martedì 30 gennaio 2018

Croissant salati con arrosto avanzato



Naturalmente una ricetta con avanzi di arrosto. Durante il periodo tra Natale e l'Epifania avevo una miriade di ciotoline e piccoli contenitori che contenevano di tutto. Salse, avanzi di carni, insalata russa. Non nascondo che a me fa molto piacere poter riassaporare con calma piatti che assaggio distrattamente, occupata a servire gli altri commensali come sono. Però ogni tanto butto un occhio alla mia dispensa fuori dalla cucina, dove le temperature fredde di questo mese mi hanno consentito di conservare di tutto, e rifletto sconsolata su quando potrà estinguersi la scorta.
La fantasia deve correre veloce e arrangiare ricette che vedo nelle pagine delle riviste internazionali che seguo. Una di queste proponeva appunto questi bocconi di crescent rolls ripieni di carne.
Fortuna che trovo senza difficoltà confezioni di questa pasta per croissant nel mio supermercato abituale. Ne conservo sempre un paio in frigorifero perché mi piace la consistenza di questo tipo di pasta rispetto alla sfoglia e alla brisée, quando si tratta di servire bocconcini di cui servirsi con le mani.
Ale, una delle mie più anziane 'nipoti', coetanea del mio vero e unico nipote, ne ha mangiati addirittura 6! E pensare che non avrei mai creduto di poter recuperare la carne di quel mezzo stinco avanzato!
Invece, condita con senape e mescolata a formaggio alle erbe, è diventata il fulcro e centro cremoso di questi bites.
Con un solo pacchetto di pasta per croissant si ricavano 12 pezzi. Pensate che bella idea per Carnevale. Piacciono ad adulti e bambini, e poi... si può sempre mettere qualcosa d'altro all'interno. Scatenate la fantasia e componete secondo il vostro gusto.

-ricetta-
1 rotolo di pasta per croissant
150 g carne di arrosto avanzato
70 g formaggio alle erbe
senape forte e coi grani
Trito a coltello l'arrosto avanzato, ricavando un briciolame fine. Lo condisco con un cucchiaio per ciascuno delle due senapi. Ottenuto il ripieno preparo i bocconcini di pasta.
Taglio la confezione ed estraggo il rotolo di soffice pasta. Lo svolgo e dai 6 spicchi pretagliati ricavo 12 triangoli, saldando le giunture con le dita.
Su un lato di ogni triangolo metto un cucchiaino di carne e sopra uno di formaggio e poi ripiego a triangoli i lembi, senza sigillare del tutto (il ripieno non è liquido e non fuoriesce in cottura).
Non li ho lucidati spennellandoli di tuorlo o di latte, la pasta si colora naturalmente e mi piaceva l'idea che mantenessero un aspetto rustico.
Allineo i bocconcini su una placca rivestita di cartaforno o silicone e inforno a 190° per circa 20', o perlomeno sino a che la pasta non si colora bene.
Faccio intiepidire su una grata e poi servo i bocconcini tiepidi o appena freddi perché mantengano tutta la fragranza della pasta.

domenica 28 gennaio 2018

Frittelle di Carnevale al profumo di agrumi

Perché ce ne ho messi di tanti tipi, di agrumi. Acqua di fiori d'arancio, arancello, limoncello e buccia di bergamotto, tutti assieme per profumare queste frittelle morbide di Carnevale.
Mamme, mi rivolgo a voi. Non fatevi tentare dai tortelli che vedete già bell'e fritti in pasticceria/panetteria.
È vero che sono già pronti, ma preparare con le vostre mani questi non è difficile, né lungo, né complicato.
Lo so che gli artigiani succitati mi odieranno... ma lo sanno tutti che il fritto a km menodizero è migliore. E menodizero significa fatto in casa, homemade. Dedicateci un'ora del vostro tempo e non ve ne pentirete.
Pochi ingredienti per una bella ciotola di frittelle che soddisferanno la voglia di una famiglia di 4 persone. Chiaro che più fresche si degustano migliori saranno.

