domenica 31 maggio 2015

Sorbetto di fragole senza gelatiera

Non occorrono apparecchiature costose e ingombranti per realizzare squisiti sorbetti.
Dal momento che sono a base di frutta, succo di limone e zucchero, possono andare direttamente nel congelatore e una volta ghiacciati saranno di una consistenza a metà tra gelato e granita finissima.
Piaceranno a tutti, garantito! E li gradiranno anche i vegani.
Dieci minuti per la preparazione, almeno un paio d'ore per il raffreddamento. Se dovessero risultare troppo compatti lasciate la vaschetta a temperatura ambiente per un quarto d'ora, oppure passatela al microonde con la funzione defrost.
Oltre che con fragole riescono ugualmente bene con kiwi, lamponi, nespole, anguria, melone, ananas, banane, pesche, albicocche, agrumi. Qualsiasi tipo di frutta può andare bene, le uniche con cui non mi sono cimentata sono le mele.
Al limite varierà di poco la quantità di zucchero aggiunta. Dipende dai gusti e dalla dolcezza intrinseca della frutta. E, ovviamente, potete scegliere lo zucchero che più vi aggrada, anche di canna.
Un saluto frizzante da Epernay. Viaggio scorrevole ieri, pernottamento in pieno centro di Strasburgo e passeggiata per le vie della città. Da domani si fa sul serio... vignaioli, arriviamo!

-ricetta-
600 g fragole
200 g zucchero
1 limone
Privo le fragole del picciolo e le peso, devo ottenerne mezzo chilo al metto degli scarti.
Le riduco a pezzi e le verso in un bicchiere alto assieme allo zucchero e al succo di limone. Usando il frullatore a immersione riduco tutto in poltiglia fine.
Verso il frullato in una vaschetta con tappo a chiusura ermetica e ripongo nel congelatore perché si rapprenda.
Quando servo il sorbetto decoro le coppe con foglioline di menta o fragole intere.

sabato 30 maggio 2015

Arrosto di manzo, arrotolato

Una cena importante? Un'occasione o una ricorrenza da festeggiare in cui non può mancare un gran piatto di carne? Procuratevi un bel pezzo di manzo, il mio era una copertina, e farcitelo con una frittata alle verdure e con prosciutto cotto.
Poi legatelo e, dopo averlo rosolato per sigillarlo in pentola, trasferitelo in forno e cuocetelo lentamente per un paio d'ore o meno, a seconda della grandezza. Il mio, al solito, era per oltre 12 persone.
Fatevi tagliare dal macellaio un bel pezzo di polpa, chiedete consiglio a lui sul taglio migliore che ha a disposizione, in modo da ricavare una fetta molto grande di carne. Io mi fido a occhi chiusi del Walter in Badia, che oramai mi conosce bene e sa quali sono le mie esigenze.
Se la carne è buona, una fetta di questo arrosto è ottima persino fredda.
Cuocete una frittata morbida con un mazzetto di erbette e procuratevi dell'ottimo prosciutto cotto.
Dosi per 12

-ricetta-
una copertina o un pezzo di pancia di vitellone (circa 1.800 g)
100 g prosciutto cotto a fette
3 uova
1 mazzetto di erbette scottate
1 testa di aglio
vino bianco
olio evo
sale, pepe
Condisco le uova sbattute con sale, pepe e le erbette tritate, cuocio una frittata lasciandola un po' pallida e morbida.
Stendo la fetta di carne e la batto leggermente, se dovessero esserci delle parti troppo spesse le apro con un coltello affilato per allargare la fetta ancora di più.
Condisco con sale e pepe e stendo prima la frittata poi il prosciutto, ricoprendo l'intera superficie.
Avvolgo la carne in un rotolo, la chiudo con giri di spago regolari.
Scaldo un velo d'olio in una pentola adatta sia al fornello che al forno, sigillo la carne rosolando bene ogni lato e nel frattempo scaldo il forno, portandolo a 190°.
Taglio a metà in orizzontale la testa di aglio e la metto assieme alla carne, condendo con un ulteriore pizzico di sale e un po' di pepe.
Bagno con un po' di vino bianco e metto in forno per 20', poi la giro e abbasso la temperatura a 170°.
Proseguo la cottura bagnando la carne di tanto in tanto con il fondo o aggiungendo altro vino o poco brodo. La grandezza del pezzo richiede circa 2 ore di cottura.
Una volta cotto lascio riposare l'arrosto nel forno spento, ben coperto, per circa 30'.
Poi lo appoggio su un tagliere, elimino tutto lo spago, lo affetto e bagno le fette col sughetto filtrato.
Porto in tavola.
Servo con un rosso importante, tipo un Merlot. Noi per l'occasione abbiamo stappato una riserva di Ettore di Giovanna Tantini, IGT Rosso Veronese vendemmia 2003, da un uvaggio di Corvina, Cabernet Sauvignon e Merlot. Vellutato e giustamente tannico, accompagnava soavemente la carne.

mercoledì 27 maggio 2015

Anelletti in insalata con avocado e mozzarelle


Bellissima alba stamattina verso le 5. Tutto era velato di rosa, si udiva il canto di centinaia di uccellini. Così dovrebbero essere tutti i miei risvegli, preannuncianti belle giornate di sole che mi mettono di buonumore e mi invogliano a cucinare. Prima di partire per Starsburgo mi attende una bella impresa: entro venerdì sera preparare piconi e scroccafusi per una serata a tema Marche.
Intanto il piatto di oggi, si rimane sul vegetariano con un bel primo leggero e si cucina una pasta, fresca e profumata .
Intanto che la pasta cuoce, essendo gli anelletti un formato adatto agli sformati e ai timballi hanno una consistenza coriacea e devono cuocere a lungo, metto a marinare l'avocado con la mozzarella a dadini, ben condito da una cucchiaiata di origano.
Poi, scolata la pasta al giusto punto di cottura, dato che non deve passare ulteriormente in forno, la condisco con la marinata e con giusto un quarto di limone confit, che dà quel tocco di esotico al piatto.
La ricetta per conservare i limoni secondo la tradizione marocchina la trovate cliccando QUI
La polvere di capperi, tritati ed essiccati, l'ho trovata tra gli scaffali di Eataly. In alternativa potete usare un cucchiaino di capperi dissalati e poi tritati.
Tutto qui. Posso garantirvi che il piatto è fresco ma saporito e delicato.
Dosi per 4

