domenica 29 aprile 2018

Confettura di rabarbaro e non solo

Sono rientrata dalla Francia con un bel mazzo di rabarbaro, con le coste color rosso intenso.
Lì si trova abbastanza facilmente al contrario che da noi, dove o si hanno santi in paradiso che ne coltivano qualche pianta oppure... ciao!
Era appena un chilo e così ne ho messo da parte qualche pezzo per una futura torta e il resto l'ho usato per questa confettura mista, con fragole, pomodori verdi e rosse pere Williams.
Il sapore è complesso ma se si ha un buon palato si riescono a distinguere tutti i frutti. L'attacco in bocca è di fragola, pere e pomodori fanno da contorno, il finale è deciso sul gusto del rabarbaro.
Ho calcolato lo zucchero necessario come per una confettura extra e il succo di un limone. Basta lasciar riposare la frutta preparata per tutta la notte (guardate la foto della frutta in pentola con tutti i suoi succhi) e la mattina dopo, una volta che la massa inizia a bollire forte, in circa 15' è tutto fatto.
Vi metto il peso della frutta al netto degli scarti.
Dosi per 3 vasetti da 350 g

-ricetta-
400 g rabarbaro pulito
350 g fragole pulite
300 g pere williams rosse
300 g pomodori verdi
1 limone biologico a buccia edibile
650 g zucchero
Pulisco la frutta e il rabarbaro e taglio tutto a pezzi piccoli.
Metto tutto in una pentola alta, capiente e d'acciaio, assieme allo zucchero e al succo di limone più un po' di buccia grattugiata.
Mescolo bene e copro. Lascio riposare almeno 12 ore.
Quindi accendo il fuoco al massimo e porto a ebollizione. Regolo la fiamma su medio-alta e mescolando porto la confettura a cottura, mi ci sono voluti poco meno di 15 minuti.
La invaso subito, tappando i barattoli e capovolgendoli per almeno mezz'ora.
Li rigiro e li etichetto. Li porto in cantina solo quando sono ben freddi.





venerdì 27 aprile 2018

Risotto con caprino e pere caramellate al miele di garrigue

Cos'è la garrigue? una specie di macchia mediterranea francese, dove abbondano cespugli odorosi di ginestre spinose, biancospini, prugnoli selvatici, cisti, ginepri, lavanda, timo. È situata nel sud-ovest alle spalle della Camargue, dove vanno a svernare gli animali che la popolano. Poco sopra ci sono anche estesi vigneti. Ovvio che le api che bottinano tra quella flora caratteristica producano un miele ricco di sentori erbacei, di fiori aromatici, di colore bruno rossastro e cristallizzato.
Scaldandolo per caramellare le pere emana tutti i suoi profumi e mi ha fatto tornare nella zona, che produce fra l'altro, vini intensi dove si reperiscono gli stessi sentori.
Al posto di questo miele particolare usatene uno di rosmarino, timo o altre erbe aromatiche.
Ho usato pere Abate ma vanno bene anche le Kaiser. Il riso è della Maremma, un ottimo prodotto che tiene magnificamente la cottura e sa di buono. Adoro i risi che sono buoni anche da sconditi... e in questo risotto, nonostante sia mantecato con robiola di capra e abbia a completamento dadini di pera, si percepisce molto il gusto semplice del riso.
Dosi per 4

-ricetta-
360 g riso Carnaroli
100 g robiola di capra
50 g grana grattugiato
30 + 20 g burro
2 pere
1 scalogno oppure cipolla pastorizzata
2 cucchiai di miele
circa 1 l brodo vegetale
150 ml vino bianco
olio evo
pepe
Sbuccio le pere e le taglio a dadini. Le faccio rosolare in una padellina con 20 g di burro, io ho usato quello salato, assieme al miele.
Lascio caramellare per circa 10', mescolando, poi spengo.
Tosto il riso nella pentola dove ho fatto soffriggere adagio lo scalogno tritato in due cucchiai di olio e il resto del burro.
Quindi lo sfumo col vino, e una volta che è evaporata la parte alcolica comincio a bagnarlo con mestoli di brodo bollente.
Porto a cottura aggiungendo poco alla volta altro brodo, poi spengo la fiamma e manteco il risotto con la robiola e col grana. Copro e faccio riposare 4/5', nel frattempo scaldo nuovamente le pere.
Servo il risotto guarnendolo con dadini di pera appoggiati in cima, un cucchiaino di robiola ed eventualmente del pepe macinato fresco.