-ricetta-
230 g farina 00
70 g zucchero
10 g lievito
2 uova
2 g sale
110 ml latte
scorza grattugiata di mezzo bergamotto
10 ml limoncello
10 ml arancello
10 ml acqua di fiori d'arancio
olio di semi di arachidi per friggere
In una ciotola mescolo con una frustina a mano le uova con lo zucchero, prima di unire il latte, la buccia di bergamotto e il sale.
Unisco poi la farina col lievito, mescolando per evitare grumi, e la componente aromatica di acqua di fiori d'arancio e i due liquori. Una volta addensato e amalgamato il composto, lo faccio riposare per circa 40', al fresco.
Trascorso il periodo di riposo, scaldo abbondante olio di semi in una padella profonda e una volta pronto ci verso la pastella a cucchiaini, le frittelle rimangono a pasta compatta e non devono essere troppo grandi. Non metto mai più di 6 pezzi alla volta, devono galleggiare bene nel grasso e potersi muovere senza abbassare la temperatura dell'olio.
Man mano che cuociono rotolano da sole nell'olio, colorandosi in modo uniforme. Le scolo col ragno e le spolvero di zucchero semolato aromatizzato con cannella o altre spezie.


venerdì 26 gennaio 2018

Spezzatino di castrato

Il castrato, come si intuisce facilmente, è carne di pecora sottoposta a castrazione: dopo i sei mesi, se maschio, oppure che non ha mai partorito se femmina, entro i due anni.
Tagli di carne molto consumati nel centro Italia, era tra i preferiti di mio papà. Carni sapide e saporite, con odore caratteristico, economiche e ideali per brasati e spezzatini. Nel pescarese e nelle Marche si consumano anche in bistecca, arrostite sulla brace.
Grazie al mio frigorifero in panne ho ritrovato un pacchetto di bistecche acquistate a giugno '17 nelle Marche, conservate con l'intenzione di ricavare più carne possibile dai tagli e farne appunto un succulento spezzatino.
Mi sono messa in cucina e rispolverando una vecchia ricetta di famiglia ho preparato un piatto che ha conquistato tutti, anche i lombardi che di castrato ne sanno poco. Basta che ci sia abbinata della polenta...
La cottura dev'essere lenta e prolungata per permettere alla carne di diventare fondente e mescolarsi ai vari sapori del piatto.
Dosi per 4/6

-ricetta-
800 g bistecche di castrato
1 cipolla
1 gambo sedano
1 carota
1 spicchio di aglio
salvia, rosmarino, timo, maggiorana
500 g patate
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
100 ml vino rosso
brodo
farina
olio evo
sale, pepe, sambal
Ripulisco le bistecche eliminando le ossa e facendo la carne a tocchi.
Preparo la base di verdure classica per uno spezzatino, tritando grossolanamente carota, sedano e cipolla.
Scaldo un filo d'olio nella casseruola e ci rosolo le verdure a fiamma vivace assieme all'aglio.
Una volta che hanno preso colore le trasferisco in un piatto e nella stessa pentola rosolo la carne che ho spolverato di farina.
Sfumo col vino e rimetto nella pentola le verdure assieme alle erbe aromatiche, sale, pepe e un cucchiaino di sambal o peperoncino, e al concentrato sciolto in due mestoli di brodo.
Porto a ebollizione, abbasso la fiamma e proseguo la cottura molto lentamente per 90' sempre coperto, poi aggiungo le patate sbucciate e a tocchetti e continuo a cuocere per altri 60'.
Spengo quando lo spezzatino si è addensato e le patate sono cotte, sul punto di disfarsi.
È certamente migliore dopo qualche ora di riposo.
Servitelo con polenta.



mercoledì 24 gennaio 2018

Cavatelli o strozzapreti cavolo nero e ceci

Il cavolo nero è un alimento eccezionale non solo nelle zuppe, ci si può fare un ottimo pesto oppure questo sugo, mescolandolo a ceci, alici e peperoncino, ideale per condire un piatto di cavatelli o, in loro mancanza, strozzapreti o trofie, purché siano di pasta fresca di semola.
Al posto del tradizionale grana/parmigiano grattugiato ho messo un etto di feta sbriciolata, per dare una spinta salina e insolita.
Quanto è, vi chiederete, mezzo chilo di cavolo nero pesato a occhio? Un bel mazzo, che una volta pulito eliminando la costa centrale dura (che potete recuperare a tocchetti in una zuppa) dà circa 200 g di foglia tenera.
Volendo è un piatto talmente completo che gli si può accompagnare un contorno di verdure e basta.
Le dosi sono per 6