-ricetta-
240 g anelletti
150 g mozzarella
1 cipollotto
1 avocado piccolo
1/4 limone confit
1 cucchiaio di succo di limone/lime
olio evo
polvere di capperi
Intanto che l'acqua per lessare gli anelletti arriva a bollire sbuccio l'avocado e lo riduco a dadini mettendolo in una boule assieme alla mozzarella, anch'essa tagliata a cubetti e alla scorza del limone confit, tritata. Condisco con il cipollotto tritato finissimo, un pizzicone di origano, qualche goccia di succo di lime e un filo d'olio.
Lascio riposare mentre si cuoce la pasta.
Scolo la pasta e la condisco con un filino d'olio, aspetto un quarto d'ora per farla intiepidire, altrimenti la mozzarella si scioglierebbe tutta, quindi la condisco con la marinata a base di avocado.
Mescolo bene, porziono nei piatti e spolvero con la polvere di capperi e altro origano.

lunedì 25 maggio 2015

Badenjan dip

Sere fa ho visto Nigella Lawson preparare questa salsina alle melanzane da servire con sfoglie di pane abbrustolito, grissini, qualsivoglia crostino o simile.
Ricette con melanzane, tipo questa, quante ce ne saranno? Si pensa sempre che siano più o meno tutte uguali, ma posso garantirvi che ognuna ha una sua particolarità.
In questa il sapore è esaltato dallo zafferano, dai pinoli tostati aggiunti all'ultimo momento e dalla cipolla caramellata. Nigella aveva fatto restringere e colorare una cipolla tritata con due spicchi di aglio sino a che era diventata color caramello, senza bruciare. Io al loro posto ho ingentilito la salsa eliminando l'aglio, perché l'ho servita di sera e non volevo appesantire la digestione dei miei ospiti, per cui ho macinato due cucchiai di cipolle fritte ed essiccate che trovo in comodi barattoli all'Ikea.
Il risultato è stato ugualmente esaltante. Le melanzane le ho cotte la sera prima, poi ho ricavato la polpa che ho messo a scolare tutta notte nel colino cinese.
Il segreto sta nel bruciare bene la buccia, che regala un delizioso e leggero aroma affumicato, nell'eliminare quanta più acqua possibile dalla polpa, nell'usare un pizzico di stimmi di zafferano ammollati in un goccio d'acqua tiepida, nello yogurt, usate quello greco intero e denso e nel gusto tostato e lievemente resinato dei pinoli che scrocchieranno sotto i denti.
Dosi per 6/8

-ricetta-
4 melanzane oblunghe medio-piccole
170 g yogurt
1 cipolla
2 spicchi di aglio
menta fresca
1 pizzico di zafferano in stimmi
20 g pinoli
sale, pepe
olio evo

Accendo il forno a 200°, allineo le melanzane lavate e asciugate su una placca rivestita di cartaforno e le arrostisco per almeno un'ora. La buccia deve diventare nera.
Le faccio intiepidire e le sbuccio mettendo la polpa a scolare nel colino cinese per qualche ora, meglio tutta la notte.
Sbuccio aglio e cipolla, trito tutto e metto a rosolare in un velo d'olio. Quando inizia ad appassire proseguo la cottura aggiungendo un cucchiaio d'acqua se tende a seccare, sino a che non prende un bel colore caramello, sorvegliando a che non bruci, diventerebbe amara, pesante e di difficile digestione (si può aggirare l'ostacolo con le cipolle fritte e seccate dell'Ikea).
Sfilaccio e trito con una forchetta la polpa delle melanzane, la metto in una boule e la condisco con la cipolla preparata, lo zafferano, un pizzicone di sale e pepe macinato fresco.
Aggiungo lo yogurt e un goccio d'olio. Mescolo bene e tengo da parte.
Prima di servirla trito non fini un mazzetto di foglie menta e termino coi pinoli che ho fatto tostare a secco in un padellino.
Un ultimo filo d'olio e porto in tavola.

domenica 24 maggio 2015

Pasticciotti salentini


Bella la giornata di ieri a Monforte d'Alba. Grandi assaggi, del resto i Barolo sono considerati tra la nobiltà dei vini, e non per caso. Molta gente, molti assaggi, ho comprato tanti buoni formaggi, nocciole, farina e pasta ricavate da questi splendidi frutti con le quali potrò fare dolci stupendi, salumi e biscotti. Fortuna che viaggiamo col van! In più non ha piovuto... cosa volere di più? Tra gli ospiti c'erano alcuni produttori di Champagne, coi quali ci siamo accordati per una visita nella loro cantina a giugno. Giornata molto proficua, ma adesso vi prendo per mano e vi porto dalla parte opposta dello stivale.
L'occasione per fare queste delizie si è presentata quando mi sono offerta di aiutare le amiche della caffetteria nella degustazione, con piatti annessi, di vini pugliesi.
Mi sono subito ricordata di quando li gustammo sul posto durante una vacanza nel lontanissimo 1986. Dolci tradizionali del Salento e di Lecce, di solito vengono consumati caldi a colazione. Io decisamente li preferisco a temperatura ambiente.
La difficoltà, se si vuole seguire la ricetta originale, sta nell'impastare la frolla con lo strutto. Una vera impresa, non sta quasi insieme. Allora è preferibile mescolare allo strutto del burro in modo da mantenere fragranza e friabilità della pasta. Rispetto alla ricetta locale ho fatto una crema pasticciera meno dolce, calcolando unn cucchiaio colmo di zucchero per ogni tuorlo, all'incirca 25 g per ciascuno, e ho inserito in ogni dolcetto un'amarena sciroppata, per dare quel tocco asprigno che smorza l'estrema dolcezza dell'insieme.
Si racconta che la ricetta originale sia stata improvvisata dal pasticcere Ascalone di Galatina, a metà del '700, per soddisfare la voglia di dolce del parroco: l'artigiano non aveva a disposizione che pochi ingredienti, insufficienti per una vera torta, perciò decise di fare un pasticcino di frolla farcito con la crema. Ideona! La semplicità di queste prelibate delizie è stupefacente.
Di solito forgiati in forma ovale, li ho dovuti fare tondi perché, per quanti stampi uno possieda, mancano sempre quelli adatti e men che meno ne avrei avuti a disposizione una trentina. Sì, avete letto bene, ne ho preparati oltre trenta! - la cucina sembrava un vero laboratorio-. Mi sono adattata con quelli da muffins, ben imburrati.
Farina 0 o debole, significa che ha un basso contenuto di glutine e forza W fino a 170.
Potete mescolare un po' di burro allo strutto per migliorare la lavorabilità dell'impasto.
Se non vi piace o non trovate l'ammoniaca per dolci usate solo lievito e bicarbonato.
Preparate pasta frolla e crema la sera prima. Il giorno dopo potrete dedicarvi solo al confezionamento dei pasticciotti.
Lavorare per lavorare, vale la pena farne almeno 12 pezzi.
Buona domenica!