mercoledì 25 aprile 2018

Finocchi allo zafferano

Lo sapete che i finocchi allungati e poco panciuti sono femmine? Il loro gusto è più caratteristico e si consumano preferibilmente cotti, perché sono un po' più fibrosi di quelli panciuti.
Sono una delle verdure meno caloriche che possiamo consumare e dividono i gusti. C'è chi li ama e chi li detesta, chi li mangia solo cotti e chi solo crudi. A me piacciono in entrambi i modi; in casa, sin da bambina, la mamma serviva i cuori in pinzimonio a papà e per noi cucinava le foglie esterne più dure stufate con spicchi di patata. Sono diuretici, ricchi di fibre e sazianti se si sgranocchiano prima dei pasti.
Questa è una ricetta velocissima ma soprattutto buona e fresca.
Bastano 6 minuti di cottura e il contorno è pronto. Buoni sia caldi che freddi.

-ricetta-
finocchi
2 bustine di zafferano
sale
olio evo
timo e maggiorana freschi
Elimino una o due foglie più esterne ai finocchi, li divido a metà e ancora a metà, ricavandone 4 spicchi.
Scaldo abbondante acqua in una pentola, quando bolle aggiungo un po' di sale e lo zafferano, mescolo e ci metto a cuocere i finocchi.
Calcolo 6' dalla ripresa del bollore, poi li scolo con un ragno e li trasferisco su un piatto da portata dove li lascio intiepidire prima di condirli con le aromatiche sfogliate e un filo d'olio.
Vedrete, rimarrete piacevolmente stupiti da quanto sono fondenti e freschi.



domenica 22 aprile 2018

Pink Martini cocktail

Quando sono in viaggio o ho i tempi stretti per scrivere ricette, ecco che torno a proporvi cocktail facili, che potete riprodurre a casa. Magari un po' monocordi negli ingredienti ma che ci volete fare? Adoro Martini e gin quindi il mio personal bartender, che mi conosce molto bene, mi accontenta.
Oggi vi descrivo il Martini rosa, appena tinto da gocce di bitter. Secco e delizioso, ideale se accompagnato da piccoli salatini di sfoglia come ho fatto io.
In pochi avrete a disposizione il Peychaud bitter, particolare, aromatico e floreale, al suo posto usate l'angostura.
Mescolato, non shakerato.

-ricetta-
60 ml gin
5 ml vermouth Martini dry
3 gocce di Bitter Campari
3 gocce di Peychaud Bitter
ghiaccio abbondante

Mio marito raffredda il bicchiere e lo shaker con cubetti di ghiaccio, poi li svuota e nel bicchiere dello shaker mescola i vari ingredienti con le bacchette prima di versare nella coppetta ghiacciata, della quale profuma il bordo strofinandolo con una piccola scorzetta di agrumi.

giovedì 19 aprile 2018

Spezzatino di spalla tex-mex

Mi piace cambiare. Anche se si tratta di un semplice spezzatino con bocconi ricavati da spalla di manzo, è sufficiente aggiungere un bel cucchiaio di spezie in stile tex-mex e si fa un bel giro del mondo con gusto.
Cosa contiene il mix di spezie? In genere è composto da: peperoncini vari, dai più dolci ai più piccanti, aglio, cipolla, coriandolo, cumino, origano, sale. Io ne avevo acquistato un sacchettino già composto con una preponderanza di paprika, così ho corretto il tiro in pentola aggiungendo aglio confit e cipolle fresche, più qualche seme di cumino. Pomodori pelati e patate hanno completato il condimento della gustosa salsa derivata.
La cottura dev'essere lenta e prolungata in modo da amalgamare i sapori e rendere gustosa e morbidissima la carne.
Invece che con polenta ho servito lo spezzatino con cipolle dorate caramellate in sciroppo senapato, quello che avanza dai vasetti di mostarda, che è un vero peccato buttare. Proprio la ricetta che vi ho descritto di recente e che riscuote grande successo tanto che continuano a chiedermela.
Dosi per 5/6