-ricetta-
500 g cavolo nero da pulire
500 g strozzapreti freschi
200 g ceci lessati
100 g feta
3 filetti di acciuga sott'olio
1 spicchio di aglio
1 cucchiaino di sambal o un pizzico di peperoncino
olio evo
sale
Pulisco le foglie di cavolo nero lavandole scrupolosamente sotto l'acqua corrente ed eliminando la costa centrale.
Le metto a sbollentare per 5' in una pentola di acqua bollente e salata. Li scolo con la schiumarola conservando l'acqua, nella quale cuocerò la pasta.
Strizzo e taglio grossolanamente le foglie.
In una grande padella, nella quale salterò la pasta, scaldo 50 ml di olio e ci rosolo lo spicchio di aglio, poi metto il peperoncino/sambal e le alici. Mescolo sino a che queste ultime non si sono sciolte prima di aggiungere il cavolo nero e i ceci. Una volta che si sono insaporiti completo con la feta sbriciolata, regolo di sale, se occorre, e spengo.
Riporto a bollore l'acqua nella pentola dove ho sbollentato il cavolo, lesso la pasta, la scolo e la faccio saltare assieme al condimento nella padella mantecando per qualche minuto. Se occorre bagno con poca acqua di cottura.


domenica 21 gennaio 2018

Torta di mais e fichi secchi

È proprio il caso di augurarvi una dolcissima domenica.
Molti di voi si chiederanno, come ho fatto io, se non sia una torta troppo dolce.
Ne avete motivo. Fichi secchi, zucchero, sciroppo di zucchero e fichi... oddio!
Diciamo che è un dolce assolutamente dolce, che piacerà a chi ama tutti quei dolcetti mediorientali ricchi di zuccheri e glassati di miele.
Ma, avendo fichi secchi in eccedenza, residuati dalle abbondanti libagioni delle feste... non sapendo cosa farne ho seguito questa ricetta.
Limando qualcosa sulle dosi dello zucchero, come faccio d'abitudine, posso ritenermi parzialmente soddisfatta. Ho anche aumentato le dosi di fioretto.
Tenete conto che ne esce una tortina bassa e piuttosto compatta, adatta a essere consumata con moderazione, meglio se assieme a un calice di vino passito, che si sposa coi fichi secchi.
Da quella avanzata, perché vi assicuro che si può gustare davvero a piccole dosi, ho ricavato sottili fettine che ho fatto essiccare in forno, da utilizzare come merenda.
In ogni caso l'idea di partenza l'ho presa da Sale&Pepe. La ricetta mancava di una foto a dolce finito e ho capito perché solo una volta fatta. In fin dei conti è una crema pasticciera mescolata a fioretto e cotta in forno. L'aspetto è dimesso ma il sapore è buono, un dolce semplice e senza pretese da servire a fine pasto in famiglia o nel dopocena.
Casualmente, perché per me non è una necessità né una priorità, è un dolce privo di glutine.
Le dosi sono per 6/8

-ricetta-
500 ml latte
200 g fichi secchi
100 g zucchero
90 g fioretto mais
4 tuorli
---
facoltativo:
30 ml brandy
100 g zucchero di canna
succo di mezzo limone
sale
Monto i tuorli con lo zucchero fino a che diventano pallidi e spumosi. Nel mentre scaldo il latte senza farlo bollire.
Lo verso a filo sui tuorli e mescolo. Rimetto il tutto nella casseruola e scaldo a fiamma bassa, verso il fioretto di mais usando una frusta per evitare di fare grumi.
Porto a bollore e spengo.
Verso tutto in una boule così intiepidisce. A questo composto unisco 120 g dei fichi secchi che ho tagliato a dadini piccoli.
Riempio uno stampo da 20 cm che ho foderato di cartaforno bagnata e strizzata e inforno a 180° per 40' circa.
Sforno e sformo la torta su una gratella per raffreddarla.