-ricetta-
per la pasta frolla:
500 g farina 0 (fino a 170W)
100 g tuorli (5)
200 g zucchero finissimo
200 g strutto (oppure 160 g strutto e 40 burro)
5 g sale
6 g bicarbonato
4 g ammoniaca per dolci
2 g lievito
la buccia di 1 limone grattugiata


per la crema pasticciera:
500 ml latte
125 g zucchero
5 tuorli
40 g maizena
1 limone
1 bacca di vaniglia (usata)

in più:
1 tuorlo
12 amarene sciroppate

La sera, prima ancora di impastare la frolla, scaldo il latte in un pentolino assieme a una bacca di vaniglia già utilizzata oppure uso un po' di estratto naturale secco o liquido e alla buccia di un limone. Lascio in infusione per un paio d'ore.
Quindi mi dedico alla frolla. Mescolo nella planetaria lo zucchero Zefiro con strutto e burro sino a che lo zucchero si scioglie ma senza montare. Poi aggiungo i tuorli un po' sbattuti con una forchetta. Mescolo alla farina lievito, bicarbonato e ammoniaca, la buccia del limone grattugiata e il sale, sciolto in un cucchiaio di acqua tiepida. Aggiungo tutto al composto nella planetaria e aziono sino a che si forma una palla, senza impastare troppo per non scaldare la pasta. Una volta pronta la raccolgo a palla e la ricopro di pellicola. Metto in frigorifero per una notte.
A questo punto preparo la crema pasticciera. Filtro il latte e lo riscaldo nuovamente. Intanto mescolo tuorli e zucchero poi aggiungo la maizena e infine diluisco col latte a filo, sempre mescolando ma evitando di fare schiuma. Rimetto tutto sul fuoco, lascio la fiamma molto bassa e faccio addensare senza mai smettere di rimestare, la crema tende ad attaccare al fondo. Quando la crema è ben densa spengo, copro con pellicola a contatto per evitare che si formi una crosticina, e aspetto che diventi fredda prima di metterla in frigorifero.
Il giorno dopo inizio a stendere la sfoglia, deve avere uno spessore di circa 4 mm. Preparo 12 dischi che faranno da base e parete ai pasticciotti e 12 dischetti del diametro esterno degli stampi, per chiuderli. Imburro gli stampi da muffins o altri tutti uguali. Fodero gli incavi sino al bordo con la frolla a dischi più grandi e li riempio con un cucchiaio abbondante di crema. Al centro posiziono un'amarena sciroppata e poi sigillo con gli altri dischetti. Spennello la superficie con un tuorlo sbattuto con un cucchiaio di latte.
Metto nel forno, scaldato a 220°, per circa 20'. Mi lascio guidare dal colore dorato che assumono e dal profumo.
Estraggo lo stampo dal forno, dopo un riposo di 10' rimuovo i pasticciotti e li metto a intiepidire prima di servirli. In Puglia li servono caldi a colazione, ma li preferisco freddi. A piacere si possono spolverare con zucchero a velo.

sabato 23 maggio 2015

Risotto 'orto di maggio'

In questa stagione, anche se il meteo è impazzito e con le temperature siamo tornati a marzo, è facile raccattare tutti i migliori prodotti dell'orto, assemblarli e cuocere un bel risotto -sempre che l'orto non sia diventato un acquitrino per le abbondanti piogge-.
Il fatto è che non sapevo decidermi a quale rinunciare, perciò li ho messi tutti.
Risultato... perfetto. Una carica di fibre e vitamine, sapori e consistenze diverse in bocca.
Oggi mi accontenterei di trovare una giornata perlomeno asciutta a Monforte d'Alba. Parto felice, stasera rientrerò con raviolini del plin, salsiccia di Bra e chissà quali altre prelibatezze locali!
Nel mentre, vi auguro buona cucina.
Dosi per 6

-ricetta-
500 g riso Vialone nano
100 g asparagi al netto degli scarti
100 g fave sbucciate
100 g piselli sgranati
100 g carota
100 g cipollotti puliti
100 g carciofini puliti
30 g burro
30 g formaggio grattugiato
olio evo
sale, pepe
Con alcuni scarti, le bucce e il verde dei cipollotti, i baccelli dei piselli più teneri ecc. preparo un saporito brodo, mettendoli in acqua fredda salata e facendoli sobbollire per 40'. Filtro il tutto e tengo in caldo.
Affetto i cipollotti, taglio a dadini la carota, sbollento le fave ed elimino la pellicina, taglio i gambi degli asparagi a rondelline, mettendo da parte le punte. Pulisco i carciofini e li taglio a spicchietti sottili.
Scaldo un velo d'olio nella pentola dove cuocerò il riso, ci rosolo tutte le verdure preparate per circa 8' poi le metto da parte.
Nel fondo faccio tostare il riso, aggiungo le verdure rosolate e inizio a bagnare con mestolini di brodo bollente portando a cottura.
Poco prima che sia cotto aggiungo le punte degli asparagi.
Completo mantecando con un pezzetto di burro freddo e del formaggio grattugiato, copro e lascio riposare 5'. Porto in tavola con del pepe nero.

