve essere caldo ma non deve bruciare le frittelle che se coloriscono troppo in fretta non hanno tempo di cuocere all'interno.
Quando è il momento verso l'impasto a cucchiaini, sei o sette pezzi alla volta. Una volta che sono ben dorate in modo uniforme le scolo col ragno su carta da cucina. Mano a mano che hanno perso parte del grasso rimasto, pochissimo a dire il vero, le trasferisco su un capiente vassoio.
Le spolvero di zucchero solo prima di servirle.
In attesa che fosse il momento di consumarle le ho lasciate in caldo davanti al camino, perché non fossero fredde del tutto.
In ogni caso queste castagnole, per essere dei fritti, sono rimaste buone sino a sera, sebbene le avessi fritte nella tarda mattinata.

giovedì 8 febbraio 2018

Daikon marinato

Da un po' di tempo stiamo imparando a conoscerlo anche noi, non solo i fruitori della cucina asiatica.
Parlo del daikon, quella grande radice affusolata e bianca, con polpa croccante e buccia liscia, che ha il sapore deciso di un rapanello. Solitamente nella cucina orientale si usa marinato con sakè, aceti di riso e prugne e mirin. Non spaventatevi davanti ai nomi di questi ingredienti... entrate in un negozio di specialità etniche e troverete tutto quello che vi serve. Questi prodotti hanno una lunga conservazione perciò potete tenerli in dispensa senza timore di sprecarli.
A me piace mescolarlo al salmone marinato, cui aggiunge freschezza e consistenza. Il gravlax me lo preparo da sola, ho persino scoperto che piace molto anche a mia mamma, che non ama il pesce in generale salvo rare eccezioni, ma che non disdegna il salmone affumicato. Ultimamente però mi dice che spesso non digerisce la parte aromatica di fumo e allora le ho fatto provare il mio salmone marinato al tè. Le è piaciuto e glielo ho preparato più volte.
Per una cena tra colleghi di mio marito ho composto un antipasto con fettine di salmone marinato appoggiate su un piccolo rosti di patate e surmontate da un ciuffo di daikon marinato.
Ma ci ho anche condito un'insalata di alletterati, pesci della famiglia degli sgombridi facilmente riconoscibili per 4/8 punti neri all'altezza della pinna pettorale, simili a tonnetti e palamite, con carni bianche sapide e deliziose. Il consorte ne ha pescati parecchi nel corso dell'ultima vacanza elbana.
Provate anche voi a conservarne un po' di pronto... troverete molti modi per portarlo in tavola nelle insalate, apprezzando il suo gusto acidulo e lievemente piccante mediato dall'agrodolce della marinata.

-ricetta-
daikon
aceto di riso
condimento di prugne salate (umeboshi)
sakè (vino bianco se proprio non ne avete)
zucchero di canna
sale

Sbuccio un pezzo di daikon e poi lo affetto sottile usando la mandolina. Dalle fettine ricavo bastoncini come fiammiferi, in pratica lo taglio a julienne.
Prendo una boule e ci metto un cucchiaio colmo di zucchero, uno di sale, due cucchiai per tipo di aceto di riso e di sakè, più un cucchiaio di umeboshi. Mescolo e ci immergo il daikon.
Sigillo con pellicola e faccio marinare per circa 2 h, poi scolo il daikon e lo conservo al fresco e ben richiuso, pronto per essere usato come vi ho detto nella prefazione.