A questo punto la ricetta originale procedeva con la preparazione di uno sciroppo a base di fichi e brandy, da aggiungere al dolce una volta raffreddato. Secondo me è dolce abbastanza da non richiedere questo ulteriore passaggio. Se invece optate per una soluzione dolcissima, procedete seguendo queste indicazioni:
sciolgo lo zucchero di canna col succo di limone, 200 ml di acqua e il brandy nel quale ho messo a bagno i fichi rimasti, dopo averli tagliati a pezzetti.
Faccio cuocere per circa 20', sorvegliando lo sciroppo e mescolando di tanto in tanto.
Trasferisco la torta su un piatto da portata e la bagno con parte dello sciroppo disponendo sulla sua superficie i fichi scolati.



giovedì 18 gennaio 2018

Spuma di mortadella

 Una saporita e morbida mousse spalmabile, ideale per la farcitura di bigné o vol au vent.
Una di quelle astuzie che stuzzicano l'appetito con gli aperitivi, alleggerita dall'uso di formaggio fresco al posto di creme al burro di cui non se ne sente la necessità essendo il salume già piuttosto grasso di suo.
Oltretutto con una resa ottima e abbondante. Vabbè, un terzo della crema che era avanzata l'ho fatta portare a casa alle amiche che l'avevano consumata con noi a tavola. Mi fa sempre molto piacere quando gli ospiti mi chiedono la doggy bag... un segno innegabile che hanno apprezzato.

-ricetta-
120 g mortadella a fettine
100 g formaggio fresco spalmabile (quark o robiola)
succo di limone
Metto nel frullatore o nel vaso del mixer mortadella e formaggio, aziono il motore e frullo in crema.
Profumo con poche gocce di succo di limone ed eventualmente un po' della sua scorza grattugiata e travaso il tutto in una vaschetta ermetica.
Al momento del consumo spalmo la spuma su crostini, riempio dei bigné oppure piccoli vol au vent.


martedì 16 gennaio 2018

Polpettoncini al forno

Che si fa se avanza del ripieno a base di carne e verdure dalla farcitura di uno spinacino? e a me avanza sempre. Calcoli tutto ma alla fine, piuttosto che scarseggiare che complicherebbe il lavoro, abbondo con la carne tanto 'mi dico' ci posso sempre fare delle micro polpettine.
E invece, siccome aveva una consistenza morbida, piuttosto che aggiungere pangrattato per compattarlo l'ho diviso in uguali porzioni e messo in piccoli stampi da plum di silicone, che ho poi messo a cuocere in forno.
Dopo 25' ho sformato i polpettoni mignon e li ho decorati nei singoli piatti con verdure e un bel grissino di pretzel. Mi sono così ritrovata con un recupero 'da copertina' che ho servito come antipasto.
È ovvio che potete farli apposta senza aspettare che vi avanzi qualcosa. Basta poco macinato e qualche verdura saltata brevemente in padella. Io avevo fatto il ripieno con porro e peperone verde.
Oppure potete optare per una porzione più generosa e servirli come secondo. La loro consistenza è soffice e niente affatto stopposa.
Dosi per 6

-ricetta-
200 g carne vitellone macinata
1 peperone verde
1 piccolo porro
cipolla pastorizzata
1 uovo piccolo
40 g grana/parmigiano grattugiato
40 g emmental a filetti
olio evo
sale, pepe
verdure assortite per comporre il piatto
Taglio a dadini le verdure e le faccio sudare con un filo d'olio e un cucchiaio di cipolla pastorizzata.
Le salo e spengo quando sono croccanti senza essere sfatte.
Mescolo la carne con le verdure, il formaggio e l'uovo. Aggiusto il sale e macino del pepe.
Se vi piace potete grattugiare anche un po' di noce moscata e buccia di limone.
Quindi divido il composto tra i 6 piccoli stampini da plum, o qualsiasi altra forma ci sia a disposizione, metto sopra ancora un po' di formaggio a filetti e appoggio tutto su una placca e faccio cuocere in forno a 180° per circa 20'.
Sformo i polpettoni in piatti individuali assieme a un pomodorino giallo diviso a metà, avocado a dadini condito con sale, olio e succo di limone, qualche foglia di insalata o spinacini.