-ricetta-
650 g spalla vitellone (già pulita)
3 cipolle
2 spicchi aglio confit
4 pelati
4 patate medie
1 cucchiaio di spezie tex-mex
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di semi di cumino
200 ml brodo di carne
olio evo
farina
sale
Taglio la carne a dadi di 2 x 2 cm.
In una casseruola scaldo un velo d'olio e ci rosolo l'aglio e le cipolle, che ho pelato e ridotto a spicchi, con il cumino e la curcuma. Faccio ben attenzione a che non brucino, quindi aggiungo la carne spolverata da un velo di farina e la faccio tostare e rosolare prima di aggiungere le spezie.
Metto in pentola anche i pelati schiacciati e il brodo. Salo poco e lascio sobbollire pianissimo per almeno un'ora, mescolando di tanto in tanto.
Aggiungo le patate pelate e tagliate a pezzi regolari e proseguo la cottura per un'altra ora.
Una volta pronto lascio riposare lo spezzatino per un po' di ore. I sapori si fonderanno meglio.
Servo con un contorno a piacere.



martedì 17 aprile 2018

Torta salata pancetta e cipolle

Proprio una roba da carrettiere.
Una preparazione veloce, tolto il tempo di cottura delle cipolle, bastano 30' in forno. Sfogliavo la rivista Régal e mi ha conquistato.
Scegliete la base che preferite, a patto che sia sottile altrimenti si inzuppa e rimane bagnata e poco cotta.
Tante cipolle affogate in una base di panna spessa e cubettini di pancetta magra, come nella tradizionale flammekueche o tarte flambée alsaziana.
L'unica panna spessa che trovo in Italia è quella acida importata dalla Francia, che va benissimo.
Ma sono fortunata in questi giorni. Potrò approfittare di farne scorta, già che mi trovo in loco.
Chi vuole provare?

-ricetta-
500 g pasta per pizza/sfoglia/brisée
1 kg di cipolle dorate
200 g pancetta tesa a fiammifero/dadini
100 ml panna spessa
olio evo
sale, pepe
Sbuccio e affetto le cipolle, le metto in padella con un filo d'olio spolverate di sale e le faccio appassire lentamente, mescolando spesso. Per non farle bruciare le bagno con un mestolino di acqua calda. A fine cottura devono risultare asciutte il più possibile, ma fondenti e giustamente cotte.
Le lascio raffreddare allargandole su un piatto, altrimenti bagnerebbero troppo la pasta, e nella stessa padella dove le ho fatte stufare faccio rosolare la pancetta, con un pochino di pepe nero, senza che secchi troppo, in modo che perda parte del suo grasso. La scolo con un ragno e la metto a raffreddare assieme alle cipolle.
Stendo la pasta per pizza in una teglia o una placca ben unta, sopra distribuisco la panna con una spatola, verso le cipolle e la pancetta.
Faccio cuocere a 220° per i primi 10', poi abbasso la temperatura a 200° e continuo a cuocerla per ancora 20' circa.
La servo ancora calda.


