domenica 25 ottobre 2020

Torta margherita rovesciata all'uva pizzutella


Buona domenica a tutti. 

Alcune domeniche fa, al ritorno dalle vacanze, volendo lasciare un dolce ricordo del pranzo poco elaborato condiviso con amici, ho preparato la torta margherita innovandola con uno strato di chicchi d'uva. Perché proprio la margherita? Perché era la torta che c'era sempre sotto la campana nella cucina della mia infanzia, assieme a una crostata. Mamma non comprava mai biscotti per la nostra colazione o merenda: preparava torte buonissime -e persino quelle snobbavo io, implorando una michetta secca della sera prima da inzuppare nel caffellatte a colazione. Ricordo però quanto era soffice la Margherita, quella che non potevi mangiare di nascosto perché ti incipriavi il naso con lo zucchero a velo che aveva sopra. Aveva anche un delicato profumo di limone. Insomma, mi è venuta voglia di rifare quella semplice bontà e ho ripescato il foglietto che avevo scritto sotto sua dettatura, ricordando che a me toccava il compito di setacciare la farina con la fecola e il lievito. Anche con quel semplice gesto partecipavo e immagazzinavo le prime nozioni di cucina.

Mi è poi saltato in mente di provare a fare una rovesciata all'uva con quell'impasto. Soddisfatta del risultato, ve lo descrivo se cercate bontà e semplicità. Usate uno stampo da 22 cm.

-ricetta-

300 g uva bianca

110 g zucchero

100 g farina 00

80 g fecola

80 g burro morbido

50 ml latte

2 uova grandi

8 g lievito

2 g sale

buccia di limone non trattato

caramello, zucchero canna e zucchero a velo


Con le fruste elettriche monto il burro con lo zucchero prima di aggiungere un uovo alla volta e continuando a montare unisco in seguito la farina setacciata con fecola e lievito, aiutandomi a completare  l'impasto versando poco latte mano a mano. Finisco col pizzico di sale e la buccia di limone grattugiata.

Per comodità rivesto lo stampo con cartaforno inumidita e strizzata, con questo trucchetto la torta si rovescerà senza intoppi, e sopra la carta distribuisco caramello a filo e poco zucchero di canna prima di coprirne il fondo con acini di uva lavata e tamponata. 

Sopra l'uva verso l'impasto preparato, lo livello e inforno il dolce a 180° per circa 40'. Oramai conosco il mio forno (ne ho avuto più di uno e i loro segreti e difetti si svelano con l'uso...) e ho imparato che quando la torta è cotta emana un profumo particolare. Però se non vi fidate potete sempre fare la prova stecchino.

Una volta cotta sforno la torta, aspetto 10' prima di rovesciarla su una gratella ed eliminare con cautela la carta. Non è complicato e vedrete la superficie piena di chicchi morbidi e succosi.

Aspetto che sia completamente fredda prima di trasferirla sul piatto da dolci. Siccome la superficie rimane umida usate lo zucchero a velo solo un attimo prima di servirla.



1 commento:

Jo ha detto...

Le torte semplici hanno sempre il loro perché... Ciao ciao!

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