domenica 14 gennaio 2018

Original Guinness birramisù

È arrivato! Da meno di 24 ore possiedo un nuovo raffreddante frigorifero. Per una volta, tempi biblici per gli interventi a parte, ho potuto sperimentare una estensione di garanzia che ha funzionato! Dal momento che era impossibile procedere alla riparazione mi hanno fatto un rimborso proporzionale al costo e alla vetustà del frigorifero. Che tanto vecchio non era, non avendo neanche 5 anni. Però la cifra ha coperto le spese della nuova garanzia, di trasporto e della rimozione del vecchio. Che, tra trasporto al piano, sovrapprezzo per fuori misura, appuntamento orario, ecc. ecc. sono un esborso notevole. Insomma... meglio che niente. Ora vedremo quanto durerà questo. Fa male sentirsi dire: "signora, è un vero peccato, questo frigorifero è molto ben tenuto, le guarnizioni sono perfette, come nuove...". Ho sempre avuto cura e trattato bene i miei elettrodomestici eppure loro mi fanno dispetti, forse li adopero troppo... Mi sa che per recuperare parte della spesa dovrei dare retta alla mia amica che ha una spiccata propensione al gioco del lotto et similia e giocarmi i numeri rappresentativi di questa sventura. A cominciare dal 9, il frigorifero nella smorfia. Quasi quasi ci provo. Ma bisogna crederci e io, ahimé, non ho mai avuto fiducia nel gioco.
In ogni caso va bene così e guardiamo oltre, considerando che c'è di molto peggio. Oggi è domenica e torniamo a parlare di dolci golosità.
Tanti amici a cena per festeggiare la new entry, mezzo panettone avanzato, com'è normale che sia in questo periodo, era un pezzo che non facevo un tiramisù.
Questo alla birra va per la maggiore nelle birrerie con cucina...
Il mio ha uno strato di panettone- naturalmente un avanzo- e uno di savoiardi; la crema è alleggerita dato che mescolo ricotta e mascarpone. Dopo un pasto copioso risulta più facilmente digeribile. E poi, a furia di vedere ricette ovunque di tiramisù alla birra, molte tutte uguali, ho fatto di testa mia, mantenendo le dosi che uso abitualmente e facendo una mia personale variazione nella bagna. Ho aggiunto un po' di birra anche alla crema e il risultato finale è molto gradevole e delicato.
La birra dev'essere la Guinness original nelle bottiglie da 33 cl. È diversa dalla draught in lattina. È più corposa e piena di sapore, l'altra ha un gas leggero ma non mi convince per i dolci.
Queste sono dosi per 12 monoporzioni, che potete tranquillamente dimezzare.

-ricetta-
4 fette lunghe di panettone
250 g savoiardi
500 g mascarpone
250 g ricotta
120 g zucchero
6 uova freschissime
2 bottiglie di birra Original Guinness
50 ml liquore caffè
30 ml caffè espresso
Ricavo dischi del diametro del fondo delle ciotoline dalle fette di panettone. Le briciole e i ritagli che avanzano li metto in un contenitore da offrire ai pettirossi e passeri affamati, che popolano il mio giardino.
Taglio a metà i savoiardi che saranno il secondo strato del mio birramisù.
Nella planetaria monto a lungo i tuorli con lo zucchero e un pizzico di sale.
A questa crema aggiungo la ricotta e il mascarpone che ho reso cremoso con 150 ml di birra.
Infine alleggerisco la consistenza della crema incorporando delicatamente gli albumi montati a neve.
Preparo la bagna in una terrina bassa e larga, versando 400 ml di birra, il caffè e il liquore al caffè.
Sul fondo di ciascuna ciotolina metto un dischetto di panettone inzuppato nella bagna.
Ricopro con un bel cucchiaio di crema e sopra metto due mezzi savoiardi, anche loro passati nella bagna.
Verso un nuovo strato di crema e ricopro tutto con pellicola, mettendo a raffreddare in frigorifero per mezza giornata.
Prima di portare in tavola i birramisù li spruzzo di polvere di cacao amaro.




giovedì 11 gennaio 2018

Piccoli flan di merluzzo

Purtroppo ho il frigorifero e relativa cella freezer ancora in panne, sono già 8 giorni e mi sento impotente nell'attesa di una risposta dal riparatore e dall'assicurazione che si fa carico dell'estensione di garanzia. Sono allibita per l'incapacità di fornire assistenza adeguata e solerte.
Sono giunta alla conclusione che si può fare a meno della lavatrice, si va in lavanderia a gettone oppure si chiede a un'amica di poter fare il bucato più urgente. Si fosse trattato del forno, pazienza... si può cuocere in modo diverso.
Col frigorifero, invece, ogni giorno che passa devo eliminare alcune cose che non reggono queste insolite temperature miti. O cucinare a più non posso.
Ho dovuto fare ricorso a tanta inventiva per provare a consumare nel giro di pochi giorni i cibi più a rischio, non riuscendo a stipare neanche uno spillo nell'altro congelatore.
Ecco dunque come ho usato dei semplici cuori di filetto di merluzzo fresco prima che si rovinassero irrimediabilmente.
Chiaro che, con la testa per aria per tutto il disagio -tutti questi giorni in attesa dell'assistenza e con tanto cibo in giro qui e là, alla bell'e meglio...- non è che avessi queste grandi idee né la concentrazione necessaria a pensare ricette sofisticate. L'importante era recuperare prima di dover sprecare.
Attendevo amici a cena e ho pensato che non fosse il caso, nel caos generale della mia testa, di mettermi a friggere preparando il pur sempre buono e goloso merluzzo in pastella. Così l'ho frullato, aromatizzato e poi cotto in piccoli stampi monoporzione di silicone.
La composizione finale del piatto era molto carina e infinitamente buona.
Dosi per 6