domenica 15 aprile 2018

Sfoglia con cioccolato, pere e frangipane

Buona domenica ai golosi. Chissà quali prelibatezze ci gusteremo noi in Champagne, dove siamo per una impegnativa sessione di studio sulle bollicine. Come minimo, ottimi croissants e brioches, e poi flan patissier, chouquettes, e chi più ne ha ne metta. Tra tutte queste delizie dolci realizzate magistralmente da fornai che poco hanno a che spartire con la maggior parte dei nostri, perché sono veri e propri maestri pasticceri, la mia scelta ricade spesso su una baguette farcita con burro e jambon blanc o una piccola quiche lorraine sfornata da poco.
Vi lascio una ricetta dolce veloce da fare perché come base si usa un rotolo di pasta sfoglia pronta.
Io ho scelto quella al burro di una nota marca 'gracidante'.
Idea francese, presa dal sito CuisineAZ. Molto cioccolatosa, potrebbe essere un valido modo per smaltire il cioccolato avanzato delle uova di Pasqua in esubero.
Ottimo cioccolato fondente ma non troppo amaro -mi fermerei a un 60%, che ho salato appena appena (trucchetto per esaltarne il gusto), mescolato a poca panna densa fa da letto a uno strato di pere Williams (è importante che siano di questa varietà perché hanno quel pizzico di aspro che serve) ricoperto da uno strato di crema a base di mandorle tritate con poco zucchero, un uovo e ancora crème fraîche.
Non avevo mandorle sbucciate perciò ne ho frullate con la buccia, aiutandomi con lo zucchero per macinarle meglio.
In 15' la torta è pronta per andare in forno. Dopo la cottura necessita di un po' di riposo in frigorifero, dove si compatta e si assottiglia, diventando simile a una galletta. Da consumare tutta e subito, senza lasciare avanzi, altrimenti la pasta sfoglia si indurisce e perde fragranza, come ho potuto constatare conservando la mia porzione per la colazione del giorno dopo. Era comunque ottima nel gusto.
Dosi per 8

-ricetta-
1 rotolo di pasta sfoglia rotonda
4 pere Williams
200 g cioccolato fondente
50 ml panna
1 uovo
50 g mandorle
25 g zucchero
150 ml panna
sale in fiocchi
vaniglia naturale
Stendo la sfoglia in una tortiera mantenendo la sua carta sul fondo. La bucherello coi rebbi di una forchetta.
Sciolgo il cioccolato tritato con i 50 ml di panna, ci metto un pizzico di fleur de sel e lo faccio intiepidire.
Sbuccio e taglio a fettine le pere dopo aver eliminato anche il torsolo.
Stendo sulla sfoglia il cioccolato fuso, sopra dispongo tutte le pere.
In una boule mescolo le mandorle che ho macinato finemente con lo zucchero, aggiungo l'uovo sbattuto e l'altra dose di panna. Aggiungo un pizzico di sale, mescolo bene e profumo con vaniglia naturale.
Verso questo composto sopra le pere, ripiego il bordo della sfoglia e inforno a 200° per circa 25'/30'.
Lascio intiepidire e poi trasferisco la tortiera in frigorifero per un'ora prima di servire la torta.

venerdì 13 aprile 2018

Pasticcio di polenta alla hasselback

Ehhehehh! A chi non piace la polenta concia con formaggio e salumi?
In una piovosa domenica di marzo, brindando in anticipo alla Pasqua, ho preparato questa ricetta golosa come antipasto per alcuni amici. La giornata uggiosa richiedeva un comfort food per aprire le danze mangerecce. Non che queste prime giornate primaverili richiedano altro... fa ancora un discreto freddo, almeno la mattina.
Non appena ho saputo che sarebbero venuti, la sera prima ho cotto due etti di farina di mais apposta per ricavarne un bel panetto da mezzo chilo, che ho fatto raffreddare in un contenitore di alluminio. Da questa forma rettangolare e piuttosto alta ho ricavato l'hasselback, che porta il nome del ristorante svedese che per primo ha servito le patate a fisarmonica, farcite e poi arrostite in forno.
Perché non fare un hasselback con la polenta, invece di pasticciarla come al solito?
Ho cotto una buona polenta di mais rostrato rosso di Rovetta, che è una varietà rara e ricercata e che si presenta al gusto e alla vista integrale, molto saporita e granulosa al punto giusto.
Per mia esperienza personale, una volta che si provano polente con farine simili a questa si abbandonano quelle normali, relegandole magari a piatti più delicati e dalla consistenza più fluida.
Bene, detto e fatto. Il piatto finito ha anche un bell'aspetto.
L'ho nuovamente replicata, a grande richiesta, a distanza di pochi giorni, usando cheddar e altro tipo di cotto.
Chiaramente è un eccellente piatto unico, perché sostanzioso ed energetico. Se alternate due o tre diversi tipi di formaggio, eliminando il salume, potrete trasformarlo in vegetariano.
Dosi per 5