giovedì 21 maggio 2015

Rillettes di coniglio

Ma quant'acqua ha buttato dal cielo negli ultimi giorni? Tutti erano preoccupati per il basso livello del fiume, in meno di una settimana è tornato in piena, trascinando nella corrente i nidi di cova di folaghe, cigni, germani. Quelle più disperate sono le folaghe che piangono incessantemente.
Quando è bello pieno è certamente più bello da vedere, ma io sarei anche contenta così, basta pioggia.
Con la ricetta odierna faccio una passeggiata in Francia, in attesa del viaggetto di una settimana programmato a fine mese.
Così come quelle di pesce, di anatra o pollo, le rillettes si possono fare col coniglio e sono un delizioso antipasto spalmabile.
Una volta confezionate e ricoperte da un velo di grasso di cottura si mantengono sino a due settimane.
Unica accortezza: toglierle dal frigorifero un'ora prima del consumo, in modo che riacquistino temperatura diventando spalmabili. Oppure trasferire tutto in una ciotola e maneggiare con forza con una spatola per renderle morbide.
La cottura confit, ossia cuocere delicatamente la carne immersa in un grasso insaporisce senza l'aggiunta di altro che qualche spezia o erba aromatica, come la foglia di alloro e un paio di bacche di ginepro.
Se non trovate il grasso d'oca usate strutto, ce ne vuole circa mezzo chilo, poi si può filtrare e conservare, per altre cotture simili, chiuso in un barattolo di vetro.
Infine, armati di pazienza, si sfilaccia la polpa come si farebbe per una brandade e basta.
Dosi per 12

-ricetta-
mezzo coniglio oppure 2 cosce
grasso d'anatra
alloro
bacche di ginepro
burro salato
Metto il coniglio a pezzi in una pentola assieme al grasso, deve esserne completamente ricoperto.
Porto sul fuoco e appena iniziano a formarsi le prime bollicine, senza che frigga, aggiungo una foglia di alloro e due bacche, abbasso al minimo la fiamma in modo che non arrivi mai a bollire. Lascio cuocere lentamente per circa un'ora, poi spengo e lascio intiepidire la carne nel grasso.
Quindi la scolo e la sfilaccio rendendola quasi cremosa aggiungendo un po' di burro, meglio se salato, come condimento. Per questa quantità di carne ne bastano 40 g.
La trasferisco in ciotoline, velo la superficie con un cucchiaio di grasso di cottura, questa sigillatura serve per mantenere le rillettes a lungo, quindi quando è completamente freddo ripongo in frigorifero.
Filtro e travaso in un barattolo il grasso di cottura, potrò riusarlo per fare nuove cotture.
Servo con crostini di pane caldo.

martedì 19 maggio 2015

Stinchi di tacchino ai sapori marocchini

Sono sempre a caccia di nuove idee. Ricette per secondi piatti gustosi che appaghino il palato senza svuotare il portafoglio ce ne sono parecchie, basta saperle scovare. Qualcosa da consigliare alle amiche con ragazzi dal palato sempre più difficile, che però fuori casa 'osano' cucine etniche saporite.
Su Honest cooking, Fine cooking o qualcosa di simile, che adesso non ricordo di preciso, ho letto questa ricetta così attraente (per me) per l'uso delle spezie usate. Sono andata subito alla ricerca di cosa fossero gli stinchi di tacchino, scoprendo poi essere quelli che noi chiamiamo fusi, ovvero le cosce.
Una ricettina splendida per il mix di spezie/aromi contenuti nella marinata. Nella quale ho potuto usare i miei adorati limoni confit. Cercate la ricetta di questa conserva che vi consente di avere una scorta di limoni profumati da usare in svariate ricette. Oppure cliccate QUI
Servite questa carne, oltretutto di bassissimo costo, con noodles, riso bianco o cereali di vostro gusto. Anche quinoa, che cereale non è, e farete una gran bella figura sia in famiglia che per un ritrovo informale tra amici. Calcolate una coscia ogni due persone.
Conservate il saporito intingolo che avanzerà e utilizzatelo per condire, con un furbissimo riciclo, pasta o riso.
Buona giornata golosi e gourmand, io sono piuttosto inversa, non riesco proprio a digerire il brutto tempo. Addio sole! Piove, accidenti!
Dosi per 4

-ricetta-
2 cosce/fusi di tacchino
1 limone confit
1 limone, buccia e succo
2 spicchi aglio
1 scalogno
miele
curcuma, zenzero, cumino
paprika, sale, pepe
olio evo
In una ciotola mescolo due cucchiai di miele con il succo di mezzo limone spremuto, l'aglio e lo scalogno tritati, un cucchiaino per ciascuno di spezie e un filo d'olio. Condisco con sale, pepe e paprika.
Rivesto con questa marinata le cosce di tacchino private in parte della pelle e delle piumette residue attorno alla zampa.
Aggiungo qualche buccia di limone e copro, lasciando marinare al fresco per una notte intera.
Scaldo un cucchiaio d'olio in un tegame, quindi ci rosolo le cosce sgocciolate dalla marinata.
Quando hanno preso colore da ogni lato aggiungo le bucce del limone confit, alle quali ho tolto la polpa e che ho ridotto a filetti, la marinata rimasta raccolta con una spatola, bagno con un mestolino di brodo e copro.
Faccio lentamente stufare, girando la carne di tanto in tanto, per circa 50'.
Col saporito e abbondante fondo di cottura condisco i noodles di riso, il riso o il cereale che ho scelto per accompagnarli.
 

domenica 17 maggio 2015

Semifreddo al caffè, ricetta velocissima

Buona domenica!
Oggi ci tengo in modo particolare a ringraziare tutti i miei assidui lettori, quelli che entrano per caso e i molti che mi danno fiducia e replicano le mie ricette. Il contatore delle visite stamani ha superato quota 600.000. Sono tantissime, un numero enorme alle soglie del 4° compleanno del mio piccolo blog! Senza ombra di pubblicità e con me che sono molto poco attiva in rete, non avendo assolutamente il tempo di relazionarmi con altri bloggers, posso affermare che è una vera conquista.
Come posso ringraziarvi? Cianciando poco e regalandovi una nuova, dolce, ricetta. Com'è mia consuetudine la domenica.
Ho scopiazzato la ricetta dal sito di Sale & Pepe. Mi ha stuzzicato perché in pratica si assemblano gli ingredienti in pochi minuti e usando solo due ciotole, un bicchiere e due paia di fruste.
Poi si versa il tutto in uno stampo da plum e si mette nel freezer.
La preparazione è molto veloce e semplice, ovviamente si deve fare un giorno prima, perché per raffreddarsi e compattarsi adeguatamente il semifreddo ha bisogno di tempo.
È proprio una di quelle ricette da tenere a disposizione per un dessert da servire se non si ha molta voglia di stare ai fornelli o per chi, come me, ci sta anche troppo e a volte manca il tempo per fare qualcosa di impegnativo. Il successo è assicurato, il semifreddo piace a tutti e dopo averlo tagliato a fette ci si può sbizzarrire con le decorazioni.
Naturalmente, al posto del caffè si può profumare con una purea di frutti della passione o di quello che più ci piace. Una volta pronto si può conservare in freezer sino a una decina di giorni.
Dosi per 10/12

