domenica 4 marzo 2018

Il bensone modenese

Bensone = pane da benedizione, pare sia questo il significato, tradotto dal dialetto modenese.
In origine un biscottone senza confettura al suo interno, a metà tra un ciambellone e una frolla, da pucciare a fette nel lambrusco a fine pasto.
Poi si cominciò a farcirlo, per renderlo forse più appetibile. Ma è buonissimo in entrambe le versioni.
Ho mescolato le dosi della ricetta che va per la maggiore in rete, sempre uguale anche se cambiano le fonti, con quella del maestro Iginio Massari. Adattandola a modo mio a quantità, come al solito, oversize.
Siccome non si capiva se la farina dovesse essere 00 o di tipo 1 macinata a pietra, ho preparato un mix con farina multicereali, di tipo 1 e fecola. Proprio nel mio stile...
Insomma, il bensone alla Jo non è niente male. Con una frolla soffice e friabile senza che si sbricioli.
La confettura, che per queste quantità deve essere sui 500 g, è di prugne di mia produzione e di mirabelle d'Alsace, acquistata in Francia.
Pronti? Per comodità ho impastato con la planetaria. Non sono mai stata una brava rezdora quindi mi avvalgo dell'ausilio delle macchine, quando posso.
Era enorme, ho tagliato la foto per ridimensionarlo e, col senno di poi, con queste dosi potevo farne due che si sarebbero presentati meglio. Chiaramente mi sono dimenticata di fotografarlo quando l'ho fatto a fette (come d'abitudine...).
Sarà finita la buriana e il grande freddo? No, perché la bolletta del gas sarà da urlo! E la caldaia è stanca di pompare. Non voglio il caldo ma temperature ragionevoli, non mi sembra di pretendere troppo. E non oso immaginare come stia messa tutta la gente delle zone terremotate in centro Italia, per le quali a distanza di tanto tempo non è ancora cambiato quasi nulla.

-ricetta-
200 g farina multicereali
200 g farina tipo 1
100 g fecola
170 g zucchero
140 g burro morbido
2 uova e 1 tuorlo
15 g lievito
2 g sale
1 limone non trattato
30 ml latte
zucchero in granella
Verso le farine col lievito e la fecola nel vaso, unisco lo zucchero e le uova col tuorlo, leggermente battute. Aggiungo anche la scorza del limone e della vaniglia se il lievito non è già profumato.
Aggiungo anche un pizzico di sale e avvio la planetaria, quando l'impasto inizia a formare piccole briciole verso il burro e mi regolo aggiungendo il latte che serve a formare un impasto morbido ma consistente che non si attacca alle pareti o alle dita.
Lo trasferisco sulla spianatoia e lo assemblo senza lavorarlo troppo.
Stendo la pasta su un grande foglio di cartaforno, allargandolo in un ovale, lasciandolo a un cm di spessore.
Spalmo la confettura lasciando un bordino libero e ripiego la pasta in tre.
Rovescio ponendo la giuntura al di sotto della carta, faccio una incisione al centro, nel senso della lunghezza, spennello di latte e completo con lo zucchero in granella.
Cuocio in forno caldo a 170° per circa 45'.
Una volta che è tiepido, con delicatezza sposto il dolce su un vassoio.



2 commenti:

GufettaSiciliana ha detto...

Una preparazione molto interessante. Grazie per averla condivisa con noi.

Jo ha detto...

Ciao Gufetta. Provalo.
E come sempre grazie per la tua solerte presenza.

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