-ricetta-
500 g polenta già cotta
150 g taleggio
70 g cotto a fettine
burro
poco parmigiano grattugiato
Per la polenta porto a ebollizione 800 ml di acqua leggermente salata. Verso a pioggia 200 g di farina, mescolo bene per non fare grumi e una volta che inizia a prendere consistenza abbasso la fiamma e la mescolo ogni tanto, facendo cuocere la polenta per un'ora circa.
Al termine la condisco con una noce di burro e la verso in una vaschetta di alluminio alta e stretta 15x12x6 (come mezzo plumcake).
Il giorno dopo sformo la mattonella di polenta su un tagliere e la taglio a fettine spesse un centimetro, senza dividerla completamente.
Taglio a fettine sottili il taleggio. Avvolgo ogni pezzetto in una fettina di prosciutto cotto, vanno benissimo quelle quadrate adatte a toast e panini, che infilo in ogni taglio.
Una volta riempiti tutti gli spazi trasferisco l'hasselback in una pirofila ben imburrata, sopra distribuisco poco parmigiano grattugiato e qualche fiocchetto di burro.
Inforno a 175° per circa 25', in modo che la polenta si scaldi bene e il ripieno possa fondere.
La porto in tavola ben calda.


mercoledì 11 aprile 2018

Torta di piadine, melanzane, cotto e formaggio

Buondì ai gourmand.
Come mi è venuto in mente di fare una torta con due piadine? Semplicissimo. Avevo il sacchetto delle piadine aperto da qualche giorno e, purtroppo, quelle sfogliate sono delicate. Se seccano non si possono più arrotolare altrimenti si sbriciolano o si spaccano in grossi pezzi. Al che ti verrebbe voglia di buttare via tutto, oppure usarle a pezzi per raccogliere sughi o spalmate di cremine sfiziose. Che però non sono presentabili. Io invece avevo già pensato all'antipasto e credevo di poter servire dei rotolini di piade.
Perciò mi è toccato inventarmi di ricomporle in una teglia da pizza, e farcirle con una melanzana che avevo precedentemente grigliato, fette di prosciutto cotto e formaggio. Nel caso una scamorza non appassita ma sufficientemente asciutta, così che non potesse bagnare la base di pane.
Insomma, alla fine è uscita questa torta che ho potuto tagliare in 6 spicchi, servendola con successo a un paio di mie nipoti acquisite.
Girovagando in rete, la notte mi sveglio sovente intorno alle 3 e, per ritrovare il sonno, faccio un giretto alla ricerca di idee, mi sono resa conto che inconsapevolmente mi sono ispirata alle quesadillas messicane. Dischi di mais ripieni di ogni bene e formaggio che si servono a triangoli.
Ricetta veloce a patto che abbiate già le melanzane pronte. Per i pigri esistono quelle surgelate...

-ricetta-
2 piadine sfogliate
1 melanzana a fette, grigliate
3 fette di prosciutto cotto
1 scamorza bianca a fettine
polvere di capperi o terra di olive
olio evo
Ritaglio un foglio di cartaforno poco più grande delle dimensioni della teglia rotonda per pizza che possa contenere la piadina.
Stendo una piadina e ci appoggio sopra fette di melanzana, il cotto e il formaggio. Spolvero con polvere di capperi e poi faccio un nuovo strato di melanzane. Ricopro con la seconda piadina, ungo la superficie spennellando poco olio evo e inforno a 200° per circa 15', in modo che il tutto si riscaldi e il formaggio possa fondere.
Dopo un riposo di 5' taglio la torta in 6 spicchi e la servo come antipasto.