-ricetta-
500 ml panna fresca
170 g latte condensato
10 g caffè solubile
2 tuorli
In una boule mescolo con le fruste i tuorli con il latte condensato che, se fosse troppo denso, è meglio scaldare 30'' nel microonde. Devo ottenere un composto montato.
Verso in un bicchiere 4 cucchiai di panna e la scaldo, sempre per soli 30'' nel microonde per poterci sciogliere agevolmente il caffè solubile.
Mescolo il caffè sciolto alle uova e latte.
Monto la panna restante e poi delicatamente incorporo il composto al caffè.
Verso la massa ottenuta, leggera e vaporosa, in uno stampo da plum da litro preferibilmente di silicone, altrimenti meglio rivestirlo con pellicola, così sarà più facile sformare la mattonella di semifreddo.
Metto lo stampo ben sigillato con la pellicola in freezer, a raffreddare per almeno 24 ore.
Servo il semifreddo tagliato a fette spesse, decorando il piatto con piccole meringhe, chicchi o polvere di caffè, sottili biscotti a cialda.

sabato 16 maggio 2015

Dip di cipolle caramellate


Charred onion dip, quel charred è quasi intraducibile volendo rendere l'idea di qualcosa di buono perché starebbe per bruciacchiate o abbrustolite, mentre sono fatte appassire lentamente in padella sino a che prendono un bel colore bruno-dorato. Devono arrivare a caramellizzarsi senza bruciare, ovviamente. Inoltre di cipolle ce ne sono veramente poche, prevalendo porri, scalogni, cipollotti.
Insomma è una salsina eccezionale da spalmare sul pane a base di liliacee, ovvero di tutto ciò che fa parte della famiglia delle cipolle.
Ricetta ricavata dal sito di Bon Appètit, ve la propongo perché è stata più che gradita. E in molti aspettano che la pubblichi.
Buon sabato e buon fine settimana! La perturbazione è passata senza fare danni, almeno qui. È solo salito di molto il fiume.

-ricetta-
1 porro
1 cipollotto grande
2 scalogni grandi
1 spicchio aglio
125 ml maionese
125 ml panna acida
2 cucchiai di succo di limone
2 cucchiai di buttermilk o latte di kefir
2 cucchiai olio evo
1 cucchiaio di timo
sale, pepe nero
Pulisco e affetto con la mandolina tutte le verdure, le faccio rosolare in padella con l'olio e appena si sono intrise nel condimento le spolvero con un po' di sale, poi abbasso leggermente la fiamma e ne sorveglio la cottura, mescolandole spesso, sino a che diventano di un bel colore biondo scuro, asciugandosi senza bruciare. Servono circa 20'.
Lascio raffreddare e intanto, in una boule, mescolo i condimenti. Schiaccio lo spicchio d'aglio spremendolo ed elimino gli steli dai rametti di timo. Diluisco la maionese con la panna acida e il latticello (in loro mancanza acidifico la panna fresca con poco succo di limone), regolo di sale e pepe e aggiungo le cipolle.
Mescolo bene, decoro con altri due rametti di timo, il succo di limone e copro con pellicola.
Può stare in frigorifero anche un paio di giorni, basta lasciarla a temperatura ambiente almeno un'ora prima di servirla con pane o crostini caldi.                           

giovedì 14 maggio 2015

Eliche tricolori con fonduta di taleggio, mandorle e cipolle marinate

Dopo alcuni giorni di bel tempo per stasera annunciano un nuovo peggioramento, breve ma intenso. Dicono che le temperature precipiteranno nuovamente... tanto io non ho ancora riposto la coperta di lana, chi si fida! Però nei giorni scorsi ho approfittato per fare colazione e pranzo in terrazza. Mi godo la solitudine dell'alzaia durante la settimana, il volo dei numerosi uccelli acquatici, il canto degli uccellini. E un po' di caldo sole, immersa nella natura. Questo piatto di pasta è l'ideale da gustare all'aperto.
Le mandorle sono il segreto di questa ricetta, come pure il ciuffo di cipolle marinate.
Adesso i banchi dei mercati iniziano a riempirsi di grossi mazzi di cipolline di Tropea, che basta preparare con un po' di anticipo nella marinata di aceto.
Alla morbidezza della fonduta di taleggio occorre aggiungere un po' di croccantezza e una nota acidula.
Ricetta vegetariana completa. Ricca di sapore e di tutti i nutrienti necessari.
Dosi per 4

-ricetta-
320 g eliche tricolori, o altra pasta corta
150 g taleggio
50 ml latte
3 cipollotti rossi
aceto aromatizzato ai lamponi o alla barbabietola
mandorle con la pelle
sale
Metto i cipollotti puliti e affettati a bagno nell'aceto. Posso farlo anche con un giorno di anticipo.
Metto in ammollo il taleggio a dadini nel latte.
Scaldo l'acqua per cuocere la pasta e intanto faccio tostare le mandorle tritate a filetti facendo attenzione a non bruciarle, altrimenti diventano amare.
Quando l'acqua arriva a bollire la salo e verso la pasta.
Intanto nella padella dove salterò la pasta preparo la fonduta, scaldando lentamente il taleggio col latte.
Dopo aver scolato la pasta la verso nella fonduta, la faccio rivestire di formaggio scuotendo la padella poi la porziono nei piatti, decorando ognuno con un ciuffo di cipollotti scolati dall'aceto e qualche filetto di mandorla tostato. Un tocco di pepe nero appena macinato solo a chi piace.

martedì 12 maggio 2015

Baci salati di ricotta

Terminati pranzi e cene per festeggiarmi, pubblico subito una delle tante sfiziosità che ho proposto agli amici che, numerosissimi, sono venuti a brindare a me/con me.
Chi gradisce deliziosi bocconcini tutto sapore?
Facilissimi da preparare, è sufficiente montare ricotta, aromi e poco altro, trasferire il tutto in un sac à poche usa e getta e formare tanti bignè su una placca rivestita di cartaforno.
L'unico ingrediente un po' strano o insolito sono le cipolle fritte e seccate che si trovano allo spaccio alimentare della nota catena svedese di mobili. Alzi la mano chi, almeno una volta ogni 4/6 mesi, non ci fa un giretto a caccia di idee e stupidate. Bene, all'uscita fermatevi dove vendono salmone, confetture ecc. e acquistate un barattolo di queste sfiziose cipolle. Sono secche e croccanti, ideali da aggiungere a zuppe e insalate. Io ne ho usate un cucchiaio, tritate, per insaporire la ricotta. Ma si può ovviare facendo stufare uno scalogno sino a caramellizzarlo.
Dosi per 6