martedì 6 febbraio 2018

Rotolo di polenta farcito

Buongiorno amici gourmand! Mi piacerebbe sapere se ieri avete celebrato la giornata anti spreco alimentare. Io l'ho fatto, recuperando come d'abitudine pane vecchio e carni varie usate per i miei brodi. I piatti di recupero con gli avanzi rappresentano la metà dei miei pasti settimanali. E ce ne sono alcuni che sono talmente buoni che meriterebbero molta più considerazione.
Per la ricetta odierna ho invece fatto espressamente la polenta e vi do subito una dritta: un piccolo grande suggerimento. Dedicatevi alla realizzazione di questa ricetta quando siete sicuri che nessuno vi disturbi, soprattutto quegli scocciatori dei call-center.
La fase più delicata di tutte è quando ci si accinge ad arrotolare la fetta di polenta. Bisogna farlo quand'è ancora calda altrimenti si crepa, come è successo a me che non ho avuto tregua tra squilli di cellulare e telefono fisso.
E magari stendetela anche un po' più sottile di quanto ho fatto io.
Nella farcitura ho messo del prosciutto cotto ma per una versione vegetariana potete ometterlo.
Spinaci e formaggio sono già abbastanza sostanziosi e saporiti.
L'importante è avere una buona salsa di accompagnamento, io ho usato quella di datterini di una famosa ditta...
Utilizzate tranquillamente la polenta precotta, vi alleggerirete il carico senza doverla cuocere per oltre un'ora. Poco importa se non avrà lo stesso sapore di quella amorevolmente preparata rimestandola a lungo nel paiolo.
Dosi per 6

-ricetta-
250 g farina polenta precotta
700 g spinaci freschi
300 g fiordilatte/scamorza bianca
60 g grana grattugiato
100 g prosciutto cotto
burro
salvia e scalogno
salsa di datterini
Lesso gli spinaci e li faccio intiepidire, poi li strizzo bene e li rimetto in padella con salvia e scalogno, per farli insaporire e asciugare bene. Infine li trito.
Asciugo il fiordilatte e lo faccio a fettine sottili. Se uso la scamorza avrò meno rischi che sia umida.
Preparo la polenta secondo le istruzioni della marca che ho scelto.
Intanto rivesto una placca con cartaforno leggermente unta e una volta pronta stendo la polenta in uno strato uniforme di 1 cm.
Lo ricopro con gli spinaci, distribuendoli bene e spolverandoli con abbondante formaggio grattugiato, poi faccio uno strato di fette di cotto e per ultimo metto il fiordilatte.
Avvolgo il rotolo aiutandomi con la cartaforno e lo faccio riposare perché si compatti. Può rimanere così anche qualche ora o tutta la notte.
Prendo pirofile individuali e metto sul loro fondo una cucchiaiata di salsa.
Srotolo il salsiccione di polenta e ne ricavo 6 tranci uguali, li sollevo con una spatola e li appoggio in piedi sopra la salsa.
Spolvero con altro grana e faccio cuocere in forno a 200° per circa 15'.
Servo ben caldo.


domenica 4 febbraio 2018

Castagnotti

Buona domenica. Oggi vi lascio un suggerimento alternativo ai classici dolci di Carnevale, soprattutto per chi non ama friggere.
Mentre ero in trepidante attesa di sapere che fine avrebbe fatto il vecchio frigorifero, cercavo di rimanere il più zen possibile, per evitare che la tensione mi portasse alle indesiderate coliche.
Così cercavo di passare il tempo riordinando la cucina e nel mettere a posto l'armadio dispensa, un vero pozzo di san Patrizio del quale conosco ogni singola cosa contenuta e sono parecchie..., ho scoperto di avere ben tre vasetti di crema di castagne.
Mi è venuta l'idea di fare quei biscotti di cui è invaso il web a base di crema di nocciole, con la crema di castagne in sua vece. Il primo esperimento non è stato male per gusto ma l'impasto era un po' gommoso. Ho pensato che potesse essere dovuto al fatto che la famosa Nutella ha grassi aggiunti, mentre la crema di castagne ne è priva. Così la seconda volta ho diminuito la dose di farina, ho aggiunto un pizzico di lievito, ma si può pesare direttamente farina autolievitante, e un po' di burro. Meglio, decisamente. In cima, nel buchetto che si fa prima di cuocerli usando il manico di un cucchiaio di legno, dove di solito si mette un ciuffetto di crema di nocciole, ho messo una nocciola tostata.
Con questi aggiustamenti i castagnotti sono golosi e intensi.
Dosi per circa 20 pezzi