domenica 8 aprile 2018

Ravioli dolci di recupero

Per celebrare la Pasqua, tra tutto il resto, ho fatto i piconi. Una specialità marchigiana cui non rinuncio anche se costa tempo e fatica farli. Ma ne vale la pena, fidatevi. A parte che sono buoni sempre, non solo a Pasqua, col loro saporito e ricco ripieno di formaggi e uova. Se volete rinfrescarvi la memoria cliccate QUI.
Stendi di qui e rifila di là, ho accumulato una palla di ritagli di pasta all'uovo che ho rimpastato e steso per preparare questi ravioli ripieni di confettura, approfittando per svuotare vasetti vari aperti in giro. Che ovviamente avevano vari gusti.
Merendine assai gradite, utilissime a colazione.
Facilissime e veloci.
Per 12 ravioli

-ricetta-
pasta all'uovo, circa 200 g
confetture assortite
polvere di cacao
zucchero grezzo
tuorlo d'uovo per spennellare

Stendo la pasta e ricavo 12 dischi di circa 10 cm di diametro, sufficienti a ricoprire lo stampino per fare i ravioli. L'ho fatto a macchina, tanto avevo l'Imperia ancora sul tavolo, così non si spreca nulla, si fa prima e la pasta è venuta liscia e sottile come la volevo (tacca 2).
Ne metto uno alla volta sulla formina e al centro pongo un cucchiaino colmo di confettura, 6 li ho fatti con quella di pere Belle Hélène (vi siete persi la ricetta? cliccate QUI) e 6 con marmellata di arance amare (la ricetta, casomai trovaste questi frutti rari, la trovate cliccando QUI.)
Inumidisco i bordi con albume leggermente sbattuto e li richiudo sigillandoli bene.
Allineo tutti i ravioli sulla placca rivestita di silpat, li lucido con tuorlo emulsionato con un cucchiaio d'acqua e cospargo di polvere di cacao quelli con la confettura di pere al cioccolato, e con zucchero grezzo quelli alle arance amare.
Metto in forno a 180° per circa 15/20'. Spengo quando sono dorati e fragranti.
Li lascio raffreddare e poi li trasferisco su un piatto, pronti per rallegrare una colazione o la merenda.

giovedì 5 aprile 2018

Polpettone in crosta di patate

Piatto unico, comodo e pratico per accontentare tutta la famiglia, bambini compresi.
Sembra laborioso ma se ci si organizza con metodo non è poi così complicato.
Il risultato è un goloso ripieno di carne, spinaci e formaggi racchiuso in una sfoglia fatta di patate tenute assieme da formaggio. Un'americanata che ho corretto secondo i nostri gusti più salutari.
Le dosi sono per 8 persone.

-ricetta-
5 patate medie
300 g trita manzo
100 g salsiccia
100 g spinacini
150 g ricotta
100 g emmental grattugiato
100 g mozzarella tritata
50 g grana grattugiato
200 g pelati scolati e tritati
1 cipolla
1 spicchio di aglio
olio evo
poco brodo
sale, pepe
Preparo un ragù ristretto.
Preparo la crosta di patate affettandole con la mandolina e rivestendo una placca di cartaforno ben spolverata di emmental grattugiato. Ricopro tutta la superficie con i dischetti di patata sovrapponendoli e spolverandoli, nuovamente, di grana grattugiato e poco sale.
Inforno a 180° per 30'. Lascio intiepidire e nel frattempo soffriggo gli spinacini in un velo d'olio con uno spicchi di aglio tritato.
Quando sono appassiti salo e poi spengo. Lascio che raffreddino prima di unire la ricotta e mescolare.
Sulla sfoglia di patate stendo prima il composto di spinaci e ricotta, poi faccio uno strato di ragù distribuendolo con una spatola.
 Ricopro con la mozzarella tritata fine e infine arrotolo dal lato corto, aiutandomi col foglio di cartaforno.
Rimetto in forno caldo, sui 200°, per circa 20'. Lascio riposare pochi minuti prima di servire il polpettone a fette. Come noterete dalla foto l'ho servito con finocchi allo zafferano.