-ricetta-
300 g ricotta
50 g formaggio grattugiato
20 g pangrattato o semolino
1 uovo
1 ciuffo di menta
1 cucchiaio di cipolle fritte (Ikea)
paprika
sale
Mescolo in una boule la ricotta con l'uovo, la menta, le cipolle svedesi tritate, il grana. Condisco con sale e paprika e aggiungo il pangrattato per rendere il composto un po' consistente.
Lo trasferisco nel sac à poche e lo spremo a ciuffi su una placca rivestita di cartaforno.
Cuocio in forno a 180° per circa 25', comunque la superficie deve colorarsi delicatamente.
Spengo, tolgo la teglia dal forno, lascio intiepidire e poi metto i baci su un vassoio.
Sono buoni anche freddi, il giorno dopo. Perfetti per un buffet, con l'aperitivo.

domenica 10 maggio 2015

Salame di cioccolato con le ali

Ohhh, finalmente una bella domenica di sole. Cominciavo a disperare. Il fiume è bassissimo, come non l'ho mai visto, ma per riempirsi dovrebbe piovere per un mese. No, grazie! Non sono disposta a tollerare troppo maltempo. Quindi va bene così.
Buona dolce domenica a tutti. Approfitto per fare gli auguri a tutte le mamme, inclusa la mia che ieri sera ha tenuto banco e non ha dato segni di cedimento sino a mezzanotte. Era tra gli invitati alla mia festa di compleanno, ce la siamo davvero goduta in terrazza. Siamo stati bene e in allegria.
E poi voglio dare il benvenuto agli ultimi nuovi seguaci (oddio, 'sta parola mi fa venire in mente sette religioso-sataniche. Non mi piace ma, con buona pace della lingua italiana, così si traduce follower).
Scommetto che siamo in molti ad avere ancora mezza colomba, io ne ho una intera per la verità, inutilizzata. Vorrei sapere cosa mi spinge ad acquistarne sempre una in più. Il timore di non poter festeggiare con amici che piombano inattesi, forse. Poco male però, in fondo sono dolci da forno come tutti gli altri, è sbagliato dargli una connotazione solo pasquale. Se sono di ottima qualità la data di scadenza si avvicina.
In questo modo magari si recupera anche un po' del cioccolato avanzato dalle uova.
Ecco la ricetta di un ottimo ristorante, Da Vittorio a Brusaporto, alle porte di Bergamo.
L'ho scritta al volo ascoltando lo chef che la illustrava in radio.
Il salame di cioccolato piace a grandi e piccini, è un dessert da fare al volo e che prenderà il volo dalla tavola in un baleno.
Dopo averlo realizzato una prima volta ho pensato di modificare le dosi di zucchero e burro rispetto ai 150 g dell'originale, in quanto trovo la colomba già molto dolce e ricca. Ho anche eliminato gran parte della glassa zuccherina che si deposita appena sotto lo stampo di carta. Accidenti! ne mettono davvero troppa!
La foto è quella della prima volta, dove ho utilizzato molto cioccolato al latte. Trovo però che sia più indicato quello fondente.
Dosi per 8/10

-ricetta-
250 g colomba
125 g burro morbido
125 g zucchero
140 g cioccolato fondente
100 ml latte
1 uovo
Taglio a dadini le fette di colomba e la metto a bagno nel latte.
Intanto sbatto a crema l'uovo con lo zucchero e il burro ammorbidito, quindi ci mescolo il cioccolato fuso e per ultima la colomba, amalgamando con delicatezza.
Avvolgo a salame il composto in pellicola o cartaforno, stringo bene e ripongo il rotolo in frigorifero a rassodare per almeno 24 ore.
Al momento di servirlo elimino la pellicola e lo passo nello zucchero a velo prima di tagliarlo a fette.

sabato 9 maggio 2015

Quiche salmone e funghi

L'ho rifatto per l'ennesima volta. Ho dimenticato di fotografare la quiche appena sfornata o almeno una fetta nel piatto. E vabbè, quando ho troppo da fare in cucina mi perdo inevitabilmente i passaggi fondamentali per la pubblicazione. Usate l'immaginazione, tanto le quiche si assomigliano tutte quando sono appena sfornate.
Questa quiche potrei dedicarla agli inglesi, loro amano accostare i funghi coltivati, quelli che chiamano champignon de Paris, al pesce. La prima volta che sperimentai questo accostamento, una trentina d'anni fa durante un capodanno a Londra a casa di un amico avvocato della City, lui cucinò un bel filetto di sogliola di Dover annegandolo in una salsa a base di panna e champignon. OMG!
Inorridii ma feci uno sforzo e trangugiai i bocconi.
Per cui, dear Charles, questa ricetta potrei quasi dedicartela, la apprezzeresti di sicuro.
I sapori sono decisi, non aspettatevi qualcosa di delicato anche se ho cercato di smorzare un po' l'insieme con l'uso di crescenza, senza aggiungere e rafforzare i sapori con l'appareil di uova, panna e formaggio sopra.
Dosi per 6/8

-ricetta-
1 rotolo di pasta sfoglia
400 g funghi coltivati
150 g salmone affumicato
150 g crescenza/stracchino
1 porro
25 g burro
olio evo
sale
Pulisco i funghi quindi li trito a dadini medi. Elimino le prime guaine del porro e un po' del verde apicale, lo lavo e lo affetto sottile.
Scaldo dell'olio evo e un pezzetto di burro nel wok, aggiungo porri e funghi e faccio stufare lentamente, salando alla fine.
Stendo la sfoglia nella teglia e accendo il forno, portandolo a 190°.
Bucherello il fondo di pasta e lo ricopro con il salmone affettato, poi sopra distribuisco pezzetti di crescenza e infine ricopro distribuendo i funghi.
Ripiego i bordi della pasta e inforno la quiche per circa 35'. Valutate la cottura dai bordi. Se dovesse scurire troppo ricoprite la parte superiore con un pezzo di stagnola.
Lascio che intiepidisca prima di tagliarla a spicchi per portarla in tavola.