-ricetta-
3 filetti di merluzzo, circa 300 g
3 patate lessate e schiacciate
senape coi grani e forte
1 albume
prezzemolo tritato o erba cipollina
1/2 scalogno tritato finissimo
sale, pepe

Passo al mixer i filetti di pesce, dai quali ho eliminato tutte le lische e la pelle, assieme all'albume.
Trasferisco il composto in una boule e lo condisco con sale, pepe, le senapi (un cucchiaino per ciascuna), il prezzemolo o l'erba cipollina e lo scalogno. Aggiungo anche le patate  che ho prima schiacciato e condito.
Mescolo il composto e lo divido tra i 6 stampini.
Li metto a cuocere in forno a 190°, appoggiandoli su una placca con un filo di acqua bollente sul fondo.
Li lascio cuocere per circa 20', o comunque sino a quando si sono rappresi rimanendo comunque soffici. Se cuociono troppo tendono ad asciugarsi.
Nel frattempo preparo piatti individuali con un po' di insalatina tipo radicchio affettata sottile e condita. Sformo di lato un flan e servo subito.
È una ricetta che a seconda delle dimensioni del flan può valere da antipasto o da secondo.



mercoledì 10 gennaio 2018

Sugo di prataioli e pomodori secchi

Ditemi come si fa a rimanere a piedi, all'improvviso e senza nessuna avvisaglia, col frigorifero, il 4 di gennaio. E ancora non so nulla dall'assistenza. Grazie 2018, hai iniziato col botto e per giunta le temperature, sottozero sino alla fine dell'anno, si sono rialzate verso massime di 10°, e io ho molta roba all'aperto. Dovete sapere che la capienza del mio frigorifero è superiore ai 600 l, per cui la massa di cassette e borsoni che albergano nella mia dispensa a cielo aperto è notevole. A causa di ciò, in questi giorni ho cucinato dando la precedenza a quanto di più deperibile ci fosse da consumare. Mettendo da parte ricette che avevo pensato con cura per rimpinguare gli amici prima di un agognato periodo di sosta. Così mi ritrovo a proporvi una ricetta che ho preparato la scorsa estate al mare, ma più che mai ripetibile anche d'inverno.
Un condimento per gnocchetti sardi o cavatelli sempre attuale, questo che vedete in foto l'ho fatto con prataioli non coltivati ma raccolti nel verde prato di Regina, all'Elba.
Al posto di freschi prataioli si possono usare champignon de Paris coltivati. Sono buoni allo stesso modo.
Insomma, mi trovavo da lei una mattina per fare la rabdomante. Vi spiego.
Lei stava cercando una vena d'acqua per far scavare un nuovo pozzo, che quello vecchio si è prosciugato. Mi dice che ha chiamato il geologo e che questi le ha indicato due punti possibili, dove dovrebbe esserci la vena d'acqua.
Io le confesso di essere molto 'magnetica'. Al che mi mette in mano due bacchette a forma di L in metallo sottile. Mi spiega come impugnarle senza stringerle troppo e mi chiede di percorrere il suo meraviglioso prato all'inglese, che cura con passione maniacale.
Io le sorrido scettica. "Sei sicura? Guarda che mi sembra una cosa assurda", le dico.
"Non ti preoccupare" mi risponde. "Tu cammina..."
Eseguo pensando tra me e me che non succederà nulla. Invece le bacchette non solo si sono incrociate, si sono completamente richiuse su loro stesse in uno dei due punti in cui il geologo le aveva ipotizzato esserci la vena. Incredula e scettica le chiedo di provare lei. Niente. Camminava impugnando queste due bacchette che le restavano in mano senza oscillare neanche di un millimetro.
E sì, lo sapevo di essere strana, ma averne una conferma così palese ti lascia un po' scosso.
Ma che c'entra con la ricetta? C'entra perché attraversando il campo scorgo diversi prataioli, belli grandi ma ancora chiusi. Naturalmente non potevo fare altro che tornare a raccoglierli dopo aver espletato il compito di stregoneria. Dopodiché ho provveduto a cucinarli nel seguente modo.