martedì 3 aprile 2018

Torta di rose salata, cotto e provolone dolce Valpadana DOP

Uno dei formaggi lombardi più conosciuti, prodotto nella zona della bassa padana.
Esiste anche in versione piccante e sono entrambi molto usati in cucina.
Fila ma non troppo, e si sposa a perfezione coi salumi nelle torte salate.
Di questa, manco a dirlo, ho dimenticato di scattare la foto a piatto finito e in tavola è durata un attimo.
Ale e Marti l'hanno spazzolata senza indugi e quando me ne sono accorta non era rimasta nemmeno una rosellina.
Vabbè, anche a crudo rende l'idea, immaginatela solo con la sfoglia più gonfia e le rose unite tra loro.
Nel ripieno un po' le solite cose, soprattutto quelle che so piacere alle due ragazze per cui l'ho fatta.
Ho spennellato la sfoglia, prima di farcirla, con poca salsa di pomodoro.
E basta. In 10' è pronta per il forno. In molto meno finisce...

-ricetta-
1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare
100 g prosciutto cotto
150 g provolone dolce
50 ml salsa pomodoro
polvere di capperi
1 tuorlo

Allargo la sfoglia sul piano di lavoro e la spennello di poca salsa.
Sopra adagio le fette di prosciutto cotto e su di esso distribuisco il provolone a fettine sottili.
Arrotolo la sfoglia dal lato lungo e ne ricavo pezzi alti 3 cm, che dispongo in cerchio in una teglietta che li contenga di misura, lasciando la cartaforno.
Spennello i rotolini, sopra e sui lati, di tuorlo emulsionato con un goccio d'acqua, spolvero di polvere di capperi e inforno la torta a circa 200° per 25', più o meno.
La servo ben calda.


lunedì 2 aprile 2018

Torta con cinque mele, morbida e fondente


Siamo a Pasquetta. Come sono andati i festeggiamenti di ieri? Soddisfatti delle libagioni in buona compagnia cui non vi sarete di certo sottratti? Per parte mia sono un po' stanca, ma non è ancora finita. Rimane la giornata odierna, e poi posso riporre le padelle per almeno 48 ore.
Archiviata la colomba, ne vedo in giro di sempre più 'inquinate' da canditi, frutti, creme... quelle classiche sono così rare che si fa fatica a trovarle a meno di non ricorrere a rinomate pasticcerie, torno ai miei dolci preferiti, i lievitati casalinghi, le torte che fanno le nonne, o quelle che faceva mia mamma, che ne fa ancora se è per quello, ma con meno fantasia.
Parlo di una ennesima ricetta di torta di mele, della quale ce ne saranno svariate centinaia, ognuno ha la propria e spesso più di una. Stavolta ho attinto dall'archivio di un sito francese. Mi ha fatto sorridere, dopo aver letto il procedimento e vista la foto, che richiedesse solo 3 mele... ma com'è possibile mi sono detta? Se ne devo mettere la metà a dadini nell'impasto -addirittura ne consigliano due per rendere la torta più soffice- e sopra la devo decorare con fettine fitte e disposte concentricamente, avete idea di quante mele servano? Non ne basta una per il sopra... uff! Meno male che ne avevo 5. Avete presente quando le mele golden diventano rugose e non sono più belle da portare in tavola? Ecco: questa è un'ottima soluzione per recuperarle. La torta inoltre contiene poco burro.
Una volta uscita dal forno la si deve lucidare con confettura di albicocche o qualcosa di chiaro. Siccome le mie confetture sono tutte piuttosto dense l'unica utile era una confettura turca di rose e quella ho usato. Ha arricchito e profumato delicatamente il dolce.
È andata ruba... le dosi sono per uno stampo da 26 cm.