-ricetta-
180 g crema marroni
100 g farina
20 g fecola/maizena
25 g burro
5 g lievito
1 uovo
zucchero a velo
sale
nocciole
Mescolo la crema di marroni con l'uovo, la farina setacciata col lievito e la fecola. Aggiungo un pizzichino di sale, formo un panetto morbido usando una spatola e metto al fresco sino a che non si indurisce.
Formo salametti da cui ricavo palline della stessa dimensione che allineo su una placca rivestita di foglio di silicone o cartaforno. Appiattisco leggermente le palline e incido il centro col manico di un mestolo di legno, creando una fossetta.
Faccio cuocere in forno a 180° per circa 13'.
Una volta raffreddati, incollo la nocciola al centro dei castagnotti usando una punta di crema di marroni, li appoggio su un vassoio e li spolvero di zucchero a velo.



venerdì 2 febbraio 2018

Gallo arrosto, un'insalata per tutte le stagioni

Mi piace il gallo. Ha carni nervose che ben si prestano a insalate fredde, mescolate a triti aromatici e poco altro. Perciò quando ne trovo di porzionati a metà, so già come finiranno in tavola.
Come tanta carne che cucino, uso spesso carni bianche e avicole che stimolano la mia fantasia.
Ho ereditato da mio padre questa passione per il variare sempre e comunque. Non l'ho mai visto una volta acquistare semplici bistecchine. Tutto doveva avere un senso e in tavola i tagli alternativi e le ricette più strane erano la norma. L'esatto contrario di quello che faceva mia suocera, che componeva il suo menù stagionale o settimanale come quello di una mensa. Ripetitivo e sempre uguale, stagione dopo stagione, mese dopo mese. Tutto preciso e replicato nei singoli giorni della settimana. Persino la pasta non variava. Spaghetti, mezze maniche e pasta fatta in casa. Nella sua dispensa non si trovava altro. Immaginate il mio stupore, sabato dopo sabato, quando scoprii che a mezzogiorno il menù prevedeva risotto allo zafferano e nodino di maiale arrosto, secco e stopposo. Sempre e solo quelle portate.
Potevo adeguarmi? Nooo. Di gran lunga quello che gradiva la mia personale rivoluzione, oltre a colui che sarebbe diventato in seguito mio marito, era mio suocero.
A lui questa insalata sarebbe piaciuta tanto.
Questa insalata si può servire tutto l'anno, tiepida se è inverno, a temperatura ambiente o fredda quando fa più caldo.
Mezzo gallo per 4 persone.

-ricetta-
mezzo gallo in parti
erbe aromatiche assortite
birra chiara e brodo
scalogni
sale, pepe
prezzemolo abbondante
lonzino
senape
qualche pomodorino
Rosolo il gallo a pezzi nel wok assieme a un filo d'olio, due scalogni affettati, rosmarino e alloro.
Quando ha preso colore lo salo, macino poco pepe e bagno con 250 ml di birra dalla quale faccio evaporare l'alcol prima di abbassare la fiamma e portare a cottura. Se serve aggiungo poco brodo bollente. MI deve restare un po' di sughetto per preparare il condimento.
Lascio raffreddare il gallo nella padella poi elimino la pelle e lo sfilaccio.
Taglio a fiammifero una fetta spessa di lonzino e trito abbondante prezzemolo.
Preparo un'emulsione con un mestolino di fondo di cottura nel quale faccio sciogliere un cucchiaio di senape. Mescolo all'emulsione il prezzemolo, condisco con sale e pepe, quindi verso sul gallo assieme al lonzino e mescolo bene. Uso una dadolata fine di pomodorini per dare un tocco di colore.
Lascio che l'insalata si insaporisca per un paio d'ore prima di servirla.
Se fa molto freddo la lascio una mezz'ora nel forno caldo ma spento.





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