I sapori decisi richiedono un buon champagne oppure un Franciacorta di carattere. Quanto vorrei poter di nuovo stappare una bottiglia di riserva Avize Grand Cru, récolte 1997 di Jacquesson. Superlativo!
Ma esaurito.


giovedì 7 maggio 2015

Cannelloni carciofi e ragù

Piatto ricco mi ci ficco.
Molto spesso per i miei menù da dodici apostoli, come chiamo io i nostri gruppi numerosi di assaggio, ricorro a cannelloni e lasagne perché si possono preparare con un giorno di anticipo e sono incredibilmente buoni e graditi a tutti.
Il ripieno è composto da un cucchiaio di ragù surmontato da un altro cucchiaio di carciofi, cotti e conditi con ricotta.
Dimenticatevi la scocciatura di riempire con una tasca i cannelloni secchi precedentemente appena sbollentati perché sono fatti di pasta spessa, pensate alla comodità della pasta fresca all'uovo, molto sottile, di quella pronta per lasagne, che non necessita di sbollentatura e che rimane incredibilmente leggera e a contenuto calorico molto basso, se si tiene conto che basta una sfoglia per una porzione. Ossia, con 250 g ho 12 sfoglie dalle quali ricavo 24 cannelloni. Certo poi c'è da calcolare il ripieno, ma dal punto di vista carboidrati il conto è basso.
I cannelloni rimangono perfettamente masticabili, un giusto insieme di pasta e ripieno, leggeri e delicati.
Nessuna besciamella come copertura, solo un po' di panna fresca mescolata a formaggio grattugiato, spennellata sopra. Per riconoscere le coppie una sottile striscia di ragù a dividerli.
Tutto qui. Il ragù si può preparare anche con qualche giorno di anticipo, i carciofi per il ripieno il giorno prima.
Quand'è tutto pronto si assembla la teglia in poco più di mezz'ora. Se invece volete una presentazione personalizzata, usate tegliette monoporzione.
Dai... sotto. A me viene l'acquolina in bocca al pensiero di festeggiare il mio genetliaco con questi. Saremo in molti e non posso deludere quelli che verranno a brindare alla cifra tonda.
Sono abbastanza sotto choc, ammetto che non mi è mai granché importato degli anni che passavano, sino a ora. Adesso che varco la soglia della terza età non ne sono troppo entusiasta. Comunque gli anni non sono quelli che si contano anagraficamente ma quelli che ci si sente addosso e io mi sento abbondantemente al di sotto.
Dosi per 6, ma nelle foto come al solito sono per il doppio.

-ricetta-
125 g pasta fresca per lasagne
4 carciofi
250 g ricotta di pecora
150 formaggio grattugiato
100 ml panna fresca
30 g burro
1 scalogno
olio evo
sale, pepe
ragù di carne
Pulisco i carciofi, li spunto e li privo della barba interna, li metto in una ciotola con acqua fredda acidulata con limone prima di tagliarli a striscioline.
Rosolo uno scalogno tritato in una larga padella con un giro d'olio, appena appassisce aggiungo i carciofi ben scolati, li faccio insaporire poi li condisco con un po' di sale e li bagno con un mestolino d'acqua. Attendo che si cuociano mescolando ogni tanto, poi spengo e li lascio raffreddare.
Li verso in una boule dove ho maneggiato la ricotta con 50 g di parmigiano/padano grattugiato e mescolo per amalgamare.
Prendo una teglia capiente e la imburro, oppure la rivesto di cartaforno che non occorre ungere.
Stendo una sfoglia sul tagliere e la divido in due parti.
Metto un cucchiaio scarso di carciofi e sopra uno di ragù, poi arrotolo il cannolo e lo appoggio nella teglia. Faccio lo stesso con la seconda metà e la accosto alla prima.
Proseguo con altre 5 sfoglie, sempre dividendole e riempiendole. Nella teglia cerco di mantenere le coppie di cannelloni appena un po' distanziate, sarà più facile servirli una volta cotti.
In una boule mescolo la panna e il rimanente formaggio e poi stendo questo composto con un pennello sopra i cannelloni. Li delimito con un filo di ragù e metto qualche fiocchetto di burro.
Se non li metto subito in forno copro con pellicola o con alluminio e conservo in frigorifero.
Scaldo il forno a 170° e cuocio i cannelloni per circa 20'.
Dopo averli fatti riposare qualche minuto, li servo.

martedì 5 maggio 2015

Abissine in verde con tonno e peperoni

Pasta con quel che c'è. Chi lo dice che non si può condire anche con una rimanenza di insalata, una manciata di erbette e altre foglie verdi, insomma con quel che c'è. Non occorre prendere spunto per forza da riviste e pubblicazioni varie, basta buttare un occhio in dispensa e mescolare un avanzo qui e uno là.
Il peperone l'ho usato principalmente per dare colore, se non vi piace potete usare qualche pomodorino.
Allo stesso modo al posto del tonno potrebbe esserci una scatoletta di sgombri o di sardine.
Insomma, se non avete tra le vostre scorte uno degli ingredienti si può sempre sostutirlo con qualcosa di simile.
Mi piacciono le abissine, o gnocchi/conchiglie rigate, perché al loro interno raccolgono molto bene il condimento.
Buon appetito a tutti!
Dosi per 4

-ricetta-
300 g abissine o conchiglie rigate
100 g tonno sott'olio
100 g soncino
100 g erbette
1 bel ciuffo di prezzemolo
1 peperone cornetto rosso
1 spicchio d'aglio
formaggio grattugiato
In una larga padella metto a rosolare lo spicchio d'aglio vestito e schiacciato assieme a erbette e prezzemolo tritati e al soncino, lavato e scolato.
Quando sono appassiti aggiungo il peperone a dadini e lo faccio rosolare velocemente.
Intanto lesso la pasta al dente, la scolo lasciandola un po' umida e la salto nella padella assieme alle verdure e al tonno sgocciolato e sbriciolato.
Porziono nei piatti e completo con una manciata di formaggio, che potrebbe essere ricotta salata, feta o padano/parmigiano.

