sabato 13 agosto 2011

La Vernaccia di Serrapetrona

Ieri sera, dopo abbondanti libagioni, mio marito ha voluto assolutamente stappare una bottiglia di vino 'strano'. Noi con questo termine qualifichiamo i vini insoliti, quasi rari, pressochè introvabili data la scarsa produzione e diffusione.
La Vernaccia di Serrapetrona, una vera 'perla' dell'enologia marchigiana, è prodotta nell'omonimo paese in provincia di Macerata a 500 s/l/m, è stata dichiarata DOCG nel 2003, è un vino rosso spumante naturale, ricavato da uva Vernaccia Nera (salvo l'utilizzo massimo di un 15% di altri vitigni a bacca rossa), che viene prodotto nella tipologia dolce/amabile e in quella secca.
Ha profumi unici, una volta che ci metti il naso te lo ricordi per sempre, un insieme di sentori di frutti rossi molto maturi, quasi in confettura, o di fiori rossi appassiti, tipo peonie e rose.
La schiuma è evanescente, al gusto in bocca non resta la sensazione di bollicine, il sapore è morbido, avvolgente, i tannini sono vellutati su un corpo morbido, il finale lascia un piacevole retrogusto amarognolo.
Quasi destinata all'estinzione alla fine dell'800, oggi se ne coltivano poco più di 45 ha, per una produzione che si attesta sulle 4000 bottiglie. Poche!
Con l'avvento di internet e dei mercati online non è difficile reperirla, altrimenti ci si deve rivolgere ai produttori direttamente, o alle enoteche, come è stato il nostro caso, avendo avuto modo di acquistarla all'enoteca regionale di Jesi.
La temperatura di servizio non deve abbassarsi sotto i 16° per quella secca, al max 13° per quella dolce.
Viene prodotta quasi come una Vendemmia tardiva, infatti le uve vengono raccolte tra la fine del mese di ottobre e la prima settimana di novembre, poi circa un 60% viene spremuto subito mentre del restante 40% i grappoli vengono posti ad appassire sino a gennaio, quando poi vengono spremuti e il nuovo mosto aggiunto al vino precedentemente ottenuto, per avviare una nuova fermentazione, che si arricchirà in alcooli sino ad ottenere il prodotto finale, con la sua presa di spuma naturale.
La versione secca è ottima abbinata a salumi non pepati e formaggi giustamente sapidi, quella dolce si accorda con pasticceria secca, preferibilmente.

Dato che ne sono avanzati giusto due calici, oggi ne ho proposto l'assaggio ad un amico che ha disertato la degustazione ieri sera.
E gliela servo abbinandola con formaggi pedemontani e salamino di maiale 100% delle Marche...


La versione secca di Alberto Quacquarini, of course....cheers!


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