-ricetta-
6 prataioli
4 falde di pomodori secchi sott'olio
1 spicchio aglio confit
prezzemolo
qualche ago di rosmarino
olio evo
sale

Trito i pomodori secchi, scolati dall'olio di conservazione, a cubetti.
Pulisco i funghi, quelli di Regina erano persino privi di residui terrosi, e li affetto.
Scaldo un velo d'olio in una padella e lo profumo con uno spicchio di aglio confit, ci rosolo i funghi spolverandoli di sale. Lascio evaporare la poca acqua che emettono prima di aggiungere i pomodori, il prezzemolo e qualche ago di rosmarino tritati.
Fatto. Il sugo è pronto per condire gnocchetti o cavatelli freschi saltati direttamente nella padella nella quale l'ho preparato assieme a un goccio della loro acqua di cottura.




domenica 7 gennaio 2018

Angler's cocktail

Come avete trascorso l'Epifania? Noi a tavola con amici e oggi è l'ultimo giorno di questa tornata festiva del nuovo anno.
In questo lunghissimo periodo di feste, con l'abbondanza di dolci tradizionali pronti, non ho dedicato molto tempo a confezionarne di alternativi, per cui pubblico al loro posto i numerosi cocktails coi quali mio marito mi ha coccolato mentre preparavo cibarie di ogni genere.
Non poteva mancare, tra quelli che si è divertito a miscelare, il cocktail del pescatore. In pratica se lo è auto-dedicato.
In origine, fu inventato nel 1902, era mediamente dolce, avendo una base gin con un terzo di sciroppo di melagrana. Ora si preferisce farlo più secco e si misura lo sciroppo a gocce, anche sostituendolo con quello di lamponi.
Ad ogni modo è anche tra i miei preferiti, come tutti quelli a base gin. Mio marito ne ha studiata una versione tutta per me, con molto gin e poche gocce di vari bitter, quel che basta per profumare il liquore.
In ogni caso è un misto di dolcezza e note amare di bitter.
Le dosi che metto, quindi, sono quelle della variante Ciarri. Il gin sarebbe preferibile sceglierlo americano: Aviation, Death's door, N° 209.
Si serve nel classico tumbler old fashioned dopo averlo solo mescolato nel Boston.

-ricetta-
70 ml gin
3 gocce di Angostura bitter
3 gocce di orange bitter
3 gocce di sciroppo di granatina

Metto tutto nello shaker e mescolo per 15'' con abbondante ghiaccio.
Verso nel bicchiere filtrando.

venerdì 5 gennaio 2018

Nastri di zucchine grigliate al formaggio

Anche se siamo in inverno a volte sento la necessità di un contorno fresco, come una bella insalata di radicchio o finocchi crudi. O perché non questi rotolini di zucchine?
A maggior ragione in periodi come questo che sono stati un susseguirsi di pranzi e cene senza soluzione di continuità.
In ogni caso potete conservare l'idea per la prossima primavera/estate e approfittare delle fresche e croccanti zucchine dell'orto, invece di quelle di serra che si trovano adesso.
Per poterle maneggiare senza che i nastri si spezzino occorre metterle sotto sale e poi passarle su una griglia ben calda. Quando sono tutte a righine si possono farcire con quello che più ci piace: gorgonzola cremoso, fiocchi di latte, formaggi tipo robiola e persino aggiungere un mezzo filetto di alice sott'olio.
Il contorno si serve freddo ma nulla vi vieta di scaldare le zucchine in forno per pochi minuti, casomai aveste deciso di farcirle con un pezzetto di scamorza.
Le dosi fatele secondo la vostra necessità.