domenica 3 maggio 2015

The Beermosa cocktail

Bene, avete passato un buon Primo maggio? Tutti a casa oppure in gita?
Il tempo non è granché, il cielo è stato carico di nuvole per tutta la settimana, con alternanza di sprazzi di tiepido sole e scrosci violenti di pioggia.
Ieri è stata una bellissima giornata, per fortuna, così il mio giardino ha potuto subire il primo restyling di stagione, e ne aveva davvero bisogno! Però oggi siamo ripiombati in autunno.
A Milano si è inaugurato l'Expo. Per ora posso solo dire che muoversi in città e nella fascia esterna
della cintura di tangenziali è un delirio.
Oggi vi invito a brindare comunque al dì di festa, pioggia o sole che ci sia, con una bevanda leggera e profumata.
Sui magazine stranieri che seguo assiduamente su internet è tutto un impazzare di ricette di questo cocktail a base di birra. Loro festeggiano entusiasti l'arrivo della primavera con mille ricette invitanti, dalle verdure alla frutta, pubblicando foto di deliziosi smoothies, frullati e centrifugati.
Questo non poteva sfuggirmi, considerato il mio amore smodato per la birra e per le fragole, declinate in ogni modo. A dire il vero non è un mimosa al 100%, visto l'uso di succo di arance rosse e fragole, lo definirei uno strawberry-mimosa.
Il più famoso Mimosa è a base di Champagne e succo di arance bionde.
La ricetta di Pair Mag prevedeva una birra IPA, Indian Pale Ale, e con quella l'ho fatto la prima volta.
Quel tipo di birra ad alta fermentazione, piuttosto alcolica e molto luppolata con aromi erbacei, di medio corpo e gradazione tra i 5° e i 7°, fu creata nel 1835 per l'esportazione in India, destinata ai sudditi di sua maestà che lì risiedevano. Dato che il trasporto avveniva via mare con un lungo viaggio, usavano molto luppolo, ricco di antiossidanti naturali, per garantirne la conservazione.
Personalmente detesto quel tipo di birre, il mio gusto è più verso le birre di abbazia o trappiste, oppure certe inglesi tipo bitter che, contrariamente al nome che portano, sono rosse/ambrate ma non eccessivamente amare.
Il purè di fragole che si prepara per la ricetta si conserva sino a una settimana in frigorifero, ben tappato, così c'è la scusa per farsene uno al giorno.
Dopo questa (in)utile premessa ecco come fare questa bevanda dissetante, che può andare benissimo anche a metà pomeriggio, con quel giusto accordo tra amaro, dolce e fruttato.
Credo ne farò largo uso in estate.
Dosi per 2

-ricetta-
1 birra da 33 cl (bionda Leffe, per esempio), molto fredda
500 g fragole
succo/spremuta di arancia rossa, molto freddo
zucchero

Frullo quasi tutte le fragole, alcune le tengo da parte per decorare, assieme a due cucchiai di acqua e due di zucchero e lo conservo in frigorifero.
In un mixing glass piuttosto grande, o una caraffa, verso 150 ml di purè di fragole, 150 ml di succo d'arancia e la birra. Mescolo, attenzione che si formerà della schiuma, e divido tra due bicchieri alti tipo tumbler o da birra a flute.
Decoro con fettine di fragole e servo subito.
Si potrebbe anche shakerare, ma ve lo sconsiglio per via della schiuma.

sabato 2 maggio 2015

Filini in forma con cipolline al curry e coriandolo

Tanti auguri Milano! Per i concittadini saranno mesi di fuoco.
È partito l'Expo, nonostante la giornata piovosa sembra che, in zona fiera, tutto sia andato per il meglio.
Non altrettanto si può dire di alcune zone, soprattutto in centro, dove il solito gruppo di bestie, che possono essere state generate solo da idioti e che si fingono progressisti e attenti al mondo, hanno già ferito la città ma soprattutto i suoi lavoratori. Che senso ha distruggere per il solo gusto di farlo? Calpestare una città e la gente che ci lavora? Incendiare e danneggiare proprietà altrui?
Se solo si potessero incendiare come torce umane quei soggetti... La rabbia e l'amarezza fanno fare cattivi pensieri, consapevoli dell'impotenza nel non riuscire a fermare o far ragionare chi di cervello non ne ha una briciola. Altro che black bloc, black idiots, falsi eroi mascherati.
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Credo che a volte si possa mangiare anche solo con gli occhi e non occorre comporre chissà quale piatto per riempirsi la bocca di acquolina.
Basta guardare la foto in alto. Dopotutto è solo pastina, di quella che si tiene in casa per una minestrina al volo, quando si scalda l'acqua col bollitore per fare prima e la pasta deve cuocere in due minuti.
La stessa pastina, condita e messa in forma, diventa tutta un'altra cosa senza che ci voglia molto tempo.
Intanto che si scalda l'acqua in modo tradizionale si provvede a cuocere le cipolline, la salsa magari è già pronta e basta solo riscaldarla prima di assemblare il piatto.
Io sono rimasta più che soddisfatta del risultato, ma pensate anche a un letto di spinaci/erbette, oppure una crema di asparagi, visto che siamo in stagione, o di patate e porri, oppure zucca.
Non gradite le cipolline? usate carciofi, finocchi fritti, zucca, zucchine. Qualsiasi verdura di vostro gusto andrebbe bene. Basta creare un bel contrasto di colore e di sapore.
Qui ci sono la pastina, piuttosto neutra, mescolata all'acidulo della salsa di pomodori e al dolce-speziato delle cipolline. In bocca un'esplosione di sapori e consistenze.
Dosi per 2

-ricetta-
100 g filini all'uovo
100 g cipolline pelate
100 g salsa pomodori freschi
20 g burro
20 g formaggio grattugiato
coriandolo
olio evo
sale
Sbuccio le cipolline e le divido in quarti, scaldo un velo d'olio in una padellina e le rosolo. Le salo, le condisco con un cucchiaino di curry, diluisco con un mestolino d'acqua di cottura della pasta e lascio appassire piano per 5'. Non devono disfarsi né dividersi, ma rimanere croccanti. Spengo e tengo da parte al caldo.
Lesso la pastina in acqua bollente salata, la scolo e la condisco con burro e formaggio, quindi la divido tra due formine da budino ben oliate e la compatto, lasciandola riposare 5'.
Stendo su due piatti la salsa ristretta di pomodori freschi, o altra salsa a piacere, sopra capovolgo i filini in forma e decoro, dividendo sulla sommità di ogni tortino le cipolline al curry.
Completo con qualche fogliolina di coriandolo tritato e porto in tavola.
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