-ricetta-
5 mele golden
200 g farina 00
200 g zucchero
30 g burro sciolto
4 uova
8 g lievito
2 g sale
confettura chiara e piuttosto liquida per lucidare
Mescolo la farina col lievito.
Sbatto a lungo le uova con lo zucchero, se uso la planetaria nel frattempo che lei lavora preparo le mele, sbucciandole, privandole del torsolo e facendone due e mezzo a dadini piccoli e l'altra metà a fettine sottili.
Al composto spumoso di uova e zucchero aggiungo il sale e la farina setacciata col lievito, quindi mescolo il burro. Verso nel composto le mele a dadini e mescolo bene, quindi riverso l'impasto nella tortiera imburrata e rivestita di cartaforno.  Sopra dispongo le mele a fettine concentriche, piuttosto vicine le une alle altre.
Cuocio in forno a 180° per circa 50', verificando comunque la cottura a vista oppure col classico stecchino infilato al centro, che deve uscire asciutto.
Faccio intiepidire e sformo il dolce su un'alzatina per poterlo spennellare con la confettura, per lucidare le mele.


domenica 1 aprile 2018

Polpettine all'ascolana

Buongiorno amici e Buona Pasqua.
Ho pensato di celebrare la giornata odierna con una ricetta che richiama le uova, sono piccole polpette che sembrano uova di quaglia impanate, hanno la forma di olive all'ascolana ma sono un inganno, in parte.
Durante la finale di Masterchef 2018, il concorrente e vincitore, nato e cresciuto a Montecosaro, ha preparato le olive all'ascolana e mi è venuta una voglia matta di riassaporare quella magia, memore delle molte che le ho viste fare dalle zie e cugine di papà ad Acquasanta, dove non mancavano mai di passare di ritorno dalle nostre vacanze nel sud Italia.
Priva dei potenti mezzi e della favolosa dispensa messi a disposizione da Sky, mi sono dovuta ingegnare -secondo voi potevo trovare olive ascolane dalle mie parti? Sono una varietà di olive verdi e grandi, conservate nella giusta salamoia per non essere troppo forti.
Illusa... vabbè. Però avevo una vaschetta di olive verdi da aperitivo, buonissime di sapore ma con la polpa un po' troppo morbida, che non avevano riscontrato successo con i cocktails.
Ecco, quindi, che vi ho spiegato la genesi di queste olive rifatte. Ho semplicemente tritato grossolanamente le olive che ho poi mischiato con macinati di varie carni, proprio come si fa con quelle chicche deliziose. Risultato apprezzato da tutti.
Non posso certo chiamarle olive, visto che non mi sono occupata di quel delicato lavoretto che è snocciolarle mantenendo la polpa in un unico nastro, adatto a raccogliere al suo interno il ripieno per poi essere riavvolte nella forma originaria. Però il sapore c'è tutto.
Vi rivolgo l'invito a provarle, se anche voi siete tra quelli che sono, almeno una volta nella vita, caduti in tentazione e hanno acquistato quelle surgelate. Mai più, vero? Troppo salate, troppo panose, troppo anonime per chi come me ha il palato allenato a quelle fatte in casa con amore e da mani esperte.
Con queste dosi ne ho ricavate 30 di circa 15 g ciascuna, prima della impanatura.

-ricetta-
270 g macinato misto (pollo, manzo e maiale)
200 g olive verdi snocciolate
35 g grana grattugiato
20 g cipolla pastorizzata
1 ciuffo prezzemolo tritato
1 uovo + 1 uovo
pane grattugiato
farina
sale, pepe
Trito grossolanamente a coltello le olive, ne devono rimanere dei pezzetti masticabili e ben percepibili.
In una boule mescolo i tre tipi di carne macinata, le olive, 1 uovo e tutti i restanti ingredienti. Quasi non occorre salare, comunque verifico e macino poco pepe nero.
Mi preparo tre ciotole, una con farina, l'altra con l'uovo sbattuto con un pizzico di sale e la terza con abbondante pangrattato.
Formo con le mani umide piccole palline del peso di 15 g, le impano passandole nella farina, nell'uovo sbattuto e infine nel pangrattato, rotolandole tra i palmi delle mani e dandogli la forma di un'oliva.
Quando sono tutte pronte scaldo abbondante olio di semi di arachide in un pentolino profondo e friggo 5/6 olive alla volta facendole dorare in modo uniforme.
Le scolo su carta da cucina e le servo calde. Fragranti e saporite.
Buon appetito!
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