-ricetta-
2 zucchine medie
gorgonzola morbido/formaggio alle erbe
sale
Uso la mandolina per ottenere strisce di zucchina dello stesso spessore.
Le salo facendole riposare per un'ora, poi scolo l'acqua di vegetazione e procedo col grigliarle su una bistecchiera rovente. Quando sono tutte pronte ne stendo alcuni pezzi alla volta su un tagliere e le spalmo di formaggio.
Arrotolo formando le spirali e le metto via via su un vassoio, pronte da servire.

mercoledì 3 gennaio 2018

Guance di manzo en bourguignon

Una ricetta tipica della regione francese celebre per i suoi due grandissimi vini: il rosso è a base di Pinot Noir, il bianco è Chardonnay. E li fanno bene bene, fidatevi.
Col vino rosso preparano questo stufato di manzo che io ho fatto con le guance, che hanno quel giusto equilibrio tra carne e connettivo.
La carne, rosolata a dovere, deve avere una lunga cottura per risultare fondente in bocca e ben amalgamata al vino aggiunto in cottura e alle verdure.
È un piatto succulento che, ovviamente, si deve accompagnare a un calice di Bourgogne Pinot noir, così come si fa per il brasato al Barolo che mica si può servire con un Chianti!
Chiaro che per la cottura è sufficiente un village, nessuno mai si sognerebbe di usare un Grand Cru per la cucina. Ma in tavola è più che giusto esagerare, se è possibile. E la cantina del consorte, o degli amici ospiti, lo consente. Per nostra fortuna.
Siccome la cottura è lunga, dopo la preparazione occorrono almeno tre ore a fiamma bassissima, nel tempo che mi restava mi sono recata di corsa dal doc dei computer -che avevo una cosetta da chiedergli. Ebbene, ci sono rimasta un po' male quando mi ha detto che lasciavo una scia di odore di cucina... ohi ohi! Ero uscita di corsa senza cambiarmi, lui mi ha però rassicurato, dicendo che emanavo odore di buon cibo! E ci credo... rosolare carne e verdure e sfumare col vino: l'odore rimane sugli abiti, eccome!
Comunque le dosi per questa ricettONA classicissima sono abbondanti. Il boeuf à la bourguignonne è ottimo anche riscaldato.
Mi sono scordata di fare foto a piatto finito, eppure nel mese di dicembre l'ho preparato ben tre volte. La foto che vedete l'ho scattata subito dopo aver fatto evaporare l'alcol del vino a fiamma vivace. Immaginatevi il piatto con la salsa più scura e addensata a dovere.

-ricetta-
1,5 kg di guance di manzo pulite
1 bottiglia di pinot nero/bourgogne
200 g pancetta affumicata a dadi
3 carote
2 cipolle grandi
2 spicchi di aglio
50 g burro
30 ml olio evo
farina
alloro, timo
sale, pepe
cipolline e prezzemolo per completare
La fase più impegnativa è quella della preparazione. Bisogna pulire le guance eliminando la pelle da un lato e le parti più callose.
Poi si ricavano dadi di 5 cm di lato.
Pulisco carote e cipolle e taglio tutto a dadi.
Scaldo olio e burro in una pentola apposita, a fondo spesso e piuttosto grande. Ottime le Staub o quelle di Le Creuset. Peccato che ci voglia un mutuo per comprarle. Io vado molto orgogliosa del mio acquisto della ultra classica cocotte in veste rossa.
Ci metto a rosolare le verdure assieme alla pancetta per 10' a fiamma vivace. Poi le scolo con la schiumarola mettendo al loro posto nella pentola la carne.
La faccio rosolare a fiamma altissima sino a che non ha preso un bel colore, poi con un setaccino cospargo di farina e continuo a rosolare mescolando per 5'.
Verso il vino, unisco due foglie di alloro e un rametto di timo che ho tagliato un paio di giorni prima, in modo che sia quasi secco. Faccio cuocere a fiamma vivace per 5', mescolando, così che la parte alcolica del vino possa evaporare.
Condisco con sale e pepe, e aggiungo le verdure che avevo scolate, più 250 ml di acqua calda.
Porto a ebollizione, abbasso la fiamma e copro. Faccio cuocere a fiamma bassissima, il tutto deve sobbollire lentamente per circa 3 ore.
Quando il tempo sta per scadere faccio rosolare circa 20 cipolline sbucciate in un filo d'olio sino a che non sono tenere.
Prima di servire il piatto caldissimo mescolo alla carne le cipolline e completo con un abbondante trito di prezzemolo fresco.
Accompagno la carne e il suo saporito sugo con, a scelta, crostini di pane rosolati al burro, patate bollite, riso bianco, polenta.





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